sabato 12 dicembre 2015

Adottati i 118 programmi di sviluppo rurale. Alla Sardegna 1.308.406.250 euro


Si e' concluso il processo di adozione dei 118 programmi di sviluppo rurale per il periodo 2014-2020. I programmi aiuteranno le zone e le comunità rurali europee a far fronte alle attuali sfide sul piano economico, ambientale e sociale e a trarre vantaggio dalle opportunità che si presentano. Un investimento di 99,6 miliardi di euro prelevati dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), più altri 60,6 miliardi di euro cofinanziati dai fondi pubblici nazionali o regionali o da investimenti privati.
Nel sottolineare quest'importante tappa il Commissario Phil Hogan ha dichiarato: "Il programma di sviluppo rurale significa lavoro, crescita, investimenti e competitività per l'Europa rurale. L'obiettivo è mettere le zone e le comunità rurali in condizione di affrontare il vasto numero di sfide e di opportunità che le attendono nel XXI secolo sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Grazie ad investimenti intelligenti e strategici, i PSR favoriranno il rinnovo generazionale e imprimeranno dinamismo all'economia rurale, alla società e all'ambiente. La XXI conferenza delle parti (COP 21) attualmente in corso a Parigi mette inevitabilmente in evidenza l'entità della sfida che il clima rappresenta: il programma di sviluppo rurale deve svolgere un ruolo importante nel contribuire ad affrontarla e a vincere."
Contesto
Il sostegno per lo sviluppo rurale è il secondo pilastro della politica agricola comune e mette a disposizione degli Stati membri una dotazione finanziaria unionale da gestire a livello nazionale o regionale nell'ambito di programmi pluriennali cofinanziati. In totale, 118 programmi per un valore di 99,6 miliardi di euro sono previsti per i 28 Stati membri (più dei 95,6 miliardi di euro annunciati l'anno scorso, a causa dei trasferimenti dal primo pilastro). Il nuovo regolamento sullo sviluppo rurale (regolamento (UE) n. 1305/2013) per il periodo 2014-2020 evidenzia sei priorità economiche, ambientali e sociali. I programmi contengono obiettivi chiari che stabiliscono le finalità da conseguire. Inoltre, per coordinare le azioni in modo più efficiente e massimizzare le sinergie con gli altri fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), con ciascuno Stato membro è stato concluso un accordo di partenariato, che illustra a grandi linee la strategia per gli investimenti strutturali finanziati dall'UE. Con un bilancio di 454 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, i fondi SIE sono il più importante strumento della politica d'investimenti dell'Unione.
Situazione in Europa
Il 52% del territorio dell'UE è occupato da regioni prevalentemente agricole nelle quali vive una popolazione di 112,1 milioni di persone; sono regioni profondamente diverse tra loro, diversa è quindi l'origine delle loro sfide. La Commissione offre pertanto agli Stati membri maggiore flessibilità affinché il sostegno possa adattarsi meglio alle specificità di ogni regione o paese e si traduca in una maggiore sussidiarietà. Gli Stati membri possono in tal modo costituire programmi nazionali o regionali propri, che ne riflettano le peculiarità, basandosi su almeno quattro delle sei priorità comuni: conoscenza e innovazione, competitività, migliore organizzazione della filiera alimentare, tutela degli ecosistemi, efficienza delle risorse e inclusione sociale. Queste priorità riflettono anche l'entità dei benefici che i fondi dello sviluppo rurale recano alla società in generale, non solo alle aziende e alle altre comunità agricole. Per esempio, le autorità polacche hanno deciso di stanziare un terzo dei fondi del PSR per rafforzare la redditività e la competitività delle aziende agricole, con un programma che offrirà sostegno agli investimenti per circa 200 000 aziende e più di 1 800 associazioni di produttori, al fine di creare migliaia di posti di lavoro. Il sostegno all'insediamento dei giovani agricoltori è incluso in molti programmi regionali, quali quelli della Piccardia o della Bassa Normandia in Francia. Tra le più frequenti priorità nei programmi di sviluppo rurale a livello nazionale e regionale figura l'azione per il clima.
L'Austria, ad esempio, ha assegnato il 71% del sostegno per migliorare la gestione delle risorse naturali e stimolare pratiche agricole rispettose del clima, affinché l'83% della superficie agricola sia gestito nell'ambito di contratti a sostegno della biodiversità e il 75% destinato a migliorare la qualità dell'acqua. Analogamente, la priorità centrale del PSR irlandese è preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura: tre quarti del totale dei fondi dell'Irlanda sono assegnati a questa priorità.
In Sardegna...
Benche' si attendano ancora i risultati delle precedenti programmazioni che, piu' che contribuire allo "sviluppo" pare abbiano sostenuto l'aggravarsi della crisi del settore, giungeranno, per i sette anni di programmazione, 1.308.406.250 di euro. 
Il programma di sviluppo rurale della Sardegna (2014-2020) è articolato in base a sei Priorità generali, con relativi "settori d'interesse" (Focus Area) più specifici, che riguardano:
  1. Promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (priorità orizzontale);
  2. Potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole;
  3. Promuovere l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
  4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste;
  5. Incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale;
  6. Adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Nella precedente programmazione (2007-2013), gli Assi strategici del Programma, finanziato con 1.284.746.987 perseguivano i seguenti obiettivi: 
  •  Aumento della competitività del settore agricolo e forestale;
  • Valorizzazione dell'ambiente e dello spazio rurale;
  • Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e la diversificazione delle attività economiche;
  • LEADER che attuava varie misure (miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione delle attività economiche) attraverso i Gruppi di Azione Locale (GAL).

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