mercoledì 12 marzo 2025

Mancano meno di 2 mesi al 9 maggio "Festa dell'Europa". Ma non c'è nulla da festeggiare

 

9 maggio 1950, cinque anni prima terminava la II guerra mondiale. Mentre i paesi europei cercavano di riprendersi dalle sue devastanti conseguenze, un bel gruppetto di intellettuali e "politici" in gamba si mise al lavoro per impedire il ripetersi di quella tragedia. Nel 1941 alcuni di loro, da prigionieri politici, iniziarono a "lavorare" al progetto incarcerati sull'isola di Ventotene.

Fu l'allora ministro degli esteri francese Robert Schuman a concretizzare l'idea: fare in modo che i governi europei accettassero di mettere in comune, in un unico mercato, le produzioni industriali alla base della produzione di armamenti e, quindi, delle guerre: quella del carbone e dell'acciaio. L'obiettivo del Plan Schuman era che la guerra diventasse "non solo impensabile, ma materialmente impossibile", nella consapevolezza che la condivisione della produzione di carbone e di acciaio avrebbe cambiato "il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime". 

Nasceva così la CECA, la "Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio", embrione della futura CEE, la Comunità Economica Europea, oggi "Unione Europea". 

75 anni dopo, questa Commissione Europea decide di fare esattamente il contrario: investire sulla massiccia produzione di armi, di strumenti di morte e di distruzione.


Auguri.




LA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA (E NON SOLO) SULL'UE

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