sabato 4 marzo 2017

Dibattito sul futuro dell'Europa: Europa a due velocità, Merkel sotto i fuochi incrociati



(di Sarantis Michalopoulos | EurActiv.com, traduzione di Barbara Pianese)
L'Europa, secondo i diversi partiti di sinistra europei, ha bisogno di lasciarsi alle spalle le politiche di austerità e l'Unione a più velocità suggerita dal cancelliere tedesco Angela Merkel
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sdoganato recentemente nel corso di un vertice l'idea di un'Europa a diverse velocità. Ma le sue dichiarazioni hanno innescato la dura reazione dei politici di centro-sinistra, che hanno accusato il leader tedesco di dividere l'Europa in un Sud più povero e un Nord ricco. I socialisti sono andati oltre, sostenendo che una tale proposta potrebbe essere pericolosa quanto un futuro ad appannaggio di nazionalisti e forze anti-europee.
Pittella: contro un’Europa a due velocità
Gianni Pittella, presidente dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo, ha ammesso che siamo già in un’Europea a due o più velocità, con la zona euro e Schengen che rappresentano esempi perfetti di questa tendenza.
"Il fatto è che oggi, durante la campagna elettorale tedesca, Merkel metta in luce questo non-notizia, dovrebbe suonare come un campanello d'allarme. Soprattutto perché, come giustamente sottolineato da Romano Prodi (ex presidente della Commissione europea, ndr), questo rilancio dell'Europa a due velocità non arriva alla fine di un ampio e profondo dibattito europeo", ha osservato Pittella.
Ma non è tutto perché i socialisti europei rifiutano l'idea di istituire una sorta di "club di lusso" composto dai paesi del Nord Europa dalle prestazioni economiche più elevate, in cui l'approccio dell'austerità e dei falchi come Schäuble (ministro delle Finanze tedesco, ndr) svolgano il ruolo dell'ago della bilancia contro i paesi meno abbienti dal Sud Europa".
I socialdemocratici non rifiutano l’idea di una maggiore integrazione attraverso la cooperazione rafforzata, ovvero una procedura che consente ad almeno nove paesi dell'Unione europea di stabilire un'integrazione più stretta in una determinata area senza il coinvolgimento di tutti gli altri membri. Ma questa dovrebbe sempre basarsi su una politica comune orientata alla crescita fiscale e all'istituzione di un " vero e proprio ministro delle finanze europeo, un’agenda sociale comune o politiche comuni in materia di difesa, sicurezza e migrazione. Non possiamo invece accettare una divisione a livello europeo tra il Nord contro i peccatori del Sud”.
Una procedura d’infrazione per la Germania
Pittella ha quindi ribadito la sua opposizione alle regole dello "stupido" Patto di stabilità suggerendo di applicare le stesse in modo più politico, piuttosto che alla lettera. "Questo significa che abbiamo bisogno di una governance politica in grado di valutare la situazione economica, fiscale e politica di un paese. Gli enormi errori commessi con la Grecia non possono essere ripetuti per l'ottusità di una persona. Se dovessimo applicare le regole in modo letterale, l'Ue dovrebbe aprire una procedura di infrazione contro la Germania per surplus commerciale. Questo è quello che dicono le regole. Non vogliamo questo, vogliamo cambiare le regole".
Zimmer contro i "ricatti" di Merkel
Gabriele Zimmer, presidente del gruppo di sinistra GUE/NGL al Parlamento europeo, ha attaccato il Cancelliere tedesco, così come Schäuble, chiedendo di smettere di ricattare i paesi del Sud Europa come la Grecia e di abusare dei partner europei a proprio beneficio nel corso dell’attuale campagna elettorale in Germania.
“È solo ipocrisia chiedere diverse velocità nell'Ue visto che è stata la stessa politica di Merkel&Co a causare un aumento della disuguaglianza sociale ed economica tra il centro e la periferia d’Europa", ha spiegato il politico tedesco. Lo stesso ha poi aggiunto che le politiche di esportazione aggressive di paesi come la Germania hanno significativamente contribuito a questo divario crescente tra gli Stati membri dell'Ue.
"Invece di velocità diverse, abbiamo bisogno di invertire le attuali politiche e spingere per una nuova politica dell’uguaglianza, come la limitazione delle eccedenze commerciali per mettere in piedi un'unione sociale al fine di consentire una maggiore convergenza”, ha suggerito il politico della Die Linke.
I Verdi: no ad un'Europa à la carte
In una risposta congiunta,i co-presidenti Monica Frassoni e Reinhard Bütikoferl del partito europeo dei Verdi  hanno affermato che la loro contrarietà ad un'Europa à la carte in cui "ognuno sceglie cosa fare e in cui il Parlamento e la Commissione sarebbe chiaramente messi da parte".
"Noi diciamo no ad una 'kern Europa' basata su un euro forte e austerità". I Verdi sono favorevoli ad un dialogo ampio e aperto, in cui saranno esposte le diverse volontà politiche.
"Questo dibattito chiarirà chi vuole un'unione politica fondata sullo stato di diritto, sulla volontà di innovare e trasformare l'economia europea in modo sostenibile e sulla necessità di rendere più trasparenti ed efficienti le istituzioni comuni", hanno sottolineato i leader verdi. "Possiamo certamente iniziare con una cooperazione rafforzata su questioni come il trasferimento dei rifugiati, le tasse, ma alla fine dovremo gestire le nostre differenze o sarà la nostra fine"