Lo sanno anche le pietre, il PD è ormai un partito agonizzante. Durerà poco ed i suoi affiliati lo sanno bene. Al pari dei loro colleghi del PDL (Mauro Pili in testa), non perdono dunque occasione per cercare di scolpire i loro nomi nella “grande opera”, quella destinata a risollevare i destini della Sardegna portando benessere e sviluppo. Sinora sono riusciti a seminare solo desolazione e a creare false aspettative nella gente, tenuta volutamente all'oscuro del reale e devastante impatto che le loro proposte possono avere. Qualcuno riesce a fermarli, per favore?
Quirra, per il PD è l'"unica possiblità di un futuro industriale" per la Sardegna
Il 26 settembre 2008 scendono in campo i generali del PD sardo Amalia Schirru, Giulio Calvisi, Paolo Fadda, Siro Marroccu, Caterina Pes, Guido Melis e Andrea Tulli. Lo fanno con un’allarmata interrogazione al ministero della Difesa La Russa, chiedendo lumi sull'annunciato stop alle sperimentazioni in Sardegna dell’aereo da guerra senza pilota - chiamato Sky X - e ricordando al governo l'impegno per la pista di volo a Monte Cardiga, pregiudiziale, insieme all'autorizzazione di un corridoio di volo con Decimomannu, per la messa in rete in Sardegna dei quattro poligoni sperimentali, “una struttura unica in Italia – fanno notare gli zelanti generali del PD sardo - adatta per le sperimentazioni sia militari che civili di grande rilevanza, possibili grazie alla disponibilità di un territorio esteso per dodicimila ettari, più un ampio braccio di mare sulla costa orientale. Il quadrilatero sardo”. Senza quel corridoio, a detta di Fadda&C, sarà più difficile realizzare quel polo aerospaziale, “che rappresenta, per alcuni territori sardi, l'unica possibilità di un futuro industriale”. Dunque, tuona l’allarme dei nostri parlamentari: accelerare e garantire il potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra. Oggi, su quella operazione “fondamentale per il nostro sviluppo” indaga finalmente la magistratura, dopo che centinaia di persone hanno perso la vita.
Chimica pesante: per Bersani "La realtà è che non esiste un solo Paese industrializzato che ha rinunciato alla chimica".
E’ la rinomata teoria di Bersani che, tra l’altro, evidenzia che il nostro Paese realizza buona parte della sua ricchezza proprio dall’industria con i servizi collegati. A giudicare dall'andamento del Paese mi pare che anche un ragazzino di 13 anni è in grado di sollevare qualche dubbio, soprattutto se viene da una Regione, come la nostra, dove i danni dell’industria pesante vengono vissuti quotidianamente da centinaia di persone. Ma Bersani, che conosce la Sardegna solo per scopi elettorali, non si arrende e rimarca: «Bisogna sempre sapere da che cosa mangiamo». D'accordo! Peccato però che nessuno ci dice di cosa, in alcune zone della Sardegna, si muore di leucemia e asbestosi.
GALSI, un'opportunità per il PD o per il basso Sulcis?
Il progetto di gasdotto GALSI è stato consacrato nel 2007 ad Alghero dal governo Prodi e da Renato Soru che scipparono, pare, una "idea" di Berlusconi e dell’ex presidente della Regione Mauro Pili. Il 23 novembre 2009 al THotel di Cagliari, Tore Cerchi, illustre membro del PD sardo e Presidente dell’ANCI Sardegna, fa la riverenza ai responsabili del gasdotto GALSI, giunti in Sardegna a portare benessere e sviluppo. Lo fa di sua iniziativa e senza aver sentito prima le istanze democratiche dell’Associazione che rappresenta. Dunque, apre le braccia a GALSI e lo fa a nome di tutti i comuni della Sardegna che, come lui, non hanno la minima idea di cosa effetivamente si tratti. L’incontro al THotel si conclude con l’intervento dei carabinieri, accorsi a seguito delle urla di alcuni cittadini e cittadine che chiedevano di far intervenire la Signora Murighile, presidentessa della provincia di Olbia-Tempio, la quale chiedeva la parola per sostenere la sua contrarietà a quel progetto di cui, evidentemente, ha avuto occasione di capire le dannosissime implicazioni. Nel giugno del 2010, Fadda (PD) e 22 parlamentari pidiessini, tra i quali vari sardi, interrogavano indignati il Parlamento italiano circa l’eliminazione del GALSI dai progetti prioritari dell’UE in materia energetica, in piena concorrenza con Mauretto Pili che, rivendicando la paternità sull’opera, mente spudoratamente annunciando il via definitivo da parte del governo alla realizzazione del GALSI. Nel frattempo si susseguono i convegnetti farsa organizzati dal PD soprattutto nella zona dove quella “manna” piomberà dal cielo: Giba e San Giovanni Suergiu. Alcune di queste iniziative si sono concluse con l’intervento dei carabinieri, chiamati a sedare le reazioni indignate di coloro a cui veniva regolarmente negata la possibilità di manifestare la propria opinione contraria a quel tubo. L’ultima iniziativa si tiene stasera a Giba, organizzata sempre dal PD e, questa volta, dal titolo un po’ più sibillino e interlocutorio: "Gas metano a Portobotte, un'opportunità per il basso Sulcis?". Ovviamente, gli organizzatori si sono guardati bene dall’invitare chi la pensa diversamente da loro e, meno che mai, il Comitato ProSardegnaNoGasdotto che, da anni, combatte una difficile battaglia contro quello scempio. Dunque: PD e PdL, con la complicità di gran parte dei mezzi di comunicazione, uniti nella lotta per portare finalmente lo "sviluppo, la crescita e la competitività" in Sardegna. Dall'altra parte la gente, gli operatori e le aziende che continuano ad essere tenuti all’oscuro della reale portata di quell’inutile e dannoso progetto.
Sorgono spontanee alcune domande:
- è gretta ignoranza o malafede?
- cosa hanno a che vedere talune scelte del PD con le prediche sulla Pace, sulla salute e sul benessere della gente che leggiamo nel programma di quel Partito?
- Il PD sostiene gli interessi della Sardegna o quelli delle lobby di potere italiane e straniere che, sinora, qui da noi hanno fatto solo danni?
- come si conciliano talune posizione del PD , che dovrebbe ispirarsi ai sani principi della Democrazia e della Sinistra, con il capitalismo (è ancora politicamente corretto usare questo termine?) sfrenato che la gran parte dei suoi affiliati (alcuni dei quali si divertono a definirsi ancora "comunisti") difendono con le unghie e con i denti?
Personalmente ritengo che sia giunto il momento di fare chiarezza. Quel Partito, benché agonizzante, rappresenta sempre una parte importante dell’elettorato sardo e ha il dovere, se non l’obbligo, di dare delle risposte serie e concrete alla Sardegna. E questo non lo si può fare solo leggendo l’Unione Sarda.
Quirra, per il PD è l'"unica possiblità di un futuro industriale" per la Sardegna
Il 26 settembre 2008 scendono in campo i generali del PD sardo Amalia Schirru, Giulio Calvisi, Paolo Fadda, Siro Marroccu, Caterina Pes, Guido Melis e Andrea Tulli. Lo fanno con un’allarmata interrogazione al ministero della Difesa La Russa, chiedendo lumi sull'annunciato stop alle sperimentazioni in Sardegna dell’aereo da guerra senza pilota - chiamato Sky X - e ricordando al governo l'impegno per la pista di volo a Monte Cardiga, pregiudiziale, insieme all'autorizzazione di un corridoio di volo con Decimomannu, per la messa in rete in Sardegna dei quattro poligoni sperimentali, “una struttura unica in Italia – fanno notare gli zelanti generali del PD sardo - adatta per le sperimentazioni sia militari che civili di grande rilevanza, possibili grazie alla disponibilità di un territorio esteso per dodicimila ettari, più un ampio braccio di mare sulla costa orientale. Il quadrilatero sardo”. Senza quel corridoio, a detta di Fadda&C, sarà più difficile realizzare quel polo aerospaziale, “che rappresenta, per alcuni territori sardi, l'unica possibilità di un futuro industriale”. Dunque, tuona l’allarme dei nostri parlamentari: accelerare e garantire il potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra. Oggi, su quella operazione “fondamentale per il nostro sviluppo” indaga finalmente la magistratura, dopo che centinaia di persone hanno perso la vita.
Chimica pesante: per Bersani "La realtà è che non esiste un solo Paese industrializzato che ha rinunciato alla chimica".
E’ la rinomata teoria di Bersani che, tra l’altro, evidenzia che il nostro Paese realizza buona parte della sua ricchezza proprio dall’industria con i servizi collegati. A giudicare dall'andamento del Paese mi pare che anche un ragazzino di 13 anni è in grado di sollevare qualche dubbio, soprattutto se viene da una Regione, come la nostra, dove i danni dell’industria pesante vengono vissuti quotidianamente da centinaia di persone. Ma Bersani, che conosce la Sardegna solo per scopi elettorali, non si arrende e rimarca: «Bisogna sempre sapere da che cosa mangiamo». D'accordo! Peccato però che nessuno ci dice di cosa, in alcune zone della Sardegna, si muore di leucemia e asbestosi.
GALSI, un'opportunità per il PD o per il basso Sulcis?
Il progetto di gasdotto GALSI è stato consacrato nel 2007 ad Alghero dal governo Prodi e da Renato Soru che scipparono, pare, una "idea" di Berlusconi e dell’ex presidente della Regione Mauro Pili. Il 23 novembre 2009 al THotel di Cagliari, Tore Cerchi, illustre membro del PD sardo e Presidente dell’ANCI Sardegna, fa la riverenza ai responsabili del gasdotto GALSI, giunti in Sardegna a portare benessere e sviluppo. Lo fa di sua iniziativa e senza aver sentito prima le istanze democratiche dell’Associazione che rappresenta. Dunque, apre le braccia a GALSI e lo fa a nome di tutti i comuni della Sardegna che, come lui, non hanno la minima idea di cosa effetivamente si tratti. L’incontro al THotel si conclude con l’intervento dei carabinieri, accorsi a seguito delle urla di alcuni cittadini e cittadine che chiedevano di far intervenire la Signora Murighile, presidentessa della provincia di Olbia-Tempio, la quale chiedeva la parola per sostenere la sua contrarietà a quel progetto di cui, evidentemente, ha avuto occasione di capire le dannosissime implicazioni. Nel giugno del 2010, Fadda (PD) e 22 parlamentari pidiessini, tra i quali vari sardi, interrogavano indignati il Parlamento italiano circa l’eliminazione del GALSI dai progetti prioritari dell’UE in materia energetica, in piena concorrenza con Mauretto Pili che, rivendicando la paternità sull’opera, mente spudoratamente annunciando il via definitivo da parte del governo alla realizzazione del GALSI. Nel frattempo si susseguono i convegnetti farsa organizzati dal PD soprattutto nella zona dove quella “manna” piomberà dal cielo: Giba e San Giovanni Suergiu. Alcune di queste iniziative si sono concluse con l’intervento dei carabinieri, chiamati a sedare le reazioni indignate di coloro a cui veniva regolarmente negata la possibilità di manifestare la propria opinione contraria a quel tubo. L’ultima iniziativa si tiene stasera a Giba, organizzata sempre dal PD e, questa volta, dal titolo un po’ più sibillino e interlocutorio: "Gas metano a Portobotte, un'opportunità per il basso Sulcis?". Ovviamente, gli organizzatori si sono guardati bene dall’invitare chi la pensa diversamente da loro e, meno che mai, il Comitato ProSardegnaNoGasdotto che, da anni, combatte una difficile battaglia contro quello scempio. Dunque: PD e PdL, con la complicità di gran parte dei mezzi di comunicazione, uniti nella lotta per portare finalmente lo "sviluppo, la crescita e la competitività" in Sardegna. Dall'altra parte la gente, gli operatori e le aziende che continuano ad essere tenuti all’oscuro della reale portata di quell’inutile e dannoso progetto.
Sorgono spontanee alcune domande:
- è gretta ignoranza o malafede?
- cosa hanno a che vedere talune scelte del PD con le prediche sulla Pace, sulla salute e sul benessere della gente che leggiamo nel programma di quel Partito?
- Il PD sostiene gli interessi della Sardegna o quelli delle lobby di potere italiane e straniere che, sinora, qui da noi hanno fatto solo danni?
- come si conciliano talune posizione del PD , che dovrebbe ispirarsi ai sani principi della Democrazia e della Sinistra, con il capitalismo (è ancora politicamente corretto usare questo termine?) sfrenato che la gran parte dei suoi affiliati (alcuni dei quali si divertono a definirsi ancora "comunisti") difendono con le unghie e con i denti?
Personalmente ritengo che sia giunto il momento di fare chiarezza. Quel Partito, benché agonizzante, rappresenta sempre una parte importante dell’elettorato sardo e ha il dovere, se non l’obbligo, di dare delle risposte serie e concrete alla Sardegna. E questo non lo si può fare solo leggendo l’Unione Sarda.