Sin dal 2010 l'UE misura la cosidetta "competitività" delle regioni europee attraverso l'indice "di competitività regionale - RCI 2.0". Purtroppo, per talune regioni europee e nonostante l'impressionante valanga di quattrini investiti sinora, l'indice di "competitività" si tinge stancamente, quasi da sempre, del solito color violetto; il colore usato solitamente nelle tabelle della Commissione Europea per caratterizzare le regioni d'Europa "in ritardo", rispetto a quelle sempreverdi e, ovviamente, "competitive".
L'"indice di competitività" si basa
su una corposa serie
di indicatori che dovrebbero evidenziare la capacità o meno di una
regione di offrire "un ambiente di vita e di lavoro attraente sia per le
imprese che per i residenti". Questo strumento misura regolarmente i
principali fattori in relazione a tutte le regioni europee che rientrano nel livello statistico cosidetto NUTS-2, cioè con una popolazione compresa tra gli 800.000 ed i tre milioni di abitanti. La pagina web del RCI 2.0 è particolarmente attraente ed è accompagnata da una
serie di strumenti interattivi di particolare utilità per chi intende farsi un'idea della situazione relativa alla propria regione.
Tuttavia, vista e rivista la situazione, soprattutto negli ultimi anni aumentano in tutta l' Europa le persone che, come me, riflettono seriamente sul fatto che, probabilmente, alla maggior parte di quelle regioni della "competitività" non gliene puó fregar di meno!
Probabilmente chiedono soltanto di essere finalmente lasciate in pace a godersi il loro livello di "sviluppo", magari dando la possibilità anche a altre regioni di raggiungerlo, soprattutto in alcune aree "extra-UE" non lontane dalle loro coste e non di certo soltanto attraverso l'invio di "aiuti".