giovedì 3 marzo 2016

Regimi patrimoniali nei rapporti tra coppie "internazionali"

Foto di giovane coppia. Photo credits: Rafickberlin su Flickr
La Commissione europea ha adottato le proposte per chiarire le norme applicabili ai regimi patrimoniali delle coppie internazionali legate da matrimonio o unione registrata. 
 

Queste proposte consentiranno di stabilire norme chiare in caso di divorzio o separazione e di porre fine ai procedimenti paralleli e potenzialmente contrastanti in più Stati membri, ad esempio in materia di beni o di conti correnti. In breve, offriranno maggiore chiarezza giuridica per le coppie internazionali. Poiché non è stato possibile raggiungere l'unanimità tra i 28 Stati membri sulle proposte iniziali presentate nel 2011, la Commissione e i 17 Stati membri desiderosi di aderire a tale iniziativa stanno procedendo con una cooperazione rafforzata.
Il primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: "Vogliamo offrire certezza del diritto alle migliaia di coppie europee legate da matrimonio o unione registrata affinché sappiano cosa succede loro e ai loro familiari se il sogno di una vita in comune si infrange. Avrei preferito che tutti gli Stati membri avessero appoggiato le proposte iniziali della Commissione, ma se non altro le iniziative odierne ci permettono di aiutare alcune delle coppie in questione a gestire i momenti più difficili."
Vĕra Jourová, Commissaria UE per la Giustizia, ha dichiarato: "In caso di divorzio o morte del partner la vita delle coppie internazionali (circa 16 milioni) si complica notevolmente: procedure amministrative onerose e situazioni giuridiche poco chiare (che ne sarà della casa comune in caso di divorzio se i coniugi hanno cittadinanze diverse? a quale giudice ci si dovrà rivolgere?). Le nuove proposte apporteranno chiarezza giuridica e semplificheranno il complicato processo di divisione dei beni comuni indipendentemente da dove si trovino. Faciliteranno così la vita delle coppie interessate e le aiuteranno a risparmiare circa 400 milioni di euro all'anno di costi aggiuntivi. Oggi spianiamo la strada agli Stati membri che vogliono andare avanti con questa importante iniziativa."
Tali proposte:
•  chiariranno qual è l'autorità giurisdizionale competente, aiutando così le coppie internazionali a gestire i loro beni o distribuirli tra loro in caso di divorzio, separazione o morte del partner (norme sulla competenza giurisdizionale);
•  chiariranno qual è la legge applicabile quando alla fattispecie potrebbero potenzialmente applicarsi le leggi di più paesi (norme sulla legge applicabile);
•  faciliteranno il riconoscimento e l'esecuzione in uno Stato membro di una sentenza in materia patrimoniale emessa in un altro Stato membro.
Poiché i 28 Stati membri non hanno raggiunto in seno al Consiglio l'unanimità necessaria per l'adozione delle proposte iniziali presentate nel 2011, 17 Stati membri hanno chiesto una cooperazione rafforzata per adottare tale normativa. Essi rappresentano il 67% della popolazione dell'Unione e la maggioranza delle coppie internazionali che vivono nell'Unione europea.
Gli Stati membri non partecipanti continueranno ad applicare il loro diritto nazionale (comprese le norme di diritto internazionale privato) alle situazioni transfrontaliere riguardanti i regimi patrimoniali tra coniugi e gli effetti patrimoniali delle unioni registrate.
Contesto
Il 16 marzo 2011 la Commissione ha adottato le due proposte iniziali di regolamento relative ai regimi patrimoniali delle coppie internazionali, una per le coppie sposate e l'altra per le unioni registrate. Essendo la materia di diritto di famiglia, le proposte dovevano essere adottate all'unanimità in sede di Consiglio.
Nel dicembre 2015 il Consiglio ha concluso che non era possibile raggiungere l'unanimità tra i 28 Stati membri per l'adozione dei due regolamenti. 17 Stati membri (Svezia, Belgio, Grecia, Croazia, Slovenia, Spagna, Francia, Portogallo, Italia, Malta, Lussemburgo, Germania, Repubblica ceca, Paesi Bassi, Austria, Bulgaria e Finlandia) hanno chiesto alla Commissione di proporre una decisione che autorizza una cooperazione rafforzata nel settore dei regimi patrimoniali delle coppie internazionali, con riferimento sia ai matrimoni sia alle unioni registrate.
La cooperazione rafforzata consente a un gruppo di almeno nove Stati membri di attuare misure qualora non sia raggiunto un accordo da parte di tutti i 28 Stati membri. Gli altri paesi dell'UE conservano il diritto di aderire quando lo desiderino (articolo 331 TFUE).
Poiché sono sempre più numerosi i cittadini che vivono all'estero, attualmente le coppie internazionali nell'UE sono circa 16 milioni. Nel 2007, su 2,4 milioni di nuovi matrimoni il 13% (310 000) presentava un elemento internazionale. Analogamente, nello stesso anno, su 211 000 unioni registrate nell'UE 41 000 riguardavano coppie internazionali. I costi indotti da procedimenti giudiziari paralleli in paesi diversi, dalla complessità delle cause e dalle conseguenti spese giudiziali sono stimati a 1,1 miliardi di euro all'anno.
Prossime fasi
L'adozione della decisione che autorizza una cooperazione rafforzata richiede una maggioranza qualificata di Stati membri in seno al Consiglio e l'approvazione del Parlamento europeo. L'adozione dei due regolamenti che attuano la cooperazione rafforzata richiede la deliberazione all'unanimità dei 17 Stati membri che partecipano alla cooperazione rafforzata e la consultazione del Parlamento europeo. Gli altri 11 Stati membri sono liberi di aderire alla cooperazione rafforzata in qualsiasi momento.
Per saperne di più
La proposta di una cooperazione rafforzata, la proposta di regolamento relativo ai regimi patrimoniali tra coniugi e la proposta di regolamento relativo agli effetti patrimoniali delle unioni registrate sono disponibili quiArea ad accesso limitato: questo link porta a pagine interne e potrebbe non funzionare con gli utenti esterni..
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