martedì 17 marzo 2020

Ecco da chi ci deve difendere l'UE.

Nel XXI Secolo, alle porte della IV Rivoluzione Industriale, tra intelligenza artificiale e "smart specilization strategies", l'Europa intera è ostaggio di un microrganismo acellulare di circa 20 nanometri. La buona notizia è che gli europei e le europee finalmente conoscono il loro vero nemico. Era infatti da molti, troppi, anni che milioni di loro si chiedevano da chi l'UE intendesse difenderli, impegnando qualche miliardo di € dei loro quattrini in quel "FONDO EUROPEO PER LA DIFESA". In tanti ci chiedevamo: “difenderci? Da chi? Da cosa?”. Oggi finalmente lo sappiamo.


Ma non aspettiamoci che una riflessione su tali circostanze avvenga unicamente grazie alla lungimiranza ed alla solidarietà di chi attualmente governa questa UE. E' infatti molto improbabile che coloro che sino ad oggi hanno beneficiato e beneficiano dell'attuale POLITICA DI DIFESA dell'UE rinuncino facilmente alla fettina del suo bilancio che attuamente stanzia per loro circa 500 milioni di € per il periodo 2019-2020. Stiamo parlando dell'industria degli armamenti (o, per essere politicamente correti: degli "equipaggiamenti di difesa"). Una delle lobby più potenti al Mondo.

Come sosteneva qualche tempo fa una membra della Commissione europea uscente: "Per essere certi che l'Europa sia in grado di proteggere i suoi cittadini, abbiamo bisogno di tecnologie e materiali di difesa all'avanguardia....". Aveva pienamente ragione e, oggi, tutti/e noi sappiamo benissimo che con bombe, droni e cannoni, poco o nulla si può fare per combattere e vincere contro un microrganismo di 20 nanometri.

Sembra che qualcuno a Bruxelles ed a Strasburgo l'abbia capito e, pare, che nel corso dei negoziati tra i governi nazionali sul prossimo budget dell'UE, qualcuno stia proponendo una diminuzione delle risorse destinate alla Politica di Difesa, quella che con i nostri quattrini e attraverso il cosiddetto “Fondo Europeo della Difesa” finanzia le industrie ed i centri di ricerca europei per ricercare e sperimentare nuovi strumenti di morte e di distruzione. Recentemente, purtroppo, una persona ragionevole come l'attuale Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, di fronte al comparto italiano delle armi e degli strumenti di distruzione riunitosi recentemente a Napoli, ha manifestato "preoccupazione" per quei tagli. Apprezziamo David Sassoli e siamo certi che la sua preoccupazione conduca l'UE ad un serio ripensamento circa gli obiettivi della Politica e del sostegno europeo alla Difesa, rivolto finalmente a difendere noi cittadini e cittadine europee da ciò che concretamente, in questi giorni, in queste ore, e in futuro, abbiamo compreso essere una vera, un'autentica e concreta minaccia. 
Che i quattrini del Fondo Europeo della Difesa vadano a finanziare le nostre università ed i nostri centri di ricerca per scoprire e testare strumenti di benessere, di salute e di pace, per tutti/e e in tutto il Pianeta. 
Ecco ciò di cui abbiamo bisogno!


LA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA (E NON SOLO) SULL'UE

LA RASSEGNA DEL 28 NOVEMBRE 2024

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