Il Bangladesh ha una popolazione di circa 147 milioni di anime. Recenti studi affermano con certezza che, stando così le cose, scomparirà entro il 2020. Entro il 2020-2050 si potrà andare in barca a vela nel Polo Nord; si stima che vi migreranno per sopravvivere circa 200 milioni di persone. Secondo uno studio Usa negli ultimi 150 anni il livello dei mari sta crescendo ad un ritmo doppio rispetto al passato: 2 millimetri l’anno. E’ prevista quindi una crescita anche del livello del Mediterraneo, fino a un massimo di 88 centimetri entro la fine del secolo. Sono a rischio di invasione le coste basse del nostro Paese, soprattutto quelle dell’Adriatico e di parte della Toscana e del Lazio. La situazione della Sardegna viene simulata nella foto. Lo sconvolgimento del ciclo delle piogge e l’agricoltura iperchimicizzata aumentano la percentuale delle aree inaridite. Oggi sono 2 miliardi gli esseri umani che vivono nelle zone aride della terra; 1 miliardo non ha accesso a un miglior rifornimento idrico; circa due miliardi soffrono di penuria idrica. In Africa la situazione è destinata a peggiorare rapidamente con l’avanzare del deserto nell’Africa del Centro Nord. L’Africa dei deserti ha fatto emigrare sinora 10 milioni di africani negli ultimi 20 anni; entro il 2020 saranno circa il doppio. Ma anche il 27 per cento del territorio italiano è a rischio.
Anche se nessuno ci fa caso stiamo parlando di vite umane. Non si tratta di numerini che leggete adesso sullo schermo del vostro pc. Di aride percentuali che figurano in una tabellina. Si tratta di milioni di persone, di esseri umani, di bambini e bambine, di donne e uomini. Si tratta dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Per i più egoisti: si tratta anche di noi. Sino a qualche anno fa parecchi/e di noi si consolavano pensando che "tanto si tratta di problemi che si sbaferanno le generazioni future". Una brutta notizia: non é così! Si tratta di tragedie che noi stessi, questa generazione, vivrà sulla propria pellaccia.
Ebbene: cosa ne vogliamo fare di questi milioni di persone disperate, senza acqua, ne terra, ne casa e ne cibo, nel momento in cui vengono a bussare alla nostra porta? Si tratta, come sempre, di un problema "dei politici" o é anche nostro? Se si tratta di un problema che dovranno essere i politici a risolvere siamo tutti/e sulla buona strada. La risposta ce la da l'Unione Europea, senza autorita' in tema di immigrazione clandestina ma con tanto potere in materia di difesa comune e controllo delle frontiere: è la repressione ed il carcere per gli esseri umani abusivi. La risposta sono le "squadre di intervento rapido" nei nostri mari; pronte a respingere le "carrette del mare" e, più avanti, ad affondarle senza pietà. La risposta é la "politica di difesa comune", un bel muro messo su grazie alla lobby dell’industria europea degli armamenti che, poverina, soffre troppo la concorrenza dei nostri cari partner del Nord Atlantico. Tanto, quelle barcacce infami sono piene di "cose" che non hanno diritto ad un’esistenza libera e dignitosa. Quegli "abusivi" del genere umano ci distolgono dai nostri sacri doveri di consumatori e, in più, loro consumatori non lo saranno mai. Ed è per questo motivo che non contano un cazzo. Adesso tocca a loro. Quando termineranno di umiliarci e di spennarci come polli; quando non ci sarà più la necessità economica di annullare o, peggio, di abusare della nostra intelligenza. Quando non sapranno più dove mettere la loro immondezza, perché le nostre terre saranno scomparse…allora toccherà anche a noi meridionali.
Anche se nessuno ci fa caso stiamo parlando di vite umane. Non si tratta di numerini che leggete adesso sullo schermo del vostro pc. Di aride percentuali che figurano in una tabellina. Si tratta di milioni di persone, di esseri umani, di bambini e bambine, di donne e uomini. Si tratta dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Per i più egoisti: si tratta anche di noi. Sino a qualche anno fa parecchi/e di noi si consolavano pensando che "tanto si tratta di problemi che si sbaferanno le generazioni future". Una brutta notizia: non é così! Si tratta di tragedie che noi stessi, questa generazione, vivrà sulla propria pellaccia.
Ebbene: cosa ne vogliamo fare di questi milioni di persone disperate, senza acqua, ne terra, ne casa e ne cibo, nel momento in cui vengono a bussare alla nostra porta? Si tratta, come sempre, di un problema "dei politici" o é anche nostro? Se si tratta di un problema che dovranno essere i politici a risolvere siamo tutti/e sulla buona strada. La risposta ce la da l'Unione Europea, senza autorita' in tema di immigrazione clandestina ma con tanto potere in materia di difesa comune e controllo delle frontiere: è la repressione ed il carcere per gli esseri umani abusivi. La risposta sono le "squadre di intervento rapido" nei nostri mari; pronte a respingere le "carrette del mare" e, più avanti, ad affondarle senza pietà. La risposta é la "politica di difesa comune", un bel muro messo su grazie alla lobby dell’industria europea degli armamenti che, poverina, soffre troppo la concorrenza dei nostri cari partner del Nord Atlantico. Tanto, quelle barcacce infami sono piene di "cose" che non hanno diritto ad un’esistenza libera e dignitosa. Quegli "abusivi" del genere umano ci distolgono dai nostri sacri doveri di consumatori e, in più, loro consumatori non lo saranno mai. Ed è per questo motivo che non contano un cazzo. Adesso tocca a loro. Quando termineranno di umiliarci e di spennarci come polli; quando non ci sarà più la necessità economica di annullare o, peggio, di abusare della nostra intelligenza. Quando non sapranno più dove mettere la loro immondezza, perché le nostre terre saranno scomparse…allora toccherà anche a noi meridionali.