giovedì 7 luglio 2011

Donne nelle imprese: il Parlamento Europeo chiede le quote

Le donne dovranno coprire il 30% delle alte dirigenze nelle più grandi società comunitarie quotate in borsa a partire dal 2015 e il 40% dal 2020. Se le misure su base volontaria per aumentare il numero delle donne nelle posizioni decisionali dovessero rivelarsi fallimentari, si dovrà applicare la legislazione europea.
Attualmente le donne occupano il 10% delle direzioni e solo il 3% delle presidenze dei consigli di amministrazione delle più grandi società europee quotate in Borsa. In una risoluzione non vincolante adottata oggi, i deputati sottolineano che occorreranno altri 50 anni prima che gli organi dirigenziali delle imprese siano composti almeno per il 40% da donne, in quanto la crescita del numero di donne nei Consigli di amministrazione è di solo mezzo punto percentuale all'anno. La risoluzione, redatta dal vicepresidente Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE, EL) sulle è stata adottata con 534 voti favorevoli, 109 voti contrari e 29 astensioni. Nel corso del dibattito in Aula la relatrice ha dichiarato che "l'Europa non può permettersi di non sfruttare il talento! Rafforzare il ruolo delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende non riguarda solo l'etica e l'uguaglianza, ma è anche essenziale per la crescita economica e per un mercato interno competitivo. Con l'adozione della relazione sulle donne e la direzione delle imprese, il Parlamento europeo ha inviato un messaggio forte a governi, parti sociali e imprese in Europa". Legislazione europea vincolante per incrementare la rappresentanza femminile nelle posizioni di alto livello. L'Aula chiede alla Commissione di "proporre delle norme che prevedano per il 2012 quote per implementare la rappresentanza femminile negli organi dirigenti delle imprese al 30% per il 2015 e al 40% per il 2020", qualora le misure su base volontaria non dovessero servire a raggiungere la proporzione di donne prevista.  Prendendo ad esempio le quote norvegesi, il Parlamento ha accolto le iniziative di Francia, Paesi Bassi e Spagna nel raggiungere le soglie. Ma anche altre imprese, non soltanto quelle più grandi, dovrebbero bilanciare la rappresentanza di genere e a questo scopo la Commissione dovrebbe pianificare una road map. Posizioni dirigenziali per donne e uomini qualificati Il Parlamento ha ribadito che le assunzioni negli organi di dirigenza delle imprese dovrebbero essere basate sulle competenze, sulle qualifiche e sulle esperienze del candidato. Studi hanno dimostrato che le compagnie con una percentuale più alta di donne tendono a produrre migliori risultati economico-finanziari. Per permettere a un numero maggiore di donne di assumere posti dirigenziali, Commissione e Stati Membri dovrebbero mettere in atto nuove politiche come la promozione dello sviluppo delle capacità individuali delle donne in seno all'impresa, attraverso corsi di formazione specifici e altre misure di supporto professionale, ad esempio regimi di tutoraggio e collegamento in rete.  Allo stesso tempo, gli Stati Membri dovranno introdurre misure speciali, come l'assistenza ai bambini, alle persone anziane, incentivi fiscali per le aziende o altri tipi di compensazione che consentano a donne e uomini che lavorano nelle imprese di conciliare la vita familiare con quella professionale.

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