Un mio piccolo contributo al dibattito sulla piaga dello spopolamento in Sardegna.
Si tratta di un estratto dal mio studio: FISCALITÀ DI VANTAGGIO NELL’AMBITO DELLA DISCIPLINA COMUNITARIA DEGLI AIUTI DI STATO E BUONE PRASSI IN MATERIA DI LOTTA ALLO SPOPOLAMENTO, che realizzai nel 2006 per conto della Regione Sardegna.
Considerato che il mio lavoro giace da quel tempo in qualche scafale impolverato di Viale Trento, non può che farmi piacere riportarlo alla luce augurandomi che possa essere di qualche utilità. È ovviamente da aggiornare ma molti aspetti restano attuali. Qui un estratto relativo all'esperienza finlandese.
(.....) Si tratta di un’esperienza che, ovviamente, non può prescindere dal sistema politico, amministrativo e infrastrutturale dell’efficace “sistema Paese” finnico. Risulta dunque assai complesso tentare di interpretare gli interventi avviati in Finlandia senza prendere in considerazione tali elementi che, come è noto, poco hanno a che vedere con la situazione in cui si trovano attualmente sia il nostro Paese che la nostra Isola. E’ tuttavia possibile trarre alcuni spunti ed idee fondamentali per impostare un approccio nuovo al problema dello spopolamento, insistendo ulteriormente su taluni aspetti che l’attuale amministrazione regionale considera cruciali per lo sviluppo della Sardegna. Si tratta, in particolare, degli investimenti in innovazione e diffusione in tutto il territorio delle ICT e, in generale, dell’innovazione nei sistemi amministrativi e produttivi. Come è noto il sistema politico finlandese, pur essendo connotato da una forte presenza dello Stato in tutti i settori è caratterizzato tuttavia da un radicale decentramento amministrativo, concretizzato attraverso uno specifico programma di “regionalizzazione”e agevolato da una capillare diffusione delle ICT in tutto il territorio. Il decentramento implica, peraltro, che talune parti (uffici) dell’apparato amministrativo centrale vengano decentrate anche in zone estremamente periferiche del paese, facilmente raggiungibili sia grazie alle nuove tecnologie di comunicazione (diffusione capillare della banda larga e del wi-fi in tutto il territorio, uso capillare di internet, dei sistemi di videoconferenza, e-learning, e-business, punti di accesso e servizi telematici per i cittadini, ecc..) che ad un funzionale sistema di infrastrutture di trasporto. Il Governo finlandese ha dunque avviato una serie di importanti interventi che, anche grazie al contributo dell’UE (…..) hanno sensibilmente contribuito a ridurre lo spopolamento ed a migliorare la qualità della vita in zone, come la Lapponia, con la densità di popolazione più bassa d’Europa. Gli interventi realizzati in Finlandia, peraltro recentemente apprezzati anche dall’ OCDE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico delle NU) come buona prassi a livello internazionale, riguardano, in sintesi:
- agevolazioni fiscali e incentivi (anche per incrementare le nascite e per l’acquisto della prima casa)
- concessione di terreni a titolo gratuito
- diffusione della banda larga
- incentivi al telelavoro
- incentivi per l’accorpamento, l’integrazione e la messa in rete dei servizi alle popolazioni locali
- incentivi per la creazione di reti tra pubblico-privato
- decentramento amministrativo e delle funzioni pubbliche
- decentramento dei servizi alle imprese (centri di innovazione, incubatori di imprese, centri di formazione, università)
- efficienza del sistema di trasporto
- e-learning per tutte le classi della scuola dell’obbligo e in altri sistemi di insegnamento pubblico.
Tali interventi vengono programmati attraverso vari strumenti tra i quali rilevano, in sintesi:
Il ruolo della struttura amministrativa decentrata
In Finlandia, la vicinanza al cittadino, la qualità e l’affidabilità delle istituzioni pubbliche risulta fondamentale per la competitività del “sistema Paese”. Il Governo ha dunque investito in modo alquanto incisivo nel decentramento amministrativo delle funzioni pubbliche e degli uffici, pur mantenendo il ruolo di controllo e coordinamento a livello centrale. Ciò incide positivamente anche nell’impegno rivolto a contrastare il fenomeno dello spopolamento. Come già evidenziato (v. nota 27), il Paese si è peraltro dotato di uno specifico programma di regionalizzazione, sulla base del quale tutte le funzioni del Governo centrale sono suscettibili, in linea di principio, di essere decentrate verso le varie regioni. L’approccio finlandese costituisce peraltro una buona prassi a livello europeo, seguita anche dalle stesse istituzioni comunitarie. Tale approccio, disciplinato dal “Local Government Act”si sostanzia anche in una intensa attività di networking tra le istituzioni, nel cui quadro risulta particolarmente attiva l’“Association of Finnish Local and Regional Authorities”,delegata all’assolvimento di una serie di importanti servizi alle popolazioni ed alle comunità locali.
La politica rurale finlandese
Insiste sul Piano di Sviluppo Ruralefinlandese e viene suddivisa in:Broad rural policy(politica rurale estesa) eNarrow rural politcy(politica rurale ristretta). La prima concernente le funzioni svolte dai principali settori della PA coinvolti. Tale politica è rivolta a sviluppare il commercio e gli scambi, a garantire le condizioni necessarie per lo sviluppo delle attività agricole e ad adeguare il sistema fiscale alle esigenze del settore. LaNarrow rural politcy comprende invece i tradizionali strumenti e interventi di sviluppo rurale. Anche la politica rurale finlandese è fortemente orientata verso la lotta allo spopolamento dei villaggi rurali. L’ultimo programma di sviluppo rurale per il periodo 2005-2008 si intitola “La vitalità delle nostre campagne – una responsabilità condivisa”(Viable countryside – our joint responsibility) ed è stato elaborato, attraverso un approccio botom-up che coinvolge tutti i soggetti interessati, dal Rural Policy Committeein collaborazione con il Rural Policy Network. Tra i compiti del Rural Policy Committee rileva, tra l’altro: “la predisposizione di programmi e la progettazione di interventi rivolti ad accrescere l’interazione tra aree urbane e aree rurali ed il controllo del fenomeno dello spopolamento in collaborazione con i principali attori dell’ambito urbano”. Altro aspetto interessante è legato alla creazione di un Gruppo di Lavoro Femminile per lo Sviluppo Rurale.
La politica finlandese per le isole
Risale al 1948 e costituisce uno degli elementi di punta della politica regionale del Paese. L’Island Development Act obbliga lo Stato stesso e tutti gli enti locali a tenere in debita considerazione, in tutte le loro attività, la condizione di insularità di determinati territori. Tali soggetti sono inoltre tenuti ad operare congiuntamente per assicurare migliori condizioni di vita e di lavoro, nonché la disponibilità di adeguati servizi e collegamenti, oltre alla protezione dell’ambiente insulare. Il Programma di Sviluppo delle Isole (Island Development Programme), assistito da un Island Committee, costituisce lo strumento più importante per l’attuazione della politiche finlandese in tale ambito.
Il Northern Perifhery Programme
Finanziato nel quadro del PIC INTERREG III, il Programma ha sostenuto e sostiene numerosi progetti tra i quali alcuni di particolare interesse caratterizzati dall’uso innovativo delle ICT per lo sviluppo locale e la riduzione delle distanze e degli handicap geografici che caratterizzano l’insularità......
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