A sette mesi dalle elezioni europee è stata pubblicata l'edizione 2019 del Parlametro, il documento statistico che il Parlamento Europeo elabora ogni anno, insieme all'EUROSTAT-Eurobarometro, in merito alle priorità dei cittadini europei per quanto riguarda l’UE e il Parlamento Europeo.
Dal sondaggio europeo emerge che 6 europei/e su 10 sono si favorevoli all’Unione ma la maggior parte ha delle perplessità oppure dimostra una certa "freddezza" o indifferenza in merito a ciò che fa l'UE per loro. Così, a fianco dell'entusiasmo degli irlandesi troviamo, ovviamente, contrari gli inglesi e gli italiani... “Freddi”, nel senso che benchè il 59% di loro pensa che l’appartenenza dell’Italia all’UE sia
una cosa positiva, l’11% la considera negativamente e il 29% si dimostra assolutamente
indifferente. Il 58% dei cittadini italiani "favorevoli" ritiene che il Parlamento Europeo debba rivestire un ruolo più importante, il 27% di loro invece lo vorrebbe meno attivo e presente, al 5% va bene così com'è e l’11% non sa rispondere.
Se è vero che, come risulta dal Parlametro, il 64% dei giovani europei tra i 15 ed i 24 anni crede
che l’Ue sia una cosa positiva, la situazione non è poi così confortante se si considerano i dati di vari paesi europei e, in particolare, dell'Italia relativi a una particolare categoria di giovani che difficilmente viene presa in considerazione: i NEET (Not in Education, Employment or Training). Sono i giovani che non studiano, non lavorano o non beneficiano di formazione. L'Italia ha in Europa il tristissimo primato per quanto riguarda quella che viene definita la "generazione perduta". Secondo un recente rapporto dell'UNICEF, sono oltre 2 milioni e 100 mila i giovani italiani d’età compresa tra i 15 e 29 anni che risultano "NEET"; cioè il 23,4% della loro totalità, quando in Europa la media è del 12,9%.
Giovani che, ovviamente, a votare o non ci vanno o vengono abilmente strumentalizzati o manipolati da personaggi, movimenti o partiti che, ad esempio, riconducono agevolmente la loro situazione agli "immigrati che vengono qui a rubarvi il lavoro".
