In una lettera indirizzata al Presidente Charles Michel, l'Alleanza per la Coesione, attiva in tutta l'UE, mette in guardia contro la riduzione del 12 % della dotazione per la Politica di Coesione proposta dalla presidenza finlandese dell'UE.In occasione del dibattito tenutosi in seno al Consiglio europeo sulla proposta della Presidenza finlandese relativa al bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027, la #CohesionAlliance, ossia l'alleanza che auspica una politica di coesione più forte dopo il 2020, ha chiesto di preservare le dotazioni di bilancio destinate alla realizzazione di un'Europa più verde, inclusiva e intelligente. L'Alleanza ha inoltre messo in guardia contro qualsiasi tentativo di centralizzazione, poiché indebolirebbe il ruolo delle amministrazioni regionali e locali nella gestione dei fondi.
La Politica di Coesione è il principale strumento d'investimento dell'UE e
svolge un ruolo fondamentale nel fronteggiare le sfide emergenti, quali
la decarbonizzazione, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la
digitalizzazione e l'integrazione dei migranti, promuovendo un forte
coinvolgimento degli attori locali. Un documento preparato dalla
presidenza finlandese del Consiglio dell'UE prevede una riduzione della
dotazione per la coesione pari a 44,6 miliardi di EUR, ossia il 12 %,
rispetto al periodo attuale, in quanto verrebbe meno l'apporto fornito
dal Regno Unito.
Tale misura ha spinto le organizzazioni partner della #CohesionAlliance a redigere una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio europeo , Charles Michel , in cui viene sottolineato che
"tagli così drastici […] comporterebbero notevoli rischi politici,
mettendo in discussione la capacità dell'UE di conseguire l'obiettivo
dei Trattati di rafforzare la coesione economica, sociale e
territoriale: in molte regioni, infatti, il sostegno dell'UE non
raggiungerebbe la massa critica, il che implicherebbe anche minori
investimenti in obiettivi chiave europei ". Nella lettera si insiste pertanto sulla " necessità
che la politica di coesione disponga di risorse finanziarie
sufficienti, pari ad almeno un terzo del prossimo bilancio dell'UE, e
che eventuali nuovi strumenti, come il Fondo per una transizione giusta e
le relative dotazioni di bilancio, vadano ad aggiungersi ai fondi
strutturali e d'investimento europei esistenti ".
L'Alleanza
ha inoltre espresso la sua profonda preoccupazione per il tentativo in
corso di mettere a rischio, nel quadro dei negoziati tra il Parlamento
europeo, la Commissione e il Consiglio, la partecipazione delle
amministrazioni regionali e locali alla gestione dei fondi. I partner
dell'Alleanza chiedono invece " il pieno coinvolgimento degli enti locali e regionali nelle fasi di programmazione e di attuazione della politica di coesione " ,
e una continuità nell'obbligare tutti gli Stati membri a stringere
accordi di partenariato che definiscano la ripartizione dei compiti e
delle responsabilità nella gestione dei piani di investimento sostenuti
dalla politica di coesione.
L'Alleanza
conclude mettendo l'accento sui rischi connessi a degli accordi tardivi
sul nuovo bilancio dell'UE a lungo termine e invita il Consiglio
europeo a " concludere
in tempi brevi i negoziati sul QFP 2021-2027 e sui regolamenti
settoriali che lo accompagnano, sì da consentire che gli accordi di
partenariato e i programmi siano definiti in tempo utile e permettano
quindi una transizione agevole verso il prossimo periodo di
finanziamento, evitando le disastrose conseguenze che un accordo tardivo
potrebbe avere sia per le autorità di gestione che per i beneficiari ".
Nel 2018 il Comitato europeo delle regioni (CdR), in partenariato con la Comunità di lavoro delle regioni europee di confine (AGEG-AEBR), l' Assemblea delle regioni d'Europa (ARE), la Conferenza delle assemblee legislative regionali europee (CALRE), il Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (CCRE), la Conferenza delle regioni periferiche marittime d'Europa (CRPM) ed Eurocities ,
ha lanciato un'Alleanza per la coesione (#CohesionAlliance) che
riunisce tutti coloro che auspicano una politica di coesione forte
basata sul contributo degli attori locali.
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