Emerge dai risultati di un'interessante studio da cui risulta che nell'UE solo un’impresa su tre esercita la dovuta diligenza per quanto riguarda l'impatto sui diritti umani e sull'ambiente.
La Commissione europea ha pubblicato i risultati di uno studio sugli
obblighi di "diligenza" necessari e dovuti lungo tutta la catena di
approvvigionamento. Dalla ricerca rileva che, nell'UE, solo un’impresa su tre
esercita la dovuta diligenza per quanto riguarda l’impatto sui diritti
umani e sull’ambiente.
In
questo contesto, per dovuta diligenza si intende, ad esempio, che un’impresa
è tenuta a controllare i propri fornitori e le proprie operazioni per
essere sicura di "non nuocere". Ciò potrebbe implicare la necessità di
verificare che i fornitori non sfruttino il lavoro minorile o non
sversino rifiuti nei fiumi. Il 70% dei 334 partecipanti al sondaggio
concorda sul fatto che un obbligo generale di dovuta diligenza a livello
UE con riferimento all’impatto sui diritti umani e sull’ambiente
potrebbe essere vantaggioso per le imprese.
Lo studio, avviato nel dicembre 2018 nel quadro del piano d'azione della Commissione per finanziare la crescita sostenibile,
esamina le alternative per regolamentare la dovuta diligenza delle
imprese sia nelle proprie operazioni che nelle catene di
approvvigionamento, onde scongiurare impatti negativi sui diritti umani e
sull’ambiente, anche in relazione ai cambiamenti climatici. Lo studio
si inserisce inoltre negli obiettivi del Green Deal europeo,
che sottolinea la necessità che la sostenibilità sia ulteriormente
integrata nelle norme sul governo societario in tutta l'UE, dal momento
che molte imprese si concentrano troppo sui risultati finanziari a breve
termine rispetto agli aspetti relativi allo sviluppo e alla
sostenibilità a lungo termine.