Il 34% degli italiani ritiene che l'Europa non stia adottando le giuste misure per uscire dalla crisi: questo dato si contrappone alla tendenza generale europea che risulta essere a tal proposito piuttosto ottimista. Sono i principali dati che emergono dal Rapporto sull'Italia dell'Eurobarometro Standard 76*.
Il sondaggio è stato condotto tra il 7 e il 20 Novembre 2011 su un campione di 1.031 cittadini. Sulle azioni necessarie per uscire dalle difficoltà c'è un ampio consenso: la stragrande maggioranza, infatti, degli intervistati (72%) ritiene essenziale una riforma del mercato del lavoro che miri a ridurre la disoccupazione. Inoltre, secondo gli italiani, gli elementi sui quali l'UE dovrebbe concentrare le proprie azioni per superare la crisi sono la lotta alla povertà, il mercato dell'industria e l'economia verde. L'alto tasso di disoccupazione giovanile, che in Italia ormai da settembre 2011 si colloca al di sopra del 30%, spinge gli intervistati ad una scelta quasi scontata in materia di politiche giovanili: il 51%, infatti, ritiene che l'Unione debba intraprendere delle misure finalizzate a favorire l'occupazione dei giovani, senza tuttavia trascurare il miglioramento della qualità dell'istruzione e l'ulteriore promozione di programmi come l'Erasmus, che permettono di studiare all'estero. A proposito degli effetti della crisi economica sulla vita quotidiana, il 57% degli italiani afferma di avere problemi nell'affrontare le spese correnti. Di questi, l'11% confessa di incontrare quasi costantemente delle difficoltà ad arrivare alla fine del mese: un dato preoccupante ma in linea con i risultati rilevati a livello europeo (8%). L'Italia detiene invece la più alta percentuale di individui che dichiarano di non cercare attivamente informazioni sull'Unione europea: il 20% contro il 10% della media europea e l'8% registrato nel nostro Paese nel Novembre 2010. Questo dato è riconducibile alla grande copertura che i media nazionali danno alle questioni europee, soprattutto a seguito della crisi economica. Questa notevole quantità di informazioni disponibili si scontra con una parallela mancanza di qualità delle stesse: il 74% del campione ritiene infatti che i cittadini non siano correttamente informati sulle tematiche europee di attualità. Per gli italiani (83%) e per gli europei (86%) la televisione rimane il mezzo di comunicazione di massa più utilizzato anche se con alcune differenze percentuali legate all'età, al genere e alla provenienza geografica degli intervistati. A seguire troviamo la radio, anche se meno di un terzo degli italiani afferma di accenderla una volta al giorno (in Europa oltre la metà degli intervistati invece dichiara di farne un uso quotidiano) e la carta stampata, che vede il dato sul suo utilizzo giornaliero da parte degli italiani in ulteriore calo rispetto a un anno fa (dal 29% al 25%). La televisione risulta essere attendibile nel presentare le notizie europee anche se, proprio come la radio e la stampa, il dato sul grado di fiducia in essa riposto è in calo. Infine, qualche considerazione sul trend della rete. Gli utenti di internet sono in aumento: circa il 39% degli italiani dichiara infatti di connettersi quotidianamente. Inoltre, per ottenere informazioni sull'Unione europea vengono consultati principalmente i siti dei quotidiani o dei settimanali; a seguire troviamo le pagine istituzionali, i blog e altri siti di condivisione. L'utilizzo dei social media per ricercare informazioni rimane ancora marginale, ma la maggior parte degli intervistati ritiene che siano funzionali ad una maggiore partecipazione politica dei cittadini.
Il sondaggio è stato condotto tra il 7 e il 20 Novembre 2011 su un campione di 1.031 cittadini. Sulle azioni necessarie per uscire dalle difficoltà c'è un ampio consenso: la stragrande maggioranza, infatti, degli intervistati (72%) ritiene essenziale una riforma del mercato del lavoro che miri a ridurre la disoccupazione. Inoltre, secondo gli italiani, gli elementi sui quali l'UE dovrebbe concentrare le proprie azioni per superare la crisi sono la lotta alla povertà, il mercato dell'industria e l'economia verde. L'alto tasso di disoccupazione giovanile, che in Italia ormai da settembre 2011 si colloca al di sopra del 30%, spinge gli intervistati ad una scelta quasi scontata in materia di politiche giovanili: il 51%, infatti, ritiene che l'Unione debba intraprendere delle misure finalizzate a favorire l'occupazione dei giovani, senza tuttavia trascurare il miglioramento della qualità dell'istruzione e l'ulteriore promozione di programmi come l'Erasmus, che permettono di studiare all'estero. A proposito degli effetti della crisi economica sulla vita quotidiana, il 57% degli italiani afferma di avere problemi nell'affrontare le spese correnti. Di questi, l'11% confessa di incontrare quasi costantemente delle difficoltà ad arrivare alla fine del mese: un dato preoccupante ma in linea con i risultati rilevati a livello europeo (8%). L'Italia detiene invece la più alta percentuale di individui che dichiarano di non cercare attivamente informazioni sull'Unione europea: il 20% contro il 10% della media europea e l'8% registrato nel nostro Paese nel Novembre 2010. Questo dato è riconducibile alla grande copertura che i media nazionali danno alle questioni europee, soprattutto a seguito della crisi economica. Questa notevole quantità di informazioni disponibili si scontra con una parallela mancanza di qualità delle stesse: il 74% del campione ritiene infatti che i cittadini non siano correttamente informati sulle tematiche europee di attualità. Per gli italiani (83%) e per gli europei (86%) la televisione rimane il mezzo di comunicazione di massa più utilizzato anche se con alcune differenze percentuali legate all'età, al genere e alla provenienza geografica degli intervistati. A seguire troviamo la radio, anche se meno di un terzo degli italiani afferma di accenderla una volta al giorno (in Europa oltre la metà degli intervistati invece dichiara di farne un uso quotidiano) e la carta stampata, che vede il dato sul suo utilizzo giornaliero da parte degli italiani in ulteriore calo rispetto a un anno fa (dal 29% al 25%). La televisione risulta essere attendibile nel presentare le notizie europee anche se, proprio come la radio e la stampa, il dato sul grado di fiducia in essa riposto è in calo. Infine, qualche considerazione sul trend della rete. Gli utenti di internet sono in aumento: circa il 39% degli italiani dichiara infatti di connettersi quotidianamente. Inoltre, per ottenere informazioni sull'Unione europea vengono consultati principalmente i siti dei quotidiani o dei settimanali; a seguire troviamo le pagine istituzionali, i blog e altri siti di condivisione. L'utilizzo dei social media per ricercare informazioni rimane ancora marginale, ma la maggior parte degli intervistati ritiene che siano funzionali ad una maggiore partecipazione politica dei cittadini.
* L'Eurobarometro Standard è il sondaggio europeo più importante, nel quale si analizzano le posizioni dei cittadini sulle tematiche europee di maggiore attualità. All'Eurobarometro Standard si aggiungono poi i rapporti nazionali sulle opinioni dei cittadini dei singoli Stati membri. Nella prima parte del rapporto sono analizzate le opinioni degli italiani in merito alla crisi economica e alle misure intraprese dall'Unione europea per gestirla, passando per temi come il mercato del lavoro, la disoccupazione giovanile e le politiche di inclusione sociale. Nella seconda parte ci si concentra invece sul rapporto fra i cittadini italiani e i media nel più ampio contesto della ricerca di informazioni di carattere europeo.
(Fonte Commissione Europea)