mercoledì 20 maggio 2015

UN ANNO DI EUROGAZZOSA

Un anno fa circa si celebravano anche in Sardegna le elezioni europee. Io le contestai fermamente. e non andai a votare. Proprio quel giorno ero a Bruxelles, da solo, a manifestare tutta la mia indignazione davanti al Parlamento europeo. Quelle elezioni erano fondate su una legge truffa che discriminava la nostra Isola, impedendoci di eleggere liberamente coloro che si candidavano in un confronto elettorale democratico. Un pacco voluto dai partiti per mandare a Bruxelles chi volevano loro o mandarci qualcuno scelto a caso, tanto per dimostrare di avere dei numeri da giocare. E cosi' che meno del 42% dei sardi mandava a Strasburgo ben tre parlamentari. Un risultato definito da molti "storico". Quella "storia" ci regalava: Renato Soru (Pd), eletto con più di 182.000 voti, di cui 40mila circa raccolti in Sicilia!!! Salvatore Cicu di Forza Italia che finisce a Strasburgo con solo 51mila voti . E infine Giulia Moi, del Movimento 5 Stelle, eletta con il sistema del "gratta & vinci". E' passato un anno e mi sono chiesto quali fossero i visibili risultati ottenuti da quelle persone in merito al miglioramento della situazione in Sardegna e in Europa. Quali contributi concreti quelle persone hanno fornito per il miglioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro, per un Europa migliore, piu' vicina o al servizio dei propri cittadini, piuttosto che degli oscuri interessi che governano il Pianeta. Non frequento i giornaletti locali e, quindi, non ho una visione immediata del nulla prodotto da quelle persone. Ho dedicato quindi un po' di tempo a frugare nel web. Ho trovato solo: resoconti circa la partecipazione a riunioni e commissioni varie (remunerata con compensi vari che possono raggiungere i 17.000 € al mese); la partecipazione o l'organizzazione dei soliti e inutili seminari e convegnetti, dove se la cantano e se la suonano in merito a Crescita, Economia della Conoscenza, Giovani, Occupazione, Piccola Media Impresa, Agricoltura.....e dove l'Europa è  sempre presente come "parte integrante della nostra vita quotidiana", creando "opportunità, progresso, crescita e innovazione" di cui, ovviamente, beneficiano solo loro; la creazione di improbabili centri studi e "laboratori" sull'UE. Lasciando perdere i record di assistenti parlamentari , mi soffermo, infine, sulla patetica minaccia di ricorrere alla Commissione europea per risolvere problemi gravissimi - come quello dell'inquinamento industriale - attraverso iniziative e strumenti gia' da tempo e abbondantemente usati dalle nostre associazioni e dai cittadini impegnati su vari fronti. Occorre eleggere degli europarlamentari per questo?