venerdì 25 agosto 2017

Come funziona la lotta contro gli incendi boschivi in Europa


Ogni anno devastanti incendi boschivi distruggono migliaia di ettari di foreste in tutta l'Europa. Anche se i paesi dell'Europa meridionale sono più a rischio, nessun paese europeo è al sicuro.
Se un incendio boschivo diventa così esteso che il paese colpito non è in grado di farvi fronte, è possibile attivare il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea per garantire una risposta coordinata.
Risposta comune e coordinata
Quando le capacità nazionali di risposta agli incendi boschivi si rivelano insufficienti, i paesi europei si dimostrano spesso solidali, inviando assistenza sotto forma di aerei antincendio, elicotteri, attrezzature e personale addetto. A livello europeo esiste un apposito sistema strutturato.
Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (ERCC) rappresenta la piattaforma della Commissione europea di risposta alle emergenze, il cui compito è coordinare l'assistenza paneuropea mediante il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea e garantire che tutti i paesi ad esso partecipanti siano tempestivamente informati delle esigenze di un paese colpito da una crisi. La decisione di attivare questo meccanismo non emana dalla Commissione, bensì dalle autorità nazionali del paese interessato.
Il meccanismo di protezione civile dell'UE facilita e cofinanzia inoltre il trasferimento di assistenza verso la zona colpita.
L'ERCC monitora attivamente il rischio di incendi boschivi e gli eventi in tutta Europa, collegando le autorità di protezione civile di tutta Europa grazie:
  • ai servizi e agli strumenti nazionali di monitoraggio quali il Sistema europeo d'informazione sugli incendi forestali (EFFIS), che offre una panoramica dei dati raccolti dai paesi europei attraverso i rispettivi programmi nazionali di lotta contro gli incendi boschivi:
  • organizzando riunioni periodiche con tutti i paesi partecipanti al meccanismo di protezione civile dell'UE prima che inizi la stagione degli incendi boschivi, al fine di scambiare informazioni sullo stato di preparazione;
  • organizzando, durante il periodo estivo, videoconferenze settimanali con i paesi ad alto rischio di incendi boschivi, quali Croazia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna;
  • grazie al distaccamento estivo presso l'ERCC di esperti provenienti dai paesi partecipanti al meccanismo di protezione dell'UE. Essi non solo contribuiscono all'operato complessivo dell'ERCC, bensì mantengono anche contatti regolari con le autorità nazionali di protezione civile, di particolare importanza in caso di attivazione del meccanismo di protezione dell'UE.
Il meccanismo europeo di protezione civile è spesso attivato come preallarme o per richiedere assistenza in conseguenza di incendi boschivi in Europa e anche oltremare.
Durante la stagione degli incendi boschivi 2012 sono pervenute nove richieste di assistenza, oltre a un preallarme: Bulgaria, Montenegro, Albania, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Grecia e Portogallo hanno richiesto assistenza aerea, mentre la Spagna ha inviato un preallarme. Nel 2013 il meccanismo è stato attivato per rispondere alle richieste di assistenza per incendi boschivi in Bosnia-Erzegovina e in Portogallo. Nel 2014 il meccanismo di protezione civile dell'UE è stato attivato in seguito a richieste di assistenza provenienti dalla Svezia e dalla Grecia nonché per un preallarme in Norvegia. Nel 2015 e nel 2016 Grecia, Cipro, Francia e Portogallo hanno attivato il meccanismo a causa degli incendi boschivi. La stagione degli incendi boschivi 2017 è stata caratterizzata da un'attività eccezionalmente intensa. All'8 agosto 2017 il meccanismo era stato attivato da Portogallo, Montenegro, Francia, Albania e due volte dall'Italia.
Il servizio di gestione delle emergenze Copernicus (servizio di mappatura satellitare dell'UE) è stato anch'esso ripetutamente attivato in risposta a emergenze connesse agli incendi boschivi.
Il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea facilita la cooperazione nella risposta alle catastrofi tra 34 Stati europei (i 28 Stati membri dell'UE, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, l'Islanda, il Montenegro, la Norvegia, la Serbia e la Turchia). I paesi partecipanti mettono in comune le risorse disponibili a beneficio di paesi colpiti da catastrofi in tutto il mondo.
La Commissione stessa non invia aeroplani o attrezzature, bensì coordina la risposta dei paesi che partecipano al meccanismo. Dal suo varo nel 2001 il meccanismo di protezione civile dell'UE ha monitorato oltre 400 catastrofi e ha ricevuto quasi 300 richieste di assistenza. Esso è intervenuto in alcune delle catastrofi più devastanti a livello mondiale, fra cui le inondazioni in Serbia e in Bosnia-Erzegovina (2014), l'epidemia di Ebola in Africa occidentale (2014), il conflitto in Ucraina (2014), il terremoto in Nepal (2015), il conflitto in Iraq (2016) e l'uragano “Matthew” ad Haiti (2016).
La legislazione relativa al meccanismo di protezione civile dell'UE è stata riveduta nel 2013 per includervi importanti innovazioni, fra cui la creazione della capacità europea di reazione alle emergenze (ERCC), che consiste in un pool volontario di mezzi di risposta preimpegnati dei paesi partecipanti. Tale pool, varato nell'ottobre 2014, rafforza la prevedibilità e l'affidabilità della risposta alle catastrofi del meccanismo di protezione civile dell'UE, migliorando inoltre la pianificazione e il coordinamento delle operazioni di risposta.

Prevenzione degli incendi boschivi
La responsabilità principale della prevenzione e della risposta spetta al paese in cui si verifica la catastrofe. Il ruolo principale della Commissione è coordinare una risposta efficiente e rapida mediante l'attivazione del meccanismo di protezione civile dell'UE. La Commissione collabora inoltre con le autorità nazionali di protezione civile al fine di sostenere, integrare e coordinare i rispettivi sforzi a livello di prevenzione degli incendi boschivi, di preparazione agli stessi e di pianificazione della gestione del rischio, grazie:
  • al finanziamento dei paesi partecipanti mediante il finanziamento dei progetti relativi alla prevenzione e alla preparazione;
  • al dispiegamento, su richiesta, di esperti per valutare i rischi e fornire consulenza e sostegno alle autorità locali o nazionali;
  • all'organizzazione, da parte della Commissione di riunioni annuali con gli Stati membri per discutere del problema della stagione degli incendi boschivi in Europa e per individuare il modo migliore per assistere i paesi partecipanti nei loro sforzi di prevenzione e risposta.
  • Sulla base delle esperienze passate la Commissione elabora buone pratiche in materia di attività di prevenzione e preparazione.
Esempi di progetti
Nel gennaio 2017 è stato avviato un progetto biennale in materia di preparazione relativo agli incendi boschivi denominato “the Mediterranean Forest Fire Fighting Training Standardisation”. Il progetto è finanziato dalla Commissione europea con un contributo di 325 732 EUR. Uno dei partner è la Escola Nacional de Bombeiros portoghese. In passato il Portogallo ha partecipato ad altri progetti analoghi, come il sistema informativo meteorologico congiunto Spagna-Portogallo per le operazioni transfrontaliere relative agli incendi boschivi (SPITFIRE), avviato nel 2014. Finanziato dall'UE con quasi 500 000 EUR, il progetto mirava a migliorare lo scambio di informazioni sulla meteorologia e sui rischi di incendi boschivi nella zona di confine fra il Portogallo e la Spagna (cfr. http://ec.europa.eu/echo/funding-evaluations/financing-civil-protection-europe/selected-projects_en). 
La decisione 1313/2013/UE ha introdotto per la prima volta obblighi in capo agli Stati membri nell'ambito della prevenzione delle catastrofi, imponendo loro di svolgere valutazioni del rischio e di condividere una sintesi dei risultati nonché di effettuare e condividere la valutazione della propria capacità di gestione del rischio.
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