giovedì 23 aprile 2020

Coronavirus: Privacy e approccio UE per l'utilizzo di "applicazioni mobili di tracciamento"

Torneranno di moda?

 Il Governo italiano, attraverso una propria Ministra, ha già manifestato dubbi circa l'efficacia di tali applicazioni a causa della "base volontaria" per la loro installazione o meno nei nostri smartphone. Dall'altra parte, l'UE non ha dubbi e, nell'approccio per l'utilizzo delle "applicazioni mobili di tracciamento" suggerisce agli Stati membri, con il sostegno tecnico della Commissione europea, un "pacchetto" in cui si stabiliscono i requisiti essenziali per queste applicazioni. In particolare: oltre ad essere pienamente conformi alle normative dell'UE in materia di protezione dei dati e di tutela della vita privata, dovrebbero essere installate su base volontaria e prontamente rimosse quando non più necessarie. Nel frattempo, mentre oltre 300 accademici e ricercatori di tutto il Mondo - alcuni dei quali operano anche in Italia - hanno lanciato un appello in cui si tratta di "sistemi che consentirebbero una sorveglianza senza precedenti della società", si scatena tra i soliti noti il big business (rigorosamente con i nostri quattrini) con annesso l'assalto alla diligenza della nostra Privacy.

Gli Stati membri dell'UE, con il sostegno della Commissione, hanno sviluppato un pacchetto di strumenti dell'UE per l'uso di applicazioni mobili di tracciamento dei contatti e allerta in risposta alla pandemia di coronavirus. Come indicato la scorsa settimana in una raccomandazione della Commissione, questo pacchetto di strumenti rientra in un approccio comune coordinato a sostegno della revoca graduale delle misure di confinamento.
Da quando è iniziata la pandemia di coronavirus gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, hanno valutato gli aspetti relativi alla protezione dei dati, alla tutela della vita privata, alla sicurezza e all'efficacia delle soluzioni digitali per affrontare la crisi. Le applicazioni di tracciamento dei contatti, se pienamente conformi alle norme dell'UE e ben coordinate, possono svolgere un ruolo importante in tutte le fasi di gestione della crisi e in particolare quando i tempi saranno maturi per la revoca graduale delle misure di distanziamento sociale. Le applicazioni possono integrare il tracciamento dei contatti manuale esistente e contribuire a interrompere la catena di trasmissione del virus. Il pacchetto di strumenti è corredato dagli orientamenti sulla protezione dei dati per queste applicazioni mobili, anch'essi pubblicati oggi.
Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha accolto con favore il pacchetto di strumenti e ha dichiarato: "Le applicazioni di tracciamento dei contatti possono essere utili per limitare la diffusione del coronavirus, soprattutto nel quadro delle strategie di uscita degli Stati membri. Per poter adottare queste applicazioni, e quindi affinché esse siano utili, devono tuttavia essere fornite solide garanzie in materia di tutela della vita privata. Nella lotta contro la pandemia dovremmo essere innovativi e sfruttare al meglio la tecnologia, ma non accetteremo compromessi per quanto riguarda i nostri valori e i requisiti di tutela della vita privata."

Un approccio comune per le applicazioni di tracciamento volontarie e conformi ai principi di tutela della vita privata

Si tratta della prima versione del pacchetto di strumenti comune dell'UE, sviluppato con urgenza e in modo collaborativo dalla rete di assistenza sanitaria online con il sostegno della Commissione europea. Si tratta di una guida pratica per gli Stati membri all'implementazione delle applicazioni di tracciamento dei contatti e allerta. Il pacchetto di strumenti stabilisce i requisiti essenziali per queste applicazioni:
  • dovrebbero essere pienamente conformi alle normative dell'UE in materia di protezione dei dati e di tutela della vita privata, come indicato negli orientamenti presentati oggi previa consultazione del comitato europeo per la protezione dei dati;
  • dovrebbero essere implementate in stretto coordinamento con le autorità sanitarie pubbliche e approvate da queste ultime;
  • dovrebbero essere installate su base volontaria e prontamente rimosse quando non più necessarie;
  • dovrebbero mirare a sfruttare le più recenti soluzioni tecnologiche volte a rafforzare la tutela della vita privata. Probabilmente basate su tecnologia di prossimità Bluetooth, esse non consentono il tracciamento della posizione delle persone;
  • dovrebbero essere basate su dati anonimizzati: le applicazioni possono allertare le persone che sono state per un determinato periodo di tempo vicine a una persona infetta affinché si sottopongano al test o si autoisolino, senza rivelare l'identità delle persone infette;
  • dovrebbero essere interoperabili in tutta l'UE, affinché i cittadini siano protetti anche quando attraversano le frontiere;
  • dovrebbero fondarsi su orientamenti epidemiologici convenuti e tenere conto delle migliori pratiche in materia di cibersicurezza e accessibilità;
  • dovrebbero essere sicure ed efficaci. 
Sebbene le applicazioni consentano un tracciamento più agevole, rapido ed efficiente rispetto ai colloqui con i pazienti infetti, il tracciamento manuale continuerà a riguardare quei cittadini che potrebbero essere maggiormente vulnerabili all'infezione, ma che sono meno propensi ad avere uno smartphone, come le persone anziane o con disabilità.
Nelle prossime versioni del pacchetto di strumenti potrà essere sviluppato un approccio comune ad altre funzionalità, in particolare per quanto riguarda le informazioni e il monitoraggio dei sintomi.

Prossime tappe

Il pacchetto di strumenti tiene conto delle migliori pratiche più recenti in materia di utilizzo delle applicazioni mobili di tracciamento dei contatti e allerta per affrontare la crisi. Esso si inquadra in un processo già in atto che prevede, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, la collaborazione degli Stati membri per definire e perfezionare l'uso del pacchetto stesso e di altri strumenti pratici. Questa prima versione sarà ulteriormente arricchita in base alle esperienze degli Stati membri.
Entro il 30 aprile 2020, le autorità sanitarie pubbliche valuteranno l'efficacia delle applicazioni a livello nazionale e transfrontaliero. Gli Stati membri dovrebbero riferire in merito alle misure intraprese entro il 31 maggio 2020 e renderle accessibili agli altri Stati membri e alla Commissione per una valutazione inter pares. La Commissione valuterà i progressi compiuti e pubblicherà relazioni periodiche a partire dal giugno 2020 e per tutta la durata della crisi, raccomandando azioni o la revoca graduale delle misure che non appaiono più necessarie.

Per maggiori informazioni

LA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA (E NON SOLO) SULL'UE

LA RASSEGNA DEL 29 NOVEMBRE 2024

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