Alla C.A. Del Segretario del
Partito Democratico e
Presidente del Consiglio dei Ministri
Sig.Matteo Renzi
segretario@partitodemocratico.
C.p.c.
Al Presidente del Parlamento Europeo
Sig. Martin Shulz
Stimato Presidente,
ho seguito con interesse ed ho apprezzato il suo discorso al Senato del 24 febbraio scorso, oltre alle interessanti riflessioni da lei svolte a Roma in occasione del Congresso del Partito Socialista Europeo. Ho gradito soprattutto le sue considerazioni circa il ruolo dell'Italia in Europa, particolarmente significative in vista sia dell'importante impegno italiano nel prossimo semestre di Presidenza del Consiglio dell'UE, che delle imminenti elezioni Europee.
Ho stimato assai la sua visione di un semestre europeo in cui ”..raccontare, spiegare, pensare che tipo di Europa immaginiamo nella cornice internazionale che sta mutando”. Le sue parole mi hanno spinto, con questa mia, a portare umilmente alla sua attenzione quella che considero una grave ingiustizia che rischia di vanificare cio' che in tanti, qui nell'Isola di Sardegna, immagginiamo nel momento in cui ci poniamo la domanda: “quale' il modello di Europa a cui aspiriamo?”; dove la risposta, per molti di noi e': “L'Europa dei Popoli!”.
Ebbene, Signor Presidente, la invito a riflettere su come si possa, anche solo lontanamente, pensare a un “Europa dei Popoli”, laddove oltre un milione di cittadini europei vengono privati della possibilita' di eleggere democraticamente i propri rappresentanti in seno alla massima Assemblea Europea. Poiche' e' proprio questo che accade qui da noi mentre, ad esempio, Malta (416 mila abitanti), Lussemburgo (524 mila abitanti) e Cipro (900 mila abitanti) eleggono ciascuno 6 europarlamentari. La legge n. 18 del 24 gennaio 1979, che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”, costringe infatti la Sardegna in un collegio unico “delle Isole” con la Sicilia. Come lei ben sa, questa Regione ha circa 5 milioni di abitanti, mentre la nostra Isola ne conta poco più di 1 milione e 600 mila. Il che significa che la Sardegna non e' in grado di esprimere un proprio euro-parlamentare se non, ogni tanto, grazie ad eventuali accordi politici interni ai partiti italiani e nel caso in cui uno dei 6 euro-parlamentari eletti in Sicilia abbia altro incarico incompatibile con la carica europea. Solo in questo caso il sardo o la sarda che ha avuto piu' voti nell'Isola prendera' il suo posto. E' accaduto, ad esempio, nel settembre del 2008 per Maddalena Calia (Forza Italia) che rilevo' il seggio di Giuseppe Castiglione (PPE/DE, IT), eletto Presidente della Provincia di Catania. Nella legislatura ancora in corso sino a maggio di quest'anno e' stato il turno di Francesca Barracciu (oggi Sottosegretaria del suo Governo), subentrata a Rosario Crocetta (eletto Presidente della Regione Siciliana) a fine aprile 2013. Un'altro sardo, Giommaria Uggias (IdV), e' stato inviato a Strasburgo grazie alla rinuncia di Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando.
Mi preme dunque sottolineare la profonda iniquità di una legge che discrimina una Regione Autonoma, come la Sardegna, che ha dato tanto e ancora tanto ha da dare per il futuro dell'Unione Europea. Basta solo pensare a due nostri “veri” euro-parlamentari: Mario Melis e Andrea Raggio. E' anche grazie al loro intenso lavoro a Strasburgo che oggi le regioni e le autonomie europee hanno una voce nell'UE attraverso il Comitato delle Regioni. La Sardegna e' la Regione che gestisce un Programma europeo (denominato ENPI), fondamentale per il processo di costruzione di un'area di pace e benessere nel Mediterraneo in cui, peraltro, la nostra Isola ha una posizione strategicamente importante per gli interessi di tutta l'Europa... Questi ed altri elementi fanno della Sardegna un crocevia importante da cui partiranno nuove strade di benessere per tutte le altre regioni del Sud d'Europa e del nostro Mediterraneo.
Concludo con un'altra considerazione circa il preoccupante crollo dell'affluenza alle urne, sia nelle scorse elezioni europee del 2009 che nelle elezioni regionali recentemente celebrate in Sardegna. Sono certo che lei converra' con me che per contrastare tale preoccupante tendenza occorra dare precise risposte agli elettori e non di certo escluderli , di fatto, da una consultazione elettorale.
La prego dunque, Signor Presidente, di voler valutare l'esigenza di un suo impegno concreto per modificare la Legge n. 18 del 24 gennaio 1979 che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell'Italia per il Parlamento europeo”.
Mi rendo conto che da oggi al mese di maggio prossimo il tempo e poco ma ritengo che la Sardegna e l'Europa meritino tale urgente attenzione. Per questo mi permetto di inviare questa mia anche all'attenzione del Sig. Shulz, Presidente del Parlamento Europeo.
Puo' senz'altro contare sulla collaborazione mia e di tanti sardi e sarde che credono nell'Europa dei Popoli.
Nel restare a disposizione per ogni eventuale chiarimento, la ringrazio in anticipo per l'attenzione e la prego di gradire il mio saluto piu' cordiale.
Cagliari, 13 marzo 2014
Avv. Sergio Diana