mercoledì 14 novembre 2018

Il Parlamento europeo approva le principali proposte del pacchetto energia pulita

 



Il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme sulle energie rinnovabili, l'efficienza energetica e la governance dell'"Unione dell'energia". Si tratta di una tappa importante, che consentirà all'Unione europea e agli Stati membri di impegnarsi appieno nella transizione verso un'economia moderna e un'energia pulita, in linea con gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi.
La Commissione europea ritiene che una volta recepiti, i tre testi normativi, insieme alle politiche per il clima già adottate, porteranno a una riduzione delle emissioni maggiore del previsto in tutta l'Unione europea (circa il 45% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990). 
Il nuovo quadro normativo, in particolare attraverso l'introduzione dei primi piani nazionali per l'energia e il clima, conferisce certezza normativa e consente di realizzare investimenti essenziali in questo importante settore. Il "Pacchetto" legittima  i consumatori europei a diventare attori pienamente attivi nella transizione energetica e fissa due nuovi obiettivi per l'UE entro il 2030: 
  • un obiettivo vincolante di almeno il 32% di energie rinnovabili;
  • un obiettivo di efficienza energetica di almeno il 32,5%.
Tali obiettivi dovrebbero stimolare l'industria europea verso una maggiore competitività, crescita e occupazione, riducendo le bollette energetiche, contribuendo ad affrontare la povertà energetica e migliorando la qualità dell'aria. Quando queste politiche saranno pienamenteattive, porteranno a riduzioni significative delle emissioni nell'intera UE entro il 2030, rispetto al 1990 - circa il 45% in più, invece del 40% previsto -. Al fine di raggiungere l'obiettivo a lungo termine della riduzione dei gas a effetto serra, il quadro normativo istituisce un solido sistema di governance dell'Unione dell'energia.

Traguardi principali:


Energie rinnovabili
· Definisce un nuovo obiettivo vincolante per l'energia rinnovabile per l'UE per il 2030 di almeno il 32%, compresa una clausola
per una revisione al rialzo dell'obiettivo a livello dell'UE entro il 2023.
· Migliora la progettazione e la stabilità dei regimi di sostegno per le energie rinnovabili.
· Fornisce una reale semplificazione e riduzione delle procedure amministrative.
· Stabilisce un quadro normativo chiaro e stabile sull'autoconsumo.
· Aumenta i livelli per i settori dei trasporti e delle abitazioni.
· Migliora la sostenibilità dell'uso della bioenergia.
Efficienza energetica
· Stabilisce un nuovo obiettivo di efficienza energetica per l'UE per il 2030 di almeno il 32,5%, con una clausola di revisione al rialzo entro il 2023;
· Estenderà l'obbligo annuale di risparmio energetico oltre il 2020;
· Rafforzerà le norme sulla misurazione individuale e sulla fatturazione dell'energia termica offrendo ai consumatori - soprattutto quelli che abitano in condomini con sistemi di riscaldamento collettivo - diritti più chiari e informazioni più frequenti e più utili sul loro consumo energetico, consentendo loro di comprendere e controllare meglio le bollette.
· Richiederà agli Stati membri di disporre norme nazionali trasparenti e pubblicamente disponibili sulla ripartizione del costo del condizionamento domestico e  del consumo di acqua calda negli edifici.
Governance dell'Unione dell'energia e Azione per il clima
· Mette in atto una governance semplificata, solida e trasparente per l'Unione dell'energia, che promuove la certezza a lungo termine per gli investitori e garantisce che l'UE e gli Stati membri possano lavorare insieme per raggiungere sia gli obiettivi del 2030 che gli impegni internazionali dell'UE previsti dall'accordo di Parigi.
· Chiede a ciascuno Stato membro di preparare un piano nazionale per l'energia e il clima per il periodo dal 2021 al 2030, coprendo tutte le cinque dimensioni dell'Unione dell'energia e tenendo conto della prospettiva a lungo termine.
· Allinea la frequenza e la tempistica degli obblighi di resoconto circa i risultati raggiunti dall'Unione dell'energia e in base all'accordo sul clima di Parigi, migliorando significativamente la trasparenza e riducendo gli oneri amministrativi per gli Stati membri, la Commissione e le altre istituzioni dell'UE.
Prossimi passi
A seguito dell'approvazione da parte del Parlamento europeo, il Consiglio dei ministri finalizzerà l'approvazione formale delle tre leggi nelle prossime settimane. Tale approvazione sarà seguita dalla pubblicazione dei testi nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e la nuova legislazione entrerà in vigore tre giorni dopo la pubblicazione.

venerdì 9 novembre 2018

Ecco le previsioni economiche di autunno della Commissione Europea per il 2018

 

Secondo alcuni avezzi al gergo degli "addetti ai lavori", si tratta di previsioni sibilline e, in alcuni casi, contradditorie. La Commissione Europea prevede che la crescita nella zona euro dovrebbe rallentare, passando dal livello più elevato degli ultimi 10 anni del 2,4 % nel 2017 al 2,1 % nel 2018 per poi scivolare all'1,9 % nel 2019 e all'1,7 % nel 2020. Analogo andamento è previsto per l'UE-27, con una previsione di crescita del 2,2 % nel 2018, del 2,0 % nel 2019 e dell'1,9 % nel 2020.

All'orizzonte numerosi rischi interconnessi e incertezza

Sulle previsioni della Commissione Europea gravano molte incertezze e permangono numerosi rischi al ribasso interconnessi. Il verificarsi di uno qualunque di questi rischi potrebbe amplificare gli altri e accentuarne gli effetti. 
Il surriscaldamento dell'economia negli Stati Uniti, alimentato dallo stimolo di bilancio prociclico, potrebbe determinare un aumento dei tassi di interesse più rapido del previsto, con numerose ripercussioni negative al di là degli Stati Uniti, in particolare nei mercati emergenti che sono vulnerabili ai cambiamenti dei flussi di capitali ed esposti al debito denominato in dollari statunitensi. Questo scenario potrebbe inasprire le tensioni sui mercati finanziari
Anche l'UE potrebbe risentirne, considerati gli stretti legami commerciali e l'esposizione delle sue banche. Il previsto aumento del disavanzo delle partite correnti degli Stati Uniti potrebbe generare ulteriori tensioni commerciali con la Cina, che a loro volta potrebbero aumentare in tale paese il rischio di un aggiustamento disordinato, tenuto conto del livello di indebitamento delle imprese e della fragilità finanziaria. Un'intensificazione delle tensioni commerciali nuocerebbe anche all'UE, con effetti nefasti sulla fiducia e sugli investimenti, e tenuto conto anche dell'elevato livello di integrazione dell'UE nelle catene di valore mondiali.
Inevitabile il riferimento al "caso" Italia: all'interno dell'UE i dubbi sulla qualità e la sostenibilità delle finanze pubbliche negli Stati membri fortemente indebitati potrebbero ripercuotersi sui settori bancari nazionali, destando preoccupazioni per la stabilità finanziaria e pesando sull'attività economica. Infine, permangono i rischi connessi all'esito dei negoziati sulla Brexit.
La situazione internazionale eccezionalmente favorevole dell'anno scorso ha contribuito al vigore dell'attività economica e degli investimenti nell'UE e nella zona euro. Nonostante un contesto di maggiore incertezza, le previsioni indicano una crescita per tutti gli Stati membri, sebbene a un ritmo più lento, grazie alla solidità dei consumi interni e degli investimenti. Salvo gravi shock, in termini di crescita economica, creazione di posti di lavoro e calo della disoccupazione, l'Europa dovrebbe essere in grado di raggiungere livelli superiori al potenziale. Tuttavia, su questo scenario di riferimento pesa un numero crescente di rischi al ribasso interconnessi.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: "Tutte le economie dell'UE sono destinate a crescere quest'anno e l'anno prossimo, il che porterà ad un aumento dei posti di lavoro. Tuttavia, l'incertezza e i rischi, sia interni che esterni, sono in aumento e iniziano a rallentare il ritmo dell'attività economica. Dobbiamo restare vigili e intensificare gli sforzi per rafforzare la resilienza delle nostre economie. A livello di UE ciò comporta l'adozione di decisioni concrete sull'ulteriore rafforzamento della nostra Unione economica e monetaria. A livello nazionale, diventa ancora più urgente costituire riserve di bilancio e ridurre il debito, garantendo al tempo stesso che anche le fasce più vulnerabili della società possano godere dei benefici della crescita."
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "L'economia europea mantiene un andamento positivo, con una graduale flessione della crescita. Questa situazione dovrebbe confermarsi nei prossimi due anni, alla luce del fatto che la disoccupazione continua a scendere a livelli mai registrati da prima della crisi. Il debito pubblico nella zona euro continuerà a scendere, mentre il disavanzo resta nettamente al di sotto dell '1 % del PIL. In un contesto internazionale sempre più incerto, i responsabili politici, sia a Bruxelles che nelle capitali nazionali, devono puntare a far sì che la zona euro sia forte abbastanza da far fronte a ciò che avrà in serbo il futuro."

Ma la domanda interna stimolerà la crescita

La crescente incertezza a livello mondiale, le tensioni commerciali internazionali e l'aumento dei prezzi petroliferi incideranno negativamente sulla crescita in Europa. Dopo anni di crescita sostenuta dell'occupazione, la prospettiva di un rallentamento dei miglioramenti del mercato del lavoro e di un aumento dei vincoli sul fronte dell'offerta in alcuni Stati membri potrebbe intensificare tale effetto frenante.
La crescita sarà sempre più spinta da motori interni: i consumi privati dovrebbero beneficiare della crescita salariale più forte e delle misure di bilancio attuate in alcuni Stati membri. Anche le condizioni di finanziamento e gli elevati tassi di utilizzo delle capacità dovrebbero continuare a favorire gli investimenti. Per la prima volta dal 2007, si prevede che gli investimenti aumenteranno in tutti gli Stati membri nel 2019.
Tenuto conto dell'insieme di questi fattori, il prodotto interno lordo (PIL) di tutti gli Stati membri dovrebbe continuare a crescere, anche se a un ritmo più lento e meno sostenuto di quanto previsto in estate.

Disoccupazione in costante diminuzione

La situazione del mercato del lavoro ha continuato a migliorare nella prima metà del 2018, con una crescita dell'occupazione stabile nonostante la flessione della crescita economica.
La crescita costante e la messa in atto di riforme strutturali in alcuni Stati membri dovrebbero continuare a favorire la creazione di posti di lavoro. La disoccupazione dovrebbe continuare a scendere, ma a un ritmo più lento rispetto al passato, in quanto l'aumento dell'occupazione sarà frenato a termine da una crescente penuria di forza lavoro e dal rallentamento della crescita economica.
La disoccupazione nella zona euro dovrebbe scendere all'8,4 % quest'anno e quindi al 7,9 % nel 2019 e al 7,5 % nel 2020. Nell'UE-27 la disoccupazione è stimata al 7,4 % quest'anno, per poi scendere al 7 % nel 2019 e al 6,6 % nel 2020. Si tratterebbe del tasso di disoccupazione più basso mai registrato dall'inizio delle serie mensili sulla disoccupazione nel gennaio 2000.

Inflazione spinta dai prezzi del petrolio

Nel periodo di riferimento l'inflazione generale dovrebbe rimanere contenuta. Nella zona euro l'inflazione dovrebbe raggiungere l'1,8 % nel 2018 e nel 2019 e rallentare fino ad attestarsi all'1,6 % nel 2020.
L'aumento dei prezzi petroliferi ha determinato un aumento dell'inflazione quest'anno, e nel primo trimestre dell'anno prossimo dovrebbero continuare a registrarsi importanti effetti di base positivi. L'inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari non trasformati, è rimasta relativamente contenuta quest'anno, ma dovrebbe riconfermarsi come il principale fattore alla base dell'inflazione generale nel 2020 per effetto di un aumento delle retribuzioni contestualmente alla maggiore tensione sul mercato del lavoro.

Finanze pubbliche: i livelli di debito sono in calo e il debito pubblico aggregato della zona euro è ormai al di sotto dell'1 %

Quest'anno il disavanzo pubblico della zona euro dovrebbe continuare a diminuire rispetto al PIL grazie alla diminuzione della spesa per interessi. L'anno prossimo questo calo dovrebbe interrompersi per la prima volta dal 2009, poiché l'orientamento di bilancio diventerà leggermente espansivo nel 2019 e quindi sostanzialmente neutro nel 2020. Il disavanzo pubblico della zona euro dovrebbe aumentare, passando dallo 0,6 % del PIL nel 2018 allo 0,8 % nel 2019, per poi scendere allo 0,7 % nel 2020. Per l'UE-27 il disavanzo pubblico della zona euro dovrebbe aumentare, passando dallo 0,6 % del PIL nel 2018 allo 0,8 % nel 2019, per poi scendere allo 0,6 % nel 2020. Nel complesso, la tendenza indica comunque un notevole miglioramento rispetto a dieci anni fa, nel 2009, in cui il livello del disavanzo raggiunse un picco del 6,2 % nella zona euro e del 6,6 % nell'UE.
Una costante diminuzione del rapporto debito/PIL è prevista nella zona euro e in quasi tutti gli Stati membri, favorita dagli avanzi primari a decremento del debito e dal proseguire della crescita. Il rapporto debito pubblico/PIL della zona euro dovrebbe diminuire, passando dall'86,9 % nel 2018 all'84,9 % nel 2019, per poi scendere all'82,8 % nel 2020 dopo un picco del 94,2 % nel 2014. Nell'UE-27 il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe scendere dall'80,6 % del PIL nel 2018 al 78,6 % nel 2019 e al 76,7 % nel 2020.

Per il Regno Unito un'ipotesi puramente tecnica per il 2019 e il 2020

Per consentire un raffronto nel tempo, le proiezioni riguardano tutti i 28 Stati membri, compreso il Regno Unito. Considerati i negoziati in corso sui termini del recesso del Regno Unito dall'UE, le nostre proiezioni si fondano sull'ipotesi puramente tecnica dello status quo in termini di relazioni commerciali tra l'UE a 27 e il Regno Unito. Si tratta di un'ipotesi adottata unicamente a fini di previsione, che non ha alcuna incidenza sui negoziati in corso nell'ambito della procedura prevista dall'articolo 50.
Contesto
Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 22 ottobre 2018. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 22 ottobre incluso. A meno che le politiche non siano sufficientemente dettagliate e annunciate in modo credibile, le proiezioni presuppongono che restino invariate.
Le prossime previsioni della Commissione europea saranno un aggiornamento del PIL e delle previsioni di inflazione nelle previsioni economiche intermedie di inverno 2018 del febbraio 2019.
Da quest'anno la Commissione europea è tornata a pubblicare ogni anno due previsioni complessive (primavera e autunno) e due previsioni intermedie (inverno ed estate), anziché le tre previsioni complessive di inverno, primavera e autunno che produceva annualmente dal 2012. Le previsioni intermedie riguardano i livelli annuali e trimestrali del PIL e dell'inflazione per l'anno in corso e l'anno successivo per tutti gli Stati membri e per la zona euro, nonché i dati aggregati a livello dell'UE. Tale cambiamento, che rappresenta un ritorno al precedente modello delle previsioni della Commissione, consente a quest'ultima di riallineare il calendario delle sue previsioni con quello delle altre istituzioni (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ecc.).

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giovedì 8 novembre 2018

Sostanze chimiche pericolose: una strategia per proteggere i cittadini e le cittadine dell'UE ed il nostro ambiente

 

La Commissione Europea ha adottato una comunicazione che ribadisce l'impegno a proteggere i cittadini e l'ambiente dalle sostanze chimiche pericolose e come intende garantire che l'approccio dell'UE sia sempre il più moderno e adeguato allo scopo a livello globale. Nel quadro del complesso dossier relativo all'identificazione degli interferenti endocrini negli ambiti dei pesticidi e dei biocidi, la Commissione tiene fede all'impegno assunto l'anno scorso in risposta alle preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo e dà seguito al settimo programma d'azione per l'ambiente.

La Commissione aggiorna il suo approccio per gli anni a venire, avvalendosi delle conoscenze sempre più ampie, dell'esperienza acquisita e dei risultati ottenuti nei venti anni trascorsi dall'adozione della strategia comunitaria sugli interferenti endocrini.
L'approccio strategico dell'UE agli interferenti endocrini continuerà a basarsi fermamente sulla scienza e sull'applicazione del principio di precauzione. I suoi obiettivi sono:
  • ridurre al minimo la nostra esposizione complessiva agli interferenti endocrini, prestando particolare attenzione a periodi importanti della vita come la gravidanza e la pubertà;
  • accelerare lo sviluppo di una solida base di ricerca al servizio di processi decisionali efficaci e lungimiranti nel contesto di Orizzonte Europa, utilizzando le ricerche disponibili e prestando particolare attenzione ai settori che presentano lacune delle conoscenze; 
  • promuovere un dialogo attivo che permetta a tutti i portatori di interessi di essere ascoltati e di lavorare insieme. In tale contesto, la Commissione organizzerà un forum a cadenza annuale sugli interferenti endocrini e intensificherà il sostegno all'attività delle organizzazioni internazionali.
La Commissione si appresta ad avviare per la prima volta un esame complessivo della legislazione applicabile agli interferenti endocrini, mediante un controllo dell'adeguatezza che utilizzerà i dati già raccolti e analizzati. Senza porre in discussione l'approccio generale dell'UE, basato su elementi scientifici, alla gestione delle sostanze chimiche, il controllo dell'adeguatezza esaminerà la legislazione attuale per verificare se essa realizzi effettivamente gli obiettivi di protezione della salute umana e dell'ambiente. Il controllo dell'adeguatezza comprenderà anche una consultazione pubblica.
La Comunicazione delinea inoltre le iniziative attualmente all'esame della Commissione al fine di garantire che l'attuazione delle politiche esistenti in materia di interferenti endocrini realizzi appieno il loro potenziale. Ciò comprende l'identificazione degli interferenti endocrini, il miglioramento della comunicazione lungo le catene di approvvigionamento con l'utilizzo delle schede di dati di sicurezza stabilite dal regolamento REACH e il maggiore ricorso alla valutazione scientifica degli interferenti endocrini tramite ulteriori misure di regolamentazione.

Contesto

Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche che alterano il funzionamento del sistema ormonale e pregiudicano pertanto la salute degli esseri umani e degli animali.
Le preoccupazioni destate dagli interferenti endocrini sono in costante aumento dagli anni '90. In seguito all'adozione, da parte del Parlamento europeo, di una risoluzione sulle sostanze chimiche dannose per il sistema endocrino nel 1998, la Commissione ha adottato la strategia comunitaria in materia di sostanze che alterano il sistema endocrino nel dicembre del 1999, da allora portata avanti attraverso azioni nei settori della ricerca, della regolamentazione e della cooperazione internazionale.
L'UE sostiene già con mezzi ingenti la ricerca sugli interferenti endocrini. Ha finanziato oltre 50 progetti, investendo più di 150 milioni di € nei diversi programmi quadro di ricerca e innovazione. Altri 52 milioni di € sono stati assegnati dal programma Orizzonte 2020 a progetti riguardanti i metodi analitici e diagnostici.
L'UE ha inoltre adottato misure decise di regolamentazione intese a proteggere i cittadini e l'ambiente dagli interferenti endocrini in base a valutazioni scientifiche e coerentemente con le prescrizioni di ciascuna norma pertinente. In particolare, sono state inserite disposizioni specifiche sul trattamento degli interferenti endocrini nella legislazione relativa a pesticidi e biocidi, sostanze chimiche in generale ("regolamento REACH"), dispositivi medici e acqua. Per quanto riguarda poi gli ambiti specifici dei materiali a contatto con i prodotti alimentari, dei cosmetici, dei giocattoli e della protezione dei lavoratori sul luogo di lavoro, le sostanze con proprietà di interferente endocrino sono state assoggettate a regolamentazione caso per caso, alla pari di altri sostanze chimiche con proprietà pericolose. Di conseguenza, varie sostanze con proprietà di interferente endocrino sono state vietate, oppure l'esposizione ad esse è stata ridotta al massimo entro i limiti di quanto tecnicamente e praticamente realizzabile.
La Commissione ha anche coadiuvato l'attività delle pertinenti organizzazioni internazionali, in particolare dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici in relazione ai metodi analitici e ha realizzato scambi bilaterali con partner internazionali.

Per ulteriori informazioni


mercoledì 7 novembre 2018

Oggi parte WiFi4EU - connettività Wi-Fi gratuita negli spazi pubblici - ecco come richiedere il contributo europeo

Si tratta di voucher da 15mila euro l'uno per i primi 2.800 comuni europei che invieranno la loro domanda a partire dalle 13:00 (ora di Bruxelles) del 7 novembre, sino alle 17:00 (ora di Bruxelles) del 9 novembre
Il voucher WiFi4EU prevede un importo fisso di finanziamento di EUR 15.000 per comune. I comuni che ricevono i voucher selezioneranno i "centri della vita pubblica" in cui verranno installati gli hotspot WiFi4EU (punti di accesso wireless). I voucher WiFi4EU possono anche essere utilizzati per finanziare parzialmente un progetto di valore superiore.
Il voucher può servire per acquistare nuove attrezzature o aggiornare il vecchio materiale e sostituirlo con le più recenti e migliori attrezzature disponibili sul mercato.
I beneficiari saranno selezionati in base al principio "primo arrivato, primo servito", garantendo nel contempo che tutti gli Stati membri possano beneficiare di un numero minimo di buoni.
NB:  I comuni che vogliono inviare la loro richiesta già il 7 novembre hanno tempo sino ad allora per registrarsi preventivamente e poi alle ore 13 ora italiana far partire la domanda con un solo 'click, sino alle 17:00 (ora di Bruxelles) del 9 novembre

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martedì 6 novembre 2018

Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)




Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione offre un sostegno a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di importanti mutamenti strutturali del commercio mondiale dovuti alla globalizzazione, ad esempio in caso di chiusura di un'impresa o delocalizzazione di una produzione in un paese extra UE, oppure a seguito della crisi economica e finanziaria mondiale.

Il FEG dispone di una dotazione annua massima di 150 milioni di euro per il periodo 2014-2020 e può finanziare fino al 60% del costo di progetti destinati ad aiutare i lavoratori in esubero a trovare un altro impiego o avviare una propria attività.
In linea di massima, il Fondo può intervenire soltanto in caso di oltre 500 esuberi da parte di un'unica impresa (inclusi i suoi fornitori e produttori a valle), oppure di un elevato numero di esuberi in un determinato settore o in regioni confinanti.
I casi che prevedono un intervento del FEG vengono gestiti ed attuati dalle amministrazioni nazionali e regionali. Ogni progetto ha una durata di 2 anni.
Il FEG può cofinanziare progetti comprendenti misure quali:
  • assistenza nella ricerca di un impiego
  • orientamento professionale
  • istruzione, formazione e riqualificazione
  • guida e tutoraggio
  • imprenditorialità e creazione di nuove aziende.
Può anche fornire indennità per la formazione, mobilità/ricollocamento e di sussistenza.
Il FEG non finanzia misure di protezione sociale, come pensioni o indennità di disoccupazione.
Possono beneficiare dei progetti FEG singoli lavoratori in esubero. Nel periodo 2014-2020 sono inclusi anche i lavoratori autonomi, temporanei e a tempo determinato.
Il FEG non può essere utilizzato per mantenere in vita un'impresa o per sostenerne l'ammodernamento o l'adeguamento strutturale.
Le norme sui criteri di intervento, i beneficiari, le candidature, le misure ammissibili, ecc. figurano nel regolamento FEG.


Fonte: Commissione Europea, DG Occupazione, affari sociali e inclusione.

Ci sei? Sei conness@? La Commissione investe sulla connettività in Europa e finanzia la WI-FI gratuita nei luoghi pubblici

https://ec.europa.eu/italy/sites/italy/files/img/news/wifi4eu_250.jpg

La Commissione Europea spiana la strada a una maggiore e migliore connettività internet per tutti i cittadini, le cittadine e le imprese, proponendo un’ambiziosa riforma delle norme UE in materia di telecomunicazioni, introducendo nuove iniziative per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività nell'UE tra cui l'iniziativa WiFi4EU, wifi gratis in tutti i luoghi pubblici dell'UE.

La Commissione Europea ha presentato una serie di proposte per promuovere gli investimenti nelle reti ad altissima capacità e accelerare l’accesso pubblico al wi-fi. Al lavoro, a casa o nei loro spostamenti, gli europei e le europee si aspettano di poter contare su una connessione internet rapida e affidabile. Nei settori dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, dell’industria manifatturiera o dei trasporti è urgente incentivare gli investimenti nelle reti ad altissima capacità. 

Per far fronte a queste sfide e preparare il futuro digitale dell’Europa, la Commissione ha presentato tre obiettivi strategici di connettività per il 2025:

  • 1. tutti i principali motori socioeconomici, quali scuole, università, centri di ricerca, poli di trasporto, fornitori di servizi pubblici come ospedali e amministrazioni, così come le imprese basate sulle tecnologie digitali dovrebbero avere accesso a una connettività gigabit (connettività elevatissima che consente agli utenti di caricare/scaricare 1 gigabit di dati al secondo;
  • 2. tutte le famiglie europee, nelle zone rurali o urbane, dovrebbero avere accesso a una connettività che offra velocità di download di almeno 100 Mb/s, che può passare all'ordine dei Gb/s;
  • 3. tutte le aree urbane e le principali strade e ferrovie dovrebbero avere una continuità di copertura delle reti 5G, la quinta generazione dei sistemi di comunicazione senza fili. Come un obiettivo intermedio, entro il 2020 il 5G dovrebbe essere in commercio almeno in una grande città di ogni Stato membro dell’UE.

Un'iniziativa chiave del pacchetto sulla connettività è WiFi4EU

L'iniziativa punta ad aiutare le comunità a offrire a tutti i cittadini punti di accesso wi-fi gratuito. L’iniziativa contribuirà all’obiettivo di fare sì che "entro il 2020 ogni villaggio e ogni città in Europa abbia un accesso Wi-Fi gratuito nei principali centri della vita pubblica", attraverso lo stanziamento di  un importo globale di 120 milioni di euro per finanziare le infrastrutture necessarie a garantire un'offerta pubblica di Wi-Fi gratuito in 6000-8000 Comuni in tutti gli Stati membri.

Le autorità pubbliche locali (Comuni o gruppi di Comuni) che intendono offrire una connessione Wi-Fi nelle zone (ad esempio all’interno e in prossimità di edifici pubblici, centri sanitari, parchi o piazze. in cui non esiste alcun analogo servizio pubblico o privato) potranno richiedere un finanziamento tramite una procedura semplice e non burocratica. 

L’invito a presentare candidature verrà aperto il 07/11/2018 alle 13:00.

Il nuovo regime pubblico potrebbe fornire connettività a migliaia di spazi pubblici, generando da 40 a 50 milioni di connessioni wi-fi al giorno. I finanziamenti per l’installazione di punti di accesso locali senza fili dovrebbero essere disponibili in tempi rapidi, dopo l’adozione del regime da parte del Parlamento europeo e degli Stati membri. Come previsto nella direttiva sul commercio elettronico, le autorità locali che offrono tali servizi ai loro cittadini non sono responsabili dei contenuti che essi trasmettono.

Ma tutti questi obiettivi possono essere conseguiti solo con ingenti investimenti

La Commissione propone pertanto un nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche che contiene norme semplificate e lungimiranti grazie alle quali le imprese saranno invogliate a investire in nuove infrastrutture di qualità, in tutti i paesi dell’UE, sia localmente che oltreconfine. Nel prossimo decennio (entro il 2025) gli investimenti mobilitati dal nuovo quadro potrebbero far aumentare il nostro PIL di 910 miliardi € e creare 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro. 

Un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche che aiuta a costruire le reti del futuro

Si stima che per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti in materia di connettività serviranno nel prossimo decennio investimenti per 500 miliardi di euro. Questo denaro dovrà in gran parte provenire da fonti private. Tuttavia, le attuali tendenze di investimento indicano che con ogni probabilità mancheranno all'appello 155 miliardi di euro.
Per attrarre gli investimenti mancanti, la Commissione propone una modernizzazione delle attuali norme UE sulle telecomunicazioni, il cui ultimo aggiornamento risale al 2009. Il codice stimolerà la concorrenza, che a sua volta darà impulso agli investimenti e rafforzerà il mercato interno e i diritti dei consumatori.

Il nuovo codice europeo delle comunicazioni propone:

  • un aumento della concorrenza e della prevedibilità degli investimenti. Gli investitori, indipendentemente dal settore di attività in cui operano, hanno bisogno di certezza a lungo termine. Ciò significa che devono poter contare su un quadro normativo stabile che riduca le divergenze tra le prassi regolamentari dei vari paesi dell’UE. Il codice applicherà la regolazione del mercato solo se nell’interesse dell’utente finale e se gli accordi commerciali tra operatori non offrono soluzioni competitive. Il nuovo codice riduce sostanzialmente gli obblighi normativi nel caso in cui operatori concorrenti coinvestano in reti ad altissima capacità e facilita la partecipazione dei piccoli operatori a progetti di investimento grazie alla condivisione dei costi, al superamento di barriere di scala ecc. Il codice introduce nuove norme che rendono più prevedibili le prospettive d’investimento per i "pionieri" che assumono il rischio di investire in questo tipo di reti in zone meno redditizie, come quelle rurali. Con il nuovo codice cambia la prospettiva della concorrenza: non più solo per l’accesso alle reti, ma anche per gli investimenti in tali reti (per maggiori dettagli, cfr. sezione Domande e risposte);
  • uso migliore delle frequenze radio. Ridurre le divergenze tra le prassi regolamentari dei vari paesi dell’UE è particolarmente importante nel settore dello spettro radio, che è la principale materia prima delle comunicazioni senza fili. Il codice propone licenze di lunga durata, assieme a requisiti più rigorosi per l’uso dello spettro radio in modo efficace ed efficiente. Propone inoltre di coordinare i parametri di base, come i tempi di assegnazione, per assicurare la rapida liberazione dello spettro ad uso del mercato dell’UE e una maggiore convergenza delle politiche nazionali in materia di spettro allo scopo di offrire una copertura completa senza fili in tutta l'UE;
  • maggiore tutela dei consumatori, nelle zone in cui le norme generali sulla tutela dei consumatori non contemplano le esigenze settoriali specifiche. Con le norme aggiornate i consumatori abbonati a pacchetti di servizi (che combinano internet, TV, telefonia fissa e mobile ecc.) potranno cambiare fornitore con più facilità e i gruppi vulnerabili (anziani, disabili e beneficiari di assistenza sociale) vedranno tutelato il loro diritto a sottoscrivere contratti internet a prezzi abbordabili;
  • un ambiente online più sicuro per gli utenti e regole più eque per tutti gli operatori. Per garantire che siano applicati i requisiti di sicurezza (vale a dire, reti e server sicuri), una serie di norme saranno estese anche ai nuovi operatori online che offrono servizi equivalenti agli operatori tradizionali. Il regolamento prevede anche che in futuro gli utenti possano chiamare il 112, numero di emergenza universale nell'UE, attraverso tali servizi online, senza incorrere in alcun costo supplementare.
Nell’ambito di queste proposte legislative, la Commissione propone anche di rafforzare il ruolo delle autorità nazionali di regolamentazione e dell’agenzia BEREC, per garantire l’applicazione coerente e prevedibile delle norme in tutto il mercato unico digitale, limitando l’attuale frammentazione e incoerenza.

Un Piano d’azione per il 5G

La Commissione ha presentato anche un piano d'azione per il 5G, che prevede un calendario comune per coordinare il lancio commerciale del 5G nell’UE nel 2020, nonché la collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate del settore per individuare e assegnare le bande di spettro per il 5G, sperimentare il 5G mediante test paneuropei a partire dal 2018, promuovere standard globali comuni e incoraggiare l’adozione di tabelle di marcia nazionali per l'installazione del 5G in tutti gli Stati membri dell’UE.

La Commissione e gli investitori nel settore delle telecomunicazioni valutano inoltre la possibilità di fornire capitale di rischio alle start-up che sviluppano soluzioni 5G per applicazioni e servizi innovativi in tutti i settori industriali. Ciò potrebbe avvenire sotto forma di uno strumento di finanziamento di rischio specifico che aiuti queste imprese a immettere nel mercato nuovi servizi, come ad esempio nei settori della guida automatica, della fornitura delle merci per mezzo di droni, o della realtà virtuale per collaborazione professionale specifica.

Contesto

Le imprese, dalle start-up alle grandi società, fanno sempre più affidamento su internet per condurre la propria attività, creare e ingrandirsi. Nella corsa mondiale alla creazione di imprese ad alta tecnologia e alla trasformazione di quelle tradizionali, una connettività internet di prim'ordine è un elemento imprescindibile. Il successo del commercio elettronico, l’internet degli oggetti, l’affidabilità delle applicazioni per i servizi sanitari e della pubblica amministrazione online, l’esperienza degli utenti con i contenuti audio e video nei giochi e nello streaming: tutto ciò e molto altro dipendono dagli investimenti nella connettività futura. Servirà una copertura a banda larga potenziata per permettere l'uso di servizi online simultaneamente da parte di molti utenti nello stesso luogo, ad esempio negli aeroporti, negli stadi, nei parchi commerciali e nelle pubbliche amministrazioni, e collegare tra loro miliardi di oggetti, dalle automobili agli elettrodomestici. Grazie a questa copertura i bambini potranno imparare in un modo nuovo a scuola mediante la realtà virtuale e i medici effettuare interventi chirurgici a distanza.
Nel 2015, il 71% delle famiglie europee, ma solo il 28% di quelle residenti nelle zone rurali, avevano accesso a una connessione fissa a internet veloce (velocità di download di almeno 30 Mb/s), e per quanto riguarda la copertura mobile 4G, la media UE era dell’86%, ma solo 36% nelle zone rurali (fonte): sono dati che rivelano l'inadeguatezza dell'attuale infrastruttura rispetto alle esigenze di rapidità, qualità e affidabilità necessarie per realizzare il mercato unico digitale.
La Commissione, basandosi sugli obiettivi per la banda larga nell'UE a orizzonte 2020, delinea oggi una visione di società gigabit europea, nella quale la disponibilità e la diffusione delle reti ad altissima capacità generalizzeranno non solo l'uso, ma anche lo sviluppo, di prodotti, servizi e applicazioni nel mercato unico digitale.

Verso un mercato unico digitale

Le iniziative sulla connettività, presentate oggi insieme alle nuove norme UE sul diritto d’autore (comunicato stampaconferenza stampa alle 15.15, ora dell’Europa centrale (CET), fanno parte della strategia dell’UE volta a creare un mercato unico digitale. La Commissione ha messo in cantiere 16 iniziative (comunicato stampa) ed è sulla buona strada per realizzarle tutte alla fine di quest’anno.
La Commissione confida che il Parlamento europeo e il Consiglio approvino gli ambiziosi obiettivi qui presentati e adottino le proposte legislative non appena possibile, in modo che i cittadini europei possano beneficiare appieno delle opportunità digitali.

Per ulteriori informazioni

Documenti adottati:

domenica 4 novembre 2018

#HerStoryOurStory: La Campagna della Commissione Europea e dell'ONU contro la violenza sulle donne e le ragazze



Nell'ambito dell'iniziativa congiunta denominata  Spotlight, l'UE e l'ONU hanno lanciato #HerStoryOurStory - una campagna che mira a sensibilizzare  l'opinione pubblica sul gravissimo impatto della violenza contro le donne e le ragazze, dimostrando che ciascuno di noi - tanto collettivamente che individualmente - possiamo giocare un ruolo fondamentare per eliminarla definitivamente. A partire da adesso! Ed in effetti si tratta di un VIDEOGIOCO online che cerca di coinvolgere un vasto pubblico internazionale e locale, sfidando i giocatori a riflettere su come reagire di fronte a una situazione critica. La Campagna, al contempo, evidenzia i temi prioritari nell'Iniziativa Spotlight.

Agisci e lasciati coinvolgere da herstoryourstory.net

Ogni ragazza e ogni donna ha il diritto di vivere senza violenza, discriminazione, intimidazione o abuso. Eppure oggi la violenza nega questo semplice diritto a milioni di donne e ragazze, in tutto il Mondo. La violenza contro donne e ragazze rimane una delle violazioni più persistenti, sistematiche e diffuse dei diritti umani.
  • Solo il 4% della copertura mediatica sportiva è dedicato agli atleti di sesso femminile 
  • Circa 1 donna su 3 in tutto il mondo ha subito violenza fisica o sessuale a un certo punto della propria vita 
  • La ricchezza globale aumenterebbe di 136 trilioni di euro se le donne ricevessero lo stesso salario per lo stesso lavoro 
  • Oltre il 70% delle vittime della tratta di esseri umani a livello mondiale sono donne e ragazze; 3 su 4 ragazze e donne vittime della tratta vengono sfruttate sessualmente

Perché succede?

La violenza e la discriminazione contro donne e ragazze sono radicate nella disuguaglianza strutturale delle relazioni di potere tra donne e uomini. Pericolose e inique regole sociali e di genere sottintendono che le donne e le ragazze sono da considerare meno valide delle loro controparti maschili, perpetuando anche così il controllo ed il senso di possesso e di diritto che gli uomini avrebbero su donne e ragazze.La violenza e la discriminazione contro donne e ragazze possono colpire chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. È presente in ogni Paese e può verificarsi sia in spazi privati ch​​e pubblici, indipendentemente dall'età, dall'istruzione o dallo stato socioeconomico. Non esiste nessuna ragione che possa giustificarle e mai, in nessun caso, la colpa è della vittima.

Qual'è l'impatto?

Violenza e discriminazione negano a donne e ragazze il diritto di realizzare il loro potenziale per vivere la vita che scelgono liberamente di avere. Ha conseguenze fisiche, sessuali e mentali immediate e a lungo termine e impedisce a ragazze e donne di partecipare pienamente alla Società.Quando le donne e le ragazze hanno i medesimi poteri e opportunità degli uomini, se libere dalla violenza possono esercitare i loro diritti e promuovere lo sviluppo sostenibile, tanto per se stesse che per la loro famiglia, comunità o il proprio Paese.

Come possiamo eliminare la violenza e la discriminazione?

Il processo per eliminare la violenza e la discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze è, a lungo termine, complesso. Affrontare la - profondamente radicata - disuguaglianza di genere che le alimenta richiede, infatti, interventi in molteplici ambiti e livelli. 
Ma questo processo può essere fermato e tutti noi abbiamo un ruolo importante da svolgere. Individualmente e/o collettivamente, dobbiamo diventare un tràmite positivo, difendendo i diritti delle donne e delle ragazze e denunciando apertamente le discriminazioni e gli abusi.Censurando e richiamando taluni comportamenti e atteggiamenti dannosi, metteremo in discussione quelle regole e prassi radicate che non fanno altro che perpetuare la violenza e la discriminazione.Promuovere la mascolinità positiva, che include l'essere gentile, rispettoso e complice, contribuirà senz'altro a creare un cambiamento culturale in cui essere un Uomo non significa essere un violento.