mercoledì 9 febbraio 2011

LA TRAPPOLA DEL REFERENDUM SUL NUCLEARE IN SARDEGNA

Il 15 maggio prossimo i sardi e le sarde sono chiamati a pronunciarsi circa la loro volontà o meno di accettare centrali e scorie nucleari sul proprio territorio. Molti di loro, come me, si sono già pronunciati al riguardo circa 22 anni fa, tramite un referendum che, in tutta l’Italia, sancì un secco NO all’utilizzo di quella tecnologia, sulla cui inutilità e pericolosità non c’è bisogno di dilungarsi. Ormai anche le pecore sanno che è così.
Dovrei essere un avvocato e, per questo, intendere un poco di diritto. Non mi pare che i risultati di un referendum, trascorso un tot di tempo, decadano o perdano validità. Dunque, per me continua a valere quel referendum di 22 anni fa e, quindi, in nessuna parte del territorio italiano possono essere installate centrali nucleari.
Premesso che, ovviamente, il 15 maggio andrò sportivamente a votare, ho un po’ di cose in testa che distraggono la mia attenzione da quella che dovrebbe essere una normalissima iniziativa referendaria:
• E’ stata annunciata in pompa magna da Ugo Cappellacci. Presidente della regione Sardegna, insigne affiliato al PdL e fedelissimo di Berlusconi . Tutte persone alle quali non affiderei una busta dell’immondezza.
• Sempre in tema di aliga*, le recenti dichiarazioni della ministra Prestigiacomo che, in linea con lo spirito federalista del suo governo, in sintesi afferma: votate, votate pure, tanto poi facciamo come cavolo ci pare;
• La recente campagna pubblicitaria subliminale sul nucleare, che non ho ancora avuto il piacere di ammirare ma di cui ho sentito parecchi commenti alquanto “critici”;
• La recente campagna pubblicitaria dell’ENI (ben spiegata dal video qui allegato) che, pare, entri a pieno titolo nel bel giochetto con cui Sarkozy e Berlusconi si spartiscono la torta del nucleare;
• L’”offensiva energetica” che da tempo investe la nostra Isola, dal furto del vento, al gasdotto GALSI (in cui c’è dentro, ovviamente, anche l’ENI) che sventrerà inutilmente la Sardegna;
• La strana assenza di un piano energetico nazionale e regionale, oltre alla mancanza di una vera politica energetica europea che, volutamente, legittima il far west energetico a cui stiamo assistendo;
• Infine, il modo sibillino e fuorviante in cui viene formulato il quesito referendario; ossia: “Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?''. Che, tradotto, significa che chi è contrario al nucleare in Sardegna deve rispondere SI.
Se tutto ciò che ho appena evidenziato viene letto alla luce di quanto accade da decenni nella nostra Isola, dove in cambio di un posto di lavoro si tollera veramente di tutto e di più…il gioco è fatto.
E’ certo dunque che il motivo su cui la lobby nucleare insisterà di più durante la campagna referendaria sarà questo: centrali e scorie in Sardegna = posti di lavoro. Ecco come si convincono i sardi. Per far questo è sufficiente un autoradio di seconda mano e il Ceto Laqualunque di turno porrà a disposizione il territorio. Un po’ di visibilità sull'unionesarda** e il suo nome legato alla “grande opera per lo sviluppo dell’Isola”, convincerà anche il più radicale dei “politici” sardi, a destra come a sinistra.
Alla fine, come previsto, il risultato sarà la vittoria del NO, quindi: scorie e centrali nucleari in Sardegna.
Ma c’è un ma, che neppure la Prestigiacomo ha messo in conto. E’ vero che le regioni non si possono opporre, anche a disprezzo del diritto e della volontà popolare. Ma le persone, la gente, i cittadini e le cittadine che hanno voluto e costruito lo Stato stesso, le regioni e i comuni….Loro si che si possono opporre, soprattutto quando amano i propri figli e le proprie figlie.
Referendum o no, in Sardegna le centrali e le scorie (legali o illegali) non le porteranno. A prescindere dal risultato di quel “referendum”.
Parola di padre.

* in lingua sarda: immondezza
** si tratta di una specie di quotidiano tipico sardo, unica fonte di informazione della "classe politica" isolana.
E questa dove ce la metteranno?

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