La
Commissione europea ha oggi raccomandato agli Stati membri di non
concedere aiuti finanziari alle imprese che hanno legami con i paesi che
figurano nella lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali. Le restrizioni dovrebbero riguardare anche le imprese che sono state
condannate per gravi reati finanziari, ad esempio, per frode
finanziaria, corruzione ed elusione degli obblighi in materia fiscale e
previdenziale. L'obiettivo della raccomandazione adottata oggi è fornire
agli Stati membri orientamenti su come introdurre delle condizioni
relative alla concessione di aiuti finanziari per impedire l'uso
improprio dei fondi pubblici e rafforzare le salvaguardie contro gli
abusi fiscali in tutta l'UE, in linea con le normative dell'UE.
Coordinando le restrizioni relative alla concessione di aiuti
finanziari, gli Stati membri eviteranno inoltre che si verifichino
squilibri e distorsioni nel mercato unico.
Ora la palla passa agli Stati membri che dovranno decidere se desiderano concedere aiuti finanziari e
adottare misure in linea con le norme dell'UE, comprese le norme sugli
aiuti di Stato, e i loro obiettivi strategici. Diversi Stati
membri hanno espresso la disponibilità ad adottare norme che limitano
l'accesso agli aiuti da parte di imprese che:
- adottano pratiche di elusione fiscale
- ricorrono a paradisi fiscali
- sono state condannate per reati finanziari
La
raccomandazione adottata oggi si prefigge di offrire agli Stati membri
un modello, conforme alle normative dell'UE, da utilizzare per evitare
che gli aiuti pubblici vengano assegnati ad imprese impegnate in
pratiche e sistemi di frode, evasione e elusione fiscale, di riciclaggio
del denaro o di finanziamento del terrorismo. In particolare, le
imprese che hanno legami con le giurisdizioni che figurano nella lista
UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali (ad esempio, le
imprese con residenza fiscale in una di tali giurisdizioni) non
dovrebbero beneficiare di aiuti pubblici. Qualora gli Stati membri
decidessero di introdurre tali disposizioni nelle rispettive
legislazioni nazionali, la Commissione propone una serie di condizioni
che dovrebbero risultare soddisfatte per beneficiare degli aiuti
finanziari. La lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini
fiscali è la base migliore per applicare tali restrizioni, in quanto
consentirà a tutti gli Stati membri di agire in modo coerente e eviterà
le misure individuali che potrebbero violare il diritto dell'UE. L'uso
di tale lista per attuare le restrizioni creerà anche maggiore chiarezza
e certezza per le imprese.
Allo
stesso tempo, la Commissione è pronta a discutere con gli Stati membri
in merito ai loro piani specifici per garantire che la concessione di
aiuti di Stato, in particolare sotto forma di ricapitalizzazioni, si
limiti alle imprese che pagano la giusta quota di imposte.
La
Commissione raccomanda inoltre di applicare - a condizioni rigorose -
deroghe a tali restrizioni, al fine di tutelare i contribuenti onesti. A
determinate condizioni, in effetti, anche le imprese che hanno
collegamenti con le giurisdizioni che figurano nella lista UE delle
giurisdizioni fiscali non cooperative a fini fiscali dovrebbero avere la
possibilità di beneficiare di aiuti finanziari se, ad esempio, sono in
grado di dimostrare di aver pagato le imposte dovute nello Stato membro
per un determinato periodo di tempo (ad esempio, gli ultimi tre anni) o
se svolgono un'effettiva attività economica nel paese che figura nella
lista. Gli Stati membri sono invitati a prevedere sanzioni adeguate per
dissuadere i richiedenti dal fornire informazioni false o inesatte.
Gli
Stati membri dovrebbero inoltre concordare requisiti ragionevoli per
consentire alle società di dimostrare l'assenza di legami con le
giurisdizioni che figurano nella lista UE delle giurisdizioni non
cooperative a fini fiscali. La raccomandazione suggerisce alcuni
principi per assistere gli Stati membri a tal fine.
Gli
Stati membri dovrebbero informare la Commissione in merito alle misure
che intendono introdurre per conformarsi alla raccomandazione adottata
oggi, in linea con i principi di buona governance dell'UE. Entro tre
anni la Commissione pubblicherà una relazione sull'impatto della
presente raccomandazione.
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