giovedì 1 marzo 2018

L'UE adotta nuovi programmi per proteggere i migranti e sostenerne il rientro e la reintegrazione in Africa

murale con disegni persone
©Pixabay
L'Unione Europea ha adottato nuovi programmi nel quadro del Fondo fiduciario di emergenza dell'UE per l'Africa, rispettando gli impegni presi dalla task force congiunta dell'Unione Africana, dell'Unione Europea e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per far fronte alla situazione dei migranti in Libia. I nuovi programmi integrano gli sforzi dell'Unione Europea finalizzati a proteggere i migranti e ad offrire loro possibilità sostenibili di reintegrazione in Libia, lungo la rotta del Mediterraneo centrale e in Etiopia.

#investEU: una nuova mappa interattiva mostra il sostegno dell'UE alle PMI

mappa_interattiva_eif
©EIF

Aiutare le piccole imprese ad avere migliore accesso ai finanziamenti è una priorità assoluta dell'UE. Grazie ai numerosi programmi di finanziamento della Commissione europea e del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), centinaia di migliaia di PMI e di imprenditori in tutta Europa hanno ricevuto la spinta finanziaria necessaria per creare, sviluppare ed espandere la propria attività.
Da oggi è possibile vedere che cosa è stato finanziato grazie a una nuova mappa interattiva presentata dal FEI e dalla Commissione, che permette di zummare fino al particolare della strada per vedere quali tipi di piccole imprese hanno ricevuto finanziamenti dall'UE. La mappa è disponibile qui  e consente di fare ricerche per programma finanziario e per settore, o di muovere il cursore e cliccare sulla zona di interesse.

venerdì 23 febbraio 2018

INTERREG EUROPE: presenta gratis il tuo progetto a Bruxelles!

SIETE UN ENTE LOCALE, UNA UNIVERSITÀ O UN'ASSOCIAZIONE? AVETE UN PROGETTO DI SVILUPPO LOCALE O REGIONALE? ECCO UN'OCCASIONE DA NON PERDERE! 


EuYou lancia un'iniziativa rivolta ad agevolare la vostra partecipazione al prossimo bando di gara nel quadro del Programma INTERREG EUROPE.
Gli enti regionali e locali di mezza Europa si stanno preparando all'uscita del Quarto Invito a presentare progetti che verrà pubblicato entro il mese di maggio del 2018. La scadenza entro cui presentare i progetti sarà fissata probabilmente intorno alla metà del mese di giugno del 2018.
Al fine di facilitare la ricerca dei partner europei più adatti al vostro progetto, venire coinvolti in progetti organizzati da altri, ottenere informazioni e suggerimenti utili e scambiare idee nei quattro ambiti di intervento del Programma (ricerca e innovazione, competitività delle PMI, economia a basse emissioni di carbonio, ambiente ed efficienza delle risorse), il 22 marzo prossimo la Commissione europea organizza a Bruxelles il:

 4° Forum della Cooperazione interregionale in Europa: "Europe, let's cooperate!" 

EuYou è stato ammesso nel gruppo di 200 soggetti che, da tutta l'Europa, parteciperanno al Forum.


Un'occasione da non perdere!!

EuYou porterà a Bruxelles le vostre idee e vi metterà in contatto con altri soggetti europei interessati alla vostra o a coinvolgervi nel loro progetto.

L'intervento di EuYou è  gratuito!

Come fare?

Entrate semplicemente in contatto con EuYou, entro il 12 marzo 2018, cliccando qui .
Vi verrà sottoposto un formulario sintetico per illustrare la vostra idea o descrivere il vostro obiettivo manifestando l'interesse a collaborare e/o entrare in altri progetti.

INTERREG EUROPE - Cos'è e come funziona:
Il Programma INTERREG EUROPE promuove e finanzia lo scambio di esperienze e di buone prassi sullo sviluppo regionale e locale in tutta l'UE. L'obiettivo è quello di trovare soluzioni per il miglioramento delle politiche e dei programmi per lo sviluppo regionale.

INTERREG EUROPE si rivolge a: Amministrazioni locali e regionali e altri attori di importanza regionale, Organismi di diritto pubblico, Organizzazioni No-profit private, Università e Istituti di ricerca, Organizzazioni politiche tematiche.

Si tratta di un Programma che finanzia progetti incentrati sulla COOPERAZIONE tra soggetti di paesi diversi dell'UE (inclusi alcuni extra-UE).

l programma è articolato in4 Assi prioritarisuddivisi in 6 Priorità di Investimento(PI) e Obiettivi Specifici(OS):Asse 1 – Rafforzamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione

PI 1a
Rafforzare le infrastrutture di ricerca e innovazione le infrastrutture e le capacità per sviluppare l'eccellenza nella R&I e promuovere centri di competenza, in particolare di interesse europeo.OS 1.1Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE” - nel settore dell’infrastruttura e delle capacità di ricerca e innovazione, soprattutto nel quadro delle strategie di Smart Specialisation.PI 1bPromuovere gli investimenti di imprese nella R&I, sviluppando legami e sinergie tra  imprese, centri di ricerca e settore dell'istruzione superiore, in particolare promuovere investimenti nello sviluppo di prodotti e servizi, trasferimento tecnologico, innovazione sociale, eco-innovazione, applicazioni per servizi pubblici, creazione di reti, cluster e open innovation attraverso la Smart Specialisation, nonché sostenere la ricerca tecnologica e applicata, le capacità produttive avanzate e la prima produzione, in particolare nelle tecnologie chiave abilitanti.OS 1.2Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE” – che supportano le catene d’innovazione regionali nelle aree di Smart Specialisation e le opportunità di innovazione.Asse 2 – Miglioramento della competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI)
PI 3d Sostenere le capacità delle PMI di crescere sui mercati regionali, nazionali e internazionali e di prendere parte ai processi di innovazione.OS 2.1Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE" - attraverso il sostegno delle PMI in tutte le fasi del ciclo di vita, al fine di stimolarne la crescita e l’impegno nell’innovazione.Asse 3 - Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio
PI 4ePromuovere strategie a basse emissioni di carbonio per tutti i tipi di territori, in particolare per le aree urbane, compresa la promozione della mobilità urbana multimodale sostenibile.OS 3.1Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE" – indirizzandoli verso la transizione a un’economia a basse emissioni di carbonio, specie nel quadro delle strategie di Smart Specialisation.Asse 4 – Tutela dell’ambiente e promozione dell’efficienza delle risorse
PI 6c Conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale.OS 4.1Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE" - nel settore della protezione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale.PI 6g Sostenere la transizione industriale verso un'economia efficiente in termini di risorse, promuovere la crescita verde, l'eco-innovazione e la gestione delle performance ambientali nel settore pubblico e in quello privatoOS 4.2Migliorare l’attuazione delle politiche e dei programmi di sviluppo regionale - in particolare dei programmi dell’obiettivo “Investimenti per la Crescita e l’Occupazione” e, se del caso, dei programmi di “CTE" -  volti ad accrescere l’efficienza delle risorse, stimolare la crescita verde, l’eco-innovazione e la gestione delle performance ambientali.INTERREG EUROPE finanzia 2 tipi di azioni:
1) Progetti di cooperazione interregionale che coinvolgono partner di almeno 3 Paesi ammissibili che decidono di lavorare insieme su tematiche di politica regionale, realizzando un progetto di scambio di esperienze e buone prassi, anche al fine di integrare nelle loro politiche territoriali gli insegnamenti appresi dalla loro collaborazione. Tali progetti si articolano in due fasi:
- 1° fase (durata: 1-3 anni): scambi di esperienze e pianificazione condivisa del trasferimento delle buone prassi apprese. Al termine di questa fase, ogni partner svilupperà un Piano d’Azione per integrare gli insegnamenti appresi nei suoi programmi e politiche.
- 2° fase (durata: 2 anni): monitoraggio dell'attuazione di ciascun Piano d’Azione nei territori coinvolti. In questa fase è anche ammissibile la realizzazione di “azioni pilota”.
2)La realizzazione di Piattaforme di Policy Learning (apprendimento politico)rivolte a promuovere l'apprendimento continuo delle politiche e la capitalizzazione di buone pratiche di politica regionale. È prevista l’attivazione di 4 Piattaforme, una per ciascun Asse/Obiettivo tematico, dirette ad assicurare un supporto sia ai partner dei progetti che alla comunità dei portatori di interessi (stakeholder) della politica regionale, al fine di migliorare la gestione e l'attuazione delle proprie politiche pubbliche nei quattro assi prioritari di intervento di INTERREG EUROPE.


Finanziamento: 
INTERREG EUROPE finanzia i progetti attraverso il Fondo europeo di Sviluppo Regionale (FESR) in un percentuale variabile tra il 75% e l’85% dei costi totali ammissibili. In particolare, se si tratta di progetti presentati da autorità pubbliche o enti di diritto pubblico, il co-finanziamento può giungere sino all85%; in caso di enti privati no-profit sino al 75%.
Per i partner italiani che siano autorità o enti pubblici il restante 15% di cofinanziamento può essere coperto dal Fondo di rotazione nazionale.


martedì 20 febbraio 2018

“Europe, let's cooperate!”: 4° Forum della Cooperazione interregionale



Il prossimo 22 marzo si terrà a Bruxelles “Europe, let's cooperate!”,  il 4° Forum della Cooperazione interregionale in Europa. Un'ottima opportunità per ricercare i partner per il vostro progetto, ottenere informazioni e suggerimenti utili e scambiare idee nei quattro ambiti di intervento (ricerca e innovazione, competitività delle PMI, economia a basse emissioni di carbonio, ambiente ed efficienza delle risorse) del programma Interreg Europe e sul prossimo invito a presentare proposte che verrà lanciato nel mese di maggio 2018 con scadenza a meta giugno 2018.
La partecipazione al Forum è gratuita ed è possibile registrarsi all’evento fino al 9 marzo 2018. 
Si prevede la partecipazione di un numero limitato di partecipanti (circa 200).
Per ulteriori informazioni e registrazione online: sito Interreg Europe

Nel caso in cui non possiate partecipare, può essere utile sapere che EuYou ha richiesto la registrazione all'evento e, in caso di ammissione, parteciperà sia illustrando i propri ed i vostri progetti che ricercando i partner adeguati.

Per sottoporre le vostre idee - che verranno trattate con la massima confidenzialità e discrezione - scrivete qui.

giovedì 15 febbraio 2018

L'UE uccide i nostri prodotti tipici: sarà vero?



Marchi di protezione agroalimentare UE: quali sono e come funzionano?
Grazie ad uno specifico sistema di identificazione e tutela, l’UE protegge i prodotti tipici e tradizionali provenienti da diversi territori all’interno dei suoi confini. Denominazione di origine protetta (DOP), indicazione geografica protetta (IGP) e specialità tradizionale garantita (STG) sono i tre marchi europei di qualità che vengono attribuiti al " made in" nel settore agroalimentare: DOP e IGP in particolare prevedono un’applicazione puntuale di regole di produzione, di cui sia provata l’origine storica nel territorio dichiarato nella denominazione. Il marchio STG non è invece necessariamente legato ad un determinato territorio.


Vogliamo mangiare italiano! Per colpa dell’UE non sappiamo più da dove proviene e cosa c’è nel cibo delle nostre tradizioni.
Falso. Esistono prodotti quali il Parmigiano Reggiano, il prosciutto San Daniele o l’aceto tradizionale balsamico di Modena, che godono, insieme ad altri 167 prodotti italiani registrati, del marchio di protezione DOP dell’UE. Questo significa che quel prodotto deve essere originario di un determinato luogo e che le sue qualità o caratteristiche sono legate ad un particolare ambiente geogra­fico, incluse le fasi della sua produzione.. I marchi di qualità UE godono di una protezione che può essere fatta valere su tutto il territorio dell’Unione e sono stati ideati anche per contrastare le contraffazioni. Esistono poi prodotti tradizionali per i quali una parte della produzione può avvenire altrove, senza pregiudicare il prodotto. In questo caso saranno inclusi tra i marchi IGP. Tra i 126 prodotti IGP italiani, la bresaola della Valtellina o la finocchiona, ad esempio, non perdono la loro specificità se la carne non proviene da una specifica area geografica.
La pizza è uno dei prodotti italiani più conosciuti ma l’UE non la tutela.
Falso. La pizza napoletana e la mozzarella sono gli unici due prodotti italiani che godono del marchio STG. Si tratta di una particolare denominazione che identifica un prodotto caratterizzato in una determinata tradizione dalla ricetta e dal metodo di produzione. Questo prodotto, così come quelli necessari alla sua produzione, non sono necessariamente originari di una determinata zona geografica, ma grazie a questo marchio la storia di queste due colonne portanti della cucina italiana non sarà distorta, così come la loro ricetta.  
L’UE non ci permette di produrre formaggi o salumi tipici  perché violano le regole sanitarie.
Falso! I marchi d'eccellenza sono tutelati in tutto il territorio interno all'UE attraverso DOP e IGP. Ciò garantisce che i prodotti sotto questo marchio non siano sottoposti ad alcune normative comunitarie in materia, ad esempio, di sanità, igiene, produzione e conservazione dei prodotti. Godono invece di condizioni speciali che garantiscono il mantenimento degli standard di produzione tradizionali: è il caso, ad esempio, di alcuni formaggi o salumi che, a causa del loro particolare processo di stagionatura, rischierebbero di essere posti fuori commercio.

L’UE non protegge il nostro "made in" dalla contraffazione.
Falso. Lo scopo dei marchi DOP, IGP e STG è proprio quello di tutelare le eccellenze dalla contraffazione e favorire la cooperazione tra gli Stati membri, al fine di rendere i prodotti protetti più competitivi e più difficili da contraffare . Nel novembre del 2013, su segnalazione di alcuni consumatori, l’Italia chiese al Regno Unito un accertamento riguardo a un caso di contraffazione di Prosciutto San Daniele, uno dei prodotti DOP italiani più conosciuti. Il reato fu accertato e la commercializzazione del prodotto contraffatto sospesa proprio grazie al Regolamento UE sulla protezione dei marchi IGP e DOP. 

In Italia i nostri prodotti sono tutelati, ma all'estero ci copiano!
Falso. All’interno di tutti i paesi UE valgono le stesse regole di protezione che valgono in Italia. Per i Paesi extra-UE, la Commissione lavora per garantire che, all'interno degli accordi commerciali internazionali, siano inserite norme a tutela dei prodotti di eccellenza europei. È il caso dell'accordo con il Canada, che protegge 143 indicazioni geografiche europee (di cui 41 prodotti DOP e IGP italiani). Lo stesso vale per l'accordo con il Giappone, che protegge più di 200 indicazioni geografiche europee. Grazie a questi accordi, prodotti come il Grana Padano o il Prosciutto di Parma possono essere più facilmente conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Ma gli accordi internazionali non fermano del tutto imitazioni come il “Parmesan”
Vero. Gli accordi commerciali stipulati dall’UE faticano in alcuni paesi a contrastare il cosiddetto fenomeno dell’“Italian sounding”. I giochi di parole rendono infatti difficile la soluzione giudiziaria di controversie in materia di tutela dei marchi. Tuttavia, la liberalizzazione del commercio verso paesi extra-UE di una gamma di prodotti DOP e IGP europei, contraddistinti da un marchio di eccellenza, attribuisce al produttore due vantaggi: l’abbassamento dei costi di esportazione e la credibilità di un marchio di origine in grado di influenzare positivamente il consumatore. Due elementi che permettono ai prodotti italiani ed europei di conquistare fette sempre più importanti di mercato nel settore agroalimentare, a dispetto delle imitazioni. Allo stesso tempo, mentre i prodotti europei arrivano sulle tavole di tutto il mondo, le loro imitazioni non possono essere importate, grazie alle maggiori tutele presenti all’interno dell’Unione.

Per saperne di più:
·         Identifica la politica di promozione e protezione della qualità dei prodotti agricoli dell'UE
·         Fornisce gli standard di valutazione per i consumatori e i produttori agricoli dentro l'UE
·         Identifica i marchi protetti: DOP e IGP
·         Fornisce la lista completa dei prodotti IGP e DOP
·         Provvede al costante aggiornamento della lista
·         Dà un'identificazione visiva dei loghi protetti dall'UE
·         Identifica le principali norme relative alla protezione dei marchi di qualità
·         Stabilisce i cambiamenti procedurali intercorsi nella normativa di protezione della proprietà

     emendamenti al regolamento:

#UEverofalso

/italy/file/logodop_itlogo_dop


Procedure di gara efficienti per i progetti finanziati dall'UE


La Commissione ha pubblicato nuovi orientamenti per aiutare i funzionari nazionali, regionali e locali che gestiscono i fondi UE ad assicurare procedure di gara efficienti e trasparenti per i progetti finanziati dall'Unione.
Gli orientamenti, presto disponibili in tutte le lingue, riguardano tutte le fasi della procedura, dalla preparazione e pubblicazione del bando, alla selezione e valutazione delle offerte, all'esecuzione del contratto. Per ogni fase, gli orientamenti includono consigli su come evitare gli errori, buone pratiche e link e modelli utili. Spiegano inoltre come sfruttare appieno le opportunità offerte dalle direttive rivedute sugli appalti pubblici del 2014, quali la riduzione della burocrazia e l'aumento delle procedure online per agevolare la partecipazione delle piccole imprese alle gare d'appalto pubbliche o l'introduzione di nuovi criteri nella decisione di aggiudicazione per scegliere le imprese socialmente responsabili e i prodotti innovativi e rispettosi dell'ambiente. Gli orientamenti si possono rivelare utili anche in ambiti diversi dai fondi UE.
Nel periodo di finanziamento 2014-2020, i Fondi strutturali e d'investimento europei (SIE) trasferiranno oltre 450 miliardi di euro all'economia reale dell'UE, metà dei quali investiti tramite appalti pubblici.
Un'infografica sugli orientamenti e maggiori informazioni sulle azioni della Commissione per aiutare gli Stati membri a migliorare le modalità di gestione e investimento dei fondi UE sono disponibili online.

Il futuro secondo la Commissione

Nell'incontro che si terrà il 23 febbraio prossimo a Bruxelles, i capi di Sato e di Governo dell'UE, per quanto in modo "informale", discuteranno di questioni istituzionali e di priorità politiche fondamentali per il futuro dell'UE dal 2020 in poi. 
La posta in gioco è alta e fremono i preparativi per l'incontro del 23. L'Agenda del Presidente Junker è fitta. Aperitivo con Emmanuel Macron, cena a Berlino con Angela Merkel, ammazzacaffè con il Presidente romeno Klaus Iohannis, cocktail con il premier portoghese Antonio Costa e  l'olandese Mark Rutte, "contatti" con l'italiano Paolo Gentiloni. 
L'inarrestabile Juncker si è incontrato anche con i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo con l'obiettivo di prepararli all'"importante contributo della Commissione europea" (pubblicato ieri) circa gli aspetti istituzionali che riguardano la proposta di bilancio pluriennale europeo che verrà presentata ufficialmente nel maggio prossimo.
Oltre che di bilancio, il 23 febbraio si tratterà:  delle elezioni che dal 2019 al 2024 impegneranno il Parlamento Europeo; di Commissione europea "più snella" e di accrescere i poteri del suo Presidente; di iniziative per rendere più efficace l'azione dell'UE; di azioni per favorire il collegamento tra i leader delle istituzioni dell'UE e i cittadini europei  e, soprattutto, del futuro di una delle politiche europee fondamentali, quella di Coesione, rivolta eliminare le disparità che, purtroppo, ancora esistono in Europa tra aree  e regioni più o meno ricche e sviluppate.
In un post di ieri questo blog ha commentato i possibili scenari, non di certo rosei, circa il futuro di questa Politica.  

Vai al Documento di riflessione del Comitato delle Regioni sul futuro delle finanze dell'UE

Vediamo cosa propone la Commissione europea in relazione agli altri ambiti in discussione:

  • Candidati capolista: 
Valorizzare l'esperienza del 2014 con i candidati capolista ("Spitzenkandidaten"). Le elezioni del 2014 hanno rafforzato le relazioni tra le tre istituzioni dell'UE e migliorato l'efficienza del loro operato, contribuendo alla definizione di un programma di lavoro comune per il mandato quinquennale. Ciò ha permesso alla Commissione Juncker di adottare un profilo maggiormente politico e di concentrarsi sugli ambiti in cui l'Unione può conseguire i risultati migliori, lasciando il resto agli Stati membri. La Commissione europea illustra le modalità per migliorare tale processo sulla base degli attuali trattati, rispettando al contempo l'equilibrio tra le istituzioni dell'UE e tra gli Stati membri. A titolo di esempio l'invito rivolto ai partiti politici affinché scelgano per tempo i candidati capolista, e comunque entro la fine del 2018 e avviino in tempi rapidi la campagna elettorale. In questo modo gli elettori avrebbero più tempo per identificarsi con i candidati e i rispettivi programmi politici. La Commissione raccomanda inoltre di rendere più visibile il collegamento tra i partiti nazionali e i partiti europei. I partiti politici a livello nazionale dovrebbero migliorare la trasparenza per quanto riguarda le loro relazioni con i partiti europei a cui sono affiliati, ad esempio utilizzandone il logo nella campagna e sulle schede elettorali. Essi dovrebbero inoltre adottare una posizione chiara sulle tematiche europee maggiormente rilevanti ed esprimere la loro intenzione di aderire ai gruppi politici del parlamento europeo, nonché la loro scelta per il presidente della Commissione europea.
  • Composizione del Parlamento europeo e della Commissione europea:
I leader nel Consiglio europeo devono decidere — sulla base di una proposta del Parlamento europeo — in merito alla composizione del Parlamento europeo per la legislatura 2019-2024, oltre che su cosa fare dei seggi lasciati liberi dal Regno unito. Un'opzione è quella di riservare un certo numero di seggi per una circoscrizione transnazionale. Benché in una recente risoluzione (del 7 febbraio) il Parlamento europeo si sia pronunciato contro la creazione di una circoscrizione transnazionale, ha tuttavia lasciato aperto uno spiraglio per future discussioni in tal senso. Un certo numero di Stati membri si è pronunciato di recente a favore di questa idea, mentre altri hanno espresso il loro disaccordo. Una circoscrizione transnazionale potrebbe rafforzare la dimensione europea delle elezioni, offrendo ai candidati la possibilità di rivolgersi a un numero maggiore di cittadini europei. D'altro canto i parlamentari rappresentano di norma gli elettori che li hanno votati, a livello locale o nazionale, e sono in stretto contatto con loro, sia per motivi di responsabilità sia per essere in grado di dare voce alle preoccupazioni di tali elettori. Benché la Commissione guardi con favore all'idea delle liste transnazionali, una loro introduzione nelle elezioni del 2019 richiederebbe una decisione all'unanimità del Consiglio, oltre che modifiche alle leggi elettorali dei 27 Stati membri nel corso del prossimo anno. Il collegio dei commissari è composto attualmente di 28 membri, uno per ciascuno Stato membro – conformemente alla decisione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Prima di nominare la prossima Commissione, i leader devono decidere se mantenere il principio di un commissario per ciascuno Stato membro o se optare per una Commissione più snella. Un esecutivo più snello potrebbe essere in teoria più efficiente nel proprio operato, più facile da gestire e consentirebbe una più equilibrata ripartizione dei portafogli. Ma una Commissione ridimensionata significherebbe anche che alcuni Stati membri non sarebbero rappresentati al livello politico dell'istituzione e perderebbe il vantaggio di mantenere un canale di comunicazione diretto con i cittadini e le autorità nazionali. Un presidente della Commissione e del Consiglio con doppio mandato: cioè affidare a un'unica persona i due mandati di presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea per rendere più efficiente la struttura dell'Unione. Pare che gli attuali trattati lo consentono in quanto un doppio mandato non comporta la fusione delle due istituzioni. Il presidente della Commissione europea è già membro del Consiglio europeo, nell'ambito del quale nessuno dei due presidenti ha diritto di voto; il loro ruolo è quello di consigliare, proporre idee frutto del lavoro dei loro servizi, mediare e individuare un terreno comune.
  • Dialoghi con i cittadini
La Commissione europea cita i numeri del corposo calendario di eventi gestito negli ultimi anni. Numerosi i dialoghi con i cittadini con la partecipazione di membri della Commissione, del Parlamento europeo, dei governi nazionali, delle autorità regionali e locali e dei rappresentanti della società civile. Dal 2012 si sono tenuti in 160 località quasi 500 di tali dibattiti pubblici interattivi e la Commissione ne aumenterà la frequenza tra oggi e le elezioni del maggio 2019, con l'obiettivo di organizzare circa altri 500 di questi eventi. La Commissione accoglie inoltre con favore le iniziative di singoli Stati membri che intendono organizzare a livello nazionale siffatti incontri con i cittadini sul futuro dell'Europa ed è pronta ad offrire il proprio sostegno laddove possibile, ad esempio collegando tale processo alla consultazione online sul futuro dell'Europa che potrebbe rimanere aperta fino al 9 maggio 2019. La Commissione condividerà con gli Stati membri i benefici della sua esperienza. P

Contesto

Le idee e le opzioni proposte oggi sono una conseguenza diretta della Relazione della Commissione europea (dell'8 maggio 2015) sulle elezioni del Parlamento europeo del 2014Cerca le traduzioni disponibili del link precedenteEN••• nella quale aveva cercato di individuare le modalità per rafforzare ulteriormente la dimensione europea e la legittimità democratica del processo decisionale dell'UE e di analizzare più a fondo e affrontare il problema della bassa affluenza alle urne in alcuni Stati membri.
 
Per ulteriori informazioni

  • Opzioni per rendere più efficiente l'azione dell'UE
  • La composizione del Parlamento europeo e del Consiglio europeo — cosa aspettarsi nel 2019
  • La nascita degli "Spitzenkandidaten" e la campagna elettorale europea del 2014
  • Dialogo con i cittadini in vista delle elezioni europee
  • Nuove regole per rendere più trasparenti le elezioni europee del 2019
  • Un presidente con doppio mandato?
  • Visite di membri della Commissione a parlamenti nazionali e riunioni con i deputati dei parlamenti nazionali dall'inizio del mandato