Nel XXI Secolo, alle porte della IV Rivoluzione Industriale, tra intelligenza artificiale e "smart specilization strategies", l'Europa intera è ostaggio di un microrganismo acellulare di circa 20 nanometri. La buona notizia è che gli europei e le europee finalmente conoscono il loro vero nemico. Era infatti da molti, troppi, anni che milioni di loro si chiedevano da chi l'UE intendesse difenderli, impegnando qualche miliardo di € dei loro quattrini in quel "FONDO EUROPEO PER LA DIFESA". In tanti ci chiedevamo: “difenderci? Da chi? Da cosa?”. Oggi finalmente lo sappiamo.
Ma non aspettiamoci che una riflessione su tali circostanze avvenga unicamente grazie alla lungimiranza ed alla solidarietà di chi attualmente governa questa UE. E' infatti molto improbabile che
coloro che sino ad oggi hanno beneficiato e beneficiano dell'attuale
POLITICA DI DIFESA dell'UE rinuncino facilmente alla fettina del suo bilancio
che attuamente stanzia per loro circa 500 milioni di € per il
periodo 2019-2020. Stiamo parlando dell'industria degli armamenti (o,
per essere politicamente correti: degli "equipaggiamenti di
difesa"). Una delle lobby più potenti al Mondo.
Come sosteneva qualche
tempo fa una membra della Commissione europea uscente: "Per
essere certi che l'Europa sia in grado di proteggere i suoi
cittadini, abbiamo bisogno di tecnologie e materiali di difesa
all'avanguardia....". Aveva pienamente ragione e, oggi, tutti/e
noi sappiamo benissimo che con bombe, droni e cannoni, poco o nulla si
può fare per combattere e vincere contro un microrganismo di 20
nanometri.
Sembra che qualcuno a
Bruxelles ed a Strasburgo l'abbia capito e, pare, che nel corso dei
negoziati tra i governi nazionali sul prossimo budget dell'UE,
qualcuno stia proponendo una diminuzione delle risorse destinate alla
Politica di Difesa, quella che con i nostri quattrini e attraverso il
cosiddetto “Fondo Europeo della Difesa” finanzia le industrie ed
i centri di ricerca europei per ricercare e sperimentare nuovi
strumenti di morte e di distruzione. Recentemente, purtroppo, una
persona ragionevole come l'attuale Presidente del Parlamento europeo,
David Sassoli, di fronte al comparto italiano delle armi e degli
strumenti di distruzione riunitosi recentemente a Napoli, ha
manifestato "preoccupazione" per quei tagli. Apprezziamo
David Sassoli e siamo certi che la sua preoccupazione conduca l'UE ad
un serio ripensamento circa gli obiettivi della Politica e del
sostegno europeo alla Difesa, rivolto finalmente a difendere noi
cittadini e cittadine europee da ciò che concretamente, in questi
giorni, in queste ore, e in futuro, abbiamo compreso essere una vera, un'autentica e
concreta minaccia.
Che i quattrini del Fondo Europeo della Difesa vadano a finanziare le nostre università ed i nostri centri di ricerca per scoprire e testare strumenti di benessere, di salute e di pace, per tutti/e e in tutto il Pianeta.
Ecco ciò di cui abbiamo bisogno!
Che i quattrini del Fondo Europeo della Difesa vadano a finanziare le nostre università ed i nostri centri di ricerca per scoprire e testare strumenti di benessere, di salute e di pace, per tutti/e e in tutto il Pianeta.
Ecco ciò di cui abbiamo bisogno!