In una Risoluzione approvata con 386 voti a favore, 107 contrari e 198 astensioni il Parlamento europeo chiede ai governi degli stati membri, all'UE e all'italiana Federica Mogherini, "Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza" il rispetto di una Posizione Comune adottata da tutti i governi nel 2008 e relativa all'adozione di norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari. In sintesi il Parlamento chiede all'UE e agli stati membri di imporre un embargo sulla vendita di armi all'Arabia saudita e, più in generale, strumenti adeguati per garantire il controllo delle esportazioni UE di armi, rimarcando la necessità di creare un'autorità di controllo e un meccanismo sanzionatorio.
Nel documento, i deputati europei esprimono allarme per la corsa agli armamenti a livello globale e criticano gli Stati membri per aver violato la Posizione Comune dell'Ue sul controllo delle esportazioni di armi che intende porre regole chiare al riguardo. Il PE sottolinea che solo 20 Stati membri hanno fornito informazioni complete sulle armi vendute all'estero e che l'UE è al secondo posto nel mondo come maggiore fornitore di armi dopo gli Stati Uniti e prima della Russia. Inoltre, secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, nel 2015 la regione più importante di destinazione delle esportazioni di armi è stata il Medio Oriente.
La massima Assemblea europea si era già pronunciata al riguardo nel 2013, attraverso la: Risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio 2013 sull'esportazione di armi: attuazione della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio. Evidentemente senza alcun esito.
Il bel lavoro svolto dagli europarlamentari non basta. Occorrono la mobilitazione dei cittadini e delle associazioni nonchè incisive pressioni presso la rappresentante della più alta istituzione europea in materia: Federica Mogherini. Non sarà facile. L'Alta rappresentante, che detiene un rapporto privilegiato soprattutto con l'Arabia Saudita, cita con orgoglio i dati: “I paesi del Golfo sono il quarto mercato di esportazione dell’Ue, per un flusso commerciale totale pari a 155,5 miliardi di dollari all’anno nel 2015”. Un flusso crescente, +15% ogni anno"; e annuncia:“continueremo ad approfondire le nostre relazioni rimuovendo gli ostacoli al commercio, e proteggendo e promuovendo gli investimenti”.
In tale auspicabile impegno non ci aiuta la situazione del Paese di provenienza di Mogherini.È ben nota la recente vicenda che ha visto il Ministro della Difesa italianoimpegnato in un bizarro tentativo di scaricare le proprie responsabilità sulla Germania a proposito dello stabilimento sardo della ditta RWM Italiache, secondo lui, non avrebbe bisogno di autorizzazioni italiane all’export in quanto facente parte di un gruppo tedesco. Un documento del governo tedesco, pubblicato da Altreconomia, spiega invece chiaramente che le bombe inviate verso il Regno Saudita in guerra non sono state prodotte dalla RWM Italia sotto licenza tedesca.
Infine, si ricorda l'imponente controffensiva diplomatica, scatenata a livello internazionale a seguito del Rapporto ONU "Children and armed conflict 2015" (I bambini e i conflitti armati 2015) e delle dichiarazioni del Segretario generale Ban Ki-Moon nel presentare il documento: "l’alleanza guidata da Riad come responsabile del 60% degli oltre 2 mila bimbi rimasti feriti o uccisi in Yemen". A sole 72 ore dalla pubblicazione il nome del Regno saudita è stato rimosso dal Rapporto.
It will not be easy!
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