La piattaforma per le regioni carbonifere in transizione sarà varata ufficialmente più tardi nel corso della giornata da Maroš
Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'Unione dell'energia, Miguel
Arias Cañete, Commissario per l'Azione per il clima e l'energia e Corina
Creţu, Commissaria responsabile per la Politica regionale nonché dai rappresentanti delle regioni europee, da diverse parti interessate e vari dirigenti d'impresa. Il varo avviene alla vigilia del
vertice “One Planet”, organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron per celebrare il secondo anniversario dell'accordo di Parigi sul clima. Al vertice la Commissione intende ribadire il suo impegno a favore di un politica climatica proattiva e dimostrare che l'UE è un riferimento esemplare nell'azione di lotta contro i cambiamenti climatici. La nuova piattaforma costituisce una delle azioni di accompagnamento del pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei” (
IP/16/4009) varato nel novembre 2016.
Il Vicepresidente Maroš Šefčovič, responsabile per l'Unione dell'energia, ha dichiarato: “Le sfide cui si trovano confrontate le regioni carbonifere dell'UE possono essere vinte solo in partenariato con tutti gli attori presenti. L'Unione dell'energia è il quadro di riferimento giusto. Vogliamo lavorare in stretta collaborazione con le parti interessate nazionali, regionali e locali per sostenere la trasformazione strutturale, impiegando soluzioni su misura e tutti i mezzi a disposizione. Il nostro obiettivo è far sì che ogni regione tragga beneficio dalla transizione all'energia pulita, creando allo stesso tempo occupazione e promuovendo gli investimenti nelle nuove tecnologie.”
Miguel Arias Cañete, Commissario per l'Azione per il clima e l'energia, ha aggiunto: Le amministrazioni, le imprese e le regioni del mondo intero stanno abbandonando il carbone. La generazione di energia elettrica dal carbone è in declino. È una tendenza irreversibile verso l'energia pulita, anche qui in Europa. Ma in questo cambiamento verso un futuro più sostenibile, per alcune regioni sarà più difficile di altre effettuare questa transizione. Tutti i cittadini europei dovrebbero trarne vantaggio e nessuna regione dovrebbe essere tagliata fuori nel momento in cui decide di abbandonare i combustibili fossili. Questa iniziativa aiuterà i paesi, le regioni, le comunità e i lavoratori europei a rilevare la sfida costituita dalla diversificazione economica che richiede la transizione verso l'energia pulita.”
La Commissaria responsabile per la Politica regionale, Corina Crețu, ha aggiunto: “Lavorare insieme a un futuro migliore per tutti è il nucleo della politica di coesione dell'Unione europea. Il nostro messaggio odierno alle regioni carbonifere è che la Commissione europea adotta azioni concrete per aiutarle a realizzare una transizione agevole verso un'economia moderna, sostenibile e positiva che non lasci indietro nessuno.
La Commissione sostiene già la transizione nelle regioni ad alta intensità di carbone e carbonio mediante la politica di coesione. Questa politica a livello dell'UE aiuta le regioni a realizzare le trasformazioni economiche sfruttando i punti di forza della "
specializzazione intelligente", ossia i settori di nicchia delle regioni, in cui risiedono le forze competitive, per sposare l'innovazione e la decarbonizzazione. Grazie alla politica di coesione, l'UE è a contatto diretto e costante con i partner regionali in campo e può fornire un sostegno
ad hoc per guidare il cambiamento strutturale.
Parallelamente la Commissione lavora su una base sperimentale con un numero ristretto di regioni degli Stati membri per pianificare e accelerare il processo della diversificazione economica e della transizione tecnologica attraverso l'assistenza tecnica, lo scambio di informazioni e il dialogo bilaterale su misura relativo a fondi, programmi e strumenti di finanziamento dell'UE. Nella seconda metà del 2017 sono state istituite squadre pilota nazionali per la Slovacchia, la Polonia e la Grecia, sulla base delle richieste di questi Stati membri, per assistere le regioni di Trencin, della Slesia e della Macedonia occidentale in base alle loro esigenze specifiche. Mano a mano che l'operato di queste squadre registra progressi, le loro esperienze saranno condivise con la piattaforma per le regioni carbonifere in transizione.
Contesto
In 41 regioni di 12 Stati membri si persegue attivamente l'estrazione di carbone, che occupa direttamente circa 185 000 persone. Tuttavia, negli ultimi decenni, la produzione e il consumo di carbone nell'UE hanno registrato un calo costante. Le chiusure pianificate e in corso delle miniere di carbone nonché l'impegno di diversi Stati membri ad abbandonare l'uso del carbone per la generazione di energia elettrica dovrebbero accelerare questa tendenza al calo. Alla luce di questi elementi, la piattaforma per le regioni carbonifere in transizione mira ad assistere gli Stati membri e le regioni nella sfida di mantenere la crescita e l'occupazione nelle comunità interessate. Essa consentirà un dialogo fra le diverse parti interessate in materia di quadri strategici e di finanziamento, interessando settori come la trasformazione strutturale, comprese la diversificazione economica e la riconversione professionale, la diffusione delle tecnologie per le energie rinnovabili, l'ecoinnovazione e le tecnologie avanzate basate sul carbone.
Il pacchetto Energia pulita per tutti gli europei non solo mira a lottare contro i cambiamenti climatici, bensì genera occupazione e crescita, poiché promuove nuove opportunità lavorative nel settore energetico e investimenti in tecnologie moderne. Fra il 2008 e il 2014 il numero di posti di lavoro nel settore delle tecnologie per l'energia rinnovabile è aumentato del 70% e oggi l'energia pulita dà lavoro a circa 2 milioni di persone nell'UE, essenzialmente nei settori delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. Esiste un potenziale di creazione di ulteriori 900 000 posti di lavoro entro il 2030, a condizione si mobilitino sufficienti investimenti pubblici e privati. Il settore dell'efficienza energetica potrebbe creare fino a 400 000 posti di lavoro supplementari.
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