giovedì 15 febbraio 2018

L'UE uccide i nostri prodotti tipici: sarà vero?



Marchi di protezione agroalimentare UE: quali sono e come funzionano?
Grazie ad uno specifico sistema di identificazione e tutela, l’UE protegge i prodotti tipici e tradizionali provenienti da diversi territori all’interno dei suoi confini. Denominazione di origine protetta (DOP), indicazione geografica protetta (IGP) e specialità tradizionale garantita (STG) sono i tre marchi europei di qualità che vengono attribuiti al " made in" nel settore agroalimentare: DOP e IGP in particolare prevedono un’applicazione puntuale di regole di produzione, di cui sia provata l’origine storica nel territorio dichiarato nella denominazione. Il marchio STG non è invece necessariamente legato ad un determinato territorio.


Vogliamo mangiare italiano! Per colpa dell’UE non sappiamo più da dove proviene e cosa c’è nel cibo delle nostre tradizioni.
Falso. Esistono prodotti quali il Parmigiano Reggiano, il prosciutto San Daniele o l’aceto tradizionale balsamico di Modena, che godono, insieme ad altri 167 prodotti italiani registrati, del marchio di protezione DOP dell’UE. Questo significa che quel prodotto deve essere originario di un determinato luogo e che le sue qualità o caratteristiche sono legate ad un particolare ambiente geogra­fico, incluse le fasi della sua produzione.. I marchi di qualità UE godono di una protezione che può essere fatta valere su tutto il territorio dell’Unione e sono stati ideati anche per contrastare le contraffazioni. Esistono poi prodotti tradizionali per i quali una parte della produzione può avvenire altrove, senza pregiudicare il prodotto. In questo caso saranno inclusi tra i marchi IGP. Tra i 126 prodotti IGP italiani, la bresaola della Valtellina o la finocchiona, ad esempio, non perdono la loro specificità se la carne non proviene da una specifica area geografica.
La pizza è uno dei prodotti italiani più conosciuti ma l’UE non la tutela.
Falso. La pizza napoletana e la mozzarella sono gli unici due prodotti italiani che godono del marchio STG. Si tratta di una particolare denominazione che identifica un prodotto caratterizzato in una determinata tradizione dalla ricetta e dal metodo di produzione. Questo prodotto, così come quelli necessari alla sua produzione, non sono necessariamente originari di una determinata zona geografica, ma grazie a questo marchio la storia di queste due colonne portanti della cucina italiana non sarà distorta, così come la loro ricetta.  
L’UE non ci permette di produrre formaggi o salumi tipici  perché violano le regole sanitarie.
Falso! I marchi d'eccellenza sono tutelati in tutto il territorio interno all'UE attraverso DOP e IGP. Ciò garantisce che i prodotti sotto questo marchio non siano sottoposti ad alcune normative comunitarie in materia, ad esempio, di sanità, igiene, produzione e conservazione dei prodotti. Godono invece di condizioni speciali che garantiscono il mantenimento degli standard di produzione tradizionali: è il caso, ad esempio, di alcuni formaggi o salumi che, a causa del loro particolare processo di stagionatura, rischierebbero di essere posti fuori commercio.

L’UE non protegge il nostro "made in" dalla contraffazione.
Falso. Lo scopo dei marchi DOP, IGP e STG è proprio quello di tutelare le eccellenze dalla contraffazione e favorire la cooperazione tra gli Stati membri, al fine di rendere i prodotti protetti più competitivi e più difficili da contraffare . Nel novembre del 2013, su segnalazione di alcuni consumatori, l’Italia chiese al Regno Unito un accertamento riguardo a un caso di contraffazione di Prosciutto San Daniele, uno dei prodotti DOP italiani più conosciuti. Il reato fu accertato e la commercializzazione del prodotto contraffatto sospesa proprio grazie al Regolamento UE sulla protezione dei marchi IGP e DOP. 

In Italia i nostri prodotti sono tutelati, ma all'estero ci copiano!
Falso. All’interno di tutti i paesi UE valgono le stesse regole di protezione che valgono in Italia. Per i Paesi extra-UE, la Commissione lavora per garantire che, all'interno degli accordi commerciali internazionali, siano inserite norme a tutela dei prodotti di eccellenza europei. È il caso dell'accordo con il Canada, che protegge 143 indicazioni geografiche europee (di cui 41 prodotti DOP e IGP italiani). Lo stesso vale per l'accordo con il Giappone, che protegge più di 200 indicazioni geografiche europee. Grazie a questi accordi, prodotti come il Grana Padano o il Prosciutto di Parma possono essere più facilmente conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Ma gli accordi internazionali non fermano del tutto imitazioni come il “Parmesan”
Vero. Gli accordi commerciali stipulati dall’UE faticano in alcuni paesi a contrastare il cosiddetto fenomeno dell’“Italian sounding”. I giochi di parole rendono infatti difficile la soluzione giudiziaria di controversie in materia di tutela dei marchi. Tuttavia, la liberalizzazione del commercio verso paesi extra-UE di una gamma di prodotti DOP e IGP europei, contraddistinti da un marchio di eccellenza, attribuisce al produttore due vantaggi: l’abbassamento dei costi di esportazione e la credibilità di un marchio di origine in grado di influenzare positivamente il consumatore. Due elementi che permettono ai prodotti italiani ed europei di conquistare fette sempre più importanti di mercato nel settore agroalimentare, a dispetto delle imitazioni. Allo stesso tempo, mentre i prodotti europei arrivano sulle tavole di tutto il mondo, le loro imitazioni non possono essere importate, grazie alle maggiori tutele presenti all’interno dell’Unione.

Per saperne di più:
·         Identifica la politica di promozione e protezione della qualità dei prodotti agricoli dell'UE
·         Fornisce gli standard di valutazione per i consumatori e i produttori agricoli dentro l'UE
·         Identifica i marchi protetti: DOP e IGP
·         Fornisce la lista completa dei prodotti IGP e DOP
·         Provvede al costante aggiornamento della lista
·         Dà un'identificazione visiva dei loghi protetti dall'UE
·         Identifica le principali norme relative alla protezione dei marchi di qualità
·         Stabilisce i cambiamenti procedurali intercorsi nella normativa di protezione della proprietà

     emendamenti al regolamento:

#UEverofalso

/italy/file/logodop_itlogo_dop


Procedure di gara efficienti per i progetti finanziati dall'UE


La Commissione ha pubblicato nuovi orientamenti per aiutare i funzionari nazionali, regionali e locali che gestiscono i fondi UE ad assicurare procedure di gara efficienti e trasparenti per i progetti finanziati dall'Unione.
Gli orientamenti, presto disponibili in tutte le lingue, riguardano tutte le fasi della procedura, dalla preparazione e pubblicazione del bando, alla selezione e valutazione delle offerte, all'esecuzione del contratto. Per ogni fase, gli orientamenti includono consigli su come evitare gli errori, buone pratiche e link e modelli utili. Spiegano inoltre come sfruttare appieno le opportunità offerte dalle direttive rivedute sugli appalti pubblici del 2014, quali la riduzione della burocrazia e l'aumento delle procedure online per agevolare la partecipazione delle piccole imprese alle gare d'appalto pubbliche o l'introduzione di nuovi criteri nella decisione di aggiudicazione per scegliere le imprese socialmente responsabili e i prodotti innovativi e rispettosi dell'ambiente. Gli orientamenti si possono rivelare utili anche in ambiti diversi dai fondi UE.
Nel periodo di finanziamento 2014-2020, i Fondi strutturali e d'investimento europei (SIE) trasferiranno oltre 450 miliardi di euro all'economia reale dell'UE, metà dei quali investiti tramite appalti pubblici.
Un'infografica sugli orientamenti e maggiori informazioni sulle azioni della Commissione per aiutare gli Stati membri a migliorare le modalità di gestione e investimento dei fondi UE sono disponibili online.

Il futuro secondo la Commissione

Nell'incontro che si terrà il 23 febbraio prossimo a Bruxelles, i capi di Sato e di Governo dell'UE, per quanto in modo "informale", discuteranno di questioni istituzionali e di priorità politiche fondamentali per il futuro dell'UE dal 2020 in poi. 
La posta in gioco è alta e fremono i preparativi per l'incontro del 23. L'Agenda del Presidente Junker è fitta. Aperitivo con Emmanuel Macron, cena a Berlino con Angela Merkel, ammazzacaffè con il Presidente romeno Klaus Iohannis, cocktail con il premier portoghese Antonio Costa e  l'olandese Mark Rutte, "contatti" con l'italiano Paolo Gentiloni. 
L'inarrestabile Juncker si è incontrato anche con i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo con l'obiettivo di prepararli all'"importante contributo della Commissione europea" (pubblicato ieri) circa gli aspetti istituzionali che riguardano la proposta di bilancio pluriennale europeo che verrà presentata ufficialmente nel maggio prossimo.
Oltre che di bilancio, il 23 febbraio si tratterà:  delle elezioni che dal 2019 al 2024 impegneranno il Parlamento Europeo; di Commissione europea "più snella" e di accrescere i poteri del suo Presidente; di iniziative per rendere più efficace l'azione dell'UE; di azioni per favorire il collegamento tra i leader delle istituzioni dell'UE e i cittadini europei  e, soprattutto, del futuro di una delle politiche europee fondamentali, quella di Coesione, rivolta eliminare le disparità che, purtroppo, ancora esistono in Europa tra aree  e regioni più o meno ricche e sviluppate.
In un post di ieri questo blog ha commentato i possibili scenari, non di certo rosei, circa il futuro di questa Politica.  

Vai al Documento di riflessione del Comitato delle Regioni sul futuro delle finanze dell'UE

Vediamo cosa propone la Commissione europea in relazione agli altri ambiti in discussione:

  • Candidati capolista: 
Valorizzare l'esperienza del 2014 con i candidati capolista ("Spitzenkandidaten"). Le elezioni del 2014 hanno rafforzato le relazioni tra le tre istituzioni dell'UE e migliorato l'efficienza del loro operato, contribuendo alla definizione di un programma di lavoro comune per il mandato quinquennale. Ciò ha permesso alla Commissione Juncker di adottare un profilo maggiormente politico e di concentrarsi sugli ambiti in cui l'Unione può conseguire i risultati migliori, lasciando il resto agli Stati membri. La Commissione europea illustra le modalità per migliorare tale processo sulla base degli attuali trattati, rispettando al contempo l'equilibrio tra le istituzioni dell'UE e tra gli Stati membri. A titolo di esempio l'invito rivolto ai partiti politici affinché scelgano per tempo i candidati capolista, e comunque entro la fine del 2018 e avviino in tempi rapidi la campagna elettorale. In questo modo gli elettori avrebbero più tempo per identificarsi con i candidati e i rispettivi programmi politici. La Commissione raccomanda inoltre di rendere più visibile il collegamento tra i partiti nazionali e i partiti europei. I partiti politici a livello nazionale dovrebbero migliorare la trasparenza per quanto riguarda le loro relazioni con i partiti europei a cui sono affiliati, ad esempio utilizzandone il logo nella campagna e sulle schede elettorali. Essi dovrebbero inoltre adottare una posizione chiara sulle tematiche europee maggiormente rilevanti ed esprimere la loro intenzione di aderire ai gruppi politici del parlamento europeo, nonché la loro scelta per il presidente della Commissione europea.
  • Composizione del Parlamento europeo e della Commissione europea:
I leader nel Consiglio europeo devono decidere — sulla base di una proposta del Parlamento europeo — in merito alla composizione del Parlamento europeo per la legislatura 2019-2024, oltre che su cosa fare dei seggi lasciati liberi dal Regno unito. Un'opzione è quella di riservare un certo numero di seggi per una circoscrizione transnazionale. Benché in una recente risoluzione (del 7 febbraio) il Parlamento europeo si sia pronunciato contro la creazione di una circoscrizione transnazionale, ha tuttavia lasciato aperto uno spiraglio per future discussioni in tal senso. Un certo numero di Stati membri si è pronunciato di recente a favore di questa idea, mentre altri hanno espresso il loro disaccordo. Una circoscrizione transnazionale potrebbe rafforzare la dimensione europea delle elezioni, offrendo ai candidati la possibilità di rivolgersi a un numero maggiore di cittadini europei. D'altro canto i parlamentari rappresentano di norma gli elettori che li hanno votati, a livello locale o nazionale, e sono in stretto contatto con loro, sia per motivi di responsabilità sia per essere in grado di dare voce alle preoccupazioni di tali elettori. Benché la Commissione guardi con favore all'idea delle liste transnazionali, una loro introduzione nelle elezioni del 2019 richiederebbe una decisione all'unanimità del Consiglio, oltre che modifiche alle leggi elettorali dei 27 Stati membri nel corso del prossimo anno. Il collegio dei commissari è composto attualmente di 28 membri, uno per ciascuno Stato membro – conformemente alla decisione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Prima di nominare la prossima Commissione, i leader devono decidere se mantenere il principio di un commissario per ciascuno Stato membro o se optare per una Commissione più snella. Un esecutivo più snello potrebbe essere in teoria più efficiente nel proprio operato, più facile da gestire e consentirebbe una più equilibrata ripartizione dei portafogli. Ma una Commissione ridimensionata significherebbe anche che alcuni Stati membri non sarebbero rappresentati al livello politico dell'istituzione e perderebbe il vantaggio di mantenere un canale di comunicazione diretto con i cittadini e le autorità nazionali. Un presidente della Commissione e del Consiglio con doppio mandato: cioè affidare a un'unica persona i due mandati di presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea per rendere più efficiente la struttura dell'Unione. Pare che gli attuali trattati lo consentono in quanto un doppio mandato non comporta la fusione delle due istituzioni. Il presidente della Commissione europea è già membro del Consiglio europeo, nell'ambito del quale nessuno dei due presidenti ha diritto di voto; il loro ruolo è quello di consigliare, proporre idee frutto del lavoro dei loro servizi, mediare e individuare un terreno comune.
  • Dialoghi con i cittadini
La Commissione europea cita i numeri del corposo calendario di eventi gestito negli ultimi anni. Numerosi i dialoghi con i cittadini con la partecipazione di membri della Commissione, del Parlamento europeo, dei governi nazionali, delle autorità regionali e locali e dei rappresentanti della società civile. Dal 2012 si sono tenuti in 160 località quasi 500 di tali dibattiti pubblici interattivi e la Commissione ne aumenterà la frequenza tra oggi e le elezioni del maggio 2019, con l'obiettivo di organizzare circa altri 500 di questi eventi. La Commissione accoglie inoltre con favore le iniziative di singoli Stati membri che intendono organizzare a livello nazionale siffatti incontri con i cittadini sul futuro dell'Europa ed è pronta ad offrire il proprio sostegno laddove possibile, ad esempio collegando tale processo alla consultazione online sul futuro dell'Europa che potrebbe rimanere aperta fino al 9 maggio 2019. La Commissione condividerà con gli Stati membri i benefici della sua esperienza. P

Contesto

Le idee e le opzioni proposte oggi sono una conseguenza diretta della Relazione della Commissione europea (dell'8 maggio 2015) sulle elezioni del Parlamento europeo del 2014Cerca le traduzioni disponibili del link precedenteEN••• nella quale aveva cercato di individuare le modalità per rafforzare ulteriormente la dimensione europea e la legittimità democratica del processo decisionale dell'UE e di analizzare più a fondo e affrontare il problema della bassa affluenza alle urne in alcuni Stati membri.
 
Per ulteriori informazioni

  • Opzioni per rendere più efficiente l'azione dell'UE
  • La composizione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo — cosa aspettarsi nel 2019
  • La nascita degli "Spitzenkandidaten" e la campagna elettorale europea del 2014
  • Dialogo con i cittadini in vista delle elezioni europee
  • Nuove regole per rendere più trasparenti le elezioni europee del 2019
  • Un presidente con doppio mandato?
  • Visite di membri della Commissione a parlamenti nazionali e riunioni con i deputati dei parlamenti nazionali dall'inizio del mandato

mercoledì 14 febbraio 2018

Brexit, sicurezza, riarmo e crisi migratorie: a pagare saranno le regioni, non i governi

 
E' stata pubblicata oggi la COMUNICAZIONE sul futuro quadro finanziario dell'UE dal 2020 in poi. Si tratta della proposta che la Commissione europea presenterà all'incontro informale dei capi di Stato e di Governo che, il 23 febbraio prossimo, discuteranno un Bilancio da  tempi di crisi dove non sarà facile far quadrare i conti. Oltre al buco che lascerà la Brexit, stimato tra i 12 ed i 14 milioni di €, l'UE dovrà metter mano al borsellino per far fronte alle nuove partite quali la crisi migratoria e, soprattutto,  l'ambizioso ri-lancio della Politica estera e di sicurezza comune (1). Dalla proposta della Commissione europea pare che, fatti due conti, a pagare saranno principalmente le regioni d'Europa.
Anche per questo non si è fatta attendere la reazione del Comitato delle Regioni che, attraverso il Presidente Karl-Heinz Lambertz, rilancia la proposta di un aumento del contributo degli stati membri al bilancio dell'UE dall'1,1% all'1,3% del proprio PIL, invece di un taglio di fondi che comprometterebbe soprattutto la Politica di Coesione, la principale politica di investimento dell’Unione europea rivolta, attraverso soprattutto le nostre regioni e le città, a sostenere la creazione di posti di lavoro, la competitività tra imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei.
Oltre alla reazione della massima Assemblea delle regioni europee, già espressa nel Documento di riflessione sul futuro delle finanze dell'UE, in queste ore si susseguono in rete le reazioni dei sostenitori dell'Alleanza per la Coesione - di cui anche questo blog fa parte - il cui obiettivo fondamentale è, invece dei tagli, assicurare dopo il 2020 e a tutte le regioni dell'Unione una Politica di Coesione più forte, più efficace e visibile.  
Al contrario, le odierne proposte, a prescindere dallo scenario, pare impostino un approccio in cui la Politica di Coesione verrà in ogni caso sacrificata in nome di una presunta miglior efficenza ed efficacia piuttosto che rinvigorita da una riforma concreta che, tenendo conto dei successi, dei limiti e delle criticità delle scorse programmazioni, imposti un nuovo approccio adeguato ai tempi difficili ed all'innegabile periodo di crisi che, come tutti, anche l'UE sta attraversando.


(1) Si tratta del sistema europeo di Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) in materia di "difesa", a cui i paesi membri potranno aderire liberamente. Erede dell'insuccesso del progetto di "Comunità Europea di Difesa" (CED) voluto negli anni 50 soprattutto da Italia e Francia per creare un esercito europeo e un coordinamento dell'industria degli armamenti, evitando anche il riarmo della Germania, la PESCOpermetterebbe di superare le innumerevoli duplicazioni di spesa esistenti tra i 27 Stati membri, e di aumentare enormemente le nostre capacità di garantire sicurezza e difesa”. Con i risparmi assicurati dall'intervento europeo di "ottimizzazione" si finanzierà il Fondo Europeo per la Difesa, rivolto a sostenere le “capacità”, e garantire  “una base innovativa, competitiva ed equilibrata" per l'industria europea degli armamenti, oggi meglio noti come "equipaggiamenti di difesa". In materia di sviluppo delle "capacità"(cioè la ricerca e lo sviluppo tecnologico su nuovi "strumenti"), l'UE concede 90 milioni di EURstanziati fino alla fine del 2019 e, dal 2020 in poi, 500 milioni di EUR all'anno. In materia di "Sviluppo e acquisizione" (cooperazione tra gli stati membri nell'acquisizione di tecnologie e materiali, ad asempio: la tecnologia dei droni, la comunicazione via satellite o l'acquisto in blocco elicotteri per ridurre i costi...), il cofinanziamento offerto dall'UE sarà di 500 milioni di EURper il 2019 e il 2020 e di 1 miliardo di EURl'anno dopo il 2020. Ovviamente, il programma incentiverà i finanziamenti nazionali con un effetto moltiplicatore atteso pari a 5 e potrebbe pertanto generare investimenti complessivi nello sviluppo di "capacità di difesa" pari a 5 miliardi di EUR l'anno dopo il 2020.

Sono oltre 1000 i sostenitori dell'Alleanza Europea per Coesione. Aderisci anche tu!

EuYou ha aderito sin dalle prime battue all'iniziativa #CohesionAlliance (Alleanza per La politica di coesione dell'UE), voluta dal Comitato delle Regioni per riunire tutti coloro che, in Europa, ritengono che tale Politica, che oggi assorbe un terzo del bilancio dell'UE, debba continuare ad essere uno dei pilastri sui cui poggia il futuro dell'Unione e - anche dopo il 2020 quando il bilancio dell'Ue dovrà fare i conti con i tagli provocati dalla Brexit - sia dotata di un bilancio adeguato, attraverso cui mettere a disposizione di tutte le regioni dell'Unione finanziamenti e programmi rivolti a ridurre le disparità regionali che ancora dividono l'UE in zone più ricche e più povere, creando posti di lavoro, aprendo nuove prospettive economico-imprenditoriali e affrontando le grandi sfide globali come i cambiamenti climatici ed i fenomeni migratori.  Attualmente, la #CohesionAlliance è il frutto di una collaborazione tra il Comitato europeo delle regioni, le più importanti associazioni europee di enti locali e regionali, cittadini, imprese, associazioni, ONG, scuole, università e organizzazioni culturali.

Aderisci

Clicca qui per leggere e firmare la dichiarazione di principi della #CohesionAlliance (indicando nome e cognome, il nome della tua organizzazione e un indirizzo e-mail di contatto).
Questi principi sono il risultato di un lavoro in partenariato tra le associazioni territoriali e il Comitato europeo delle regioni.
Privati cittadini, organizzazioni, esponenti politici: tutti sono invitati ad aderire!
Cliccando sul pulsante qui sotto puoi consultare anche importanti relazioni e documenti programmatici sul futuro della politica di coesione.

giovedì 8 febbraio 2018

Daily News



Brexit: European Commission publishes draft legal text on transitional arrangements
The European Commission has today published a draft text of the transitional arrangements to be included in the Article 50 Withdrawal Agreement, following the United Kingdom's request to remain in the Single Market and the Customs Union for a short time-limited period after its withdrawal from the European Union on 30 March 2019. Today's text reflects the clear, detailed mandate provided to the Commission by the Member States on such possible transitional arrangements. In particular, it translates into legal terms the principles set out in the European Council guidelines of 29 April 2017 and 15 December 2017, as well as the negotiating directives adopted on 29 January 2018. As the UK will remain part of the Single Market and the Customs Union (with all four freedoms) until 31 December 2020, the UK will remain bound by EU law and the jurisdiction of the European Court of Justice. Union acquis will continue to apply in full to and in the UK during this period. Any changes made to the acquis during this time should automatically apply. As the UK will be a third country as of 30 March 2019, it will no longer be represented in Union institutions, agencies, bodies and offices. The draft text (see here) will now be discussed amongst the EU27 Member States, before being formally transmitted to the United Kingdom. (For more information: Margaritis Schinas: +32 229 60524; Daniel Ferrie – Tel.: +32 229 86500)

State aid: Commission approves six electricity capacity mechanisms to ensure security of supply in Belgium, France, Germany, Greece, Italy and Poland
The European Commission has approved under EU State aid rules electricity capacity mechanisms in Belgium, France, Germany, Greece, Italy and Poland. The Commission found that the measures will contribute to ensuring security of supply whilst preserving competition in the Single Market. Commissioner Margrethe Vestager, in charge of competition policy, said: "Capacity mechanisms can help to safeguard security of electricity supply, but they must be designed so as to avoid distortions of competition in energy markets. I am glad that our close cooperation with national authorities has enabled us to today approve well-designed capacity mechanisms in six EU countries. They will foster competition among all potential capacity providers to the benefit of consumers and our European energy market." Capacity mechanisms have the important objective of ensuring security of electricity supply. But if they are not well-designed they may cause higher electricity prices for consumers, give undue advantages to certain energy operators or hinder electricity flows across EU borders. That is why the Commission has, in close cooperation with the relevant national authorities, assessed six mechanisms in Belgium, France, Germany, Greece, Italy and Poland to ensure they meet strict criteria under EU State aid rules, in particular the Commission's 2014 Guidelines on State Aid for Environmental Protection and Energy. In this context, the Commission has also taken into account insights from its 2016 State aid sector inquiry on capacity mechanisms. The six capacity mechanisms approved today concern more than half of the EU population. They cover a range of different types of mechanism that address the specific need in each Member State. In the cases of Belgium and Germany, the Commission has authorised strategic reserves. Strategic reserves keep certain generation capacities outside the electricity market for operation only in emergencies. In the cases of Italy and Poland, the Commission has authorised market-wide capacity mechanisms. These can be necessary where electricity markets face structural security of supply problems. In the cases of France and Greece, the Commission has authorised capacity mechanisms specifically promoting demand response. Demand response schemes pay customers to reduce their electricity consumption in hours when electricity is scarce. The advantage of such schemes is that demand response operators may be able to react more quickly than electricity generators and are generally more environmentally friendly. Today's decisions complement the Commission's Energy Union Strategy to deliver secure, sustainable and competitive energy in Europe. For more information please see the full press release and factsheet. (For more information: Ricardo Cardoso – Tel.: +32 229 80100; Yizhou Ren – Tel.: +32 229 94889)

Twinning: 20 years of successfully sharing EU expertise through over 2700 projects
2018 marks the 20th anniversary of the European Commission's Twinning instrument, one of the most successful and most used tools for supporting the European Union's neighbouring countries and regions. With the recent launch of the newest Twinning project in the former Yugoslav Republic of Macedonia, the total number of Twinning projects implemented in the past 20 years surpasses 2700 in this anniversary year. The new project aims to establish peer-to-peer, on the ground cooperation with the partner country's Customs Administration in Skopje in order to simplify customs procedures and to create a business-friendly environment. Johannes Hahn, Commissioner for European Neighbourhood Policy and Enlargement Negotiations, said: "The 20th anniversary of Twinning is an occasion to celebrate and to reflect on past achievements as well as on future perspectives. Over the past 20 years, more than 2700 Twinning projects have been successfully implemented, from reforming asylum legislation in Serbia to strengthening e-governance in Georgia. Encouraging peer-to-peer exchange, Twinning continues to provide invaluable added value in promoting modernisation, EU values and structural reforms efforts as well as in fostering change, stability, security and prosperity throughout the Neighbourhood and Enlargement regions." The full press release is available online. (For more information: Maja Kocijančič – Tel.: +32 229 86570; Alceo Smerilli – Tel.:+32 229 64887)

Smarter use of EU resources: financial instruments in EU funds already halfway to target
New data uploaded on the Cohesion Open Data Platform show that half of the European Structural and Investment (ESI) Funds envelope planned to be invested via financial instruments over the 2014-2020 budget period has already been allocated to generate additional investment through financial products such as loans, guarantees or equity. By end 2016, already €10.3 billion from the ESI Funds was committed to such instruments, mostly for SME support, research and innovation and the low-carbon economy, out of a target of €21 billion. The new "financial instrument" data of the Cohesion Open Data Platform will enable viewers to follow the progress made towards the target on an annual basis and by country. Commissioner for Regional policy Corina Crețu said: "Over 76,000 businesses are currently supported by the European Structural and Investment Funds through financial instruments; these innovative tools have proven their ability to deliver for the maximum impact of EU resources on the ground, in line with the objective of President Juncker's Investment Plan." Find the full summary of progress in ESI Funds investments via financial instruments here. (For more information: Johannes Bahrke – Tel.: +32 229 58615; Sophie Dupin de Saint-Cyr – Tel.: +32 229 56169)

Mergers: Commission approves Discovery's acquisition of Scripps, subject to conditions; rejects referral request by Polish competition authority
The European Commission has approved, under the EU Merger Regulation, the proposed acquisition of Scripps by Discovery, both US based global media companies. The decision is conditional on full compliance with commitments offered by Discovery. Discovery and Scripps are both active as providers of basic pay-TV channels to TV distributors in the European Economic Area. Scripps is particularly active in the UK, where it operates UKTV jointly with the BBC; and in Poland, via TVN, a Polish media company acquired by Scripps in 2015.The Commission's investigation found that i) in the UK, the proposed transaction would raise no competition issues given the limited overlap between the companies' activities; and ii) in Poland, the proposed transaction risked increasing Discovery's bargaining power vis-à-vis TV distributors because of the acquisition of certain channels that are particularly important in distributors' basic pay-TV channel packages. To address the Commission's competition concerns, Discovery committed to making TVN24 and TVN24 Bis available to current and future TV distributors in Poland for a reasonable fee determined by reference to comparable agreements. The Commission concluded that the proposed transaction, as modified by the commitments, would raise no competition concerns. The Commission has also rejected a request from Poland to refer the merger to the Polish competition authority for assessment under Polish competition law. A full press release is available in EN, DE, FR, PL. (For more information: Ricardo Cardoso – Tel.: +32 229 80100; Maria Sarantopoulou - Tel.: +32 229 13740)

Mergers: Commission to assess the acquisition of Shazam by Apple
The European Commission has accepted a request from Austria, France, Iceland, Italy, Norway, Spain and Sweden to assess under the EU Merger Regulation the proposed acquisition of Shazam by Apple. Apple's proposed acquisition of Shazam does not meet the turnover thresholds set by the EU Merger Regulation for mergers that must be notified to the European Commission because they have an EU dimension. It was notified by Apple for regulatory clearance in Austria, where the transaction meets the national merger notification threshold. Austria submitted a referral request to the Commission pursuant to Article 22(1) of the EU Merger Regulation. On the basis of the elements submitted by Austria and the countries joining the referral request, and without prejudice to the outcome of its full investigation, the Commission considers that the transaction may have a significant adverse effect on competition in the European Economic Area. The Commission has also concluded that it is the best placed authority to deal with the potential cross-border effects of the transaction. The Commission will now ask Apple to notify the transaction. A full press release is available in EN, FR, DE, SV, IT. (For more information: Ricardo Cardoso – Tel.: +32 229 80100; Maria Sarantopoulou - Tel.: +32 229 13740)

Mergers: Commission approves the proposed acquisition of Abertis by Hochtief
The European Commission has cleared, under the EU Merger Regulation, the proposed acquisition of Abertis by Hochtief. Abertis manages and operates toll road infrastructure. Hochtief, ultimately controlled by the ACS Group, is mostly active in the construction sector. The Commission's investigation focused on: i) the market for toll motorway concessions where the activities of ACS Group and Abertis overlap; ii) the market for the construction and maintenance of road infrastructure, since construction remains the core business of Hochtief and the ACS Group; and iii) other markets related to motorway concessions where Abertis is present, namely the distribution of on-board payment equipment, the provision of electronic toll collection systems and the concession of food services on motorway service areas. For all of these markets, the Commission found that the proposed transaction would raise no competition concerns and the merged entity would still face a number of strong competitors. The Commission also found that the market for toll motorway concessions is a highly regulated bidding market, further preventing the merged entity from weakening competition. Therefore, the Commission concluded that the proposed acquisition would not endanger competition in any of the markets concerned. A full press release is available in EN, DE, FR, ES. (For more information: Ricardo Cardoso – Tel.: +32 229 80100; Maria Sarantopoulou - Tel.: +32 229 13740)

Mergers: Commission clears acquisition of Eircom by Toohil Telecom
The European Commission has approved, under the EU Merger Regulation, the acquisition over Eircom Holdco of Luxembourg by Toohil Telecom of Ireland. Eircom is the former incumbent telecoms company of Ireland. Toohil Telecom is part of the group of companies controlled by Mr Xavier Niel, which also includes the French telecommunications operator Iliad. The Commission concluded that the proposed acquisition would raise no competition concerns because Mr Xavier Niel does not own any companies currently active in the telecommunications sector in Ireland. The transaction was examined under the simplified merger review procedure. More information is available on the Commission's competition website, in the public case register under the case number M.8736. (For more information: Ricardo Cardoso – Tel.: +32 229 80100; Maria Sarantopoulou - Tel.: +32 229 13740)

ANNOUNCEMENTS

Commissioner Moscovici in Athens, Greece
Pierre Moscovici, Commissioner for Economic and Financial Affairs, Taxation and Customs, will be in Athens from 8 to 9 February. He will hold a number of meetings, including with Mr Prokópis Pavlópoulos, President of the Hellenic Republic; Mr Alexis Tsipras, Prime Minister of Greece; Mr Euclid Tsakalotos, Minister of Finance of Greece; Mr Dimitris Papadimitriou, Minister of Economy and Development and Mr Alexandros Charitsis, Alternate Minister of Economy and Development. He will also meet Mr Kyriakos Mitsotakis, President of New Democracy and Ms Fofi Gennimata, President of the Panhellenic Socialist Movement. Commissioner Moscovici will also deliver the keynote address at an event organised by The Economist and participate in an exchange of views with members of the Hellenic Parliament. (For more information: Johannes Bahrke – Tel.: +32 229 58615; Enda McNamara – Tel.: +32 229 64976)

Commissioner Hahn travels to Belgrade and Podgorica
Johannes Hahn, Commissioner for European Neighbourhood Policy and Enlargement Negotiations, will be in Serbia from 7 to 8 February and Montenegro on Friday 9 February. These are the first visits immediately following yesterday's Commission's adoption of the Strategy 'A credible enlargement perspective for and enhanced EU engagement with the Western Balkans'. Meeting with key countries' representatives – political authorities including opposition groups as well as representatives of the civil society organisations, Commissioner Hahn will discuss the Strategy and its implications for the two countries and the whole region. In Serbia, Commissioner Hahn will meet with President Aleksandar Vučić, Prime Minister Ana Brnabić, representatives of opposition parties and of Serbian NGOS and civil society organisations. Commissioner Hahn will also attend, together with Prime Minister Ana Brnabić, the signing ceremony of two financial agreements between the EU and Serbia on integrated border management and on support to Serbia hosting refugees. In Montenegro, Commissioner Hahn will meet with Prime Minister Duško Marković, he will address the Parliament, will engage in discussions with civil society representatives in attendance and will visit an EU funded connectivity project on Podgorica Railway Station. Videos and photos of the visit will be available on EbS. (For more information: Maja Kocijančič – Tel.: +32 229 86570; Alceo Smerilli – Tel.:+32 229 64887)

lunedì 5 febbraio 2018

Finanza sostenibile: definita una tabella di marcia



La Commissione europea accoglie con soddisfazione la relazione finale del suo gruppo di esperti ad alto livello sulla finanza sostenibile, che contiene raccomandazioni strategiche per creare un sistema finanziario che favorisca gli investimenti sostenibili. La Commissione procederà ora al completamento della strategia in materia di finanza sostenibile sulla base di tali raccomandazioni. Elaborare una strategia dell'UE in materia di finanza sostenibile è una priorità del piano d'azione della Commissione per l'Unione dei mercati dei capitali, nonché una delle principali misure di attuazione dello storico accordo di Parigi e dell'agenda dell'UE per lo sviluppo sostenibile

 Al fine di conseguire gli obiettivi dell'UE per il 2030 concordati a Parigi, in particolare la riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra, abbiamo bisogno di circa 180 miliardi di EUR all'anno di investimenti aggiuntivi. Il ruolo del settore finanziario è fondamentale per il conseguimento di tali obiettivi, poiché ingenti capitali privati potrebbero essere indirizzati verso investimenti sostenibili. La Commissione è determinata a guidare i lavori a livello mondiale in questo settore e ad aiutare gli investitori sensibili alla sostenibilità nella scelta di imprese e progetti idonei.
La relazione finale del gruppo di esperti ad alto livello, che delinea le sfide e le opportunità che l'UE si trova ad affrontare nell'elaborare una politica di finanza sostenibile, individua i modi in cui il settore finanziario può entrare nuovamente in contatto con l'economia reale per sostenere la transizione verso un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse e più circolare. Il gruppo ritiene che il riorientamento dei flussi di investimento verso progetti sostenibili a lungo termine migliorerà anche la stabilità del sistema finanziario.
La relazione propone di:
  • istituire un sistema di classificazione o "tassonomia", inteso a chiarire meglio ai mercati ciò che si intende per "sostenibile";
  • precisare gli obblighi degli investitori per quanto riguarda il conseguimento di un sistema finanziario più sostenibile;
  • migliorare la comunicazione, da parte degli istituti finanziari e delle imprese, delle informazioni riguardanti i modi per integrare la sostenibilità nel loro processo decisionale;
  • creare un marchio UE per i fondi d'investimento verdi;
  • integrare la sostenibilità nei mandati delle autorità europee di vigilanza;
  • elaborare una norma europea per le obbligazioni verdi.
La relazione del gruppo costituirà la base del piano d'azione generale della Commissione in materia di finanza sostenibile che sarà presentato nelle prossime settimane. Sia gli esiti della relazione che il piano d'azione della Commissione saranno discussi in occasione di una conferenza ad alto livello che si terrà il 22 marzo 2018 a Bruxelles.

Contesto
L'Unione europea ha assunto un ruolo guida negli sforzi volti a costruire un sistema finanziario che favorisca la crescita sostenibile. Nel 2015 sono stati conclusi accordi internazionali importanti con l'adozione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei relativi obiettivi di sviluppo sostenibile e l'accordo di Parigi sul clima. Con il quadro 2030 per il clima e l'energia, l'Unione dell'energia e il piano d'azione per l'economia circolare l'UE si è posta ambiziosi obiettivi in materia di clima, ambiente e sostenibilità.
Questi impegni e la crescente sensibilizzazione circa l'urgenza di affrontare le sfide ambientali e i rischi per la sostenibilità richiedono un'efficace strategia dell'Unione in materia di finanza sostenibile. La Commissione ha istituito il gruppo di esperti indipendenti ad alto livello nel dicembre 2016. Composto da 20 esperti di alto livello provenienti dalla società civile, dal settore finanziario e dalle università e da osservatori delle istituzioni europee e internazionali, il gruppo è presieduto da Christian Thimann.
Sono già in corso i lavori su una serie di raccomandazioni chiave della relazione, in quanto già esaminate nella relazione intermedia del gruppo del 13 luglio 2017. La Commissione ha proposto di includere fattori ambientali, sociali e di governance nei mandati delle autorità europee di vigilanza e dal 13 novembre 2017 al 22 gennaio 2018 ha anche condotto una consultazione pubblica sugli obblighi degli investitori istituzionali e dei gestori di attività per quanto riguarda la sostenibilità.
Il gruppo di esperti ad alto livello ha tenuto conto dei pertinenti lavori in materia di clima, ambiente e finanza sostenibile che comprendono: gli orientamenti sulla comunicazione di informazioni non finanziarie, adottati dalla Commissione europea il 26 giugno 2017, e la relazione contenente raccomandazioni finali, pubblicata dalla task force guidata dall'industria sull'informativa finanziaria collegata al clima il 29 giugno 2017. Il gruppo ha anche condotto una consultazione pubblica per raccogliere i pareri dei portatori di interessi e informare le proprie raccomandazioni finali.