giovedì 4 giugno 2020

Servizi digitali e Concorrenza: al via due consultazioni pubbliche della Commissione Europea


La Commissione europea ha avviato due consultazioni pubbliche in merito alla legge sui servizi digitali e a un nuovo strumento in materia di concorrenza.

1) LEGGE SUI SERVIZI DIGITALI

La Consultazione Pubblica in materia viene richiamata dalla Commissione nella comunicazione "Plasmare il futuro digitale dell'Europa" del 19 febbraio scorso. La consultazione punta a raccogliere pareri, prove e dati provenienti da privati, imprese, piattaforme online, rappresentanti del mondo accademico, società civile e da tutte le parti interessate al fine aiutare le istituzioni nella formulazione del futuro codice normativo per i servizi digitali. La consultazione, che scade l'8 settembre, verte su temi quali la sicurezza online, la libertà di espressione, l'equità e condizioni di parità nell'economia digitale.
Il quadro normativo esistente per i servizi digitali risale a vent'anni fa: ha contribuito sì alla crescita dei servizi digitali europei ma non è adatto ad affrontare le molte ed urgenti questioni attuali sul ruolo e sulla responsabilità delle piattaforme online, specialmente quelle più grandi. L'Europa ha bisogno di un quadro normativo moderno per ridurre la crescente frammentazione normativa tra gli Stati membri, per meglio garantire agli utenti in tutta Europa la stessa protezione, sia online sia offline, e per offrire a tutte le imprese europee condizioni di parità per innovare, crescere e competere a livello globale. La sicurezza degli utenti e il rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione, devono essere garantiti sistematicamente.La consultazione è incentrata sui due filoni di lavoro, annunciati dalla Commissione nell'ambito del pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali.
La prima serie di norme riguarderebbe i principi fondamentali della direttiva sul commercio elettronico, in particolare la libertà di fornire servizi digitali in tutto il mercato unico dell'UE secondo le norme del luogo di stabilimento e un'ampia limitazione della responsabilità per i contenuti creati dagli utenti. Partendo da questi principi, miriamo a stabilire norme più chiare e moderne sul ruolo e sugli obblighi degli intermediari online, compresi gli intermediari di paesi terzi che operano nell'UE, come pure un sistema di governance più efficace per garantire la corretta applicazione di tali norme in tutto il mercato unico dell'UE, nel rispetto dei diritti fondamentali.
La seconda misura tratterebbe la questione della parità di condizioni nei mercati digitali europei, l'accesso ai quali è attualmente controllato da alcune grandi piattaforme online. Studieremo norme per affrontare questi squilibri di mercato, per fare in modo che i consumatori abbiano la più ampia scelta e il mercato unico dei servizi digitali nell'UE resti competitivo e aperto all'innovazione. Queste finalità potrebbero essere conseguite attraverso norme generali destinate a tutte le piattaforme di una certa dimensione (ad esempio norme sul cosiddetto "self-preferencing") e/o attraverso obblighi normativi specifici per determinati "controllori" dell'accesso (quali obblighi di accesso a dati non personali, condizioni specifiche in materia di portabilità dei dati personali o requisiti di interoperabilità).
La Commissione coglie inoltre quest'occasione per promuovere una consultazione anche su altri temi emergenti connessi alle piattaforme online, come le opportunità e le difficoltà riscontrate dai lavoratori autonomi nella fornitura di servizi tramite le piattaforme online.
Prossime tappe 
La Commissione consulta il pubblico, i fornitori di servizi digitali, tra cui le piattaforme online, le imprese che si rivolgono online ai consumatori, le autorità, le ONG, i rappresentanti del mondo accademico e altre parti interessate. I rispondenti sono invitati a fornire il contributo alla consultazione entro l'8 settembre 2020 in una delle lingue ufficiali dell'UE. La consultazione orienterà le proposte della Commissione per il pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali, che dovrebbero essere pubblicate alla fine dell'anno.
Contesto
Il quadro giuridico relativo ai servizi digitali è rimasto invariato dall'adozione, nel 2000, della direttiva sul commercio elettronico, che ha armonizzato i principi essenziali su cui si fonda la fornitura transfrontaliera di servizi e ha gettato le basi per la regolamentazione dei servizi digitali nell'UE.
In una comunicazione del 2017 e in una raccomandazione del 2018 la Commissione ha definito orientamenti generali rivolti alle piattaforme online e agli Stati membri per la lotta ai contenuti illeciti online. La Commissione continua poi a guidare azioni mirate volte a coordinare la cooperazione tra piattaforme online, autorità e organizzazioni di fiducia in settori quali la lotta contro l'incitamento all'odio online o a garantire la sicurezza dei prodotti che arrivano ai consumatori europei sul mercato unico. Altre misure normative settoriali sono state varate (in particolare nell'ambito dei servizi di media audiovisivi e dei diritti d'autore) o proposte (lotta contro i contenuti terroristici online).
L'adozione del regolamento sulle relazioni piattaforme/imprese, che si applicherà da luglio di quest'anno, pone le basi orizzontali essenziali per promuovere un contesto commerciale equo, trasparente e prevedibile per le piccole imprese e gli operatori commerciali di piccole dimensioni sulle piattaforme online.
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2) NUOVO STRUMENTO IN MATERIA DI CONCORRENZA

La Commissione europea ha pubblicato anche una valutazione d'impatto iniziale e annunciato una consultazione pubblica aperta in cui invita gli interessati a formulare osservazioni sulla necessità di un eventuale nuovo strumento in materia di concorrenza che permetta di affrontare i problemi di concorrenza strutturali in modo tempestivo ed efficace. I portatori d'interesse possono presentare le loro osservazioni sulla valutazione d'impatto iniziale fino al 30 giugno 2020 e partecipare alla consultazione pubblica aperta fino all'8 settembre 2020.



Perchè un nuovo strumento in materia di concorrenza?
Negli ultimi anni la Commissione ha riflettuto sul ruolo della politica di concorrenza e sull'adeguatezza di quest'ultima ad un mondo in rapida evoluzione - sempre più digitale e globalizzato - e che deve diventare più verde. Questo processo di riflessione fa parte di un più ampio dibattito politico sulla necessità di modificare l'attuale quadro normativo in materia di concorrenza, in modo che le autorità di contrasto di tutto il mondo possano continuare a garantire la competitività dei mercati. Vari portatori d'interesse hanno partecipato a questo dibattito presentando relazioni e studi e avanzando proposte su come adeguare gli strumenti al servizio del diritto della concorrenza o ampliarne l'ambito di applicazione.
In tale contesto, la Commissione ha concluso che per garantire la contendibilità e il corretto funzionamento dei mercati di tutti i settori economici è probabilmente necessario un approccio olistico e globale che dia la priorità ai seguenti tre pilastri:
1) il proseguimento dell'applicazione rigorosa delle norme vigenti in materia di concorrenza, facendo pieno ricorso agli articoli 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), compresa l'applicazione eventuale di misure provvisorie e di misure correttive riparative;
2) un'eventuale regolamentazione specifica ex ante per le piattaforme, compresa l'eventuale introduzione di requisiti supplementari per gli operatori che svolgono un ruolo di controllo (gatekeeper); e
3) un eventuale nuovo strumento in materia di concorrenza in grado di porre rimedio ai problemi strutturali di concorrenza dei vari mercati, che non possono essere affrontati o risolti nel modo più efficace utilizzando le attuali norme in materia di concorrenza (ad esempio, impedendo la perdita di equilibrio dei mercati).
La valutazione parallela sull'opportunità di un'eventuale regolamentazione specifica ex ante per le piattaforme, per la quale è stata avviata oggi una distinta consultazione dei portatori d'interesse, riguarda il secondo pilastro, mentre la presente consultazione dei portatori d'interesse riguarda il terzo pilastro.
L'esperienza maturata dalla Commissione applicando le norme in materia di concorrenza ai mercati digitali e agli altri mercati e l'esercizio di riflessione sull'adeguatezza delle norme settoriali vigenti, svolto dalla Commissione e dalle autorità nazionali garanti della concorrenza, hanno aiutato la Commissione a individuare alcuni problemi strutturali in materia di concorrenza che le norme attuali non riescono ad affrontare o a risolvere nel modo più efficace possibile.
Il nuovo strumento in materia di concorrenza dovrebbe consentire alla Commissione di colmare le lacune presenti nelle attuali norme di concorrenza e di intervenire in modo tempestivo ed efficace nei diversi mercati per porre rimedio ai problemi di concorrenza strutturali.
Dopo aver individuato un problema di concorrenza strutturale grazie ad una rigorosa indagine di mercato, in cui i diritti della difesa siano pienamente garantiti, il nuovo strumento dovrebbe permettere alla Commissione di imporre misure correttive comportamentali e, se del caso, strutturali. Tuttavia, non sarebbero previste constatazioni di infrazione, né verrebbero inflitte ammende ai partecipanti al mercato.

Prossime tappe

La Commissione sta consultando i portatori d'interesse del settore pubblico e privato, tra cui le autorità garanti della concorrenza e gli enti governativi, il mondo accademico e i professionisti del settore giuridico ed economico. I partecipanti alla consultazione sono invitati a presentare le loro osservazioni sulla valutazione d'impatto iniziale entro il 30 giugno 2020 e a partecipare alla consultazione pubblica, che sarà aperta fino all'8 settembre 2020, utilizzando una delle lingue ufficiali dell'UE. In funzione dell'esito della valutazione d'impatto, verrà formulata una proposta legislativa nel quarto trimestre del 2020.

Contesto

Il diritto dell'UE in materia di concorrenza può contrastare gli accordi e le pratiche concordate anticoncorrenziali tra imprese ai sensi dell'articolo 101 del TFUE e lo sfruttamento abusivo di posizione dominante da parte delle imprese ai sensi dell'articolo 102 del TFUE. Tuttavia, alcuni problemi di concorrenza strutturali non rientrano nel campo di applicazione delle norme dell'UE in materia di concorrenza o non possono essere affrontati nel modo più efficace possibile.
I problemi di concorrenza strutturali possono emergere in un'ampia gamma di scenari diversi, ma possono essere classificati in due categorie, a seconda che si tratti di un danno che sta per incidere sul mercato o di un danno che ha già colpito il mercato.
  • I rischi strutturali per la concorrenza: Alcune caratteristiche dei mercati (ad esempio, gli effetti di rete e di scala, l'indisponibilità del multi-homing e gli effetti di dipendenza (lock-in)), associate al comportamento delle imprese che operano su tali mercati, possono costituire una minaccia per la concorrenza. Ciò vale in particolare per i mercati a rischio di "perdita dell'equilibrio". I rischi a livello di concorrenza derivano dalla possibilità che si vengano a creare operatori di mercato molto potenti, con una posizione di mercato radicata e/o che svolgono un ruolo di controllo (gatekeeper), possibilità che potrebbe essere evitata con un intervento precoce. Tra gli altri scenari che rientrano in questa categoria figurano anche le strategie unilaterali adottate dalle imprese che non detengono una posizione dominante per monopolizzare il mercato con mezzi anticoncorrenziali.
  • La carenza strutturale di concorrenza: Alcune strutture di mercato non producono risultati concorrenziali (in altri termini, evidenziano un fallimento del mercato strutturale), anche in assenza di imprese che operano in modo anticoncorrenziale. Ad esempio, i mercati possono presentare carenze sistemiche a causa di determinate caratteristiche strutturali, quali l'elevata concentrazione e la presenza di barriere all'ingresso, la situazione di dipendenza (lock-in) dei consumatori, la mancanza di accesso ai dati o l'accumulo di dati. Analogamente, le strutture di mercato oligopolistiche comportano un rischio elevato di collusione tacita, anche nei mercati caratterizzati da una maggiore trasparenza, resa possibile da soluzioni tecnologiche basate su algoritmi che si stanno gradualmente affermando in tutti i settori.
La valutazione d'impatto di un'eventuale iniziativa che preveda l'adozione di un nuovo strumento in materia di concorrenza non pregiudica la normativa settoriale vigente, né compromette gli strumenti di concorrenza esistenti di cui dispongono attualmente la Commissione e le autorità nazionali garanti della concorrenza degli Stati membri dell'UE. Essa è inoltre complementare alla valutazione d'impatto sulla regolamentazione specifica ex ante per le piattaforme, organizzata in parallelo dalla Commissione e che fa parte del pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali annunciato nella comunicazione "Plasmare il futuro digitale dell'Europa".

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Link alla valutazione d'impatto iniziale e al questionario
Link alla valutazione d'impatto iniziale relativa alla legge sui servizi digitali e al questionario


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