mercoledì 14 marzo 2012

Finita la "guerra sulla carne agli ormoni"?

Il Parlamento europeo ha  approvato delle concessioni per porre fine alla controversia sul commercio di carne agli ormoni che si trascina da 20 anni con Stati Uniti e Canada. L'accordo permette all'UE di mantenere il divieto di importare bovini trattati con ormoni, in cambio di un aumento delle quantità di carne bovina di alta qualità che può essere esportata nell'UE da Stati Uniti e Canada. L'Italia sarà fra i maggiori beneficiari del nuovo accordo.
L'accordo aumenterà il contingente tariffario dell'Unione fino a 48.200 tonnellate. In contropartita, gli Stati Uniti e il Canada hanno già sospeso le sanzioni di ritorsione applicate su prodotti provenienti da 26 Stati membri (tutti eccetto il Regno Unito), il cui valore ammonta, in base alle attuali condizioni commerciali, a oltre 250 milioni di USD.
"La lunga guerra commerciale finisce oggi", ha detto il relatore Godelieve Quisthoudt-Rowohl (PPE, DE), che aggiunge: "Questa risoluzione comporta benefici reciproci, il Parlamento ha fatto un passo che permetterà all'industria agricola europea di pianificare di nuovo il futuro e che rafforzerà i legami commerciali transatlantici".
Il Parlamento non ha introdotto emendamenti sostanziali al testo proposto dalla Commissione europea. L'accordo, approvato con 650 voti a favore, 11 contrari e 11 astensioni, è già stato informalmente approvato dal Consiglio e l'aumento delle quote d'importazione entrerà in vigore dall'agosto 2012.
Storia di una guerra commerciale
La controversia sugli ormoni della carne bovina ha avuto ripercussioni negative sulle relazioni commerciali transatlantiche dal 1988, quando l'Unione europea, per tutelare la sicurezza alimentare dei consumatori, aveva vietato l'importazione di carni bovine trattate con determinati ormoni di crescita. Nel 1996 gli Stati Uniti e il Canada, i più colpiti dal divieto, hanno presentato ricorso all'organo di conciliazione dell'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), ottenendo quindi l'autorizzazione a imporre sanzioni commerciali sui prodotti provenienti dall'UE, il cui valore ammonta rispettivamente a 116,8 milioni di USD e 11,3 milioni di CAD l'anno.

La costante applicazione di dazi di ritorsione su determinati prodotti europei ha ostacolato le esportazioni, con conseguenti perdite di quote di mercato per i produttori comunitari. Alcuni dei principali prodotti europei oggetto delle sanzioni sono carne bovina e suina, formaggio Roquefort, cioccolato, succhi, marmellate e tartufi.
Una soluzione vincente?
Nel maggio 2009 è stato firmato un accordo negoziato dalla Commissione europea e dal governo degli Stati Uniti che prevedeva un meccanismo in due fasi per ridurre progressivamente il livello delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti sui prodotti dell'UE, mentre l'Unione ha progressivamente aumentato le quantità importabili nell'UE per le carni bovine di "alta qualità" prive di ormoni. Gli Stati Uniti hanno già deciso di revocare le sanzioni imposte ai prodotti europei nel maggio 2011.
I principali beneficiari della revoca delle sanzioni da parte degli Stati Uniti e del Canada sono l'Italia, con un valore commerciale di oltre 99 milioni di USD, la Polonia con 25 milioni di USD, la Grecia e l'Irlanda entrambe con 24 milioni di USD, la Germania e la Danimarca entrambe con 19 milioni di USD, la Francia con 13 milioni di USD e la Spagna con 9 milioni di USD.
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