giovedì 14 aprile 2016

La Commissione europea propone norme di trasparenza fiscale pubblica per le multinazionali

Strasburgo, 12 aprile 2016
Nuovi obblighi di rendicontazione pubblica per le maggiori imprese nell'UE: la Commissione apre la strada verso un'imposta societaria più trasparente.
La proposta  è il frutto del lavoro della Commissione nella lotta all'elusione delle imposte societarie in Europa, che, in termini di perdite di gettito, costa ai paesi dell'UE tra i 50 e i 70 miliardi di euro all'anno. La Commissione integra così altre proposte che prevedono lo scambio di informazioni tra autorità fiscali e introduce l'obbligo per le multinazionali con un reddito globale superiore a 750 milioni di EUR l'anno che operano nell'UE di dichiarare dove generano i profitti e dove pagano le tasse sul territorio dell'UE pubblicando i dati essenziali secondo una ripartizione paese per paese. Le stesse regole si applicherebbero alle multinazionali non europee che hanno attività in Europa. Inoltre le società dovranno pubblicare dati aggregati relativi al totale delle imposte versate fuori dall'UE.
La proposta è volta ad aumentare in modo semplice e proporzionato la responsabilità fiscale delle grandi imprese senza comprometterne la competitività. Nel mirino ci sono migliaia di grandi imprese attive nell'UE, mentre non sarebbero interessate le piccole e medie imprese.
La proposta prevede inoltre obblighi di trasparenza più rigidi per le società con attività in paesi che non rispettano le norme internazionali di buona governance fiscale. Partendo dalla strategia esterna in materia fiscale, la Commissione punta a stilare quanto prima il primo elenco comune dell'UE di queste giurisdizioni.
Il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l'euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "La lotta all'elusione fiscale è una priorità fondamentale di questa Commissione. La stretta collaborazione tra le autorità fiscali e la trasparenza pubblica sono un binomio necessario. Oggi abbiamo la possibilità di rendere le informazioni sulle imposte sul reddito versate dai gruppi multinazionali veramente accessibili al pubblico, senza imporre nuovi oneri alle PMI e nel pieno rispetto dei segreti aziendali. Con l'adozione di questa proposta, l'Europa dimostra la sua leadership nella lotta all'elusione fiscale."
Il Commissario Jonathan Hill ha dichiarato: "Le nostre economie e le nostre società hanno bisogno di un sistema fiscale equo e questo principio si applica sia ai singoli che alle imprese. Oggi però, grazie a complessi accordi fiscali, alcune multinazionali riescono a pagare fino a un terzo meno tasse delle imprese che operano in un solo paese. L'obiettivo della nostra proposta è quello di aumentare la trasparenza per aumentare la responsabilità delle imprese, favorendo una concorrenza più leale tra le imprese di qualsiasi dimensione."
La proposta presentata oggi modifica la direttiva "contabile" (direttiva 2013/34/UE) imponendo ai grandi gruppi l'obbligo di pubblicare ogni anno una relazione in cui dichiarano gli utili e le imposte maturate e versate in ogni Stato membro, con una ripartizione per paese. L'informazione resterà disponibile per cinque anni. L'obbligo di divulgazione riguarda anche informazioni contestuali utili ai fini di un'analisi esaustiva (quali fatturato, numero di effettivi e natura delle attività) per ogni paese UE in cui la società è attiva e per le giurisdizioni fiscali che non rispettano le norme di buona governance fiscale (i cosiddetti paradisi fiscali). Le società saranno inoltre tenute a produrre dati riguardanti le loro attività in altre giurisdizioni fiscali nel resto del mondo. La proposta è stata attentamente calibrata per evitare la pubblicazione di informazioni aziendali riservate.
L'obbligo di rendicontazione pubblica paese per paese si fonda, integrandole, sulle recenti iniziative della Commissione in materia di lotta all'elusione fiscale (IP/16/159) e consentirà ai cittadini di passare al vaglio il comportamento fiscale delle multinazionali. A loro volta, le imprese saranno incentivate a pagare le imposte nel luogo in cui sono generati i profitti.
L'obbligo di rendicontazione si inserisce inoltre nell'intento di acquisire una migliore visione dei sistemi fiscali degli Stati membri e contribuisce a individuare le lacune e le asimmetrie esistenti mettendo maggiormente in luce le cause e le conseguenze dell'elusione fiscale delle società.
Contesto
A giugno 2015 la Commissione ha avviato un'ampia valutazione dell'impatto di potenziali misure volte a introdurre l'obbligo di rendicontazione pubblica per le multinazionali presenti nell'UE[1]. La valutazione si è basata su un'analisi approfondita delle diverse opzioni strategiche e su consultazioni mirate, allo scopo di soppesare gli obiettivi, i benefici, i rischi e le salvaguardie di una maggiore trasparenza delle imposte sul reddito delle società. La proposta presentata oggi riflette l'esito di questo lavoro.
La proposta presentata oggi è strettamente legata alla revisione della direttiva sulla cooperazione amministrativa, che a marzo 2016 ha già ricevuto l'accordo politico degli Stati membri e che prevede l'obbligo per determinate multinazionali di presentare un CBCR alle autorità fiscali dell'UE. La revisione della direttiva attua il piano d'azione sul BEPS dell'OCSE avallato dai leader del G20 a novembre 2015 ad Antalya.
Prossime tappe
La proposta di direttiva passa ora al Parlamento europeo e al Consiglio dell'UE e la Commissione ne auspica un'adozione rapida nel quadro della procedura di codecisione. Una volta adottata, la nuova direttiva dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri nelle rispettive legislazioni nazionali entro un anno dalla sua entrata in vigore.
Per ulteriori informazioni
MEMOsulle norme di trasparenza fiscale pubblica per le multinazionali
Comunicazione sulle norme di trasparenza fiscale pubblica per le multinazionali
Valutazione d'impatto delle norme di trasparenza fiscale pubblica per le multinazionali.