mercoledì 5 aprile 2017

FINANZIAMENTI EUROPEI? COME FUNZIONANO E QUALCHE CONSIGLIO


Sono tanti gli ambiti in cui l'UE fornisce finanziamenti ad una vasta gamma di idee, progetti e programmi:

  • sviluppo urbano e regionale
  • piccole e medie imprese, occupazione e inclusione sociale
  • agricoltura e sviluppo rurale
  • politiche marittime e della pesca
  • ricerca e innovazione
  • cooperazione allo sviluppo e aiuti umanitari
  • cultura
  • ambiente
  • cittadinanza attiva, gemellaggi tra comuni 
  • gioventù e scambi
  • sport
  • .........

Quali sono i finanziamenti e come vengono gestiti i fondi?

I fondi sono gestiti seguendo norme rigorose per assicurare un efficace controllo e una spesa trasparente e responsabile. Non bisogna peraltro dimenticare che i fondi europei servono, innanzitutto, per raggiungere gli obiettivi dell'UE, così come questi vengono articolati nelle diverse politiche, espressione delle "competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti". 
In altri termini: un progetto per essere finanziato nel quadro di un Programma europeo(ad esempio "Life", che attua una specifica Politica europea: quella Ambientale) non può, ovviamente, discostarsi dalla normativa, dai principi e dagli obiettivi dell'UE.Oltre a ciò, nel momento in cui intendiamo candidare la nostra idea per ottenere un finanziamento europeo, dobbiamo aver ben presente il fatto che questa deve avere necessariamente un "valore aggiunto" europeo.Deve, cioè, essere utile a tutti e non solo a noi. Anche per questo motivo ci verrà senz'altro chiesto di indicare i modi attraverso i quali intendiamo diffondere la nostra idea e, soprattutto, i suoi risultati. Inoltre, altro aspetto importante che contribuisce al “valore aggiunto europeo” del nostro progetto, è costituito dal fatto che - tranne poche eccezioni e ad esclusione della gran parte dei finanziamenti gestiti a livello nazionale o regionale - occorrerà presentarlo insieme ad altri soggetti appartenenti a paesi membri diversi dal nostro.
Per quanto concerne la responsabilità politica circa il corretto utilizzo dei finanziamenti dell'UE, in ultima istanza questa ricade sulla Commissione Europea. Tuttavia, come vedremo, considerato che i finanziamenti più importanti vengono gestiti nei paesi membri, spetta ai governi nazionali e regionali effettuare i controlli ed il monitoraggio della spesa e dello stato di attuazione.

Scendendo nel dettaglio del sistema finanziario, semplificando possiamo distinguere tra:
1) Finanziamenti europei gestiti tramite le regioni o i governi degli stati membri
2) Finanziamenti europei gestiti direttamente dall'UE (normalmente dalla Commissione europea).


1) Finanziamenti europei gestiti tramite le regioni o i governi degli stati membri: sono i piú importanti dal punto di vista dell'impegno finanziario e programmatico. Si tratta di oltre il 76% del bilancio dell'UE, gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali e attraverso un sistema di "gestione concorrente". Il sistema si concentra essenzialmente in cinque grandi fondi detti: FONDI STRUTTURALI E D'INVESTIMENTO che, complessivamente, contribuiscono ad attuare, oltre alla Politica Regionale e quella di Sviluppo rurale, la STRATEGIA EUROPA 2020:
Tali fondi vengono erogati attraverso programmi gestiti dalle regioni o dai ministeri competenti (POR- Programmi operativi regionali; PON- Programmi operativi nazionali; PSR- Programmi di sviluppo rurale). Dunque, per conoscere la programmazione, le opportunità di finanziamento, i bandi di gara, etcc..occorre fare riferimento alle informazioni fornite dai competenti servizi regionali o nazionali.

2) Finanziamenti europei gestiti direttamente dall'UE (normalmente la Commissione europea): contribuiscono all'attuazione delle altre politiche europee, diverse da quella Regionale e di Sviluppo rurale. I finanziamenti sono erogati sotto forma di:
  • sovvenzioni destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell'UE, di solito a seguito di un "invito a presentare proposte" (vedi esempio) pubblicato anche nella Gazzetta Ufficiale serie C dell'UE. Una parte dei finanziamenti proviene dall'UE, un'altra da fonti diverse, nel senso che, a parte qualche rara eccezione, tutti i progetti devono essere co-finanziati anche dai promotori.
  • appalti banditi dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere necessari per le loro attività (per es. studi, corsi di formazione, organizzazione di conferenze o attrezzature informatiche, forniture di carta, etc...). Gli appalti sono aggiudicati mediante bandi di gara. Le informazioni aggiornate al riguardo si trovano soprattutto attraverso la banca dati TED che, peraltro, informa sugli appali pubblici di beni e servizi banditi in tutti i paesi dell'UE (pubblica in media circa 460 000 bandi di gara all'anno, per un valore di circa 420 miliardi di euro!).
     

Come presentare la domanda di finanziamento. Qualche consiglio utile.

Nel caso dei Finanziamenti europei gestiti tramite le regioni o i governi degli stati membri, come già evidenziato, occorre far riferimento ai programmi ed ai bandi di gara nazionali o regionali.

Per quanto concerne i Finanziamenti europei gestiti direttamente dall'UE:oltre a tener d'occhio la Serie C della Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea (GUUE) - o le vostre fonti di informazione specializzata, come il Blog EuYouo i siti di alcuni ministeri competenti (esempio qui) -, dovreste, in estrema sintesi:

1)leggere molto attentamente una serie di documenti forniti con l'invito a presentare proposte(un esempio qui) il Vademecum, le Linee Guidaed i formulari. Tali documenti, che non sempre sono in italiano (esempio qui), sono necessari per la presentazione del progetto che, ormai, avviene online dopo essersi opportunamente registrati. Una lettura attenta dei documenti serve: 1) per capire se la vostra idea contribuisce effettivamente all'attuazione della Politica europea(dunque occorre analizzarne almeno gli aspetti principali) a cui il Programma ( e l'invito a cui intendete rispondere) si riferisce e: 2) se la vostra "creatura" è in grado di avere un "valore aggiunto" europeo(altrimenti chiedetevi: perchè l'UE dovrebbe finanziare il mioprogetto?).

2) fare una verifica circa i progetti già finanziati nel quadro del programma di vostro interesse(sulle pagine web della Commissione europea relative ai vari programmi si trova tutto ed esistono anche siti dedicati, ma ecco un esempio). Ciò vi è utile: 1) per capire se la vostra idea è effetivamente "innovativa" oppure è già superata e, quindi, meglio lasciar perdere; 2) per avere spunti o idee da "emulare", ovviamente adeguandole alla vostra idea o alla vostra realtà; 3) per crearvi una mailing listdi potenziali partner per il vostro attuale progetto e per quelli che verranno.

3)verificare se potete contare: 1) sui soggetti adeguati a comporre un valido partenariato per la realizzazione del progetto(è necessario documentare esperienza e curriculum e, in genere, meno si è e meglio è!) e: 2)- aspetto da non sottovalutare - sui partner di altri paesi dell'UE che (salvo rare eccezioni) dovete necessariamente coinvolgere al fine di ottenerne il contributo. Se non avete già una vostra "rete", per individuare i partner stranieri esistono vari strumenti e vi può comunque essere d'aiuto quanto evidenziato al n. 2). Inoltre, è bene dotarsi di una sintesi del vostro progetto almeno in inglese(che in ogni caso dovrete produrre nei formulari), necessaria per far capire in modo convincente, chiaro e preciso di cosa si tratta, non solo in fase di ricerca di partner ma anche nel caso in cui il vostro progetto venga valutato da esperti che non conoscono bene l'italiano. Per questo mi sento di suggerire, se siete in grado di farlo, di scrivere direttamente l'intero progetto in inglese! 

Molto utile e interessante è partecipare alle iniziative organizzate regolarmente dalla Commissione UE per presentare o illustrare una determinata politica, un programma o un invito a presentare proposte. Ecco un esempio di incontro europeo che si terrà nell'ottobre del 2017(io ho partecipato all'edizione del 2016)organizzato anche per favorire i contatti tra i rappresentanti delle città, delle regioni d'Europa e tra coloro che intendono coinvolgerle nei loro progetti. Altra interessante iniziativa - per chi si occupa di Ambiente - è la Green Week (Settimana Verde), organizzata ogni anno dalla Commissione europea (ecco il Programma dell'edizione 2017 che si terrà a Bruxelles e in altre capitali europee dal 29 maggio al 2 giugno).

4) verificare le vostrefonti di co-finanziamento(eventualmente coinvolgendo nel vostro progetto un partner co-finanziatore). Fate molta attenzione al Bilanciodel vostro progetto che dovrà essere chiaro, credibile, equilibrato e sostenibile. Troppo spesso capita che il progetto, pur essendo stato approvato, risulta poi ingestibile o insostenibile perchè non si erano fatti bene i conti! In quel malaugurato caso occorre fare attenzione perchè, in caso di fallimento del progetto verrete invitati a restituire il finanziamento.

5)Fare un pò di “lobby”, che non significa andare in giro a distribuire “mazzette”. Soprattutto prima di presentare il progetto e dopo essersi adeguatamente preparati, puó essere utile prendere un appuntamento con i servizi competenti della Commissione europea per verificare e far conoscere la vostra meravigliosa idea. Spesso è la stessa Commissione che organizza occasioni di incontro nel corso di iniziative di presentazione di specifici programmi o inviti a presentare proposte (ecco un esempio).

 

Valutazione del vostro progetto

Una volta presentato nelle modalità e entro le scadenze indicate nell'Invito o nel Bando, il vostro progetto verrà, nella maggior parte dei casi,valutato da un Comitato di esperti anonimi e indipendenti nominati dalla Commissione europea tramite apposite selezioni. I progetti vengono valutati in base a criteri pre-stabilitie specificati nella documentazione relativa all'Invito (esempio qui). Terminata la fase di valutazione viene compilata una graduatoriadei progetti ammissibili e, infine, sarà la Commissione europea ad avere l'ultima parola sui progetti da finanziare. La decisione verrà comunicata ai proponentisia nel caso di approvazione del progetto che in caso di rigetto.

 

Chi può beneficiare di un finanziamento europeo?

Non esiste uno "status" specifico per accedere ai finanziamenti europei. Si può trattare, ad esempio, di:

- Enti locali, consorzi e associazioni di comuni e di cittadini, organismi "di sviluppo", etc.. (adesempio)

- Piccole imprese(ad esempio)

- Organizzazioni non governative e della società civileche possono ottenere finanziamenti a condizione che operino senza fini di lucro (esempio):

- Giovani. Possono, ovviamente, partecipare a tutti i programmi ma esistono due tipi di finanziamenti che li concernono direttamente:

  • Istruzione e formazione - opportunità di studio con il programma Erasmus+, assistenza per gli allievi dell'ultimo anno delle superiori e formazione professionale in un altro paese;

  • Gioventù - cofinanziamento di progetti per incoraggiare la partecipazione dei cittadini, il volontariato e un clima più multiculturale.

- Ricercatori, Università e Istituti di Ricerca. Fra il 2014 e il 2020 l'UE fornirà finanziamenti per quasi 80 miliardi di euro a favore della ricerca, principalmente attraverso il programma Orizzonte 2020. Generalmente i fondi sono erogati sotto forma di sovvenzioni per cofinanziare molti tipi diversi di progetti di ricerca.Ecco il quadro dei Finanziamenti dell'UE.

- Agricoltori e imprese rurali. Il sostegno dell'UE transita principalmente attraverso le regioni o i ministeri degli stati membri. Quasi tutti gli agricoltori dell’UE hanno diritto a pagamenti diretti di sostegno al reddito. Circa un terzo di questi finanziamenti sono erogati in cambio di pratiche agricole ecologiche (conservazione dei prati permanenti, diversificazione delle colture, ecc.). Gli agricoltori ricevono inoltre denaro in base alla superficie di terreno detenuto, anche in questo caso in contropartita per l’impiego di metodi agricoli rispettosi dell’ambiente che preservano la biodiversità, la qualità dell’acqua e del suolo e limitano le emissioni. Il sostegno finanziario dell’UE aiuta altresì a formare gli agricoltori in nuove tecniche e ad ammodernare o riorganizzare le loro aziende e, più in generale, è utilizzato per migliorare il tenore di vita nelle aree rurali creando posti di lavoro e fornendo servizi di base. Inoltre, nell'ambito dello sviluppo rurale i giovani agricoltori possono beneficiare di sostegno specifico per avviare un'impresa e di un sostegno più elevato per gli investimenti effettuati nelle loro imprese. Ecco l'elenco dei Programmi di sviluppo rurale in Italia.




martedì 4 aprile 2017

Le aree di interesse ecologico nei terreni agricoli dell'UE possono migliorare la biodiversità

 
Secondo una relazione della Commissione europea sui primi due anni dall'introduzione delle aree di interesse ecologico (in inglese ecological focus areas = EFA) nel quadro dell'ultima riforma della politica agricola comune (PAC), i terreni agricoli adibiti ad aree di interesse ecologico contribuiscono al miglioramento della biodiversità e sostengono i servizi ecosistemici. 
Le EFA, inserite nel 2013 nelle norme che disciplinano i pagamenti diretti agli agricoltori, possono contribuire a gestire l'impatto ambientale di alcune pratiche agricole con potenziali effetti positivi sulla biodiversità, il suolo, l'acqua e il clima. In base alle norme sulle EFA, gli agricoltori con superfici coltivabili superiori a 15 ettari devono garantire che almeno il 5% di esse sia un'area di interesse ecologico. Nel 2015 il 10% dei terreni soggetti a questo obbligo è stato dichiarato area di interesse ecologico e i dati relativi al 2016 sono molto simili.
Aree di interesse ecologico: aspetti applicativi e casi pratici

Classifica U-Multirank 2017: risultati delle università UE su mobilità e internazionalizzazione

 foto  libri

Pubblicata la quarta edizione della classifica universitaria U-Multirank, che riunisce circa 1 500 università di 99 paesi. Finanziata dal programma Erasmus+ dell'UE e istituita dalla Commissione europea, U-Multirank è la prima classifica mondiale che consente agli utenti di raffrontare facilmente la performance delle università in modo multidimensionale e di creare una classifica personalizzata selezionando gli indicatori in base alle proprie esigenze. 
Le università possono essere classificate in base ai risultati ottenuti in diversi ambiti: ricerca, insegnamento e apprendimento, trasferimento di conoscenze, orientamento internazionale e impegno a livello regionale; gli stessi che la Commissione europea cercherà di rafforzare, nel quadro del progetto di modernizzazione dell'istruzione superiore, che sarà presentato nei prossimi mesi,
Secondo l'edizione 2017 di U-Multirank, la più completa realizzata finora, oltre la metà delle università dell'UE si classifica ai primi posti in termini di mobilità degli studenti, la metà attira anche personale accademico internazionale e circa il 70% si distingue per aver partecipato a pubblicazioni internazionali. 
Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

L'Italia e i migranti:le politiche europee e le proposte delle realtà locali

Le esperienze e le buone pratiche di accoglienza e di integrazione della Sicilia a confronto
Il 7 aprile a Palermo
Luogo: Università degli Studi di Palermo, Aula Magna "Vincenzo  Li Donni" del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche
Viale delle Scienze, ED. 13, Palermo
L’incontro ha un triplice obiettivo: illustrare le attività dell’Unione europea e delle istituzioni nazionali, regionali e locali in tema di migrazione, condividere le buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti in Sicilia e raccogliere le testimonianze degli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti per poi trasmetterle al Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans
Per partecipare alla sessione plenaria e ai gruppi di lavoro è obbligatorio iscriversi qui: Modulo di registrazione

Convegno: PMI want EU - Opportunità per le imprese e i territori

Il  13 aprile si svolgerà a Milano il convegno sulle opportunità offerte dal  Piano di Investimenti per l'Europa alle imprese e ai territori.  
Il Fondo europeo per gli investimenti strategici è la novità più importante del Piano di investimenti per l'Europa della Commissione europea.
Il Fondo offre garanzie a sostegno di progetti finanziati dalla Banca Europea per gli Investimenti ed è rivolto a progetti di infrastrutture e alle PMI che necessitano di credito per progetti innovativi nel settore energetico, delle infrastrutture di trasporto e di attrezzature e tecnologie innovative per i trasporti, delle TIC,  dell'ambiente, dell'efficienza delle risorse e delle risorse naturali, dello sviluppo urbano e rurale, del turismo e in ambito sociale.
L'evento è organizzato da Europe Direct Lombardia in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Regione Lombardia, la rete Enterprise Europe Network - consorzio Simpler e Finlombarda.
Sarà possibile partecipare all'evento in videoconferenza anche dagli Uffici Territoriali Regionali di Regione Lombardia di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Sondrio, Varese e da spazioRegione Legnano.

Per partecipare è necessaria la registrazione.

lunedì 3 aprile 2017

Politica di coesione europea: un efficace incentivo per gli investimenti in Europa

La politica  di Coesione è una delle politiche dell’Unione europea insieme a: agricoltura, pesca, ambiente, salute, diritti dei consumatori, trasporto, turismo, energia, industria, ricerca, occupazione, asilo e immigrazione, fiscalità, giustizia, cultura e istruzione e sport). Il suo obiettivo è quello di eliminare le disparità esistenti in Europa tra regioni e aree più sviluppate e meno sviluppate, rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale, concorrendo in tal modo ad attuare la Strategia 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in tutta l'Unione europea. La politica di coesione, per il periodo 2014-2020, assorbe circa un terzo del bilancio complessivo dell’Unione europea,  con un investimento di 351,8 miliardi di €,  oltre ai contributi nazionali e gli altri investimenti privati, quantificabili in circa 450 miliardi di €.
Uno degli elementi fondamentali della riforma della politica di coesione 2014-2020 è stata l'introduzione di precondizioni affinché gli Stati membri possano ricevere il sostegno finanziario dei fondi strutturali e di investimento europei.  Da una prima valutazione  risulta che quest'ulteriore fase è molto utile e che le precondizioni si sono dimostrate un potente incentivo per gli Stati membri e le regioni a intraprendere riforme che sarebbero state altrimenti ritardate o  trascurate.
Le precondizioni (o condizionalità ex ante) volte a rafforzare gli investimenti interessano svariati settori, tra cui l'efficienza energetica, l'innovazione, i programmi in ambito digitale, le riforme dell'istruzione e sono state integrate nella nuova politica di coesione per garantire una gestione sana ed efficace della spesa.
Le precondizioni aiuterebbero gli investimenti a superare le "strozzature", ovvero quelle barriere settoriali, orizzontali e verticali, che ostacolano gli investimenti nell'UE. Gli sforzi profusi per superarle hanno contribuito per esempio a rafforzare l'assetto istituzionale dei paesi membri ed a introdurre procedure trasparenti nel settore degli appalti pubblici, o imposto agli Stati membri di migliorare e semplificare il contesto normativo e politico relativo alle piccole imprese. Sono state per esempio messe in atto misure per ridurre i tempi e i costi necessari alla creazione di un'impresa. A Malta, in Portogallo e in Slovenia sono stati introdotti dei "test PMI" per sorvegliare l'impatto della legislazione nazionale sulle PMI. Nel settore digitale, tali precondizioni hanno obbligato gli Stati membri a creare un elenco di progetti prioritari in linea con gli obiettivi di diffusione della banda larga del mercato unico digitale. In Italia la precondizione " Infrastruttura di reti di nuova generazione (NGN)" ha determinato l'adozione di un’ambiziosa strategia nazionale in materia di banda larga, che ha notevolmente migliorato il coordinamento di tutti gli investimenti nel settore. Inoltre, la precondizione "crescita digitale/sviluppo delle TIC" ha impresso un nuovo slancio per affrontare i persistenti problemi di interoperabilità dei servizi elettronici in tutta le regioni italiane.  Sempre in Italia, la strategia nazionale per l’Agenda digitale ha creato il primo catalogo nazionale dei servizi elettronici, assicurando l'elaborazione dei relativi orientamenti e la fornitura di assistenza tecnica alle regioni.
Le precondizioni hanno portato a modifiche legislative necessarie in molti settori strategici: istruzione, mercato del lavoro, sanità o inclusione sociale, per citarne solo alcuni.
In Croazia, Bulgaria e Romania la mappatura delle infrastrutture sanitarie imposta dalla precondizione "salute" ha attuato varie RSP riguardanti l'efficacia della spesa, l'accessibilità e l'efficienza globale del settore sanitario. Nella Repubblica ceca, in Italia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Spagna l'obbligo di soddisfare la precondizione "efficienza energetica" ha fortemente contribuito al rapido recepimento delle direttive sull'efficienza energetica e sull'edilizia. In alcuni paesi, come l'Ungheria, la precondizione "acque" ha stimolato le autorità ad applicare la tariffazione dell'acqua in ambito agricolo, incentivando gli agricoltori a sfruttare più efficientemente le risorse idriche. Molte precondizioni imponevano di inserire il sostegno proveniente dai fondi europei in quadri di investimento strategico. Tali quadri, concepiti per rispondere a determinati criteri di qualità, basati sull'analisi delle esigenze e dotati di misure finalizzate ad attrarre gli investimenti privati, integrano i finanziamenti regionali, nazionali ed europei e hanno portato a una gestione della spesa pubblica complessivamente più coordinata e razionale. In Portogallo, la precondizione "ricerca e innovazione" (R&I) richiedeva l'adozione di strategie di specializzazione intelligente a livello regionale e nazionale. Ciò ha contribuito a concentrare i finanziamenti pubblici destinati all'R&I su un numero limitato di settori chiave competitivi e a individuare opportunità di partenariati tra il mondo accademico e le imprese innovative. Un'amministrazione pubblica efficiente è fondamentale per il successo degli investimenti pubblici e dell'UE. Quando alcune precondizioni richiedevano specificamente il rafforzamento e la riforma delle amministrazioni, è stato proprio lo sforzo profuso a tal fine che ha portato al miglioramento del coordinamento e della comunicazione tra ministeri, agenzie, amministrazioni regionali e locali e altre parti interessate. Nella regione francese dell'Auvergne, nel contesto della precondizione "R&I" le autorità locali, la società civile e le imprese locali si sono unite per la prima volta per elaborare una strategia di innovazione regionale.
Prossime fasi
La relazione indica che vi sono margini di miglioramento: le precondizioni possono essere adattate maggiormente alle esigenze degli Stati membri e delle regioni? Come garantire che siano soddisfatte durante tutto il periodo finanziario? Sono queste le principali domande che animeranno il dibattito sulla politica di coesione post-2020.
Contesto
L'introduzione di precondizioni volte a favorire gli investimenti è stata una delle principali novità della riforma della politica di coesione (cfr. MEMO/13/1011).
Ad oggi, gli Stati membri soddisfano l'86% di tali precondizioni e hanno tempo fino all'estate del 2017 per riferire in merito a quelle ancora in sospeso.
Per ulteriori informazioni

A New York il Forum "Energia sostenibile per tutti"

Oggi, 3 aprile, e domani si tiene a New York il Forum organizzato dall'iniziativa "SE4All" (Energia sostenibile per tutti), avviata dall'ex Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon per sensibilizzare sull'importanza dell'energia per il futuro del Pianeta. Uno degli obiettivi del forum è quello di avviare una discussione su come i responsabili politici possano trasformare i sistemi energetici e dei trasporti, creando nel contempo posti di lavoro e crescita economica.

All'iniziativa parteciperà anche il Vicepresidente della Commissione europea Maros Šefčovič, responsabile per l’Unione dell’energia. Maros Sefčovič sottolineeràl'impegno dell'UE nella transizione verso l'energia pulita (cfr. il pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei" IP/16/4009) e ribadirà la disponibilità dell'UE a condividere la sua esperienza, le sue conoscenze e le sue migliori pratiche su come liberare il potenziale del mercato e anche su un modello di governance con la partecipazione del settore privato e dei consumatori.

Protezione degli oceani e la "Monaco Blue Initiative"

Oggi i Ministri dell’UE hanno accolto con favore una Comunicazione della Commissione europea sulla governance internazionale degli oceani, definendola "un contributo pertinente e tempestivo per migliorare [...] il coordinamento e la cooperazione al fine di garantire la sicurezza, la conservazione, l'utilizzo e la gestione sostenibili degli oceani."
I Ministri hanno sottolineato l’urgente necessità per l'UE e i suoi Stati membri di intensificare gli sforzi per proteggere i mari e gli oceani. La notizia giunge in occasione dell'ottava edizione della Monaco Blue Initiative sulla gestione e la conservazione degli oceani. L’evento, che quest’anno verterà sulle aree marine protette, è coorganizzato dall’istituto oceanografico di Monaco, dalla Fondazione Alberto I, dal Principe di Monaco e dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco.


Tutela degli stock ittici del Mediterraneo

 
Dopo mesi di negoziati,  la Commissione europea ha ottenuto un impegno per i prossimi dieci anni a tutela degli stock ittici del Mediterraneo e della prosperità ecologica ed economica della regione.

La dichiarazione MedFish4Ever di Malta, un esempio concreto della riuscita della politica di vicinato dell'UE, stabilisce un programma di lavoro dettagliato per i prossimi dieci anni basato su obiettivi ambiziosi ma realistici. I posti di lavoro diretti sui pescherecci operanti nel Mediterraneo sono oltre 300 000, ma quelli indiretti generati dal settore sono molti di più. La dichiarazione è stata firmata da rappresentanti ministeriali sia della costa settentrionale che di quella meridionale del Mediterraneo ed è il risultato di un processo avviato dalla Commissione europea a Catania nel febbraio 2016. La firma conferisce titolarità politica a una questione che fino a questo momento era stata gestita a livello tecnico.
I firmatari si sono impegnati a:
- garantire un'adeguata raccolta dei dati e una valutazione scientifica periodica per tutti i principali stock del Mediterraneo entro il 2020. In particolare, i piccoli pescatori dovranno svolgere un ruolo più attivo nella raccolta dei dati necessari per approfondire le conoscenze scientifiche;
- elaborare piani di gestione pluriennali per le principali attività di pesca. Da parte sua, la Commissione ha già avviato questo processo con la proposta relativa a un piano di pesca pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel Mare Adriatico;
- eradicare la pesca illegale entro il 2020, garantendo che tutti gli Stati membri dispongano del quadro giuridico e delle capacità umane e tecniche necessarie per adempiere alle loro responsabilità di controllo e di ispezione. La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) guiderà l'istituzione di sistemi nazionali di controllo e di sanzionamento;
- aiutare le piccole attività di pesca e acquacoltura sostenibili semplificando i meccanismi di finanziamento dei progetti locali finalizzati all'ammodernamento della flotta, grazie a tecniche e attrezzi da pesca a basso impatto, all'inclusione sociale e alla partecipazione dei pescatori alla tutela dell'ambiente.
Per un'attuazione efficace della dichiarazione sarà necessaria la partecipazione di tutte le parti coinvolte: pescatori, sia uomini che donne, comunità costiere, società civile, attività di pesca industriale, su piccola scala, artigianale e ricreativa, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite e la CGPM. La dichiarazione firmata oggi si aggiunge agli impegni internazionali assunti dall'UE nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile (obiettivo 14: "Conservare e sfruttare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile").

Contesto
Il Mediterraneo è un bacino marittimo unico, caratterizzato da un litorale esteso e da un settore della pesca che impiega oltre 300 000 persone. L'80% della flotta della regione appartiene ai piccoli pescatori (con imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 10 metri), autori di un quarto delle catture complessive. Questi posti di lavoro sono a rischio, perché gli stock ittici del Mediterraneo si stanno progressivamente riducendo: circa il 90% degli stock valutati è sovrasfruttato. La sicurezza alimentare, la sussistenza, la stabilità e sicurezza della regione sono minacciate.
La dichiarazione di oggi è il risultato del cosiddetto processo di Catania avviato dal commissario Vella nel febbraio dello scorso anno, che ha permesso di instaurare una fruttuosa cooperazione con le parti interessate, il segretariato della CGPM, gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi. Le tappe principali di questo processo sono state: una prima conferenza ministeriale tra i Ministri della pesca del Mediterraneo ad aprile 2016, la riunione annuale della CGPM a giugno 2016 e la riunione intersessione della CGPM a settembre 2016.
Alla conferenza ministeriale MedFish4Ever di Malta hanno partecipato: la Commissione europea, otto Stati membri (Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Grecia, Cipro), sette paesi terzi (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Montenegro), la FAO, la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo, il Parlamento europeo e il Consiglio consultivo dell'UE per il Mediterraneo.

domenica 2 aprile 2017

Fondi Europei e Open-data: un processo aperto di diffusione dei dati e di valutazione pubblica

L'Unione Europea finanzia in Italia 75 programmi nazionali e regionali attraverso i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (ESIF). Si tratta di circa 42,7 miliardi di euro (ovvero, facendo i "conti della serva", una media di circa 702 euro per abitante) per il periodo 2014-2020. 
La Sardegna, che rientra insieme ad Abruzzo, Molise e Basilicata tra le regioni dette "in transizione", con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media comunitaria (mentre, magia del PIL, regioni meno sviluppate della Sardegna, oltre alla Calabria, sarebbero: la Sicilia, la Puglia e la Campania), riceve nel periodo dal 2014 al 2020 oltre 4 miliardi di € ripartiti all'incirca in questo modo:

930.979.082 dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) attraverso il Programma Operativo Regionale gestito dalla Regione Sardegna;

444.800.000 dal Fondo Sociale Europeo (FSE) attraverso il Programma Operativo Regionale gestito sempre dalla Regione Sardegna;

1.308.406.250 attraverso il Programma di Sviluppo Rurale, gestito anche questo direttamente dalla Regione Sardegna;

199.649.897 dal Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia Marittimo, gestito dalla Regione Toscana;

36.000.000 dal Programma finanziato nel quadro del FEAMP, il fondo per la politica marittima e della pesca dell'UE, gestito dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali;

200,000.000 nel quadro del Programma Operativo Nazionale (PON) “Istruzione”, gestito dal competente Ministero italiano;

Nel quadro del PON “Reti e Mobilità”, gestito dal Governo italiano, in Sardegna si prevede: il rafforzamento del sistema ferroviario (variante Campomela-Sassari - con 166,68 milioni di euro -; Bonorva Terralba - 71 milioni di euro -; il potenziamento del Porto Canale di Cagliari, con 100 milioni di euro; il completamento della “maglia viaria fondamentale”, cioè la SS131, con 120 milioni di euro, e la SS125, con 50 milioni di euro.

Per quanto riguarda sia il PON “Ricerca e competitività” (13.415.000 euro) che il PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO (484 milioni di euro), i fondi spettanti alle singole regioni non sono stati ancora definiti.

In merito al PON “Governance e Assistenza Tecnica”, di competenza del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, le risorse destinate alla Sardegna ammontano a circa 25 milioni di euro.

Tale programmazione non comprende, ovviamente, le risorse nazionali che giungono in Sardegna attraverso la Programmazione Operativa Nazionale prevista dalle varie Delibere CIPE.

Rimanendo in tema di risorse europee, in Epoca di “crisi” e mentre si assiste all'assottigliarsi delle risorse, diventa unproblema urgente capire e valutare se e come i quattrini europei (che sono anche i nostri) vengono spesi e se i progetti che sono stati finanziati funzionano davvero ed hanno un effettivo impatto sul miglioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro.
È nostro estremo interesse, infatti, verificare che l’importante ammontare di denaro pubblico(che, ripeto, è anche nostro) assegnato da Bruxelles alle nostre regioni e città, contribuisca effetivamenteagli obiettivi di creazione di occupazione, di inclusione sociale, di istruzione, di salvaguardia dell'ambiente, di dotazione di infrastrutture, etc...
Purtroppo siamo in tanti a guardarci intorno ed a chiederci: “ma dove sono finiti tutti quei soldi?”.
Credo che questa domanda non possa trovare una risposta solo nell’analisi di “dati aggregati” o nel ricorso a “modelli econometrici”. Occorre piuttosto un efficace e diretto coinvolgimento dei beneficiari”*, delle comunità e degli “attori” locali, dei “portatori di interessi”, della stampa, degli analisti, dei decisori pubblici, etc.., inun ambito che, spesso, viene volutamente reso “complesso” al fine di tenere alla larga sguardi “indiscreti”: si tratta della disponibilità dei dati relativi agli investimenti effettuati ed ai risultati ottenuti nella gestione dei programmi co-finanziati dalla Politica di Coesione Europea e gestiti dalle regioni o dagli stati membri dell'UE. 
In questo ambito è importante sapere che la Commissione europea pone a disposizione uno strumento estremamente importante, che consente a chiunque di tenere sotto controllo la situazione relativa all'attuazione ed alla spesa dei fondi europei.Si tratta della Piattaforma di dati aperti (Open Data). Lo strumento mette a disposizione visualizzazioni sulla progettazione, sulla realizzazione degli investimenti e sui risultati raggiunti a livello nazionale e regione per regione.
La conoscenza ed il buon uso di questo strumento**, oltre ad assicurare la trasparenza del sistema, costituisce un passo avanti importante in un processo di cambiamento che in molti abbiamo sempre auspicato. Cambiamento verso una gestione sempre più partecipativa ed in grado di coinvolgere effetivamente ibeneficiari” del sostegno finanziario europeo,in unprocesso aperto di diffusione dei dati e di valutazione pubblica dei programmi e degli interventi.
La diffusionedella Piattaforma Open Data e l'organizzazione “dal basso”di eventi e occasioni di incontro per la valutazione dei dati in essa contenuti, può essere un valido contributo a cambiare un sistema che, altrimenti, nel 2022, chiusa questa programmazione, ci troverà a riproporci la solita domanda: “ma dove sono finiti tutti quei soldi?”.

In merito all'uso concreto della Piattaforma, ecco alcuni dati relativi alla situazione dei programmi di una Regione italiana a caso: la Sardegna:



* Il termine «beneficiari» comprende un’ampia gamma di soggetti interessati, dalle piccole e medie imprese (PMI) alle grandi aziende, dagli enti pubblici alle organizzazioni non governative e della società civile. Nella definizione di beneficiari rientrano anche università, studenti, ricercatori, agricoltori o pescatori....
** Peraltro, l’Articolo 115 del Regolamento UE n. 1303/2013 dispone che gli Stati membri e, quindi, le regioni, siano responsabili di garantire la creazione di un sito web unico o di un portale web unico che fornisca informazioni su tutti i Programmi Operativi (PO) di uno Stato membro e sull’accesso agli stessi, di informare i potenziali beneficiari in merito alle opportunità di finanziamento e di pubblicizzare presso i cittadini dell’Unione il ruolo e le realizzazioni della politica di coesione e dei Fondi. Vengono inoltre prescritte indicazioni dettagliate sulle modalità di pubblicazione delle informazioni relative alla gestione dei Fondi, e imposti nuovi obblighi sul formato con cui rendere disponibili tali informazioni.





mercoledì 22 marzo 2017

Risultati del Consiglio dei ministri dell' “Economia e finanza” del 21.3.2017

Un minuto di silenzio per commemorare gli attentati di Bruxelles

Principali risultati

Politica economica e di bilancio

Il Consiglio ha discusso dell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del "semestre europeo", ponendo l'accento sulle esperienze in materia di riforme in questo settore all'interno degli Stati membri. Ne è nato uno scambio di opinioni sul modo in cui tali esperienze hanno influito sul contesto imprenditoriale.
"I paesi possono superare la "perdita di slancio delle riforme" in un'unica maniera: ricevendo un feedback dagli altri Stati membri su come sono riusciti a intraprendere riforme in modo più positivo", ha affermato Edward Scicluna, ministro delle finanze di Malta, paese che detiene attualmente la presidenza del Consiglio. "Le presentazioni che hanno avuto luogo oggi in sede di Consiglio hanno realizzato questo obiettivo".

Riunione del G20

Dopo essere stati informati dalla presidenza maltese, dalla Commissione e dalla Germania, paese che ha ospitato i ministri delle finanze del G20, i ministri hanno discusso dei risultati di una riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 tenutasi a Baden-Baden il 17 e 18 marzo 2017.
La riunione si è incentrata sulle discussioni concernenti l'economia globale, un patto con l'Africa, le istituzioni finanziarie internazionali, la tassazione, la regolamentazione del settore finanziario, le rimesse e l'antiriciclaggio.
Si è trattato della prima di due riunioni di questo tipo, in vista del vertice del G20 che si terrà ad Amburgo a luglio.

Imposta sul valore aggiunto

Il Consiglio ha discusso una proposta intesa ad autorizzare l'applicazione di aliquote IVA non ordinarie alle pubblicazioni elettroniche e una proposta intesa a consentire un'inversione di responsabilità generalizzata ma temporanea quale mezzo per prevenire le frodi IVA.
La prima proposta prevede la possibilità di allineare le norme relative alle pubblicazioni elettroniche - attualmente assoggettate all'aliquota IVA normale - a quelle concernenti le pubblicazioni "su supporto fisico" - che beneficiano di varie aliquote ridotte - come parte di uno sforzo più ampio volto a modernizzare l'IVA nell'ambito del piano dell'UE sul "mercato unico digitale".
La seconda proposta risponde a una richiesta degli Stati membri particolarmente colpiti dalle frodi IVA. Il "meccanismo generalizzato di inversione contabile" comporterebbe un trasferimento della responsabilità dei pagamenti dell'IVA dal fornitore al cliente per le cessioni nazionali al di sopra di una determinata soglia.
I lavori proseguiranno alla luce delle osservazioni dei ministri allo scopo di raggiungere un accordo su entrambe le proposte.