mercoledì 7 marzo 2018

Ecco i progressi degli Stati membri nell'attuazione delle priorità economiche e sociali dell'UE

dombrovski_e_moscovici_250
©EC

La Commissione europea ha pubblicato la sua analisi della situazione economica e sociale negli Stati membri, che comprende i progressi nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese e una valutazione degli eventuali squilibri. L'Italia, insieme a Cipro e Croazia, presenta "squilibri economici eccessivi". 
L'economia europea è in forte espansione e la prospettiva economica favorevole si accompagna a un miglioramento del mercato del lavoro e della situazione sociale. Ciò riflette le riforme intraprese dagli Stati membri negli ultimi anni e fornisce un'opportunità per rafforzare ulteriormente la resilienza delle economie e delle società dell'UE. Tuttavia il recupero non avvantaggia allo stesso modo tutti i membri della società e le debolezze strutturali frenano la crescita e la convergenza in alcuni Stati membri. È per questo motivo che i paesi dell'UE dovrebbero sfruttare tale tendenza per rafforzare ulteriormente le basi delle loro economie.
Le 27 relazioni per paese pubblicate oggi (per tutti gli Stati membri tranne la Grecia, attualmente oggetto di un programma specifico di sostegno alla stabilità) contengono l'analisi annuale effettuata dai servizi della Commissione sulla situazione economica e sociale degli Stati membri, compresi i progressi compiuti nel corso degli anni nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. Tale analisi si fonda su un intenso dialogo a livello politico e tecnico con gli Stati membri e con le parti interessate a tutti i livelli, nel quadro del semestre europeo di coordinamento delle politiche.
Per i 12 Stati membri selezionati nel novembre scorso per un esame approfondito, le relazioni per paese comprendono una valutazione degli eventuali squilibri macroeconomici e il pacchetto fornisce un aggiornamento della classificazione in categorie dei paesi nell'ambito della cosiddetta procedura per gli squilibri macroeconomici.
Per la prima volta la relazioni per paese si concentreranno in particolare sull'integrazione delle priorità del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato nel novembre 2017. Quest'anno viene prestata un'attenzione particolare all'analisi delle sfide in materia di competenze e alle modalità di funzionamento delle reti di sicurezza sociale a livello nazionale. I dati del quadro di valutazione della situazione sociale sono usati anche per monitorare i risultati conseguiti in ambito sociale e occupazionale.
Questo pacchetto d'inverno del semestre europeo 2018 segue la pubblicazione, a novembre, dell'analisi annuale della crescita 2018 e la raccomandazione sulla politica economica della zona euro, che definiscono le priorità per l'anno successivo a livello europeo. L'attenzione si sposta ora verso la dimensione nazionale del semestre e fornisce la base affinché gli Stati membri elaborino i loro programmi nazionali annuali entro la metà di aprile. Insieme alle relazioni per paese, i programmi nazionali costituiranno la base per le proposte della Commissione per la prossima serie di raccomandazioni specifiche per paese nel mese di maggio.
Progressi in relazione alle raccomandazioni specifiche per paese
Come ogni anno, le relazioni per paese valutano i progressi degli Stati membri nell'affrontare le loro principali sfide economiche e sociali e nell'attuare le precedenti raccomandazioni specifiche per paese. Esaminando i progressi compiuti nel corso degli anni, in più di due terzi delle raccomandazioni, gli Stati membri hanno conseguito almeno la menzione "alcuni progressi".
L'attuazione delle riforme è stata solida in alcuni dei settori principali. Fin dall'avvio del semestre europeo nel 2011, gli Stati membri hanno compiuto i maggiori progressi nel campo dei servizi finanziari, delle politiche e della governance di bilancio. Sono stati compiuti progressi significativi anche nell'affrontare l'accesso ai finanziamenti, nella legislazione a tutela dell'occupazione e nei quadri di riferimento per i contratti di lavoro. Le iniziative politiche di tutti gli Stati membri sono riportate nelle relazioni per paese.
Oggi la Commissione ha adottato anche il programma di lavoro 2018 per il programma di sostegno alle riforme strutturali (SRSP), che sosterrà gli Stati membri nella realizzazione delle riforme, soprattutto quelle indicate come prioritarie nelle raccomandazioni specifiche per paese.
Nel 2018 saranno finanziati più di 140 progetti in 24 Stati membri.
Ovviare agli squilibri macroeconomici
Nel novembre scorso la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 12 Stati membri per accertare l'eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l'entità. In tutti i 12 Stati membri sottoposti quest'anno a esame approfondito sono stati individuati squilibri o squilibri eccessivi relativi all'anno scorso. La Commissione ha concluso che 11 dei 12 Stati membri esaminati presentano squilibri (8 devono far fronte a squilibri e 3 a squilibri eccessivi). I risultati degli esami approfonditi possono essere riassunti come segue:
  • Croazia, Cipro e Italia presentano squilibri economici eccessivi.
  • Bulgaria, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia presentano squilibri economici. Per la Bulgaria, la Francia e il Portogallo si tratta di un miglioramento rispetto agli squilibri eccessivi dell'anno scorso.
  • La Slovenia non presenta più squilibri economici.
Per la Bulgaria e il Portogallo la Commissione ha sottolineato che sono ancora necessari ulteriori sforzi per conseguire una correzione sostenibile degli squilibri.
Il pilastro europeo dei diritti sociali
La dimensione sociale del semestre europeo è stata ulteriormente arricchita quest'anno grazie all'integrazione delle priorità del pilastro europeo dei diritti sociali. Le relazioni per paese si avvalgono anche dei dati raccolti tramite il quadro di valutazione della situazione sociale per monitorare i risultati conseguiti in ambito sociale e occupazionale. Le situazioni e le priorità variano naturalmente e l'analisi tiene conto di questa diversità. Gli ambiti che destano particolare preoccupazione in alcuni Stati membri comprendono l'offerta di competenze adeguate, il persistente squilibrio occupazionale tra i generi, l'elevata segmentazione del mercato del lavoro e i lavoratori esposti al rischio di povertà, lo scarso impatto dei trasferimenti sociali sulla riduzione della povertà, la stagnazione della crescita salariale e il dialogo sociale inefficace.
Prossime tappe
Le relazioni per paese presentano la valutazione da parte della Commissione della situazione in ciascuno Stato membro e forniscono a tutte le parti interessate una base per svolgere un ruolo attivo. Le relazioni per paese e i risultati degli esami approfonditi saranno discussi in sede di Consiglio. Successivamente la Commissione terrà incontri bilaterali con gli Stati membri per discutere le singole relazioni. I vicepresidenti e i commissari si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e parlamento, le parti sociali e le altre parti interessate e discutere dei risultati delle relazioni.
Per gli Stati membri il passo successivo consiste nel presentare le proprie priorità di politica economica e sociale nei loro programmi nazionali di riforma e nei programmi di stabilità e/o convergenza (che definiscono le priorità di bilancio) entro metà aprile, alla luce delle sfide individuate, tenendo conto anche delle priorità dell'analisi annuale della crescita 2018 e della raccomandazione sulla politica economica della zona euro. La Commissione raccomanda di elaborare questi programmi con il sostegno dei parlamenti nazionali e di tutte le principali parti interessate, come le parti sociali, le autorità regionali e locali e le organizzazioni della società civile a seconda dei casi.
Nel mese di maggio la Commissione proporrà una nuova serie di raccomandazioni specifiche per paese.
Contesto
Il pacchetto d'inverno del semestre europeo fa parte del semestre europeo, il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche a livello dell'UE. Esso fa seguito alla pubblicazione, a novembre, dell'analisi annuale della crescita 2018 e della raccomandazione per la zona euro, che definiscono le priorità per l'anno successivo a livello europeo. Attualmente esso sposta l'attenzione verso la dimensione nazionale del semestre europeo.
Il pacchetto si basa sugli ultimi dati delle previsioni economiche d'inverno 2018Cerca le traduzioni disponibili del link precedenteEN••• della Commissione e sulle analisi e le raccomandazioni del pacchetto d'autunno 2017 del semestre europeo. Le relazioni per paese forniscono la base affinché gli Stati membri elaborino i propri programmi nazionali entro la metà di aprile e per le raccomandazioni specifiche per paese della Commissione nella primavera successiva.
Ulteriori informazioni

venerdì 2 marzo 2018

Programma di cooperazione internazionale tra città



Sino all'8 marzo prossimo è possibile aderire al programma IUC rivolto alle città degli Stati membri dell'Unione Europea che desiderano scambiare conoscenze e pratiche con altre città del Mondo che affrontano sfide simili. Il programma IUC - da città a città - mira a promuovere legami tra le città dell'Unione Europea (in particolare quelle con più di 50.000 abitanti) e quelle dell'America Latina e dei Caraibi, India, Giappone, America del Nord e Asia.  Attraverso questo programma, i leader locali avranno la possibilità di mettersi in contatto e ottenere nuove prospettive sui problemi urgenti legati allo sviluppo sostenibile.  Le Città candidate selezionate verranno connesse ognuna con una città del Mondo che affronta sfide simili, consentendo a entrambe le parti di collaborare, costruire connessioni e condividere conoscenze. I rappresentanti di ogni città parteciperanno a viaggi di studio, a scambi tra il personale, ai corsi di formazione e seminari, ecc. e realizzeranno insieme un Piano d'Azione Locale per condurre verso uno sviluppo urbano sostenibile l'area di interesse scelta.

Facendo parte dal programma Cooperazione Internazionale Urbana (IUC) da città a città, la tua città potrà:
IMPEGNARSI – Collaborando per almeno 18 mesi con i colleghi internazionali, allocando risorse e tempo per sviluppare una cooperazione di successo, che si proseguirà oltre la durata di questo programma
IMPARARE - Avendo accesso a nuovi modi di affrontare le sfide e beneficiando di una serie più ampia di buone pratiche a cui fare riferimento; ricevendo supporto nell'individuazione di modelli di business innovativi per finanziare azioni locali
CONDIVIDERE - Aiutando gli altri a risolvere problemi, tramite la condivisione delle proprie esperienze e diffondendo le conoscenze
SCAMBIARE - Aprendo la città al dialogo e alla partnership con i nuovi simili a livello globale e con stakeholders interessati (pubblici e privati)
DIVENTARE ESEMPIO – Mettendo in evidenza le sue migliori pratiche e risultati, a livello internazionale
IMPLEMENTARE - Lavorando con nuovi partner per trasformare la visione dello sviluppo urbano sostenibile una realtà, attraverso l'elaborazione di un Piano di Azione Locale per lo sviluppo urbano sostenibile in un settore di interesse determinato.

Per saperne di più

Questions & Answers sulla bozza di Accordo BREXIT

 I. Introduction
 II. Citizens' rights
 III. Ireland / Northern Ireland
 IV. Financial Settlement
 V. Transitional arrangements (...Gibraltar..)
 VI. Governance of the Withdrawal Agreement
 VII. Other separation provisions

I. Introduction
The European Commission has published the draft Withdrawal Agreement between the European Union and the United Kingdom. This is a draft of the agreement on the UK's orderly withdrawal from the EU and including introductory provisions, citizens' rights, other separation issues such as goods placed on the market before the withdrawal date, the financial settlement, transitional arrangements, and institutional provisions – and a protocol on Ireland/Northern Ireland. It will now be discussed by the Council (Article 50) and with the Brexit Steering Group of the European Parliament before being transmitted to the United Kingdom for negotiation. A final version of the Withdrawal Agreement should be agreed by the EU and the UK by October 2018 to allow for the timely ratification by the European Parliament, the Council (Article 50) and the UK, according to its own constitutional requirements.
The European Council (Article 50) is expected to adopt additional guidelines in March 2018, in particular as regards the framework for the future relationship and has called on the UK to provide further clarity on its position on the framework for the future relationship.
Why publish this text now?
Time is of the essence. The European Commission, as the Union's negotiator, is publishing the draft Withdrawal Agreement today to allow for some time for an exchange of views with the Council (Article 50) and the European Parliament and to give as much time as possible to the EU and UK negotiators to reach a deal on the terms of the UK's orderly withdrawal from the EU. The UK will leave the EU on 30 March 2019.
Is this the final text? If not, what other steps need to be completed before it is final and agreed?
This is a draft Withdrawal Agreement, which has now been submitted to the Council (Article 50) for discussion. It will then be formally sent to the United Kingdom for negotiation. At the end of the negotiation period, the Commission will present a proposal for an agreement to the European Parliament and the Council, taking into account the framework of the future relationship of the UK with the EU. The European Parliament must give its consent, by a vote of simple majority, including Members of the European Parliament from the UK. The Council will conclude the agreement, acting by a qualified majority representing 72% of the 27 Member States, i.e. 20 Member States representing 65% of the EU27 population. The UK must also ratify the agreement according to its own constitutional arrangements.
When will negotiations on the future relationship begin?
The European Council (Article 50) of 15 December 2017 stated that while an agreement on a future relationship can only be finalised and concluded once the United Kingdom has become a third country, the EU will be ready to engage in preliminary and preparatory discussions with the aim of identifying an overall understanding of the framework for the future relationship, once additional guidelines have been adopted to this effect. The European Council (Article 50) is set to adopt additional guidelines in March 2018.

II. Citizens' rights
Is this text in any way different to what was agreed in December?
The Joint Report of 8 December 2017 on the rights of EU27 and UK citizens post-Brexit, as well as the EU-UK Joint Technical note, serve as a detailed blueprint for the draft Withdrawal Agreement. Today's draft Withdrawal Agreement "translates" the Joint Report and Joint Technical note into a legal text. The section on citizens' rights is extremely precise so that it can be relied upon directly by EU citizens in British courts.
The text develops the Joint Report and the EU-UK Joint Technical note in more detail in order to fill in the blanks not expressly covered in the December document (such as the rules applicable to those persons covered by the December document related to crossing the border when travelling from the host State and returning back).
The text offers much more detail on safeguards to persons protected by the Joint Report (for example what happens when national authorities are not able to accept an application due to technical problems).
Finally, with respect to family members, it translates into legal terms the position set out in the Commission Communication of 8 December 2017, that also future spouses and civil partners should be covered. This will be the subject of further negotiations.
What rights will citizens have during the transition period?
The provisions of the draft Withdrawal Agreement on citizens' rights will apply as of the end of any transitional period.
Given that the whole of the EU acquis, including EU free movement law, should continue to apply during the transition period, the EU's position is that all EU citizens arriving in the host State during this period should have exactly the same rights as EU citizens who arrived before the UK's withdrawal. After the end of the transition period, those EU citizens, and UK citizens who arrive in a Member State after withdrawal but before the end of the transition period, should be covered by the personal scope of the Withdrawal Agreement.
What will the "independent authority" do?
The common understanding reached in December envisages that an independent Authority should be created in the UK to monitor the implementation and application of the citizens' right part of the Withdrawal Agreement.
This Authority should have the power to receive and investigate complaints from Union citizens and their family members, and to conduct inquiries on its own initiative, concerning alleged breaches by administrative authorities of the United Kingdom of their obligations under the citizens' rights part of the Withdrawal Agreement. The Authority should also inform the European Commission of any such legal actions.
What does the Withdrawal Agreement mean for professionals?
A professional who had his or her professional qualifications recognised in the country (an EU Member State or the United Kingdom) where he or she currently resides or, for frontier workers, where he or she works, will be able to continue to rely on the recognition decision there for the purpose of carrying out the professional activities linked to the use of those professional qualifications.
In addition, if he or she has already applied for the recognition of his or her professional qualifications before the end of the transition period, his or her application will be processed domestically in accordance with the EU rules applicable when the application was made.

III. Ireland / Northern Ireland
Why are you only providing for one of the three options outlined in Paragraph 49 of the Joint Report?
All three options remain on the table.
Today's draft Withdrawal Agreement is based on the Joint Report of 8 December 2017, in which the UK recalled its commitment to avoid a hard border, including any physical infrastructure or related checks and controls, and its respect for Ireland's rights and obligations as an EU member.
Paragraph 49 of the Joint Report indeed sets out three options for avoiding a hard border on the island of Ireland and to support North-South cooperation, the all-island economy and the protection of the Good Friday Agreement.
Given that two of the three options can only be made operational in the context of discussions on the future relationship, a Protocol has been included setting out, in legal terms, how the third option may be operationalised. This option means that the United Kingdom maintains full alignment with those rules of the Internal Market and the Customs Union which, now or in the future, support North-South cooperation, the all-island economy and the protection of the 1998 Agreement.
Why include this section in a Protocol rather than in the body of the Withdrawal Agreement?
In the case where a solution is found that is different to the Protocol – and which addresses the overarching objectives of avoiding a hard border and protecting the Good Friday Agreement in all its parts – this option could in principle supersede the Protocol. In legal terms, a protocol forms an integral part of an international agreement and has exactly the same effect as any other part of the agreement.
Does this mean that you think that full regulatory alignment between the UK and the EU is the only possible option to avoid a hard border on the island of Ireland?
As set out in the Joint Report, both the EU and the UK recognise the need to safeguard North-South cooperation, the all-island economy and the Good Friday Agreement. Paragraph 49 of the Joint Report sets out that the United Kingdom's intention is to achieve the objectives of protecting North-South cooperation and avoiding a hard border on the island of Ireland through the overall EU-UK relationship. As discussions on the overall future relationship have not yet begun, today's text clarifies the way in which the option of regulatory alignment would work.
How will the "common regulatory area" work?
The aim of the common regulatory area is to safeguard North-South cooperation, the all-island economy, and the Good Friday Agreement. This regulatory area would allow for the free movement of goods to operate on the island of Ireland, and would include provisions on agriculture and inland fisheries, the Single Electricity Market, environmental protection, and state aid, amongst others.

IV. Financial Settlement
What have you included in the draft Withdrawal Agreement on the financial settlement?
Today's draft Withdrawal Agreement translates into legal terms the agreement reached on 8 December 2017 between the EU and UK negotiators on the terms of the financial settlement and includes certain practical modalities, such as payment deadlines, as proposed by the Commission.
Will the financial settlement need to change now that there could be a transition phase included in the Withdrawal Agreement?
The United Kingdom and the EU have committed to honouring their share of the financing of all the obligations undertaken while the United Kingdom was a member of the Union (and in particular the Multi-annual Financial Framework [MFF] 2014-2020). As outlined in Part 4 of the Withdrawal Agreement, the transition period will end on 31 December 2020, at the same day as when the current MFF finishes. There is, therefore, no need to make any adjustment to the financial settlement.

V. Transitional arrangements
Can the UK negotiate and sign new trade deals with third countries during the transition period?
The UK has requested to continue benefitting from the Single Market and Customs Union for a period of "around two years." During this period, which will end on 31 December 2020, the entire Union acquis will continue to apply to the UK. This means that the UK will have to comply with the EU's trade policy and will continue to be bound by the Union's exclusive competence, in particular in respect of the Common Commercial Policy.
As a result, the UK will remain bound during the transition period by the obligations stemming from all bilateral and multilateral EU-only agreements, i.e. third countries would keep the same UK market access. The UK cannot become bound by new agreements on its own in areas of Union competence unless authorised to do so by the EU.
When will there be certainty that there will be a transition period?
Provisions on transitional arrangements will form part of the overall Withdrawal Agreement. Full certainty will therefore only come once the Withdrawal Agreement has been fully ratified by the EU (i.e. adopted by the Council following the consent of the European Parliament) and the UK (i.e. according to its own constitutional requirements). We are ready to intensify negotiations on this part of the Withdrawal Agreement over the coming weeks.
Why does the transition period end on 31 December 2020?
The United Kingdom requested a transition period of "around two years". Today's text takes account of that request, and makes it coincide with the end of the current MFF.
What happens if the UK does not respect certain rules of the Single Market during the transition period?
In accordance with Article 126 of the draft Withdrawal Agreement, the Court of Justice of the European Union has full jurisdiction over the United Kingdom with regard to all matters in the Withdrawal Agreement during the transition period. If the UK does not respect certain rules of the Single Market, the Commission could thus launch a normal infringement procedure in accordance with the rules set out in Article 258 of the TFEU.
In addition, Article 165 of the Withdrawal Agreement provides that where the Court of Justice of the European Union has already found that the UK has breached a rule or had issued an order, and the UK does not comply with the judgment or the order and where the functioning of the internal market, the customs union, the financial stability of the EU or the Member States would be jeopardised as a result, the Union may suspend certain benefits deriving from the United Kingdom's participation in the internal market. In such a scenario, the EU shall inform the UK of its intention to suspend certain benefits of the internal market and allow the UK 20 days to remedy the situation. Any suspension will be proportionate to the breach of the obligation concerned, taking into account the gravity of the breach and the rights in question.
Is it possible that the EU and the UK can reach an agreement on the future relationship on security and defence during the transition period?
Yes, negotiations on the future relationship on security and defence could be negotiated and wrapped up more quickly. Article 122(2) of the draft Withdrawal Agreement provides for this possibility.
Does Spain need to agree bilaterally with the UK before any transitional arrangements apply to Gibraltar?
As set out in paragraphs 4 and 24 of the European Council guidelines of 29 April 2017, and repeated in the Council's negotiating directives of 29 January 2018, no agreement between the EU and the United Kingdom may apply to the territory of Gibraltar without the agreement between Spain and the UK.
The territorial scope of the Withdrawal Agreement, including as regards the transition period, respects these guidelines.

VI. Governance of the Withdrawal Agreement
What provisions on governance have you included in the draft Withdrawal Agreement? Where does the Court of Justice of the European Union play a role?
Part six of today's draft Withdrawal Agreement sets out a complete and effective governance mechanism for the Withdrawal Agreement.
A Joint Committee will be responsible for supervising and facilitating the implementation and application of the Agreement. It will comprise representatives of the EU and the UK.
For certain cases, namely those concerning part 3 and some provisions of part 5 of the Withdrawal Agreement, the normal dispute settlement procedures under the Treaties apply (Article 153 of the Withdrawal Agreement).
In other cases, both the EU and UK may have recourse to the Joint Committee to settle the dispute. The Joint Committee may, at any point, decide to submit the dispute to the Court of Justice of the European Union for a ruling. In the case of disagreement, each party can decide to submit a dispute to the Court of Justice. In this case, the Court of Justice shall have jurisdiction and its rulings shall be binding on both the Union and the UK.
In the case of non-compliance with such a ruling of the Court of Justice by either party, the Court may impose a lump sum or penalty payment. The Union or the United Kingdom may also decide to suspend parts of the Withdrawal Agreement (except for the part on citizens' rights) or any other agreements between the EU and the UK.
With regards to the issue of citizens' rights (as detailed in Part two of the draft Withdrawal Agreement), Article 151 of the Agreement translates in legal terms the specific mechanism which was agreed between the UK and EU negotiators in the Joint Report of 8 December 2017. This mechanism would allow a court or tribunal in the UK to request the Court of Justice to give a preliminary ruling on a question on the interpretation of the citizens' rights part of the Withdrawal Agreement. The Court's ruling in this case is binding and is available for cases which commence at first instance within eight years from the end of the transition period.

VII. Other separation provisions
Other separation issues (such as Euratom matters or intellectual property issues) were not fully covered in the Joint Report of 8 December 2017. What have you based today's legal text on?
The section on other separation issues reflects the position papers adopted by the Commission throughout 2017. It establishes rules applicable to procedures that are on-going when EU law ceases to apply to the United Kingdom, from European Arrest Warrants to Geographical Indicators.
Given that the Joint Report of 8 December 2017 did not finalise all aspects of the UK's orderly withdrawal from the EU, the European Commission has drafted today's text on the basis of the progress made in the negotiations thus far (as outlined in the Joint Report and the Commission's Communication) as well as the position papers on each of the relevant topics that were published in the course of 2017. Some of these issues have not been discussed yet with the UK authorities; for others, the Commission's Communication of 8 December 2018 has noted the points of disagreement which all persist today.
For More Information

Ecco come la Commissione europea intende contrastare i contenuti illegali online


Nel settembre del 2017 la Commissione europea si era impegnata a monitorare i progressi compiuti nella lotta ai contenuti illegali online e a valutare l'eventuale necessità di misure supplementari per garantire rapidità e proattività nella rilevazione e nella rimozione di tali contenuti, comprese eventuali misure legislative volte a integrare il quadro normativo esistente. 
Dando seguito a quell'impegno, la Commissione oggi raccomanda agli Stati membri e alle imprese di adottare una serie di misure operative, accompagnate dalle garanzie necessarie, al fine di intensificare ulteriormente le attività in questo ambito prima che la Commissione decida sull'eventuale necessità di adottare proposte legislative al riguardo.

Tali raccomandazioni si applicano a tutte le forme di contenuti illegali, da quelli di natura terroristica all'incitamento all'odio e alla violenza, dal materiale pedopornografico alle merci contraffatte e alle violazioni del diritto d'autore.
I contenuti terroristici producono maggiori danni durante le prime ore successive alla pubblicazione in quanto si diffondono rapidamente e comportano gravi rischi per i cittadini e per la società in generale. In considerazione di tale urgenza e delle richieste dei leader dell'UE e di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e il G7, la raccomandazione pone un'enfasi particolare sul materiale terroristico: esso dovrebbe essere rimosso entro un'ora dalla segnalazione alle piattaforme ad opera delle autorità preposte all'applicazione della legge e di Europol.
La raccomandazione prende spunto dai lavori in corso nel settore, in particolare dalle diverse iniziative volontarie miranti a liberare internet dai contenuti illegali, e consolida i provvedimenti adottati nel quadro di diverse iniziative.
Che cosa si intende per contenuti illegali online?
Ciò che è illegale offline lo è anche online. Per contenuti illegali si intende qualunque informazione non conforme al diritto dell'UE o di uno Stato membro. Ciò comprende i contenuti terroristici, il materiale pedopornografico (direttiva relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori), l'illecito incitamento all'odio (decisione quadro sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale), le truffe e le frodi commerciali (ad esempio, direttiva sulle pratiche commerciali sleali o direttiva sui diritti dei consumatori) o le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale (ad esempio, direttiva sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione).
Per contenuto terroristico si intende qualunque materiale la cui pubblicazione costituisca un reato terroristico ai sensi della direttiva dell'UE sulla lotta contro il terrorismo o degli ordinamenti nazionali, compresi i materiali prodotti da, o attribuibili a, organizzazioni terroristiche figuranti negli elenchi dell'UE o delle Nazioni Unite. 

Qual è il legame tra la raccomandazione e gli orientamenti che la Commissione ha presentato nel settembre 2017?
L'obiettivo della raccomandazione è attuare gli orientamenti politici definiti dalla comunicazione sulla lotta ai contenuti illeciti online presentata dalla Commissione nel settembre 2017. Tali orientamenti rimangono validi.
La raccomandazione presentata in data odierna costituisce un ulteriore passo in avanti in quanto definisce formalmente le misure operative che dovrebbero essere adottate dalle imprese e dagli Stati membri per quanto concerne la rilevazione e la rimozione dei contenuti illegali mediate misure reattive (cosiddette di “segnalazione e azione”) o proattive. Essa contiene precise definizioni dei diversi aspetti della lotta ai contenuti illegali online. La raccomandazione rappresenta un ulteriore progresso verso il riconoscimento dei segnalatori affidabili per la lotta ai contenuti illegali e indica le modalità con cui le procedure di segnalazione e azione e le misure proattive - tra cui gli strumenti automatizzati - possono essere attuate in tutta l'UE per agevolare la rimozione dei contenuti illegali, prevedendo al tempo stesso garanzie appropriate in termini di trasparenza, comunicazione e possibilità di presentare repliche.
Per quanto concerne i contenuti terroristici online, la raccomandazione ribadisce le priorità fissate nel quadro del Forum dell'UE su internet per eliminare i contenuti terroristici da internet e chiarisce le responsabilità delle imprese nonché il tipo e la portata delle misure che dovrebbero adottare, in particolare delle misure reattive (più concretamente le segnalazioni qualificate delle autorità competenti e di Europol), ma anche di quelle proattive. La raccomandazione definisce chiaramente i meccanismi per la presentazione e il trattamento delle segnalazioni qualificate, per rilevare e identificare in modo efficace i contenuti terroristici e per prevenirne la ricomparsa (comprese indicazioni specifiche quanto ai tempi massimi – un'ora dalla segnalazione – per la valutazione dei contenuti e il successivo intervento); fra tali meccanismi figurano le segnalazioni qualificate presentate dall'unità UE addetta alle segnalazioni su Internet (IRU) di Europol e dalle apposite unità di segnalazione degli Stati membri, per le quali dovrebbero essere stabilite procedure accelerate.
Infine, a seguito di richieste da parte dei leader dell'UE, la raccomandazione consiglia alle piattaforme internet di informare con regolarità e trasparenza sulle misure adottate e sui risultati concreti ottenuti. Ciò aiuterà ad analizzare e consolidare i progressi compiuti e consentirà di decidere sull'eventuale necessità di adottare ulteriori misure per intensificare la lotta ai contenuti terroristici, come annunciato nella comunicazione della Commissione del settembre 2017 e ribadito nell'ultima relazione sull'Unione della sicurezza.
Che cosa si attende la Commissione dalle piattaforme online per quando riguarda la prevenzione, la rilevazione e la rimozione di tutte le forme di contenuti illegali online?
La raccomandazione specifica i meccanismi che le piattaforme online dovrebbero predisporre per la segnalazione dei contenuti illegali e descrive le modalità con cui tali segnalazioni dovrebbero essere trattate (procedure di segnalazione e azione). Le piattaforme online sono inoltre incoraggiate a adottare misure proattive per identificare e rimuovere i contenuti illegali, tra le quali figurano, se del caso, strumenti automatizzati come i filtri per l'upload.
La raccomandazione incoraggia inoltre le piattaforme online a collaborare tra loro e con gli Stati membri e i segnalatori affidabili per trarre beneficio dalla condivisione delle migliori prassi. Ciò aiuterà le imprese più piccole a contrastare i contenuti illegali.
La raccomandazione richiede inoltre alle piattaforme online una serie di misure in materia di trasparenza, anche per quanto riguarda le loro politiche relative ai contenuti, nonché una comunicazione regolare quanto alle misure adottate per la lotta ai contenuti illegali. Questo consentirà alle autorità di regolamentazione di valutare l'efficacia delle misure proposte.

Per quale ragione la raccomandazione distingue i contenuti terroristici da altri contenuti illegali online?
La particolare urgenza dei rischi per i cittadini e la società derivanti dai contenuti terroristici rende necessarie raccomandazioni complementari specifiche per tali contenuti, la cui diffusione viene utilizzata a fini di radicalizzazione, reclutamento e finanziamento di attività terroristiche, nonché per preparare attentati, istigare a commetterli e impartire le istruzioni necessarie.
La raccomandazione riguarda la necessità di misure proattive e la rapidità richiesta per valutare i contenuti terroristici, particolarmente nocivi durante le prime ore successive alla loro pubblicazione online, e per intervenire. Questo approccio è coerente con il punto di vista della Commissione secondo cui le caratteristiche di ciascun settore dovrebbero essere tenute in considerazione ove opportuno e giustificato.
La raccomandazione sviluppa e consolida i progressi compiuti nell'ambito del Forum dell'UE su internet — un obiettivo essenziale dell'agenda europea sulla sicurezza — pur riconoscendo la necessità urgente di una risposta più rapida e completa. Questo è quanto ha ribadito il Consiglio europeo del 22-23 giugno 2017 affermando che “si attende che le imprese del settore […] sviluppino nuove tecnologie e nuovi strumenti al fine di migliorare la rilevazione automatica e la rimozione dei contenuti che incitano a compiere atti terroristici. Se necessario si dovrebbero completare tali iniziative con le pertinenti misure legislative a livello dell'UE.” Analogamente il Parlamento europeo, nella sua risoluzione sulle piattaforme online del giugno 2017, ha esortato queste ultime a “rafforzare le misure per affrontare i contenuti illegali e nocivi”, invitando nel contempo la Commissione a presentare proposte per risolvere questi problemi.
Quale dovrebbe essere la procedura per rimuovere i contenuti terroristici online?
In linea con le azioni concordate nell'ambito del Forum dell'UE su internet, la raccomandazione individua una serie di misure atte ad arrestare efficacemente la pubblicazione e la diffusione di propaganda terroristica online, tra le quali:
  • Rifiuto di ospitare contenuti terroristici: le imprese dovrebbero indicare esplicitamente nelle loro condizioni di servizio che non ospiteranno contenuti terroristici.
  • Miglioramento del sistema delle segnalazioni qualificate: dovrebbero essere predisposti meccanismi speciali per la presentazione e il trattamento delle segnalazioni qualificate delle autorità competenti e dell'unità addetta alle segnalazioni su internet di Europol, e dovrebbero essere previste procedure accelerate per la rimozione dei contenuti entro un'ora dalla segnalazione qualificata. Allo stesso tempo gli Stati membri devono assicurarsi di avere le risorse e le competenze necessarie per individuare, identificare e segnalare i contenuti di natura terroristica alle piattaforme internet.
  • Intervento entro un'ora come regola generale per le segnalazioni qualificate: considerando che i contenuti terroristici sono particolarmente nocivi durante le prime ore successive alla pubblicazione online, come regola generale le imprese dovrebbero rimuoverli entro un'ora dalla loro segnalazione da parte delle autorità preposte all'applicazione della legge e di Europol.
  • Rilevazione proattiva più rapida e rimozione efficace: sono necessarie misure proattive, compresa la rilevazione automatizzata, per individuare, identificare e rimuovere o disabilitare in modo rapido ed efficace i contenuti terroristici e prevenirne la ricomparsa. Le imprese dovrebbero condividere e ottimizzare strumenti tecnologici adeguati e sviluppare accordi di collaborazione che consentano una migliore cooperazione con le autorità pertinenti, compresa Europol.
  • Misure di salvaguardia: per valutare in modo accurato i contenuti terroristici segnalati o identificati mediante strumenti automatizzati, le imprese devono predisporre le necessarie misure di salvaguardia - compresa una fase di revisione umana precedente alla rimozione dei contenuti - per evitare la rimozione erronea o involontaria di contenuti non illegali.
    È importante sottolineare che ridurre l'accessibilità alla propaganda terroristica online è solo un aspetto della risposta necessaria per affrontare in modo completo la sfida posta dai contenuti terroristici online. L'altro aspetto consiste nel dare sostegno a voci credibili nella diffusione di alternative e controargomentazioni positive online. A tal fine la Commissione ha avviato il programma di responsabilizzazione della società civile (CSEP) nel quadro del Forum dell'UE su internet con l'obiettivo di potenziare le capacità e fornire finanziamenti ai partner della società civile al fine di sviluppare tali controargomentazioni.
Quali garanzie sono previste a tutela dei diritti fondamentali?
È essenziale che qualunque misura adottata per contrastare i contenuti illegali online sia soggetta a garanzie effettive e appropriate, che consentano alle piattaforme online di prevenire la rimozione involontaria di contenuti non illegali.
In primo luogo, la raccomandazione invita le piattaforme online a intervenire in modo coscienzioso e proporzionato in relazione ai contenuti da esse ospitati, soprattutto in fase di trattamento delle segnalazioni e delle repliche e quando prendono decisioni in merito all'eventuale rimozione dei contenuti considerati illegali o alla disabilitazione dell'accesso ai medesimi.
Le piattaforme online dovrebbero predisporre particolari misure di salvaguardia, in particolare sorveglianza e revisioni umane, quando utilizzano strumenti automatizzati per la rimozione dei contenuti (principio di “intervento umano”), in quanto è necessaria una valutazione del contesto pertinente per determinare se i contenuti siano da considerarsi illegali.
In secondo luogo, la raccomandazione invita le piattaforme online a dare ai fornitori dei contenuti rimossi la possibilità di presentare una replica per contestare la decisione di rimozione. Questo permetterà di ripristinare i contenuti rimossi per errore.
In terzo luogo, la raccomandazione invita le piattaforme online a pubblicare relazioni periodiche per spiegare al pubblico in generale come applicano le loro politiche di gestione dei contenuti.

La raccomandazione si applicherà sia alle piattaforme online grandi sia a quelle piccole? Le piattaforme online più piccole potranno beneficiare di assistenza nella rimozione dei contenuti illegali?
La raccomandazione si applicherà a tutte le piattaforme, sia grandi che piccole, dato che le piattaforme più piccole sono sempre più un bersaglio facile per i contenuti illegali online, in particolare per i contenuti terroristici. La raccomandazione presta tuttavia particolare attenzione alle piccole piattaforme in quanto chiede l'adozione di misure proporzionate e riconosce che alcune piattaforme dispongono di risorse e di competenze limitate.
La Commissione raccomanda di rafforzare la collaborazione tra le piattaforme online ai fini della condivisione di esperienze e soluzioni tecnologiche, in particolare per aiutare le piattaforme più piccole ad attuare la raccomandazione relativa ai contenuti illegali, in particolare per quanto riguarda i contenuti terroristici.

La raccomandazione modifica la direttiva del 2000 sul commercio elettronico che esonera, nel rispetto di determinate condizioni, gli intermediari online da responsabilità in relazione ai contenuti che gestiscono?
No. Il testo giuridico lascia impregiudicata la direttiva sul commercio elettronico e le disposizioni in materia di responsabilità in essa contenute. Nella sua comunicazione del 2016 sulle piattaforme online la Commissione ha affermato che si sarebbe impegnata a mantenere un regime di responsabilità equilibrato e prevedibile per le piattaforme online, data l'importanza fondamentale di un quadro normativo chiave per preservare l'innovazione digitale in tutti i settori del mercato unico digitale.
La raccomandazione è uno strumento non vincolante che non può modificare l'acquis dell'UE. Essa si basa tuttavia sul campo di applicazione della direttiva sul commercio elettronico per quanto riguarda la possibilità per gli operatori del settore di adottare misure di autoregolamentazione o per gli Stati membri di stabilire prescrizioni specifiche per la rimozione dei contenuti illegali online.

Quali sono i collegamenti tra la raccomandazione e le norme dell'UE sui servizi di media audiovisivi che mirano alla protezione dei minori online?
La raccomandazione non pregiudica i negoziati attualmente in corso per la revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMA) La raccomandazione è complementare a tale revisione in quanto la direttiva SMA contiene misure legislative specifiche per la protezione dei minori online e garantisce che le piattaforme dei social media proteggano i minori dai contenuti nocivi e tutelino tutti i cittadini dall'incitamento all'odio. Fra le misure dettagliate vi sono strumenti che consentono agli utenti di segnalare contenuti nocivi, sistemi di verifica dell'età e sistemi di controllo genitoriale.

Quali sono le prossime tappe?
La Commissione seguirà da vicino i provvedimenti adottati dalle piattaforme online in risposta alla raccomandazione e deciderà se siano necessarie ulteriori misure, se del caso anche di carattere legislativo. La Commissione continuerà ad analizzare i progressi compiuti ed avvierà una consultazione pubblica nel corso delle prossime settimane.
Gli Stati membri e le imprese sono tenuti a trasmettere le informazioni pertinenti sulla rimozione dei contenuti terroristici entro tre mesi, e sulla rimozione dei contenuti illegali entro sei mesi.
Per quanto concerne i contenuti terroristici online, il Forum dell'UE su internet continuerà la propria collaborazione volontaria per portare avanti il suo ambizioso piano di azione per la lotta ai contenuti terroristici online, che comprende l'uso di strumenti di rilevazione automatizzata dei contenuti illegali, la condivisione della tecnologia e degli strumenti pertinenti con le imprese più piccole, la piena attuazione e l'uso della “banca dati di hash” e la responsabilizzazione della società civile nello sviluppo di controargomentazioni alternative.
Per quanto riguarda il materiale pedopornografico, la Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri nell'attuazione della direttiva sulla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e a sostenere l'alleanza globale WeProtect contro lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli impegni assunti in tale ambito dagli Stati partner e dai partner industriali.
Per quanto riguarda la sicurezza dei consumatori, la Commissione collabora attualmente con diverse piattaforme online per migliorare la sicurezza dei prodotti in vendita online. Dalle piattaforme ci si attende un ulteriore impegno volontario, che vada oltre i loro obblighi giuridici, per migliorare la sicurezza dei prodotti.
La Commissione continuerà a monitorare l'attuazione del codice di condotta per contrastare l'illecito incitamento all'odio online da parte delle imprese informatiche aderenti con l'aiuto delle organizzazioni della società civile, al fine di estendere l'iniziativa ad altre piattaforme online. La raccomandazione si basa sui progressi compiuti nell'attuazione del codice e li integra affrontando questioni come la trasparenza e il feedback degli utenti.
La Commissione ha presentato un pacchetto sulla proprietà intellettuale, che comprende orientamenti relativi alla direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. La Commissione proseguirà inoltre i lavori per la conclusione di protocolli d'intesa con diversi intermediari al fine di trovare soluzioni concrete per la rimozione delle merci contraffatte online.

Per ulteriori informazioni
Comunicato stampa Un'Europa che protegge: la Commissione rafforza la risposta dell'UE ai contenuti illegali online
Scheda sui contenuti illegali online
Comunicato stampa Unione della sicurezza: la Commissione continua a lavorare contro la radicalizzazione terroristica
Dichiarazione Rimuovere i contenuti illegali online: la Commissione chiede a tutti maggiori sforzi e progressi più rapidi
Comunicato stampa Unione della sicurezza: la Commissione intensifica gli sforzi per contrastare i contenuti illeciti online
Comunicazione Lotta ai contenuti illeciti online: verso una responsabilità rafforzata delle piattaforme online

In Italia la Commissione UE approva un sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per il biometano e i biocarburanti avanzati

 
In base alle norme dell'UE sugli aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato un regime di sostegno italiano per la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati, tra cui il biometano avanzato. La misura contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell'UE in materia di energia e cambiamenti climatici, limitando al contempo le distorsioni della concorrenza. Il regime italiano sostiene la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati e di biometano avanzato, noti anche come biocarburanti di seconda e terza generazione, che saranno usati nel settore dei trasporti. Il regime dispone di un bilancio indicativo di 4,7 miliardi di euro e sarà operativo dal 2018 al 2022.
I biocarburanti e il biometano avanzati sono i biocarburanti più sostenibili e rispettosi dell'ambiente, e sono ottenuti da materie prime la cui produzione non necessita di terreni agricoli, quali rifiuti, residui agricoli e alghe. Essi comportano pertanto un rischio significativamente più basso di emissioni indirette di CO2 causate dall'uso di ulteriori terreni per colture destinate alla produzione di biocarburanti anziché alimenti e mangimi e sono particolarmente adatti per aiutare l'UE a raggiungere i suoi obiettivi in materia di clima ed energia.
I biocarburanti e il biometano avanzati hanno costi di produzione molto più elevati rispetto ai combustibili fossili. Nell'ambito di questo regime, i produttori di biocarburanti e biometano avanzati riceveranno un premio che consentirà loro di compensare i maggiori costi di produzione e competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti. Il premio può essere aumentato se i produttori effettuano anche investimenti per migliorare la distribuzione e la liquefazione del biometano avanzato.
Il livello del premio sarà aggiornato ogni anno in base ai costi di produzione per garantire che i produttori non beneficino di una compensazione eccessiva.
Il regime incoraggerà inoltre gli agricoltori a produrre biometano e biocarburanti da stallatico e da altri residui derivanti dalle attività agricole e ad avvalersene per alimentare macchinari agricoli e veicoli.
Il regime sarà finanziato dai commercianti al dettaglio di carburanti per trasporto, che sono obbligati per legge a includere una certa percentuale di biocarburanti avanzati e di biometano nelle loro miscele di combustibili.
In base a queste premesse, la Commissione ha concluso che la misura aiuterà l'Italia a raggiungere il suo obiettivo 2020 per l'uso di energie rinnovabili nei trasporti, per la lotta ai cambiamenti climatici e per sostituire i combustibili fossili nel settore dei trasporti, limitando al contempo distorsioni della concorrenza, in linea con la disciplina della Commissione in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia del 2014.

Contesto
I biocarburanti, tra cui il biometano, sono combustibili prodotti dalla biomassa. Il biometano è un combustibile gassoso, mentre altri biocarburanti come il bioetanolo e il biodiesel sono liquidi.
Nell'ambito della strategia UE 2020, la direttiva sulle energie rinnovabili obbliga tutti gli Stati membri a garantire che almeno il 10% di tutta l'energia consumata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili entro il 2020. Insieme ai veicoli elettrici, i biocarburanti sostenibili sono una delle principali alternative a basse emissioni di carbonio ai combustibili fossili usati nei trasporti, poiché si applicano facilmente all'infrastruttura di trasporto esistente.
La disciplina della Commissione in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia del 2014 consente agli Stati membri di sostenere i biocarburanti avanzati nel rispetto di determinate condizioni.
La versione non riservata della decisione sarà consultabile sotto il numero SA.48424 nel Registro degli aiuti di Stato, sul sito internet della concorrenza della Commissione, una volta risolte eventuali questioni di riservatezza. Le nuove decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su internet e nella Gazzetta ufficiale figurano nel bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato (State Aid Weekly e-News).

giovedì 1 marzo 2018

FROLLA CE L'HA FATTA!!

Anche grazie al Crowfunding, nasce FROLLA, il microbiscottificio artigianale gourmet basato su ricette rivisitate e presentate in modo innovativo, anche attraverso l’utilizzo di farine prodotte con grani esclusivamente della regione Marche. Dietro il progetto il grande obiettivo di fornire a “soggetti socialmente svantaggiati” un percorso di inserimento lavorativo rivolto alla loro integrazione nella società, anche attraverso la cooperazione come mezzo di sensibilizzazione per la comunità sul problema dell’emarginazione sociale. Frolla vuole rappresenta un’opportunità di lavoro e una possibilità di confronto e di scambio in un clima familiare e professionale al tempo stesso.