NON FACCIAMOCI CONDIZIONARE DALLE RASSICURAZIONI TATTICHE E ANDIAMO CON COSCIENZA A VOTARE AL REFERENDUM DEL 12 GIUGNO PER FAR SAPERE CHE NE IN ITALIA NE IN SARDEGNA ABBIAMO BISOGNO DEL NUCLEARE. IO AGGIUNGO: NEMMENO DEL GALSI
“E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate” mormorava il Ministro Prestigiacomo, rivolgendosi ai suoi colleghi di partito, qualche giorno fa in un fuori onda intercettato da un’agenzia. Già lo si sapeva ma la ringraziamo comunque per aver dato riprova agli italiani, con poche battute, del fatto che decisioni come quelle del futuro energetico italiano si giocano in base alla conta degli elettori.
Il dietrofront della Prestigiacomo, come la “pausa di riflessione responsabile” annunciata dal Ministro Romani, possono dunque essere letti in un’ottica di convenienza elettorale. Le ragioni di stato, il bene comune, il futuro dei nostri figli e nipoti, il rispetto dell’ambiente, tutto giocato sul tavolo dell’imminente appuntamento alle urne, in particolare di quello referendario. L’importante è saperlo.
La mossa più efficace in questo senso va riconosciuta al Consiglio dei Ministri che ha annunciato la moratoria di un anno al programma nucleare. L’azione cela una rassicurazione tattica mirata a scoraggiare l’affluenza degli elettori ai Referendum, già messa a dura prova dal mancato accorpamento con le elezioni amministrative. Il messaggio pone la sicurezza in primo piano e vuole lasciare ad intendere che alla luce della situazione di emergenza e allarme che si è venuta a creare nelle centrali nucleari di Fukushima, in Giappone, il ritorno al nucleare dell’Italia potrebbe essere scongiurato.
Rassicurati anche dalla programmazione di appositi “stress test”, come stabilito dal Consiglio europeo straordinario del 22 marzo, cui sottoporre le centrali europee più vecchie, ma non solo quelle, gli italiani dovrebbero sentire mitigata l’urgenza di esprimere il proprio vincolante parere in occasione del referendum abrogativo del 12 giugno. Non cadiamo in questo errore. L’unico modo per fermare davvero il nucleare, per far sì che l’attuale “pausa di riflessione” non si concluda nell’arco di un anno riaprendo l’iter per la realizzazione delle centrali è votare “SI’” al Referendum. Per raggiungere il quorum devono votare almeno 25 milioni di italiani. Non facciamoci condizionare andiamo con coscienza a far sapere che in Italia non abbiamo bisogno del nucleare (Gianfranco PadovanC - Presidente EnergoClub - http://www.energoclub.org/).
Io aggiungo: basta con i PACCHI ENERGETICI ai danni della nostra Isola, che continuano a tirarci anche grazie alla complicità di questa viscida "classe politica" che sta ammorbando la Sardegna. BASTA!!! Non si tratta solo di centrali nucleari, davanti ai nostri occhi si sta consumando l'ennesimo pacco energetico. Si chiama GALSI. Ci vogliono far credere che porterà il gas in Sardegna. Bugie. Squallide bugie. E poi, di quel gas proveniente dall'ennesima nazione governata da dittatori destinati a capitolare..cosa ce ne facciamo? E il nostro sole? E il nostro vento? Perché vogliono farci credere che non sono sufficienti ad alimentare tutte le nostre esigenze energetiche? Che ci serve gas e che ci servono le scorie..Per cosa? Ve lo dico io: PER ALIMENTARE I LORO SPORCHI AFFARI!!