Purtroppo anche in Sardegna sento parlare di robe tipo: "italexit". Non solo per ignoranza ma anche con il solito, squallido, obiettivo elettorale di dare la colpa dei nostri problemi a qualcun’altro o a qualcos’altro tranne a noi stessi. In questo caso si tratta di una Regione e di un Paese, l'Italia, che fottendosene del grande contributo che hanno dato al processo di costruzione europea, da decenni hanno scelto di essere l'ultima ruota del carro in Europa.
Mi soffermo solo su una tra le istituzioni europee che alla gran parte dei sardi e delle sarde non interessano: Il Parlamento Europeo, la massima Assemblea dei cittadini e delle cittadine d'Europa.
I sardi e le sarde, con la legge n. 18 del 24 gennaio 1979 sulle “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo” (per favore non sbolognatemi il solito discorsetto neo-colonialista di "legge dell'Italia tiranna") di fatto hanno deciso di auto-discriminarsi e di non esprimere democraticamente i propri rappresentanti in seno alla massima Assemblea europea. Ciò salvo nel caso in cui qualche siciliano rinunci o i partitini si mettano d'accordo per mandarci qualcun@ (in genere “trombat@” a livello regionale o nazionale) che poi batte tutti i record di assenze ma si intasca felicemente lo stipendietto di oltre 7000 € al mese di soldi nostri.
Sono anni che, in solitudine e inutilmente, ne parlo, ne scrivo, protesto....(https://euyou.blogspot.com/search?q=legge+elettorale+).
Il contributo della Sardegna al processo di costruzione europea? Forse iniziava già con quell’antifascista…Fondatore del partito sardo d’azione…Come si chiamava….
Ahhh: Emilio Lussu! Vi ricordate di lui? Quel sardo che lottava contro il fascismo spostandosi in Europa per seminare gli ideali di Giustizia e di Libertà ....Daii, quello che se la prendeva con l’ipocrita strumentalizzazione del mito della “sardità”, ben consapevole che la Sardegna fosse «la regione più arretrata d’Europa»?
E di quell’altro sardo, vi ricordate? Ajò....Di Mario Melis! Anche lui pezzo grosso del PSd’Az. Ebbi l’onore di conoscerlo a Bruxelles quando era Euro-Parlamentare. Seguivo con passione il suo lavoro che contribuì all'importante conquista delle regioni e dei comuni di tutta l'Europa: la creazione del Comitato Europeo delle Regioni.
Un futuro possibile:l'Europa dei Popoli! L'Europa delle istituzioni che più di altre li rappresentano: le Regioni. Un grande progetto di Europa condiviso con altre regioni o “nazioni senza stato” europee, dove proprio questi ultimi, gli stati, non hanno più nessun senso di esistere. Conservo ancora le copie cartacee dei suoi interventi al Parlamento Europeo e alla “II Conferenza Parlamento Europeo-Regioni della Comunità”, dove insisteva sul “Ruolo delle regioni, quali forze emergenti per articolare e organizzare una moderna democrazia nel governo dell’Europa”…..Ripeteva spesso: “…da soli non si va da nessuna parte….”.

