lunedì 26 dicembre 2011

La Commissione europea fornisce indicazioni al settore assicurativo europeo per garantire la non discriminazione tra donne e uomini nei premi assicurativi

La Commissione europea fornisce indicazioni al settore assicurativo europeo per garantire la non discriminazione tra donne e uomini nei premi assicurativi
La Commissione europea ha adottato oggi linee direttrici per aiutare il settore assicurativo ad applicare tariffe unisex, a seguito della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea secondo cui le differenze nel calcolo dei premi tra uomini e donne costituiscono una discriminazione fondata sul sesso. Nella sentenza del 1° marzo 2011 nella causa Test-Achats, la Corte di giustizia ha stabilito che le compagnie di assicurazione devono provvedere entro il 21 dicembre 2012 ad applicare il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda i premi e le prestazioni assicurative (MEMO/11/123). Nel settembre 2011 Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia, ha incontrato le principali compagnie di assicurazione dell'UE per discutere di come il settore debba adeguarsi alla sentenza della Corte (MEMO/11/624).
Le nuove linee direttrici della Commissione, delineate a seguito di consultazioni svoltesi con i governi nazionali, gli assicuratori e i consumatori, rispondono all'esigenza di disporre di indicazioni pratiche per quanto riguarda gli effetti della sentenza, a vantaggio sia dei consumatori sia delle compagnie di assicurazione.
"Quando, il 1° marzo 2011, la Corte di giustizia si è pronunciata nella causa Test‑Achats, ho promesso che la Commissione avrebbe aiutato gli assicuratori e i consumatori a conformarsi alla sentenza" ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia e Vicepresidente della Commissione. "Adottando queste linee direttrici un anno prima del termine per l'adeguamento alla sentenza della Corte, abbiamo onorato il nostro impegno. Spetta ora al settore assicurativo garantire una graduale transizione verso la parità di trattamento tra donne e uomini in quest'ambito. La Commissione vigilerà sulle modalità di esecuzione della sentenza della Corte da parte delle imprese del settore. È probabile che le compagnie di assicurazione che adottano per prime una tariffa unisex abbiano un vantaggio concorrenziale sul mercato europeo."
Il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: "Le compagnie assicuratrici hanno espresso preoccupazioni in merito all'impatto e alle conseguenze di questa importante sentenza, soprattutto in questo periodo in cui devono, così come tutti gli altri soggetti del mercato finanziario, affrontare notevoli sfide. Ritengo che queste linee direttrici saranno utili per le imprese assicuratrici e le aiuteranno ad adeguare i contratti e i premi per garantire la piena e tempestiva esecuzione della sentenza, a vantaggio degli assicuratori e degli assicurati."
Le linee direttrici adottate oggi riguardano una serie di questioni che sono emerse durante estese consultazioni tenutesi con gli Stati membri e le parti interessate. Per esempio precisano che la sentenza si applica solo ai nuovi contratti, in particolare quelli conclusi a partire dal 21 dicembre 2012, e forniscono esempi concreti di cosa si intende per "nuovo contratto", onde garantire a livello dell'UE un'applicazione uniforme della regola unisex a decorrere dalla stessa data.
Le linee direttrici forniscono inoltre esempi di pratiche assicurative basate sul genere ritenute compatibili con il principio dei premi e delle prestazioni unisex e che quindi non subiranno modifiche a seguito della sentenza Test-Achats. Tali pratiche sono estremamente varie e vanno dal calcolo delle riserve tecniche ai costi delle riassicurazioni fino alle dichiarazioni dello stato di salute o al marketing mirato.
Contesto
Le implicazioni della sentenza sono state discusse con gli Stati membri e le parti interessate il 20 giugno in seno al forum sulla parità di genere e le assicurazioni, lanciato dalla Commissione nel 2009. Il 21 settembre la Commissaria europea per la Giustizia, Viviane Reding, ha incontrato i responsabili delle compagnie assicurative europee.
La sentenza Test-Achats non significa che per l'assicurazione auto le donne pagheranno sempre gli stessi premi degli uomini.
Attualmente un giovane automobilista prudente paga un premio più elevato per l'assicurazione auto solo per il fatto di essere uomo. A seguito della sentenza, gli assicuratori non potranno più utilizzare il genere come fattore determinate per la valutazione del rischio per giustificare la differenza nei premi individuali, ma i premi pagati dagli automobilisti prudenti (donne e uomini) continueranno a diminuire in funzione del comportamento del singolo al volante. La sentenza non incide sulla possibilità di avvalersi di altri fattori legittimi di determinazione del rischio e le tariffe continueranno a riflettere il livello di rischio. Il genere è un fattore determinante per la valutazione del rischio per almeno tre grandi categorie di prodotti: le assicurazioni sugli autoveicoli, le assicurazioni sulla vita/vitalizi e le assicurazioni mediche private.
Nelle tre categorie è probabile che una transizione verso tariffe unisex abbia conseguenze sui premi e/o sulle prestazioni per gli uomini e le donne a livello individuale. A seconda del prodotto in questione, i premi possono aumentare o diminuire per determinate categorie di consumatori.
Il settore assicurativo è competitivo e innovativo, e dovrebbe essere in grado di realizzare tali adeguamenti e offrire ai consumatori prodotti unisex interessanti senza che ciò abbia un'incidenza ingiustificata sul prezzo complessivo. Le riduzioni derivanti dall'introduzione delle tariffe unisex dovrebbero essere applicate ai consumatori con lo stesso livello di equità degli aumenti di prezzo.
Nella causa Test-Achats (C-236/09), la domanda di pronuncia pregiudiziale della corte costituzionale belga riguardava la discriminazione fondata sul genere nel calcolo dei premi assicurativi. Il 1° marzo 2011 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha dichiarato invalida, con effetto a decorrere dal 21 dicembre 2012, la deroga alla legislazione dell'UE in materia di parità di trattamento che autorizza gli Stati membri a mantenere differenze nei premi e nelle prestazioni individuali tra uomini e donne.
La direttiva 2004/113/CE del Consiglio sulla parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura (adottata all'unanimità dal Consiglio dei ministri dell'UE) vieta la discriminazione di genere diretta e indiretta al di fuori del mercato del lavoro.
L'articolo 5, paragrafo 1, della direttiva stipula che: "Gli Stati membri provvedono affinché al più tardi in tutti i nuovi contratti stipulati dopo il 21 dicembre 2007, il fatto di tenere conto del sesso quale fattore di calcolo dei premi e delle prestazioni a fini assicurativi e di altri servizi finanziari non determini differenze nei premi e nelle prestazioni."
Prima della sentenza, l'articolo 5, paragrafo 2, della direttiva autorizzava gli Stati membri a derogare alla norma unisex per quanto riguarda i contratti assicurativi: "gli Stati membri possono decidere anteriormente al 21 dicembre 2007 di consentire differenze proporzionate nei premi e nelle prestazioni individuali ove il fattore sesso sia determinante nella valutazione dei rischi, in base a pertinenti e accurati dati attuariali e statistici. Gli Stati membri interessati informano la Commissione e provvedono affinché siano compilati, pubblicati e regolarmente aggiornati dati accurati relativi all’utilizzo del sesso quale fattore attuariale determinante."
Tutti gli Stati membri hanno fatto ricorso a tale deroga per alcuni o tutti i tipi di contratti assicurativi. La legislazione belga include una deroga per le assicurazioni sulla vita. Una controversia sulla legittimità della deroga belga è stata all'origine della sentenza Test-Achats della Corte di giustizia.
Secondo la Corte, la deroga alla norma unisex stabilita all'articolo 5, paragrafo 2, è incompatibile con le finalità della direttiva di cui all'articolo 5, paragrafo 1, e pertanto con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE. La Corte ha deliberato:
"L’art. 5, n. 2, della direttiva del Consiglio 13 dicembre 2004, 2004/113/CE, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura, è invalido con effetto alla data del 21 dicembre 2012."
Per ulteriori informazioni:
Newsroom della Direzione generale Giustizia:
Homepage della Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia:
http://ec.europa.eu/reding