Una tappa importante per gli utenti di Internet diversamente abili. Dal 23 settembre 2020, la direttiva relativa all'accessibilità dei siti web deve essere attuata dal settore pubblico in tutta l'UE, in modo che i siti Internet pubblici siano accessibili anche per loro.
Attualmente 5 milioni di persone nell'UE non usano Internet a causa di una forma di disabilità. Secondo la Direttiva, tutti gli utenti devono poter percepire, usare e comprendere i siti web del settore pubblico, il cui contenuto deve essere concepito in modo da poter essere interpretato da tecnologie assistive, come i programmi di lettura dello schermo. Dopo i siti web del settore pubblico, il passo successivo riguarderà le applicazioni mobili degli enti pubblici, che dovranno essere accessibili da giugno 2021.
Secondo la Commissione Europea: "La nostra vita quotidiana dipende in misura crescente dalle soluzioni digitali e Internet è per molti una parte essenziale della quitidianità. La tecnologia deve funzionare per le persone, per questo vogliamo garantire che tutti i cittadini possano accedere ai servizi pubblici digitali.” Inoltre: "Nel contesto della trasformazione digitale, l'accessibilità del web è un’esigenza sempre più sentita della società. L'età media della popolazione europea aumenta e un numero crescente di servizi essenziali è passato online durante la pandemia di coronavirus. Tutti gli europei dovrebbero poter beneficiare appieno della tecnologia e di ciò che apporta alla società.”
Si ricorda che la Direttiva è un atto legislativo dell'UE che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell'UE devono realizzare. Tuttavia, sono gli stati membri che, attraverso le proprie disposizioni nazionali, devono stabilire come e in che modo tali obiettivi devono essere raggiunti. Nel caso in cui gli stati non adempiano a tale obbligo, la Commissione UE può avviare contro lo Stato inadempiente un procedimento di infrazione che può condurre lo Stato interessato dinanzi alla Corte di Giustizia. La Corte, se del caso, può comminare anche pesanti sanzioni. Inoltre, a seconda del contenuto della Direttiva, questa procedura può anche generare la possibilità, per i cittadini e le cittadine che hanno subito un danno dalla mancata - o erronea - trasposizione della Direttiva, di far valere la responsabilità patrimoniale dello Stato membro inadempiente e ottenere il riscarcimento del danno.