mercoledì 11 marzo 2020

Tra inutili doppioni ed i soliti slogan ecco la "nuova" strategia industriale della Commissione. Unica novità: il 6G!!

 https://it.notizie.yahoo.com/pap%C3%A0-uccidi-il-mostro-dell-110328687.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS91cmw_c2E9dCZyY3Q9aiZxPSZlc3JjPXMmc291cmNlPXdlYiZjZD0xMiZ2ZWQ9MmFoVUtFd2lHb1AySG5wTG9BaFZCVU1BS0hmOGdBSDRRRmpBTGVnUUlBeEFCJnVybD1odHRwcyUzQSUyRiUyRml0Lm5vdGl6aWUueWFob28uY29tJTJGcGFwJTI1QzMlMjVBMC11Y2NpZGktaWwtbW9zdHJvLWRlbGwtMTEwMzI4Njg3Lmh0bWwmdXNnPUFPdlZhdzJ5TEcwQlBZMjA0Z1ZwcEZCY3V3aVQ&guce_referrer_sig=AQAAANEjBH9pHATh5yFf-_Z7A_O2S2YaJuGUjpvAJ1-LX19EclAHO8GRy0vwZbvwjkrJw4GlgDuiP756Qqxx3YOD30ByMZdr80l_UVrsFCTieD4DpBOd0CXALRSzyFF8aA9GIid3E3eXfJI9g64PxxyGZ7JgUo8sKDh8sk4nBq_VxWGR

C'era una volta la strategia di Lisbona. Il programma di riforme economiche approvato nel 2000 a Lisbona dai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri dell'Unione europea. L'obiettivo era di fare dell'Unione "la più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2010"

Posto che ben pochi hanno capito cosa fosse l'"economia della conoscenza", la strategia spaziava in tutti i campi della politica economica europea:
  • innovazione e imprenditorialità,
  • riforma del welfare e inclusione sociale,
  • capitale umano e riqualificazione del lavoro,
  • uguali opportunità per il lavoro femminile,
  • liberalizzazione dei mercati del lavoro e dei prodotti,
  • sviluppo sostenibile.
E' stato poi il turno della "Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva". L'Obiettivo (anch'esso ampiamente disatteso) era quello di far uscire dalla povertà e dall'esclusione sociale almeno 20 milioni di persone e ad aumentare al 75% il tasso di occupazione della popolazione di età tra i 20 e i 64 anni. Ovviamente, il tutto condito con una buona dose di "rafforzamento della competitività dell'Europa" accompagnato dalla sua "autonomia strategica" in un difficile momento che la Strategia mirabilmente analizzava come caratterizzato dallo "spostamento delle placche geopolitiche e di crescente concorrenza a livello mondiale".    

Oggi, all'inizio del 2020, giunge puntuale l'ennesima Strategia europea.

Questa volta frutto di un cocktail eterogeneo che miscela le due strategie precendenti, aggiungendovi la ciliegina finale delle tecnologie di prossima generazione con la “Strategic European partnership” relativa alla ricerca e all’innovazione nel campo delle “reti e servizi intelligenti oltre il 5G e verso il 6G”.
Per la gioia di coloro che adorano sparare termini in inglese alla moda, stiamo parlando di: Towards 6G; Digital Services Act; Artificial Intelligence; Customs Union; Ensuring a level playing field in investments; Linking defence and space policies; Pharmaceutical strategy and health data space; Industry’s climate and transport role.
Tutto questo pretendendo di far quadrare i conti radicando saldamente tale Strategia nei "valori europei e nelle tradizioni del mercato sociale".
Grandi le novità per le Piccole e Medie Imprese, con misure dedicate a "ridurre gli oneri burocratici e ad aiutare le numerose PMI europee a operare in tutto il mercato unico e oltre, ad accedere ai finanziamenti". Cose di cui sentiamo parlare sin dagli anni 90.
Infine, giunge puntuale il riferimento alla "rimozione delle barriere che si frappongono al buon funzionamento del mercato unico" che, come pochi sanno, benchè sia stato avviato nel lontano 1992 ha ancora parecchi problemi di funzionamento e resta ancora da completare! 
E non dimentichiamo che, a detta della Commissione UE, si tratta ancora della "risorsa più preziosa di cui l'Europa dispone per consentire a tutte le nostre imprese di crescere e competere in Europa e oltre".
Di particolare interesse il fatto che, attraverso la "nuova" Strategia, la Commissione avrebbe intenzione di creare un apposito "forum industriale aperto e inclusivo", che verrebbe istituito entro settembre 2020. Tale "forum" dovrebbe essere composto dai rappresentanti dell'industria - tra cui PMI e grandi imprese - le parti sociali, i ricercatori, nonché gli Stati membri e le istituzioni dell'UE. Nel quadro del Forum, se necessario, verrebbero invitati a condividere le loro conoscenze "esperti di settori specifici". Da una prima analisi di tale mirabile idea integrata dalla Commissione nella Strategia in esame, rileva senza dubbio che si tratta di un DOPPIONE di un organismo che già esiste e opera da tempo nel quadro istituzionale europeo. Si tratta del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE). Non si riesce dunque a comprendere la ragione di tale operazione che, distraendo importanti fondi pubblici da obiettivi ben più importanti, sottrae legittimità e visibilità ad un organismo europeo di particolare importanza come il CESE. 

CONTESTO: L'ennesimo pacchetto sulla politica industriale è la risposta della Commissione europea al Consiglio Europeo che, nel marzo del 2019,  ha richiesto "una strategia di politica industriale dell'UE complessiva e a lungo termine, accompagnata da un approccio integrato per un mercato unico più approfondito e più forte". La necessità di tale strategia industriale per l'Europa si rifletterebbe anche nelle priorità stabilite dal Parlamento europeo, nell'agenda strategica 2019-2024 del Consiglio europeo, nel Green Deal europeo e nella strategia della Commissione per "Plasmare l'Europa digitale".


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