venerdì 20 gennaio 2017

La dimensione sociale: “è il momento di cambiare il modo di comprendere il progetto europeo”

 
La relatrice Maria João Rodrigues
Le politiche sociali e il welfare sono sempre stati il fulcro dell’Ue ma è evidente che sia necessario rendere prioritarie quelle politiche volte a costruire il “pilastro sociale” dell’Europa. In accordo con un rapporto votato durante la Sessione Plenaria di giovedì 19 gennaio, la Commissione si appresta a presentare nuove proposte per tutelare i lavoratori impiegati nei nuovi mestieri. La relatrice della proposta, la deputata socialista portoghese Maria João Rodrigues ha risposto alle nostre domande.

Che cosa intende la tua definizione di pilastro europeo dei diritti sociali?
È la più importante iniziativa che deve intraprendere l’Europa: incrementare la dimensione sociale continentale. Vuol dire che dobbiamo aggiornare gli standard sociali per tutti i cittadini europei nell’ottica di essere all’altezza delle sfide che ci si presentano.
Queste sfide di cui parlo non sono soltanto competizioni globali e generazionali ma penso anche alla rivoluzione digitale che ha enormi conseguenze sulle condizioni di vita dei lavoratori. Come l’instabilità finanziaria.

Stiamo parlando della dimensione sociale ma l’Unione europea non è vista come un unione economica con il mercato unico come cuore pulsante?
È vero ma è giunto il momento di cambiare la nostra comprensione del progetto europeo. L’integrazione europea non può essere soltanto un progetto di integrazione economica. Se si vuole avere un Europa unita capace di affrontare tutte le crisi e le sfide, prima bisogna aumentare la coesione sociale

Cosa ha creato il modello sociale europeo finora?
Per prima cosa, il mercato del lavoro è regolato in un modo per cui la produttività cresce e questo è un fattore positivo non solo per le aziende ma allo stesso tempo per le condizioni di lavoro. In seconda istanza, tutti i cittadini possono contare su un sistema di welfare che garantisce a tutti l’istruzione, la saluta e alti livelli di protezione sociale. In terzo luogo, c’è la distribuzione delle entrate economiche attraverso le tasse.

Popolazione che invecchia, aumento delle disparità sociali, alti livelli di disoccupazione, migranti… Tutto ciò ha messo in crisi i sistemi di welfare tradizionale. Come sta avanzando la riforma nel modello sociale europeo?
Riconosco che abbiamo bisogno di sviluppare un processo di riforma nei diversi aspetti del modello sociale europeo. Parlando di pensioni, dobbiamo garantire a tutti gli europei di poter ottenere un assegno dignitoso. Questo significa che dobbiamo assicurare la stabilità del sistema pensionistico aumentando i livelli di occupazione.

Questo generoso welfare europeo ha indebolito la competitività europea? Le persone preferiscono stare alla larga dal mercato del lavoro?
Disegnando il sistema di welfare, bisogna impegnarsi a farlo in modo che le persone siano incoraggiate a cercare lavoro. Ognuno cambierà lavoro molte volte nella sua vita quindi bisogna essere preparati ad aggiornarsi. Abbiamo bisogno di avere sistemi di istruzione e formazione che garantiscano opportunità di rinnovamento personale per tutta la vita.
Rivoluzione digitale significa che il lavoro oggi è molto più fluido e sta cambiando nel contenuto. Per questo motivo dobbiamo aggiornare le leggi del mercato del lavoro garantendo diritti a quei lavoratori che al momento non ne hanno. Riguarda in particolare i giovani.

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