La legge n. 18 del 24 gennaio 1979 che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”, impedisce ai sardi di eleggere democraticamente i propri rappresentanti in seno alla massima Assemblea europea*.
E' dal 1994 che a rappresentarci in quella sede e a tutelare interessi fondamentali per la nostra Isola sono i parlamentari siciliani**. Ogni tanto, grazie ai giocchetti politici interni ai partiti italiani, qualche europarlamentare siciliano trova una sistemazione migliore in Italia e in questo caso il sardo o la sarda che ha avuto piu' voti nell'Isola prende il suo posto. E' accaduto, ad esempio, nel settembre del 2008 per Maddalena Calia (Forza Italia) che rilevo' il seggio di Giuseppe Castiglione (PPE/DE, IT), eletto Presidente della Provincia di Catania. La permanenza di Calia (la prima donna sarda europarlamentare) nel PE duro' ben poco, considerato che nel 2009 ci furono nuove elezioni e lei, ricandidatasi, non venne rieletta. Praticamente una gita tra Strasburgo e Bruxelles, durante la quale vi lascio immaginare come e quanto siano stati seguiti gli interessi della Sardegna in Europa! Nella legislatura successiva ancora in corso sino a maggio di quest'anno, e' stato il turno di Francesca Barracciu, subentrata a Rosario Crocetta (eletto Presidente della Regione Siciliana) a fine aprile 2013. Le ben note vicisitudini della Barracciu lasciano intendere a chiunque quanto spazio abbia avuto il Parlamento Europeo nella sua agenda. Infine, e' attraverso una singolare operazione elettorale che un'altro sardo, Giommaria Uggias dell'Italia dei Valori, vola a Strasburgo grazie alla rinuncia di Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando.
Se non si reagisce il rischio è che anche nelle prossime elezioni del maggio 2014 la Sardegna non potrà essere democraticamente rappresentata dinanzi al Parlamento Europeo.
Al di la delle considerazioni tecnico-giuridiche, più volte espresse in varie sedi, mi preme sottolineare la profonda iniquità di una legge che colpisce una Regione, come la nostra, che ha dato tanto e ancora tanto ha da dare per il futuro dell'Unione Europea. Basta solo pensare a due nostri (veri)europarlamentari: Mario Melis e Andrea Raggio. E' anche grazie al loro intenso lavoro a Starsburgo che oggi, benche' senza grande incisivita', le regioni e le autonomie hanno una voce in Europa attraverso il Comitato delle Regioni. Siamo la Regione che gestisce un programma comunitario (denominato ENPI), fondamentale per il processo di costruzione di un'area di pace e benessere nel Mediterraneo in cui, peraltro, la nostra Isola ha una posizione strategicamente importante per gli interessi di tutta l'Europa. Questi ed altri elementi, sinora inespressi a causa della colpevole latitanza della nostra "classe politica" e della mancanza di una seria e efficace "lobby" sarda a Bruxelles, fanno della Sardegna un crocevia importante da cui partiranno nuove strade di benessere per tutte le altre regioni del Sud d'Europa. E' dunque profondamente ingiusto e iniquo negare alla Sardegna la possibilità di avere i propri rappresentanti all'interno della massima istituzione politica dell'Unione Europea.
Cambiamo dunque quella legge!
Se ne parla da troppo tempo e sempre durante le campagne elettorali, in cui TUTTI i candidati si riempiono la bocca di EUROPA.
Parliamone, dunque! Ma soprattutto agiamo, iniziando a sollecitare l'impegno in tal senso di TUTTE le forze politiche sane dell'Isola, al fine di risolvere definitivamente una situazione di ingiustizia che colpisce tutti.
CAMBIAMO LA LEGGE N°18!!
Riferimenti: Vai al testo della legge 18
* La legge costringe la Sardegna in un collegio unico “delle Isole” con la Sicilia. La Sicilia ha circa 5 milioni di abitanti, la Sardegna poco più di 1 milione e 600 mila....Fate un po' i conti!
** La legge dispone che la scelta sia proporzionale al numero dei cittadini; considerando che gli italiani sono 60 milioni, la Sardegna dovrebbe aver diritto a 2 parlamentari. Malta (400 mila abitanti) e Cipro (900 mila abitanti), hanno diritto a 6 europarlamentari.