venerdì 18 novembre 2016

Un mercato unico più profondo ed equo


di Giampiero Gramaglia
L’Europa non è il Far West e continuerà a dimostrarlo con un mercato interno più profondo ed equo. Alla globalizzazione crescente che mette paura e fa alzare muri, Bruxelles risponde rilanciando la sua carta vincente, il mercato unico.
Considerando i 28 Paesi che ne fanno parte oggi, il mercato interno dell’UE è il più grande del mondo: 30 milioni di imprese producono il Pil europeo di 14mila miliardi di euro, che copre oltre mezzo miliardo di persone. Questa potenza economica si basa sulla libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali, uno dei risultati di cui l’Unione europea va fiera.
Non è grandezza economica fine a se stessa: “L’Europa non è il selvaggio West ma un’economia di mercato sociale”, ha sottolineato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, ricordando che il modello UE è quello di un’Europa dove i lavoratori ottengono lo stesso salario per lo stesso lavoro nello stesso posto di lavoro, dove i consumatori sono protetti dagli abusi dei cartelli e delle multinazionali, e dove tutte le imprese pagano le tasse nel Paese in cui realizzano gli utili.
E’ anche un’Europa che protegge i propri lavoratori e la propria industria in un mondo sempre più globalizzato. Un’Europa con una base industriale più solida dove le banche fanno la loro parte per sostenere le imprese. Sono tutti obiettivi che Bruxelles in parte ha raggiunto e in parte si propone di realizzare con il rafforzamento del mercato unico, una delle dieci priorità della Commissione Juncker.
Mettendola in cifre, rafforzare il mercato unico semplicemente conviene: un mercato interno funzionante appieno potrebbe aggiungere all’economia UE oltre mille miliardi di euro, secondo quanto ha stimato il Parlamento europeo nel suo rapporto sui costi della non-Europa.
Nel programma di lavoro per i prossimi dodici mesi, Bruxelles ha messo sul tavolo proposte e tempi per andare avanti su quattro fronti che permetteranno di arrivare a un mercato interno “più profondo ed equo”: la strategia per il mercato unico, una tassazione più equa delle imprese, la strategia spaziale per l’Europa, il piano d’azione dell’Unione dei mercati dei capitali.
L’Unione dei mercati dei capitali permetterà alle imprese, grandi e piccole, di avere un accesso più facile e diversificato ai mercati dei capitali e di reperire i finanziamenti necessari alle loro attività, offrendo alternative vitali in particolare per le start-up. A titolo di paragone, basta pensare che i fondi di venture capital europei raccolgono appena un quinto del capitale delle loro controparti Usa.
Per ovviare a ciò, la Commissione ha recentemente presentato proposte per facilitare la raccolta di fondi transfrontaliera di venture capital. Inoltre, il nuovo piano di Bruxelles per un mercato delle cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate renderà più facile per le banche fornire prestiti.
Il piano ha il potenziale di liberare finanziamenti aggiuntivi di almeno 100 miliardi di euro per le imprese europee. La Commissione ha presentato la proposta il 30 settembre 2015, il Consiglio l’ha approvata a tempo di record il 2 dicembre 2015 e ora il Parlamento europeo deve completare i negoziati. Per potere aiutare meglio piccole imprese e start-up, Bruxelles ha lanciato una consultazione pubblica sugli ostacoli con cui si confrontano. Nella primavera del 2017, il Consiglio europeo farà il punto sui progressi fatti nell’Unione dei mercati dei capitali e sulle ulteriori misure necessarie per migliorare il finanziamento dell’economia.
Sul fronte industriale, la Commissione è intervenuta per ripristinare la fiducia nell’industria automobilistica, scossa dallo scandalo sulle emissioni nocive. Ha aumentato gli sforzi per proteggere l’industria siderurgica dalla concorrenza sleale del dumping e dei sussidi illegali.
Ora i riflettori sono puntati sulla strategia spaziale per l’Europa. L’industria spaziale europea occupa oltre 230.000 lavoratori e genera un valore aggiunto stimato di 46-54 miliardi di euro. Produce satelliti (un terzo dei satelliti mondiali), lanciatori, operazioni e servizi che sono diventati indispensabili nella vita di tutti i giorni (dai telefonini ai sistemi di navigazione delle auto, dalla protezione di infrastrutture alla risposta post-terremoto). Nel periodo 2014-2020 l’UE prevede di investire 12 miliardi di euro in progetti spaziali di alta qualità. La Commissione propone una politica spaziale che promuoverà nuovi servizi e sosterrà il primato europeo in questo settore. “Intendiamo rafforzare la nostra posizione e fare un uso strategico di questa leadership per creare crescita e occupazione e realizzare le nostre priorità strategiche comuni: sicurezza, cambiamento climatico, trasporti, economia dei dati, gestione delle calamità naturali”, ha dichiarato di recente il vice-presidente della Commissione Maroš Šefčovič.
Sul fronte fiscale, Bruxelles ha presentato un piano d’azione sull’Iva, primo passo verso un’unica area Iva europea. Un traguardo che renderà più facile la vita delle imprese, sosterrà l’economia digitale e contrasterà le frodi.
Per arrivare a un’equa tassazione delle imprese, Bruxelles non guarderà in faccia a nessuno, fosse anche un gigante come Apple. In questo campo, la Commissione guida i lavori a livello internazionale. Nell’ottobre del 2015, i paesi Ocse (con la benedizione del G7 quest'anno) hanno concordato misure per limitare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili, pratiche adottate da quelle multinazionali che spostano i loro redditi negli Stati dove vige il regime tributario più vantaggioso.
Nel gennaio del 2016, la Commissione ha presentato un pacchetto contro l’elusione fiscale delle società, approvate poi dal Consiglio in giugno. Altre proposte puntano ad obbligare le multinazionali a pubblicare rapporti sugli utili realizzati e le tasse pagate paese per paese. Una pietra miliare per prevenire l’elusione dell’imposta sulle società è l’accordo raggiunto alla fine dello scorso anno dagli Stati membri (su proposta della Commissione) per lo scambio automatico tra le autorità fiscali di informazioni sui ruling fiscali transfrontalieri. Le nuove norme saranno applicate dal 1 gennaio 2017.
Per scongiurare il dumping sociale in Europa, la Commissione ha proposto un riesame della direttiva sul distacco dei lavoratori nell’UE. Per Bruxelles, regole chiare ed eque sono fondamentali per facilitare la mobilità dei lavoratori.
Un’ampia e variegata serie di azioni puntano ad attuare la strategia per il mercato interno di beni e servizi. Sono misure per rafforzare il riconoscimento reciproco, armonizzare e standardizzare, applicare meglio le norme. Si va dall’uso delle tecnologie digitali nelle imprese alla valutazione delle tecnologie sanitarie, dalla revisione delle norme sulla formazione dei trasportatori a quelle sulla sicurezza delle infrastrutture stradali e dei tunnel. A riprova che un grande mercato è fatto anche di piccole cose.

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