mercoledì 15 giugno 2011

Sì della commissione economica del PE a Mario Draghi come presidente della BCE

Si ricorda che la Banca Centrale Europea (BCE) fa parte del sistema europeo che ha la pesante responsabilità della conduzione della politica monetaria per tutta l’area dell’euro, la seconda maggiore economia al mondo dopo gli Stati Uniti. Si ricorda anche che gli oltre 20 membri del consiglio direttivo della BCE, che detengono un potere enorme sulle stesse economie europee e, dunque, sulla nostra vita di tutti i giorni, non vengono eletti dagli europei bensí nominati dai governi degli stati membri, ovviamente dietro fortissime pressioni da parte del sistema bancario internazionale che, come é noto, e´il primo responsabile della "crisi" in corso.

I membri della commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo si sono espressi questo mercoledì con 33 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astensioni, in favore della nomina di Mario Draghi a successore di Jean-Claude Trichet. Il parere della commissione dovrà ora essere confermato dall'Aula il 23 giugno prossimo.
Durante l'audizione di martedì, Mario Draghi ha ribadito che la BCE non deve allontanarsi dal suo obiettivo primario di stabilità dei prezzi e che contava utilizzare il Parlamento europeo come un vincolo per rafforzare la responsabilità della BCE verso i cittadini. Ha inoltre aggiunto che, per risolvere in parte la crisi greca, si può considerare la partecipazione volontaria di investitori privati.
Nel corso di un'audizione di oltre di due ore che è servita alla commissione competente per formulare il proprio parere sull’idoneità del governatore della Banca d’Italia quale successore, Draghi ha risposto alle domande relative alla sua visione per la BCE, al miglior modello per il rinnovamento del sistema della governance economica, al modo migliore per superare la crisi greca, e anche ai suoi trascorsi in qualità di vicepresidente della banca d'investimenti Goldman Sachs.
A margine dell'audizione, Draghi ha dichiarato ai giornalisti presenti che si è trattato "della mia prima esperienza di responsabilità democratica, una delle esperienze di apprendimento più grandi che abbia mai avuto".
La via da seguire per la BCE
Draghi ha ripetutamente difeso la linea dura della BCE per quanto riguarda l'inflazione, sottolineando che nulla - nemmeno una crisi del debito sovrano - dovrebbe distogliere l’attenzione da questo obiettivo. D'altra parte, ha anche riconosciuto che il ruolo della BCE nella valutazione del rischio e nella partecipazione alla politica monetaria, è aumentato. Alle domande degli europarlamentari sul ruolo della BCE, ha insistito sul fatto che la banca non perde la sua indipendenza, e neanche oltrepassa il suo mandato, a condizione che non si addentri nel campo della politica. Ha anche ricordato che, essendo italiano, nel corso degli anni '70 ha vissuto in prima persona gli anni dell'inflazione a due cifre e dei conti pubblici fuori controllo e, per tale motivo, sostiene pienamente la riforma fiscale e la lotta all'inflazione.
Grecia
I deputati hanno concentrato gran parte delle loro domande sul tema più immediato della giornata, vale a dire la situazione greca. Pur attenendosi alla posizione di 'no default' sostenuta da Trichet, Draghi ha tuttavia accettato che gli investitori privati potrebbero essere inseriti nel quadro di una soluzione per la Grecia, a condizione che ciò avvenga su base “interamente volontaria", come già accaduto nel 2009 per alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale. "Il costo di una vera inadempienza supererà i benefici e non affronterà le cause alla radice. Inoltre, non sappiamo quali effetti contagiosi essa potrà produrre", ha quindi aggiunto il candidato, respingendo la tesi che la motivazione principale della sua posizione sia che la BCE è troppo esposta al debito greco. Infine, ha sottolineato che "possiamo salvare Atene", ricordando come l'Italia negli anni '90 riuscì a risolvere i suoi problemi in circostanze più avverse.
Una nuova governance economica
Sulla governance economica, Draghi ha chiesto uno sforzo per consolidare e costruire su quanto già esiste piuttosto che guardare troppo avanti. "Il pacchetto legislativo sulla governance economica può essere più ambizioso. Abbiamo bisogno di maggiori automatismi e più sanzioni, come giustamente chiesto dal Parlamento europeo". Rispondendo a una domanda su un possibile ministro delle Finanze dell'Unione europea, Draghi ha replicato che l'UE non è pronta a questo passo. Per lo stesso motivo, ha anche detto che gli Eurobond rappresenterebbero al momento “un passo troppo lungo”.
Goldman Sachs
Alcuni deputati hanno chiesto a Draghi del suo coinvolgimento in passato con la Goldman Sachs e di come questo potrebbe influire negativamente sulla sua integrità in qualità di presidente della BCE. Draghi si è difeso con veemenza, ribadendo che non ha mai preso parte alle trattative della Goldman Sachs con i governi e che, da allora, il lavoro da lui svolto per dare un giro di vite al settore bancario e l’allarme lanciato relativamente l’accumulo del rischio, dimostra prova che non è alla mercé del settore finanziario.


I membri del Consiglio direttivo della BCE, tutti giovani, eletti dai popoli europei e con una folta rappresentanza femminile!!