mercoledì 4 luglio 2018

L'UE finanzia nuovi strumenti e tecnologie per ammazzare le persone

Strasburgo (Francia), 3 luglio - Il Parlamento Europeo (PE) ha adottato il primo programma tutto europeo per finanziare lo sviluppo di nuovi strumenti, prodotti e tecnologie per ammazzare la gente (detto così è un pò rude ma, in fondo, a cosa servono le armi se non a questo?), aumentare le spese in tale settore e promuovere l'innovazione sui mezzi per controllare meglio le persone, anche nel web. Nel frattempo si tagliano i fondi per le politiche regionali, sociali, l'agricoltura, la sanità, la cultura, l'istruzione..... 

Questo programma ha un budget di 500 milioni di euro per il 2019-2020 e potrebbe arrivare ad un bilancio totale di 13 miliardi di euro di soldi nostri che andranno all’industria degli armamenti.... più di quanto l'UE destina all’aiuto umanitario!

Ecco la posizione di ENAAT (la rete europea delle organizzazioni della società civile che si occupa di commercio di armi) sul voto del PE:

Oggi il Parlamento europeo ha adottato il “Programma europeo di sviluppo industriale per la difesa” (EDIDP) proposto dalla Commissione Europea nel giugno 2017, come precursore dell’imminente Fondo europeo per la Difesa. La Rete europea contro il commercio di armi (ENAAT) è molto preoccupata per l’adozione di tale programma che andrà direttamente a sovvenzionare l’industria degli armamenti. Accettando l’EDIDP, il Parlamento Europeo accetta sancisce il passaggio di paradigma dell’UE verso una sicurezza basata sulle armi (“hard security”) e con risposte principalmente militari a problemi complessi, nonché un’eccessiva influenza del complesso militare-industriale sugli sviluppi politici dell’UE. Le stesse società ed aziende che hanno accompagnato e consigliato l’UE in questo percorso potranno essere i principali beneficiari di questo finanziamento. 
“Più armi non porteranno la pace, ma porteranno solo a più rifugiati. Dovremmo fermare il commercio di armi che costringe le persone a fuggire”, afferma Wendela de Vries, coordinatrice di Stop Wapenhandel. Questo programma sposterà ogni anno almeno 500 milioni di euro del bilancio globale UE 2019-2020 verso lo sviluppo di nuove armi, comprese tecnologie militari controverse quali i sistemi d’arma senza equipaggio o completamente autonomi. Ciò aprirà la strada ai droni armati europei e probabilmente ai cosiddetti “killer robots”, che potrebbero poi essere utilizzati e venduti al di fuori dell’Europa in base agli interessi nazionali dei singoli Stati membri.
Piuttosto che contribuire alla pace, tale programma aggraverà la corsa agli armamenti a livello mondiale che a sua volta alimenta conflitti violenti a scapito del dialogo e della diplomazia”, aggiunge Ann Feltham, coordinatrice parlamentare di CAAT UK.
ENAAT e i suoi membri continueranno a monitorare l’attuazione di questo Programma e ad allertare l’opinione pubblica su ulteriori sviluppi preoccupanti. “In effetti il Fondo per la Difesa per il 2021-2027 potrebbe comportare un versamento totale di 13 miliardi di euro all’industria degli armamenti dal solo bilancio dell’UE, più di quanto si destina all’aiuto umanitario! Con decine di miliardi ulteriori provenienti da possibili contributi nazionali. Fingere che ciò garantisca sicurezza ai cittadini europei è un messaggio fuorviante” afferma Laetitia Sédou, responsabile del programma europeo di ENAAT.
Lo scopo del programma è anche quello di promuovere la cooperazione tra Stati dell'UE e le imprese, ottimizzando le capacità di produzione e rafforzando il mercato unico degli strumenti di morte e distruzione, oltre ad aumentare la competitività dell'industria europea.

Un futuro di pace e serenità attende noi e le nuove generazioni. 

Ulteriori informazioni sul tema: http://enaat.org/eu-defence-fund

AL VIA LA SETTIMANA EUROPEA DELLE REGIONI E DELLE CITTÀ

A partire dal 9 luglio prossimo sarà possibile iscriversi alla Settimana Europea delle Regioni e delle Città che si terrà a Bruxelles dall'8 all'11 ottobre 2018. Si tratta di uno tra i più importanti eventi organizzati dalla Commissione Europea e vede protagonisti, oltre alle istituzioni europee, i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni europei, insieme ai soggetti che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti nello sviluppo regionale e urbano.

Si tratta di una manifestazione molto importante sia al fine di incontrare partner europei con cui presentare progetti e costruire reti, che al fine di comprende come funzionerà il futuro sistema di sostegno finanziario europeo rivolto soprattutto alle regioni ed ai comuni. Durante l'evento sono previste alcune interessanti iniziative tra cui: "L'Università della Settimana Europea delle Regioni e delle città" e un "Master Class" per dottorandi/giovani ricercatori sulla politica regionale e urbana. 

EuYou organizza prossimamente una serie di eventi rivolti a organizzare e preparare la vostra partecipazione alla Manifestazione al fine di beneficiarne al massimo.

Di che si tratta?

La Settimana europea delle regioni e delle città è un evento, della durata di quattro giorni, che si svolge ogni anno a Bruxelles e che consente a funzionari delle amministrazioni regionali e locali, esperti e accademici di scambiare buone pratiche e competenze tecniche in materia di sviluppo regionale e urbano. Si tratta inoltre di una ormai affermata piattaforma di comunicazione politica relativa allo sviluppo della politica di coesione dell'UE, che contribuisce a sensibilizzare i decisori sul fatto che regioni e città contano nell'elaborazione delle politiche dell'UE. La Settimana europea delle regioni e delle città è il più grande evento pubblico del suo genere in Europa. 
Come si svolge esattamente?
All'inizio di ottobre, circa 6000 partecipanti e 600 oratori di tutta Europa e non solo si riuniscono a Bruxelles nell'ambito delle circa 100 attività in programma (sessioni di lavoro, mostre ed eventi intesi a creare reti di contatti) dedicate allo sviluppo regionale e locale. Il programma viene adattato di anno in anno ai temi specifici dell'agenda dell'UE.
La partecipazione alla Settimana europea è gratuita.  
Perché una "settimana" delle regioni e delle città?
Le regioni e le città partecipano alla realizzazione della maggior parte delle politiche dell'UE.Gli enti pubblici subnazionali nell'UE sono responsabili di un terzo della spesa pubblica (2100 miliardi di euro all'anno) e di due terzi degli investimenti pubblici (circa 200 miliardi di euro), che spesso devono essere utilizzati in conformità delle disposizioni giuridiche dell'UE. 
Da chi è organizzata e com'è strutturato il Programma?
La Settimana europea delle regioni e delle città è organizzata congiuntamente dal Comitato europeo delle regioni (CdR) e dalla direzione generale Politica regionale e urbana (DG REGIO) della Commissione europea, che all'inizio dell'anno, in genere nel mese di gennaio, pubblicano un bando per la selezione di partner per l'edizione di quello stesso anno. Vengono in seguito selezionati oltre 200 partner provenienti da tutta Europa: si tratta di regioni e città - raggruppate per lo più in consorzi tematici ("partenariati regionali") -, imprese, istituzioni finanziarie, associazioni internazionali e organizzazioni accademiche. I partner hanno il compito di organizzare seminari d'interesse comune, spesso nell'ambito dell'attuazione dei Fondi strutturali ed'investimento europei e di altri programmi dell'UE.
Il Programma è incentrato su uno slogan chiave e articolato in una serie di sottotemi. Seminari e dibattiti sono organizzati da tre distinte categorie di partner: 1/ partenariati regionali i cui membri sono regioni o città europee; 2/ partner istituzionali dell'UE; e 3/ imprese, istituzioni finanziarie e associazioni locali ed europee, e si svolgono in diversi edifici di Bruxelles, ossia presso le sedi scelte per questi eventi, le sedi dei partner regionali, le rappresentanze degli Stati membri o in altri locali. 
Che cos'è l'Università della Settimana europea delle regioni e delle città?
Si tratta di una serie di seminari organizzati dalla DG REGIO, dal CdR e da reti universitarie europee specializzate in sviluppo regionale, con un accento particolare sulla dimensione strategica, allo scopo di sensibilizzare e favorire gli scambi tra accademici e rappresentanti regionali e locali sui risultati della ricerca in materia di sviluppo regionale e urbano e di politica di coesione dell'UE. Dal 2013 nell'ambito dell'Università della Settimana europea delle regioni e delle città viene organizzata anche una formazione specifica (Master Class) per dottorandi/giovani ricercatori sulla politica regionale e urbana, con l'obiettivo di migliorare la comprensione e la conoscenza di un gruppo selezionato di dottorandi e giovani ricercatori europei in merito alla politica di coesione dell'UE e al relativo potenziale nel campo della ricerca. 
Chi partecipa alla Settimana europea delle regioni e delle città?
I partecipanti sono soggetti specificamente interessati alla politica regionale e urbana, ossia per la maggior parte funzionari a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. In genere appartengono a un'amministrazione regionale o locale, partecipano all'evento per la prima volta e vengono a Bruxelles appositamente per prendervi parte. 
Come può la Settimana europea delle regioni e delle città promuovere l'organizzazione di eventi locali in tutta Europa?
Nell'ambito della Settimana europea delle regioni e delle città, che si tiene a Bruxelles, ciascun partenariato regionale è invitato a organizzare nel quadro dell'iniziativa L'Europa nella mia regione/città un evento locale, sotto forma di "dialogo dei cittadini" o di dibattito politico e con la partecipazione di un membro del Comitato europeo delle regioni. L'obiettivo di questi "dialoghi dei cittadini" è quello di prestare ascolto ai cittadini e di rendere conto direttamente delle discussioni che si svolgono nelle città e nelle regioni. Gli eventi locali si rivolgono a una vastissima platea di partecipanti (il grande pubblico, I responsabili politici, gli esperti, gli enti locali, regionali e la stampa) al fine di sensibilizzarli in merito all'impatto delle politiche dell'UE sulle regioni e sulle città. 
Qual è l'impatto della Settimana europea delle regioni e delle città?
L'impatto della Settimana europea delle regioni e delle città è stato sistematicamente valutato sin dalla prima edizione dell'evento. I partecipanti hanno sottolineato soprattutto l'utilità delle informazioni fornite dalle istituzioni dell'Unione europea e
le opportunità di allacciare contatti con i colleghi di altri paesi: due aspetti importanti per la loro attività professionale di gestione dei fondi UE. L'importanza della manifestazione è dimostrata anche dal suo notevole impatto mediatico: da anni ormai, la Settimana europea delle regioni e delle città richiama infatti fino a 300 giornalisti, che vengono a Bruxelles da ogni parte d'Europa per seguire l'evento per la stampa, la radio, la televisione e le piattaforme online.
  


mercoledì 27 giugno 2018

L'UE finanzia progetti nel quadro del Programma Europa per i cittadini

 

Il Programma interessa soprattutto i comuni, di tutte le dimensioni, e tutti gli enti e le organizzazioni attive nei settori di seguito descritti. La scadenza entro cui presentare il vostro progetto per ottenere un finanziamento è  l'1 settembre 2018. Il bando di gara riguarda anche il sostegno ai "gemellaggi tra città".
Ovviamente, se avete qualche bella idea e avete bisogno di assistenza per presentare il vostro progetto o ricercare i partner  non esitate a contattarci!

Ecco tutte le principali info per partecipare:


Il Programma "Europa per i Cittadini 2014-2020" mira ad avvicinare i cittadini europei all’Unione Europea, proponendosi di colmare la distanza, talvolta dai primi avvertita, dalle istituzioni europee. Coerentemente a tale scopo principale, il Programma supporta economicamente organizzazioni attive nei settori ad esso attinenti e co-finanzia progetti volti al raggiungimento dei suoi obiettivi generali e specifici, di seguito illustrati.
Al fine di conseguire l’avvicinamento dei cittadini all’Unione Europea, il Programma contribuisce al conseguimento dei seguenti obiettivi generali, che devono essere tenuti presenti in fase di elaborazione della proposta progettuale:
  • contribuire alla comprensione, da parte dei cittadini, della storia dell’Unione Europea e della diversità culturale che la caratterizza;
  • promuovere la cittadinanza europea e migliorare le condizioni per la partecipazione civica democratica a livello di Unione Europea.
Gli obiettivi specifici del Programma sono:
  • sensibilizzare alla memoria, alla storia e ai valori comuni dell'Unione Europea, nonché alle sue finalità, quali la promozione della pace, dei valori condivisi e del benessere dei suoi cittadini, stimolando il dibattito, la riflessione e lo sviluppo di reti
  • incoraggiare la partecipazione democratica e civica dei cittadini a livello di Unione, permettendo ai cittadini di comprendere meglio il processo di elaborazione politica dell'Unione e creando condizioni adeguate per favorire l'impegno sociale, il dialogo interculturale e il volontariato.
I progetti dovrebbero quindi tener presenti suddetti obiettivi e, parallelamente, promuovere il dialogo interculturale, caratterizzarsi per una forte dimensione europea, includendo, ove possibile, attività di volontariato, che costituiscono difatti una dimostrazione concreta di cittadinanza europea attiva.

Priorità

Strand 1: Memoria Europea

Nell’ambito di questo Strand, è possibile tenere presenti una delle seguenti tre priorità, valide tutti gli anni, dal 2016 al 2020, oppure una delle priorità previste specificatamente per ciascun anno, di seguito indicate:
1 - ANTISEMITISMO, ANTIZIGANISMO, XENOFOBIA, OMOFOBIA E ALTRE FORME DI INTOLLERANZA: TRARRE UNA LEZIONE PER OGGI 
I totalitarismi del XX secolo hanno privato determinate categorie della società dai loro diritti di base, fino all’esclusione totale e al genocidio. Ciò è avvenuto, ad esempio, per le comunità ebraiche e Rom e per altre minoranze razziali, culturali o etniche sotto il regime nazista, comprese le persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali / transgender e intersessuali). Facendo uso di ideologie fuorvianti e di una propaganda ingannevole, i regimi in questione hanno operato veri e propri omicidi di massa.
Le passate manifestazioni di antisemitismo, xenofobia, omofobia e altre forme di intolleranza dovrebbero essere analizzate e discusse, anche in rapporto al presente. Attraverso i loro progetti, i candidati possono cercare di fornire risposta a domande quali: come riconoscere un “capro espiatorio” e decostruire il processo che porta all’esclusione e all’emarginazione? Quali sono gli strumenti educativi a livello UE e nazionale per prevenire queste forme di intolleranza?
Attraverso i loro progetti, i candidati rifletteranno inoltre sul significato delle odierne conquiste democratiche come lo stato di diritto, le libertà, il rifiuto del razzismo e i diritti civili.
2 - SOCIETÀ CIVILE E PARTECIPAZIONE CIVICA SOTTO I REGIMI TOTALITARI(priorità valida dal 2016 al 2020)
Sotto i regimi totalitari, concetti democratici come "società civile", "movimento sociale", "impegno", "coinvolgimento", "costituzione", "libertà" e "democrazia" sono stati annullati nella loro sostanza e deprivati di significato.
Campagne elettorali, manifestazioni politiche, riunioni pubbliche e dibattiti si erano trasformati mere caricature dei riti della democrazia volte a legittimare il potere costituito e generalmente non erano spontanei, ma resi possibili solo attraverso la coercizione e utilizzati per irreggimentare le persone e controllarle, nonché per approvare orientamenti politici discrezionali.
Anche uno degli atti di impegno democratico più significativi, l'adesione a un partito politico, era sviato dal suo obiettivo naturale (vale a dire partecipare alla vita pubblica e influenzarla): in genere, serviva a dimostrare lealtà verso un partito monolitico, ossequio alla verità ufficiale, ed era utilizzato soprattutto per riuscire ad accedere a certe posizioni o servizi.
L'informazione pubblica era monopolizzata e distorta da parte di organismi pubblici, senza voci indipendenti a contrastarla. Per contro, i movimenti sociali autentici provenienti dalla società civile erano spesso emarginati, minacciati o repressi perché considerati socialmente pericolosi dal potere totalitario e, pertanto, dovevano nascondersi, resistere o scendere a compromessi. Qualsiasi opinione diversa che venisse espressa pubblicamente era trattata come "dissidenza". La libertà di parola era vietata. Le decisioni politiche dovevano essere applicate senza alcuna seria discussione o riflessione. In qualche modo, i movimenti democratici e della società civile furono assorbiti e sfruttati dal sistema monopartitico che caratterizzava i regimi totalitari. Basandosi sulle esperienze totalitarie, progetti possono sviluppare una riflessione sugli abusi e sulle distorsioni dei riti democratici, avvenuti segnatamente per mezzo della propaganda e dei mezzi di informazione ufficiali, concentrandosi sulle differenze tra falsa democrazia e democrazia reale e sottolineando i vantaggi di una società civile viva, forte e indipendente. L'obiettivo è dimostrare che le organizzazioni della società civile costituiscono un nesso indispensabile tra i cittadini e le istituzioni e che svolgono un ruolo importante nei regimi democratici per raggiungere i cittadini e far arrivare le loro idee fino al livello politico.
Attraverso i loro progetti, i candidati rifletteranno inoltre sul significato delle odierne conquiste democratiche come lo stato di diritto, le libertà e i diritti civili, e sottolineeranno la fragilità dei diritti civili (libertà di espressione, diritto di voto, ecc.), quando non vi siano forti contrappesi. L'obiettivo è anche quello di dibattere sulle modalità e sui meccanismi concreti tramite i quali si possono salvaguardare le libertà e i diritti civili e garantire il dialogo civile a livello nazionale e dell'UE.
3 - TRANSIZIONE DEMOCRATICA E ADESIONE ALL'UNIONE EUROPEA 
Per molti Stati membri che hanno esperito la transizione alla democrazia nella loro storia recente, l'adesione all'Unione Europea ha svolto un ruolo importante nel sostenere e consolidare il processo di democratizzazione.
Ad esempio, attraverso il sistema di "condizionalità democratica", la pre-adesione ha stimolato cambiamenti politici e riforme strutturali, rafforzato le capacità amministrative e migliorato la tutela delle minoranze. I progetti finanziati nell'ambito del Programma possono analizzare il modo in cui la prospettiva di adesione all'Unione Europea ha influenzato le pratiche e gli standard democratici di ex regimi autoritari o dittature, come pure riflettere inoltre sul ruolo dell'adesione all'Unione Europea nel processo di transizione democratica.
I progetti che sviluppano questa priorità si devono in particolare soffermare sulle manifestazioni storiche, i tornanti o le fasi che hanno caratterizzato questo lento processo di trasformazione, sottolineando in quali modi essi hanno contribuito a superare il passato, a conseguire l'obiettivo finale di "tornare in Europa" e a costruire il futuro.
I progetti devono mettere in evidenza quali sono stati i fattori chiave di questo processo e sottolineare le difficoltà incontrate o quelle che ancora esistono, soprattutto dopo l'eliminazione della condizionalità pre-adesione e l'adesione all'UE.
Pur tenendo conto degli allargamenti realizzati in questi ultimi decenni e dei loro risultati in termini di democratizzazione, i progetti apriranno la discussione sull'auspicabilità di futuri allargamenti o su altri tipi di partenariato cui si applica la politica di vicinato dell'UE.

4 – PRIORITÀ SPECIFICHE PER IL 2018 (non obbligatorie)

  • 1918 Fine della prima guerra mondiale, nascita degli stati-nazione e fallimento del progetto di cooperazione e coesistenza pacifica in Europa
  • 1938/1939 Inizio della seconda guerra mondiale
  • 1948 Inizio della guerra fredda
  • 1948 Il Congresso dell'Aia e l'integrazione dell'Europa
  • 1968 I movimenti di protesta e per i diritti civili, l'invasione della Cecoslovacchia, le proteste studentesche e la campagna antisemita in Polonia

Strand 2: Impegno democratico e partecipazione civica

Nell’ambito di questo Strand, che racchiude al suo interno i Bandi “Gemellaggio fra città”, “Reti di città” e “Progetti della Società Civile”, è fondamentale, ai fini della valutazione, sviluppare una delle priorità tematiche previste per il periodo 2016-2020.
Tali priorità sono:
1 - LOTTARE CONTRO LA STIGMATIZZAZIONE DEGLI “IMMIGRATI” E COSTRUIRE CONTRO-NARRAZIONI PER INCORAGGIARE IL DIALOGO E LA COMPRENSIONE RECIPROCA (PRIORITÀ VALIDA DAL 2016 AL 2020)
Al giorno d'oggi nel dibattito politico è regolarmente praticata, soprattutto da movimenti estremisti e populisti, la stigmatizzazione degli “stranieri", degli "immigrati" o delle "le minoranze". Approfittando dei livelli elevati di disoccupazione e della precarietà sociale degli elettori, come anche della paura della globalizzazione e del terrorismo, gli "immigrati" sono presentati come i responsabili di tutti i mali o come potenziali minacce per la conservazione del tenore di vita, per la coesione sociale e per la sicurezza interna dei paesi. La loro stigmatizzazione avviene attraverso la propaganda politica, l'incitamento all'odio e una retorica volutamente ambigua, in cui si fondono concetti diversi (crisi e migrazione; terrorismo e migrazione) per unificare le comunità nazionali contro un capro espiatorio designato. Tali dibattiti politici inaspriscono la xenofobia, il razzismo, l'intolleranza e le discriminazioni, e minacciano la coesione delle società dell'UE. Essi potrebbero portare a limitare i diritti fondamentali delle minoranze, erigere nuovi confini, ostacolare l'integrazione e la comprensione reciproca e adottare normative in contrasto con i valori fondamentali su cui si fonda l'Unione Europea, nonché al tempo stesso favorire l'ulteriore emarginazione delle persone più vulnerabili o emarginate all'interno delle società dell'UE (le fasce sfavorite e svantaggiate, che spesso includono i giovani e le persone originarie di Paesi Terzi), e in certi casi perfino provocare un isolamento dei medesimi. In questo contesto, il Programma "Europa per i cittadini" finanzia progetti volti a incoraggiare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca attraverso la partecipazione di cittadini europei insieme eventualmente a cittadini di Paesi Terzi che soggiornano legalmente nell'UE
I progetti devono contribuire a superare gli stereotipi sui migrantidecostruendo i processi passati e presenti di stigmatizzazione  e promuoveranno inoltre la tolleranza e il rispetto dei valori comuni, utilizzando contro-narrazioni per creare una più corretta percezione dei cittadini dei Paesi Terzi da parte dei cittadini dell'Unione Europea.
Dal momento che l'integrazione è un processo bidirezionale, dovrà esservi anche una riflessione sui modi per favorire la partecipazione alla vita civile dei cittadini di Paesi Terzilegalmente residenti nell'Unione Europea.
Per affrontare compiutamente questa priorità, è opportuno considerare anche il recente documento ufficiale UE “A European Agenda on Migration”.
2 - DIBATTITO SUL FUTURO DELL'EUROPA E SULLA SFIDA RAPPRESENTATA DALL'EUROSCETTICISMO
Nell’ambito di questa priorità, i cittadini dovrebbero essere invitati a esprimere la loro opinione su quale tipo di Europa desiderano e di delineare la loro visione a lungo termine per il futuro dell’integrazione europea. In questo contesto, il Libro bianco sul futuro dell’Europa rappresenta un punto di partenza.
Questo dibattito dovrebbe basarsi sui risultati concreti conseguiti dall’Unione Europea, riflettendo altresì sulle sulla sfida rappresentata dall’euroscetticismo, suggerendo possibili iniziative che l’Unione Europea può intraprendere per promuovere un senso di appartenenza all’Europa, per comprendere i benefici dell’Unione europea e rafforzare il ruolo sociale dell’UE e coesione politica. L’euroscetticismo si tra diffondendo progressivamente negli Stati membri. Nell’ambito dell’euroscetticismo rientrano atteggiamenti nei confronti della costruzione europea diversi fra loro, che vanno dalla pura e semplice critica delle sue modalità di integrazione attuali (atteggiamento eurocritico)
a una vera e propria ostilità nei confronti dell’Unione europea in quanto tale (eurofobia).
L’euroscetticismo, sempre più influente nelle agende politiche degli Stati membri e del Parlamento Europeo e sempre più diffuso fra determinati gruppi di elettori, è diventato una realtà che richiede analisi, discussioni e comprensione ulteriori. In quanto spazio pubblico autenticamente democratico, l’Unione Europea dovrebbe prendere in considerazione tale realtà senza pregiudizi e invitare a far sentire la loro voce i cittadini dell’Unione Europea che non sono del tutto convinti dei suoi vantaggi o sono delusi dai risultati conseguiti fino ad oggi e dagli orientamenti attuali. In quest’ottica, si invitano i candidati a elaborare progetti che riflettano sulla comprensione dell’euroscetticismo e stimolino la discussione sulle sue conseguenze per il futuro dell’Unione europea. Allo stesso tempo, i progetti sono invitati a illustrare i vantaggi delle politiche dell’Unione Europea, riconoscere le difficoltà incontrate e le sfide future, nonché a presentare i risultati ottenuti e il costo di un’eventuale Europa non più unita. In tali dibattiti, i progetti possono discutere i seguenti temi e questioni:
  • qual è l’esatta definizione di euroscetticismo?
  • si tratta di un fenomeno politico recente, aggravato dalla crisi finanziaria, o esisteva già da tempo?
  • perché si sta diffondendo?
  • la critica è rivolta a tutto il processo di integrazione europea o solo alle sue modalità attuali?
  • come si ripercuote l’euroscetticismo sulle condizioni di partecipazione civica e di impegno democratico a livello nazionale ed europei?
  • gli euroscettici costituiscono un gruppo omogeneo oppure sono individuabili differenti posizione euroscettiche?
  • attraverso quali modalità gli euroscettici diffondono le loro idee?
  • come è possibile esaminare e prendere in considerazione i principali dubbi e preoccupazioni dei cittadini euroscettici?
  • quali sono i pericoli, insiti nell’euroscetticismo, per l’integrazione europea e il suo futuro?
  • come trasformare le critiche verso l’UE in uno stimolo utile e positivo per il miglioramento delle condizioni attuali e per la costruzione europea a lungo termine?
Come rivelato dal succitato diffondersi dell’euroscetticismo, i cittadini europei non hanno sempre una concezione positiva dell’attuale Unione Europea. Pertanto, è fondamentale raccogliere l’opinione dei cittadini su quale Europa vogliono e che cambiamenti ritengono opportuni. Tale dibattito dovrebbe fondarsi sugli insegnamenti tratti dalla storia e, in particolare, sui risultati concreti conseguiti dell’Unione Europea; inoltre la riflessione dovrebbe anche offrire nuovi messaggi e discutere le azioni intraprese dall’Unione europea, sia quelle interne per rafforzare la sua coesione sociale, economica e politica, sia quelle a livello internazionale per mantenere il suo ruolo di leader in un mondo sempre più globalizzato. Nella sua comunicazione sulle elezioni del 2014 per il Parlamento Europeo, la Commissione, riferendosi alle future consultazioni del 2019, ha sottolineato l’importanza «di individuare modalità di rafforzamento della dimensione europea e della legittimazione democratica del processo decisionale dell’Unione Europea, nonché di esaminare più approfonditamente e tentare di affrontare i motivi per i quali la partecipazione in determinati Stati Membri resta sempre bassa. Ciò indica la necessità di individuare nuovi modi per favorire la partecipazione alle prossime elezioni, in particolare per mezzo di un tempestivo sostegno alle campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, regionale e locale».
In questo contesto, i cittadini europei dovrebbero anche essere invitati a esprimersi su come agire concretamente per creare un’Unione più democratica, in modo da coinvolgerli di nuovo nel progetto europeo. Si dovrebbe prestare particolare attenzione, oltre che alla partecipazione elettorale e ai canali classici della democrazia rappresentativa, agli strumenti di partecipazione civica (come l’Iniziativa dei Cittadini Europei) e ai canali innovativi di partecipazione digitale, come i social media e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I progetti dovrebbero quindi favorire e incrementare la partecipazione civica e democratica a livello di Unione, promuovere la raccolta delle opinioni dei cittadini europei e dei cittadini dei extra-UE regolarmente soggiornanti in Europa sulle politiche comunitarie, sfruttando appieno il potenziale offerto dalle nuove tecnologie digitali.
Il dibattito non dovrebbe essere limitato a chi già sostiene l’idea dell’Unione europea, ma raggiungere i cittadini che rifiutano o mettono in discussione l’Unione europea e le sue realizzazioni o che sono indifferenti all’argomento.
3 - ANNO EUROPEO DEL PATRIMONO CULTURALE
Il 2018 rappresenta l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. I principi e i valori cui si lega il patrimonio culturale europeo rappresentano una fonte condivisa di identità, dialogo, coesione e creatività e promuovono un senso condiviso di appartenenza all’Unione Europea. I progetti potranno riflettere sul ruolo del patrimonio culturale europeo come elemento cardine per comprendere, da un lato, la diversità culturale e, dall’altro, gli elementi culturali comuni delle nazioni europee, come pure per favorire il dialogo interculturale; ancora, potrà essere previsto un focus sul patrimonio legato alla memoria europea.

Per maggiori informazioni si possono consultare:

Scadenza per la presentazione delle candidature per gli strand Città gemellate, Reti di città e Progetti della società civile: 1 settembre 2018 entro mezzogiorno - 12.00 ora italiana.

Procedura di selezione

In fase di selezione, le proposte progettuali saranno sottoposte a una triplice analisi, condotta alla luce dei criteri di eleggibilità, di selezione/esclusione, di aggiudicazione.
Per rispettare i criteri di eleggibilità, l’applicant (capofila del progetto) e i partners devono rientrare nelle categorie ammissibili del bando specifico. In particolare, dovranno essere autorità locali o enti non a scopo di lucro giuridicamente costituiti. I gruppi di cittadini non costituiti legalmente e i singoli individui non possono partecipare al Programma. Inoltre, sia l’applicant che i partners devono essere stabiliti in una delle nazioni partecipanti al Programma (vd. Supra). Sarà inoltre necessario rispettare le modalità di candidatura, di inoltro della medesima e le date di scadenza fissate.
Le candidature giudicate eleggibili sono poi sottoposte ad un’analisi approfondita della capacità finanziaria e operativa dell’applicant. Con «capacità finanziaria» s’intende che l’applicant dispone di risorse sufficienti per implementare le attività durante tutta la durata del progetto. A tal fine è necessario presentare una dichiarazione d’onore (in cui si indichi la sovvenzione richiesta e si dichiari, inter alia, di non essere in bancarotta, di essere in una posizione regolare per quanto concerne il pagamento di tasse e contributi, di non essere stati coinvolti in giudizi per frode, corruzione, attività illegali, di non essere in situazioni di conflitto di interesse, etc.) e per, le sovvenzioni superiori ai 60.000 euro, il modulo di capacità finanziaria, accompagnato dal bilancio dell’ultimo anno contabile (il modulo non deve essere presentato dalle autorità locali). Similmente, sarà esaminata la «capacità operativa» dell’applicant, che deve dimostrare di possedere le competenze necessarie per attuare il progetto proposto. In particolare, sarà valutata l’esperienza pregressa dell’applicant nel gestire iniziative e attività nel settore pertinente alla proposta progettuale presentata.
Ad un terzo livello, la candidatura è analizzata alla luce dei criteri di aggiudicazione. In tal ambito, particolare attenzione sarà riservata ai seguenti aspetti:
  • corrispondenza fra il progetto e gli obiettivi del Programma e dello specifico Strand;
  • qualità delle attività proposte dal progetto e del relativo piano di lavoro;
  • strategia di diffusione e comunicazione del progetto;
  • impatto che il progetto avrà sui cittadini europei e sue ripercussioni.

Meccanismi di finanziamento

La sovvenzione è calcolata sulla base di un sistema di finanziamento forfetario fisso suddiviso in tranche. Gli stessi parametri si applicano a tutti i paesi partecipanti.
Le somme forfetarie coprono tutti i costi ammissibili delle azioni, ossia12:
- costi per il personale direttamente collegato all’azione;
- spese di viaggio e soggiorno dei partecipanti agli eventi;
- l’affitto di sale/servizi di interpretazione e traduzione necessari per lo svolgimento degli eventi;
- costi di comunicazione/divulgazione collegati agli eventi;
- costi di coordinamento dovuti al coinvolgimento di numerose organizzazioni;
- costi di strumenti di ricerca e informatici necessari per le attività preparatorie nell’ambito delle azioni 1 e 2.3.
Nel caso della misura Gemellaggio tra città, l’importo forfetario è stabilito soltanto sulla base del numero di partecipanti invitati, ossia dei partecipanti internazionali inviati dai partner di paesi ammissibili diversi dal paese che ospita l’evento di gemellaggio.
Nel caso delle altre componenti/misure, l’importo forfetario è stabilito sulla base di tre parametri che costituiscono gli elementi essenziali di tutte le azioni di cittadinanza: il numero di partecipanti, il numero di paesi coinvolti e il numero di eventi realizzati, senza alcun effetto diretto sul formato delle attività.
In primo luogo si deve determinare l’importo forfetario tenendo conto del numero di partecipanti e del numero di paesi; successivamente, in caso di una pluralità di eventi/attività, si sommano gli importi forfetari corrispondenti a ciascun evento/ciascuna attività.
Per i progetti della componente 1 (Memoria europea) e della misura 2.3 (Progetti della società civile) può essere utile prevedere l’esecuzione di attività preparatorie o di ricerca, ovvero di attività collegate alle reti sociali. A questo scopo il sistema prevede importi forfetari limitati e adeguati al numero di partecipanti alle attività. Tali importi comprendono tutte le attività preparatorie nel loro complesso; ciò significa che l’importo forfetario dipende dal numero totale di partecipanti e non dal numero di attività preparatorie eseguite. A ogni progetto può essere aggiudicato un solo importo forfetario di questo tipo.
A questo sistema di importi forfetari si applicano i cinque requisiti indicati di seguito.
a. Unicità: il sistema costituisce un approccio unico per tutte le azioni del programma, indipendentemente dalle loro particolarità (ad eccezione della misura Gemellaggio tra città).
b. Semplicità: il sistema non richiede l’esecuzione di calcoli ed è di immediata applicazione.
c. Trasparenza: il sistema è trasparente perché permette di individuare immediatamente la sovvenzione ex ante o ex post.

Guida al Programma

La nuova miniguida al Programma Europa cittadini è disponibile in italiano. (PDF, 335 kb)
La guida al Programma Europa dei Cittadini 2014-2020 è disponibile in:
  • versione italiana - edizione 2018 (PDF, 841 kb)
  • versione inglese - edizione 2018 (PDF, 729 kb)

Presentazione della domanda di candidatura

Per presentare una domanda di candidatura:
Dopo aver ottenuto l’account ECAS:
  • Ogni ente che partecipa al progetto, sia come capofila (applicant) sia come partner deve registrarsi presso il PORTALE DEI PARTECIPANTI e ottenere un codice d’identificazione del partecipante o PIC.
Attenzione! Prima di accedere al PORTALE DEI PARTECIPANTI bisogna avere un EU Login (vedi sopra, punto 2).
Per accedere al PORTALE DEI PARTECIPANTI si clicchi il seguente link:http://ec.europa.eu/education/participants/portal/desktop/en/organisations/register.html
  • I candidati devo caricare nel portale:
A questo punto è possibile creare il modulo di candidatura elettronico (e-form): https://eacea.ec.europa.eu/PPMT/
Per creare l’e-form sarà necessario indicare:
  • Il Programma di finanziamento “Europa per i Cittadini” (“Europe for Citizens”)
  • La lingua in cui si desidera l’e-form (Inglese, Francese o Tedesco).
Attenzione! È possibile compilare l’e-form in qualsiasi lingua ufficiale dell’UE, ivi incluso l’italiano, fatta eccezione per la sezione relativa alla breve descrizione del progetto.
  • L’ente capofila (partner) e i partner per mezzo dei rispettivi codici PIC (vedi sopra, punto 3).
E' possibile consultare la Guida alla compilazione dell'e-form disponibile al seguente link:
http://eacea.ec.europa.eu/documents/eforms_en
E' necessario allegare una Dichiarazione d'onore alla domanda di candidatura.
E' possibile scaricare il modulo dai seguenti link:
Dopo che l’e-form sarà compilato, è obbligatorio convalidarlo cliccando su “validate”. Saranno segnalati eventuali “errori”, se presenti, è sarà necessario correggerli per poter inviare l’e-form. Dopodiché sarà possibile inviare l’e-form elettronicamente cliccando su “submit”.
Non inviare documenti cartacei per posta.
In caso di problemi tecnici con l'e-form si può contattare l'help-desk tecnico dell'EACEA:
Telephone hotline: +32 229 90705
Email address: EACEA-HELPDESK@EC.EUROPA.EU
In caso di problemi tecnici con il Portale dei Partecipanti si può contattare il relativo help-desk presso il seguente indirizzo e-mail:
EC-GMSS-EDUCATION-SUPPORT@EC.EUROPA.EU oppure  EC-RESEARCH-IT-HELPDESK@ec.europa.eu .

ECP Italy

L’ECP – Europe for Citizens Point Italy, istituito dal 2008 presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, costituisce il Punto di Contatto Nazionale per il Programma “Europa per i cittadini” 2014-2020.
L’ECP Italy diffonde il Programma "Europa per i cittadini" sul territorio nazionale, in primo luogo organizzando periodicamente seminari, conferenze, giornate informative in cui viene illustrata la struttura del Programma, vengono esposte le varie Azioni e Misure in cui esso si articola, vengono spiegate le modalità e i requisiti di partecipazione. Similmente, sono organizzati workshop tecnici in cui vengono prese in esame le modalità pratiche di predisposizione della candidatura.
L’ECP Italy cura la realizzazione di brochure e pubblicazioni volte a far conoscere al pubblico il Programma, sia di carattere generale sia incentrate su specifici aspetti del medesimo. Tali pubblicazioni vengono distribuite gratuitamente e sono accessibili e scaricabili dal sito web www.europacittadini.it.
Il sito nazionale ufficiale dell’ECP Italy, www.europacittadini.it, è aggiornato quotidianamente. In esso possono essere reperite tutte le informazioni necessarie per la partecipazione ai bandi del Programma, tra cui: bandi attivi, prossime scadenze, risultati delle selezioni, attività e appuntamenti dell’ECP stesso, approfondimenti sui gemellaggi, etc. Il suddetto sito consente inoltre di avere una panoramica generale del Programma, di accedere ai link per scaricare la modulistica per la presentazione delle domande di candidatura, di cercare partnerper realizzare progetti europei, di essere sempre aggiornati sulle conferenze e gli incontri che l’ECP organizza e cui partecipa.
Tramite il sito è possibile iscriversi alla newsletter, che permette di essere tempestivamente informati sulle novità dei bandi del programma e sulle iniziative dell’ECP stesso.
L’ECP fornisce inoltre assistenza e supporto continuo ai potenziali beneficiari delle sovvenzioni previste dal suddetto Programma, tramite l’help-desk telefonico, i contatti via e-mail e gli appuntamenti in sede.
Inoltre, valorizza i risultati dei progetti selezionati, invitandone i rappresentanti alle iniziative di promozione del Programma o inserendone descrizioni nelle pubblicazioni.
Infine, l’ECP Italy cura le relazioni con la rete europea degli altriPunti di Contatto Nazionali, con l’Agenzia Esecutiva e con la Commissione Europea per mezzo di periodici incontri e riunioni a livello internazionale.

Vai al sito del Programma







venerdì 22 giugno 2018

Appesi a un PIL - Hanging on by a GDP

Qualche giorno fa la Commissione Europea ha diffuso questa nota ed un video dal titolo: New Chapter for Greece (un nuovo capitolo per la Grecia). Nella nota si sostiene che, dopo 8 anni di interventi, la Grecia è sulla via della ripresa. Ritorna la Crescita ed i posti di lavoro stanno aumentando. Questo “miracolo” sarebbe il risultato sia delle riforme nazionali che del sostegno dei partner dell'UE, uniti ai “sacrifici e gli sforzi del popolo greco nell'attuare queste riforme” che avrebbero “prodotto risultati concreti e tangibili” che, “Mentre la disoccupazione rimane elevata”, vantano una “crescita del PIL dal -9,1% nel 2011 all'1,4% nel 2017 e si prevede che cresca di circa il 2% nel 2018 e nel 2019”. La gran parte dell'opinione pubblica, non solo Greca, ha reagito con sdegno e indignazione ai numeri trionfanti di Bruxelles.

La realtà infatti è ben diversa.

Il PIL, purtroppo per qualcuno, è un'unita di misura come tante. In questo caso misura “il valore di mercato aggregato di tutte le merci finite e di tutti i servizi prodotti nei confini di una nazione in un dato periodo di tempo”. Come il Metro non può misurare il silenzio, il rumore, la luce, il buio, così il PIL non può misurare il benessere e la felicità delle persone. Anzi! Se da domani non ci fossero più incidenti stradali, tutti noi saremmo felici, invece il PIL precipiterebbe. Il cancro e, in genere, le malattie fanno aumentare il PIL tanto come l'inquinamento, la corruzione, la delinquenza o la mafia, che vale 150 miliardi del PIL italiano.

Orbene, considerata la situazione di crisi, non solo economica e finanziaria ma soprattutto “di principi e di valori”, sarebbe ora che si iniziasse a pensare di accompagnare il PIL ad altri indicatori come, ad esempio, il Benessere Interno Lordo (BIL) o la Felicità Interna Lorda (FIL), in grado di misurare concretamente il livello di benessere e di felicità delle persone.
Così, giusto per capire se si sta andando nella direzione giusta e qualcuno viene pagatato da noi per lavorare veramente nell'interesse della Gente.
In ogni caso: solidarietà con il Grande Popolo Greco. Nella Storia ha sempre fatto la sua parte e, anche questa volta, ci mostrerà come uscirne.

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A few days ago the European Commission released this note and a video entitled: New Chapter for Greece. The note states that, after 8 years of interventions and programs, Greece is on the road to recovery. Growth is back and jobs are increasing... This "miracle" would be the result both of the national reforms as the support of the EU partners and of the "sacrifices and efforts of the Greek people in implementing these reforms" that would "produce concrete and tangible results". Although " unemployment remains high ", Bruxelles boast about a "GDP growth rebounded from -9.1 % in 2011 to 1.4% in 2017 and is projected to grow by around 2% in 2018 and 2019.". But the reality is rather different, and most of the public opinion, not just Greek, has reacted with indignation to those triumphant numbers of Brussels.
Unfortunately, the Gross Domestic Product (GDP) is just a unit of measurement like many others, in this case, "it is a monetary measure of the market value of all final goods and services produced in a period (quarterly or yearly) of time.". As the Inch cannot measure the silence, the noise, the light or the darkness, the GDP cannot measure people's well-being and happiness. On the contrary, let's imagine that from now on there were no more road accidents: we will all be happier, but the GDP would fall. Even cancer and the increase of diseases, as much as pollution, corruption, delinquency and the Mafia (which is worth 150 billion of Italian GDP) play a part in increasing GDP.
Therefore, given the current "crisis" situation it is now the time to start thinking about accompanying GDP to other indicators such as, for example, Gross Domestic Wellbeing or Gross National Happiness, that concretely can measure the level of well-being and happiness of the people and guide policy decisions that could have strong and radical effects on our lives.. Just to understand both if we are going in the right direction and we are paying someone to do the right work in our true interest.
In any case: solidarity with the Great Greek People. In History, they have always done their task and, once again, they will show us how to get out of it.

Immigrazione: ecco le dichiarazioni di Bruxelles

In occasione della "Giornata mondiale dei rifugiati", la Commissione europea ha rilasciato la nota qui allegata. Si tratta in effetti di dichiarazioni espresse in un momento particolarmente delicato in cui una parte dell'opinione pubblica sottolinea la mancanza di una concreta volontà politica diretta a rivedere l'attuale sistema che dovrebbe gestire il fenomeno dell’immigrazione in Europa. 

A presindere da alcuni Paesi europei che sicuramente non hanno dato prova di solidarietà, resta il fatto che il cosidetto "Regolamento di Dublino" lascia agli stati membri dell'UE il compito di gestire e amministrare l’arrivo degli stranieri, dando luogo così a grandi disparità e differenze nelle strategie e nei programmi di accoglienza. Secondo alcuni si tratta di un vero e proprio "buco nero" nelle competenze dell'UE trattandosi di "ospitalità", "ostilità", "asilo", "stranieri"...Tutti termini che sfuggono all'attuale sistema europeo o scivolano in modo ambiguo nelle maglie del diritto europeo. Il nodo è quindi cercare di capire insieme come si possa gestire in modo diverso, eficace e concreto, il fenomeno migratorio. L'attuale tendenza a scaricare tutto sull'Europa non solo è inutile ma è pericolosa, soprattutto quando ci sono in ballo molti quattrini.

Ecco la nota di Bruxelles:

Il Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, l'Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, il Commissario per la Politica europea di vicinato e i negoziati di allargamento, Johannes Hahn, il Commissario per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica, il Commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, il Commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides e la Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Věra Jourová, hanno dichiarato quanto segue:
"Ogni minuto 31 persone sono costrette a sfollare. Ad oggi oltre 68,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare la propria casa a causa di conflitti, violenze, persecuzioni, calamità naturali o delle conseguenze concrete dei cambiamenti climatici; di queste, 25,4 milioni sono rifugiati.
A oltre 67 anni dalla Convenzione di Ginevra relativa allo status di rifugiati del 1951, i suoi principi internazionali restano più validi che mai. Questi principi sono integrati nell'acquis dell'UE sull'asilo e l'Unione europea ribadisce il suo impegno a continuare a difendere chi ha bisogno d'aiuto. In quanto attore globale, l'UE sta lavorando per affrontare e risolvere le principali crisi con mezzi diplomatici, e in qualità di principale donatore di aiuti su scala mondiale, forniamo assistenza umanitaria e sostegno a rifugiati, richiedenti asilo e sfollati sia in Europa che nei paesi terzi.
Abbiamo offerto un sostegno senza precedenti [...] e continuiamo a fornire protezione a chi ne ha bisogno: solo nel 2017 gli Stati membri dell'UE hanno concesso protezione a oltre 538 000 persone. […] Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner in tutto il mondo, certi che solo una risposta globale possa affrontare le sfide che ci attendono. Stiamo costruendo un rapporto sempre più stretto con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, stiamo rispondendo alla difficile situazione dei rifugiati in tutto il mondo e sviluppando soluzioni innovative. [...]
Questi stessi principi di solidarietà, responsabilità condivisa, multilateralismo e impegno ci guideranno verso l'adozione del Patto globale sui rifugiati delle Nazioni Unite entro l'anno. […] Dobbiamo continuare a lavorare insieme agli Stati membri per stabilire percorsi più legali e sicuri e per chiudere le rotte migratorie pericolose e irregolari. [...] Gli Stati membri si sono assunti l'impegno di reinsediare più di 50 000 persone tra le più vulnerabili e di fornire loro una nuova casa nell'UE. Dobbiamo anche raggiungere quanto prima un accordo sulla riforma del sistema europeo comune di asilo, basata sui principi di responsabilità e solidarietà. [...] In un momento in cui aumenta la retorica fonte di divisioni contro le persone vulnerabili in fuga da guerre e persecuzioni, l'UE sta proteggendo e continuerà a proteggere coloro che ne hanno bisogno e ad impegnarsi per portare stabilità nelle aree di conflitto."
Il testo integrale della dichiarazione è disponibile qui