martedì 25 ottobre 2022

Spopolamento, piccoli villaggi e Mercato Unico Europeo: il mio recente intervento al Comitato delle Regioni

 

Lo scorso 17 ottobre a Bruxelles sono stato invitato dal Comitato delle Regioni all’audizione di «stakeholders», rappresentanti di organizzazioni (ONG, associazioni di categoria di diversi settori economici e commerciali, ecc. ) direttamente o indirettamente interessati dalla proposta della Commissione Europea rivolta a creare uno «Strumento di Emergenza per il Mercato Unico» (SMEI).

 L’incontro è stato coordinato da Muhterem Aras (Verdi) membra tedesca del CdR. Il nuovo strumento normativo denominato «SMEI» mira a garantire che i beni essenziali possano circolare all’interno del mercato unico dell’Unione europea anche in situazioni di emergenza come l’attuale crisi sanitaria. La proposta della Commissione Europea, sulla quale ci è stato chiesto di esprimere un parere, impegnerebbe gli Stati membri dell’Unione Europea a riorganizzare quanto prima le catene di approvvigionamento, aumentando l’offerta di beni essenziali, sia attraverso il ripristino o l’ampliamento delle capacità produttive esistenti che attraverso la creazione di nuove capacità, anche per l’immissione sul mercato di beni di particolare importanza. 

La consultazione dei relatori si è incentrata sulle seguenti questioni:

1) Considerate le numerose regolamentazioni settoriali, ad esempio sui semiconduttori e sui prodotti medici, vi è la necessità di una regolamentazione generale in materia di crisi? 
2) Come valuta le misure proposte? La libera circolazione delle merci, delle persone e/o dei servizi può essere garantita meglio che durante la pandemia?
3) Ritenete adeguati i criteri di attivazione per la vigilanza del mercato interno e la modalità di emergenza del mercato interno? 
4) Come valuta il fatto che la proposta si concentri sulla preparazione e la gestione delle crisi? La proposta è troppo incentrata sulla libera circolazione delle merci?
5) La Commissione intende raccogliere e controllare le informazioni in molti punti della proposta. Dispone delle risorse e delle competenze necessarie? E potrebbero farlo le autorità e gli operatori economici?
Sono intervenuto a nome della costituenda Rete Europea Contro lo Spopolamento che riunisce attualmente oltre 100 partner (tra regioni, province, piccoli comuni, università, istituti di ricerca e sviluppo, imprese di assistenza tecnica, ecc. ) provenienti da tutta l’UE.  Il mio intervento, che ha ricevuto particolare attenzione da parte della Relatrice, verteva in particolare sulle interrogazioni nn. 3 e 4. Alla luce del nostro impegno contro lo spopolamento – un flagello che colpisce quasi tutti gli Stati membri dell’UE – e nel sostenere i piccoli villaggi d’Europa, sembra che la Commissione europea articoli la proposta SMEI con lo stesso approccio che ha guidato il sistema del Mercato Unico Europeo sin dalla sua creazione, nel 1992. Al contrario - e considerando sia il tempo trascorso che le gravissime emergenze che stiamo affrontando in tutto il Pianeta -, soprattutto da parte delle istituzioni europee e internazionali dovrebbe essere prioritario mostrare coraggio (a questo proposito ho spiegato l’origine del nome del nostro progetto contro lo spopolamento denominato «Balentes», che in sardo significa «coraggiosi/e») e saper proporre soluzioni in grado di affrontare concretamente le sfide che risultano «non ben conosciute», come ammesso dalla stessa Commissione Europea nella sua Proposta. In particolare ho sottolineato l’urgente necessità di:
1) introdurre indicatori diversi dal prodotto interno lordo (PIL) per comprendere l'impatto concreto sulle persone sia del Mercato Unico che delle misure proposte. Questo sia in termini di benessere, attraverso l’uso del BIL (Benessere Interno Lordo), che di felicitá, attraverso l'uso dell'indicatore FIL (Felicità Interna Lorda);
2. tenere in seria considerazione l’impatto delle misure proposte sui piccoli comuni (soprattutto quelli più isolati), anche in considerazione del loro ruolo fondamentale in tema di «sostenibilità».
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On Monday 17 October in Brussels, I was invited by the Committee of the Regions to a hearing of European stakeholders, representatives of organisations (NGOs, trade associations representing various business and commercial sectors, etc. ) directly or indirectly interested in the European Commission’s proposal to create an “Emergency Single Market Instrument. ” The meeting was coordinated by German CoR member Muhterem Aras (Greens). The new Single Market Emergency Instrument (SMEI) aims to ensure that essential goods can circulate within the European Union’s Single Market even during emergencies such as the current health crisis. The European Commission’s proposal on which we have been asked to give an opinion would commit EU Member States to re-organise supply chains by increasing supplies of essential goods as quickly as possible, including either taking over or expanding existing production capacities, or creating new capacities and placing key goods on the market. 
The consultation focused on the following issues:
1. In view of the many sector-specific regulations, such as those on semiconductors and medical devices, is there a need for a general regulation in the event of a crisis?
2. How do you assess the proposed measures? Can the free movement of goods, persons and/or services be better guaranteed than during the pandemic?
3. Do you think that the trigger criteria for internal market surveillance and the emergency mode of the internal market are appropriate?
4. How do you assess the proposal’s focus on crisis management? Does the proposal focus too much on the free movement of goods?
5. The Commission intends to collect and monitor information on many points of the proposal. Do you have the necessary resources and skills? Could authorities and economic operators provide it?
I spoke on behalf of the - under creation - Network against Dopulation , which brings together over 100 partners (regions, provinces, small municipalities, universities, research and development institutes, technical assistance companies) from all over the EU. My speech, which received particular attention from the rapporteur, dealt in particular with questions no. 3 and No. 4. In the light of our commitment against depopulation – a scourge which afflicts almost the whole of the EU – and in defending Europe’s small villages, in my speech I pointed out that the way in which the European Commission frames the ISMEI Proposal reflects the same old formulas that have governed the European Single Market since its creation in 1992. Considering the time that has passed and the very serious emergencies that we are facing all over the Planet, especially European and international institutions must show courage (in this regard I explained the origin of the name of our project against depopulation called “Balentes”, which in Sardinian means “courageous” / “courageous”) and to be able to propose concrete solutions to face challenges which, as the European Commission itself admits in its Proposal, are not well known. In particular, I pointed out the need to start to:
1. introduce indicators other than Gross Domestic Product (GDP) to understand the real impact on people of the proposed measures. This both in terms of well-being, through the use of BIL (Gross Internal Welfare), and FIL (Gross Internal Happiness).
2. seriously consider the impact on small villages, particularly the most isolated ones, of all interventions to be taken and also due to their fundamental role in terms of sustainability.