mercoledì 26 aprile 2017

Concorso fotografico organizzato dal gruppo PSE del Comitato europeo delle regioni:"La mia Europa, i miei diritti"

È il momento di difendere i tuoi diritti, prendere la tua macchina fotografica e iniziare a fotografare!

Avvenimenti recenti hanno dimostrato una volta di più che nulla - neppure i nostri diritti più essenziali - può essere dato per scontato. Sia in paesi dell'Unione europea (UE) che in paesi terzi, negli ultimi mesi si sono verificati abusi di potere, violenze e attentati ai diritti umani fondamentali - tutti eventi che mettono a rischio i valori europei fondamentali. Sei consapevole diquali siano i nostri diritti fondamentali? Vale la pena di lottare per questi diritti? Credi sia giusto rinunciare a taluni diritti al fine di mantenere gli altri? Vi sono diritti riservati soltanto a un gruppo selezionato di persone e non garantiti a tutti? Il concorso fotografico "La mia Europa, i miei diritti", organizzato dal gruppo PSE del Comitato europeo delle regioni*, rivolto a fotografi sia dilettanti che professionisti, ti invita a interpretare, con una semplice immagine, questo tema di estrema attualità. Sei a corto d'idee? Per offrirti qualche spunto, ti abbiamo fornito un "briciolo di ispirazione" sul sito web del concorso.
L'iscrizione al concorso è aperta a chiunque risieda nell'UE e abbia compiuto 18 anni. Per iscriverti, hai tempo fino al 30 giugno 2017.
Questa è la tua occasione per vincere fino a 2 000 euro in apparecchiature fotografiche di tua scelta, nonché un viaggio culturale di tre giorni a Bruxelles per due persone.
Le tre fotografie migliori saranno scelte da una giuria composta da membri del gruppo del Partito del socialismo europeo (gruppo PSE) del Comitato europeo delle regioni (CdR), che rappresentano enti locali e regionali di tutta l'UE, e da fotografi professionisti, mentre il pubblico potrà scegliere un quarto vincitore votando online in settembre sulla nostra pagina Facebook.
I vincitori riceveranno un invito personale a partecipare alla cerimonia di premiazione, che si terrà a Bruxelles nel quarto trimestre del 2017.
Per maggiori informazioni sul concorso e per richiedere materiale promozionale, visita il sito web del concorso.
Puoi vedere le fotografie vincitrici dei concorsi precedenti sul profilo Flickr del gruppo PSE del CdR.
Contatti stampa:
Samy Benomran
+32 2 282 22 37
Katja Turck
Katja.turck@cor.europa.eu
 
*Il gruppo del Partito socialista europeo (gruppo PSE) del Comitato europeo delle regioni (CdR) è uno dei cinque gruppi politici del CdR - la più giovane tra le istituzioni europee, istituita dal Trattato di Maastricht in quanto assemblea rappresentativa degli enti locali e regionali dell'UE. Il gruppo PSE riunisce rappresentanti socialdemocratici, socialisti, laburisti e progressisti provenienti da enti locali e regionali di tutta l'UE. Il gruppo è attualmente presieduto da Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria.

Regioni a basso reddito e a bassa crescita:percorsi chiari con l'aiuto dei fondi UE

In una recente Relazione la Commissione Europea spiega come la politica di coesione dell'UE può sostenere le regioni in ritardo nella crescita e a basso reddito.

Nella relazione vengono valutati gli elementi che favoriscono e quelli che ostacolano la competitività in tali regioni e si indaga il motivo per cui queste non hanno ancora raggiunto i livelli di crescita e di reddito previsti per l'UE. In particolare nella relazione si individuano le aree in cui tali regioni hanno bisogno di investire, cioè il capitale umano, l'innovazione, la qualità delle istituzioni e una migliore accessibilità, e gli strumenti disponibili nel quadro della politica di coesione dell'UE di cui potrebbero beneficiare.
In otto Stati membri 47 regioni sono state attentamente studiate e classificate come "regioni a bassa crescita", con un PIL pro capite fino al 90% della media UE, ma una persistente mancanza di crescita, o come "regioni a basso reddito", in cui il PIL pro capite è in crescita, ma è ancora inferiore al 50% della media dell'UE. In tali regioni vivono 83 milioni di abitanti, vale a dire 1 cittadino UE su 6. Un gruppo è concentrato soprattutto nell'Europa meridionale, mentre un secondo gruppo nella parte orientale.
Le economie delle regioni a basso reddito possono essere rilanciate mediante una combinazione efficace di investimenti nell'innovazione, nel capitale umano e nella connettività
Le strategie di specializzazione intelligenti possono contribuire a migliorare le capacità di innovazione delle regioni che hanno un basso indice di competitività regionale e in cui manca una interazione efficiente tra le università e il mondo imprenditoriale locale.
Occorre incentivare gli investimenti in capitale umano e migliorare le competenze della forza lavoro mediante attività di formazione professionale e di apprendimento permanente, che possono essere finanziate dai fondi della politica di coesione. In questo modo è possibile evitare la svalutazione delle competenze e la mancata corrispondenza tra l'offerta formativa e la domanda del mercato del lavoro.
Rendere una regione più attraente per i giovani talenti e le imprese significa anche migliorare i collegamenti tra le città e con le zone periferiche e rurali della regione. Ciò consente una maggiore distribuzione dei benefici dai principali poli economici all'intera regione. Molte regioni a basso reddito devono far fronte a carenze significative nell'infrastruttura, motivo per cui occorre dare priorità agli investimenti nelle reti di trasporto chiave.
Le regioni a bassa crescita trarrebbero beneficio da una capacità istituzionale più forte e da riforme strutturali
La relazione fornisce ulteriori elementi di prova del fatto che le politiche di sviluppo possono essere messe pienamente a frutto solo in un ambiente favorevole agli investimenti e solo se vengono attuate da amministrazioni solide in modo trasparente, affidabile ed efficiente.
Ciò è di particolare rilevanza per le regioni a bassa crescita, che hanno mostrato miglioramenti limitati nella capacità istituzionali, non sono state in grado di sfruttare al meglio gli interventi della politica di coesione e di conseguenza sono cresciute meno e sono state più esposte agli effetti della crisi economica.
Per migliorare gli effetti della spesa regionale, nazionale e dell'UE vanno abbattute le barriere trasversali e di settore che ostacolano gli investimenti. Le precondizioni della politica di coesione volte a rafforzare gli investimenti possono costituire potenti incentivi per affrontare gli ostacoli agli investimenti individuati nella relazione.
Le priorità dovrebbero essere: rendere l'ambiente imprenditoriale più flessibile, riducendo la burocrazia, il tempo e i costi necessari alla creazione di nuove imprese e alla gestione di PMI; migliorare l'efficienza, la trasparenza e l'affidabilità delle amministrazioni pubbliche e dei servizi; e modernizzare le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, digitalizzandole.
Contesto
Nel giugno 2015 la Commissione ha avviato un'iniziativa intesa a esaminare i fattori che frenano la crescita e gli investimenti nelle regioni a basso reddito e a bassa crescita dell'UE. In linea con questa iniziativa, la relazione pubblicata oggi analizza le necessità di investimento, i fattori che determinano la crescita, il quadro macroeconomico e il bisogno di riforme strutturali di tali regioni.
L'iniziativa e questa relazione fanno parte di un più ampio impegno della Commissione a fornire alle regioni un'assistenza su misura per aiutarle a migliorare il modo di gestire e investire i fondi della politica di coesione (cfr. MEMO 15/4654) e per promuovere una maggiore responsabilizzazione, un migliore coordinamento e una più proficua individuazione delle priorità nelle strategie di investimento e di sviluppo regionali.
Per ulteriori informazioni
Competitiveness in low-income and low-growth regions - the lagging regions report (Competitività delle regioni a bassa crescita e a basso reddito – Relazione sulle regioni in ritardo)
Domande e risposte sulla relazione

CONSIGLIO DEI MINISTRI EUROPEI "AFFARI GENERALI" DEL 25 aprile 2017

https://static.council-tvnewsroom.eu/686d6626-29c2-11e7-8a58-bc764e093073/114620-GAC_Council-Highlights_PRV.mp4

 Ecco i principali risultati:

Perché la politica di coesione è importante

Il Consiglio ha accolto favorevolmente i risultati positivi dei programmi della politica di coesione per il 2007-2013 a favore di aziende e cittadini in tutta l'UE. I ministri hanno adottato conclusioni in cui si rileva che tali programmi hanno contribuito a creare 1 milione di posti lavoro fornendo sostegno finanziario a oltre 120 000 start-up e a circa 400 000 PMI e hanno concorso alla costruzione di oltre 4 900 km di nuove strade e al miglioramento di 1 500 km di linee ferroviarie. Hanno inoltre permesso il collegamento di 6 milioni di persone areti idriche potabili nuove o migliorate e di 7 milioni di persone a un sistema di trattamento delle acque reflue nuovo o potenziato.
"La coesione dell'UE è chiaramente un successo. Contribuisce a creare posti di lavoro, stimola la crescita e semplifica la vita di milioni di cittadini europei. La politica di coesione dell'UE non dispone di visibilità. È per questo motivo che il Consiglio ha convenuto oggi su come possiamo mostrare più chiaramente in che modo la politica di coesione ha un impatto positivo diretto sulla vita dei cittadini europei."
Ian Borg, segretario parlamentare maltese per la gestione dei fondi UE e presidente del Consiglio

Un maggiore sostegno dell'UE per gli Stati membri colpiti da calamità naturali

I ministri hanno accolto con favore l'accordo del Consiglio del 29 marzo 2017 volto ad aumentare il sostegno dell'UE alle regioni colpite da inondazioni, terremoti, siccità e altre calamità naturali. Secondo il nuovo regime la percentuale dei costi di ricostruzione sostenuta dall'UE arriverà al 90%, con un contributo finanziario dell'UE ad alcune regioni quasi doppio. I negoziati tra il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero cominciare all'inizio di maggio. "Il programmato aumento del sostegno dell'UE alle regioni colpite da calamità naturali è un'espressione concreta della nostra solidarietà verso le persone bisognose. Ciò comporterà una maggiore assistenza alle regioni per assolvere il compito di consentire alle persone il ritorno alla normalità", ha dichiarato Ian Borg.

Abolizione delle tariffe di roaming e banda di frequenza dei 700 MHz per la banda larga mobile

Il Consiglio ha inoltre adottato due atti giuridici di rilievo nel settore delle telecomunicazioni.
Il via libera del Consiglio alla riforma del roaming all'ingrosso rappresenta l'ultima tappa per abolire le tariffe di roaming nell'UE il 15 giugno 2017.
"Il voto finale di oggi al Consiglio spiana la strada al roaming gratuito. "Quando i cittadini europei andranno in vacanza questa estate, potranno godere della libertà di rimanere in contatto e utilizzare Internet come se fossero a casa."
Emmanuel Mallia, ministro maltese della competitività e dell'economia digitale, marittima e dei servizi
Il Consiglio ha inoltre adottato una decisione sull'apertura della banda di frequenza dei 700 MHz per i servizi a banda larga senza fili in tutti i paesi dell'UE. L'uso coordinato di questa gamma di frequenze di alta qualità incentiverà la connettività mobile e darà impulso all'introduzione della tecnologia 5G.

Controllo delle armi da fuoco

Il Consiglio ha adottato una direttiva che rende più severe le norme in materia di acquisizione e detenzione di armi. La nuova direttiva migliora la tracciabilità delle armi da fuoco, vieta l'uso civile delle armi da fuoco semiautomatiche più pericolose e assicura un migliore scambio di informazioni tra i paesi dell'UE.

Comunicati stampa

domenica 23 aprile 2017

QUANTO È COMPETITIVA LA NOSTRA REGIONE?



L'Indice di Competitività Regionale (RCI) è un indicatore statistico predisposto dalla Commissione europea nel 2010 in base all'approccio dell'indice di competitività globale del Forum Economico Mondiale. Si tratta della prima misurazione in grado di fornire una prospettiva europea sulla competitività delle regioni dell'UE. Viene pubblicato ogni tre anni e dovrebbe consentire alle regioni di monitorare e valutare nel tempo - anche rispetto ad altre regioni d'Europa - il proprio livello di competitività e di sviluppo regionale,  intesi come la capacità di una regione di offrire un ambiente attraente e sostenibile per le imprese e per i cittadini che vi vivono e vi lavorano.
L'edizione 2016, recenteme pubblicata, è dotata anche di uno strumento web interattivo che consente un raffronto e un'analisi più dettagliati di ciascuna regione, sia rispetto alle sue omologhe in termini di PIL pro capite sia rispetto a tutte le regioni dell'UE.Gli utenti possono così individuare più facilmente la posizione in graduatoria della loro regione quanto a innovazione, governance, trasporti, infrastrutture digitali, salute o capitale umano. Lo strumento web è inoltre progettato per aiutare le regioni a individuare i loro punti di forza, le loro debolezze e le priorità di investimento ai fini della definizione delle loro strategie di sviluppo.
L'RCI si compone di 11 pilastri che descrivono i diversi aspetti della competitività e permettono anche di valutare i punti di forza e le debolezze a livello regionale.
Questi sono classificati in tre gruppi: "pilastri di base", "pilastri dell'efficienza" e "pilastri dell'innovazione". I pilastri di base comprendono: 1) istituzioni; 2) stabilità macroeconomica; 3) infrastrutture; 4) salute; 5) istruzione di base. Si tratta dei fattori trainanti essenziali per ogni tipo di economia.
Man mano che un'economia regionale si sviluppa e accresce la propria competitività, entrano in gioco fattori correlati a una forza lavoro più qualificata e a un mercato del lavoro più efficiente, che rientrano nel gruppo dei pilastri dell'efficienza. Questi comprendono: 6) istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente; 7) efficienza del mercato del lavoro; 8) dimensioni del mercato. Allo stadio più avanzato di sviluppo di un'economia regionale, i fattori di miglioramento rientrano tra i pilastri dell'innovazione: 9) maturità tecnologica; 10) sofisticazione delle imprese; 11) innovazione.

Ecco i dati RCI relativi all'anno 2016 in relazione ad una Regione italiana a caso,la Sardegna.

Per ulteriori informazioni

mercoledì 19 aprile 2017

L'UE e lo Sport


Lo sport e l'attività fisica sono una parte essenziale della vita di milioni di europei. L'agenda politica dell'UE comprende il nuovo programma Erasmus+, che promuove la cooperazione, il dialogo e la partecipazione

Spirito di squadra, solidarietà e fair play

Lo sport è importante perché:
  • promuove il benessere fisico e mentale
  • ha una funzione educativa e promuove valori sociali fondamentali 
  • ravvicina le comunità 
  • è un grande settore economico in rapida espansione
  • contribuisce alla crescita e all'occupazione.
Tuttavia, occorre affrontare problemi quali il doping, le partite truccate e la violenza.
L'UE sostiene la cooperazione fra i responsabili politici e il dialogo con le organizzazioni sportive per promuovere i valori positivi associati allo sport e affrontare le sfide del futuro.

Sport ed Erasmus+

Il programma Erasmus+ (2014-2020) si concentra sullo sport di base. Può cofinanziare iniziative con l'obiettivo di sviluppare, condividere e mettere in pratica idee e attività innovative in tutta l'UE, a livello nazionale, regionale e locale.
Il programma Erasmus+ Sport aiuterà a sviluppare la dimensione europea dello sport migliorando la cooperazione fra organizzazioni sportive, amministrazioni pubbliche e altri soggetti interessati. Il programma si concentra sui seguenti settori.

Attività fisica a vantaggio della salute

L'UE promuove l'attività fisica condividendo e favorendo le buone pratiche fra i suoi paesi membri e gli altri soggetti interessati. Gli orientamenti dell'UE in materia di attività fisica del 2008 mostrano come le politiche nazionali in diversi settori possono incoraggiare i cittadini a fare più attività fisica. La raccomandazione del Consiglio del 2013 sulla promozione trasversale nei settori dell'attività fisica salutare:
  • incoraggerà politiche più efficaci in questo settore
  • contribuirà a seguire l'evoluzione e le tendenze dei livelli di attività fisica e delle relative politiche.
L'attività fisica è promossa anche tramite la politica dell'UE per la salute. La piattaforma d'azione europea per l'alimentazione, l'attività fisica e la salute offre un forum per affrontare le tendenze negative.

Lotta al doping

Il doping sviluppa la concorrenza sleale, scoraggia la partecipazione e l'interesse per lo sport e rappresenta un rischio concreto per la salute. L'UE coopera in questo settore con:
I paesi dell'UE discutono regolarmente a livello europeo delle questioni connesse all'antidoping prima di partecipare a dibattiti internazionali più allargati. A livello di UE collaborano su temi riguardanti i diritti degli atleti, il doping nello sport amatoriale e la prevenzione di questo fenomeno. Erasmus+ Sport finanzia progetti per la prevenzione del doping. Le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati si avvalgono del dialogo sociale dell'UE per affrontare diverse questioni, fra cui la lotta al doping.

Inclusione sociale, integrazione e pari opportunità

Lo sport può aiutare a superare le barriere sociali, mette in evidenza le capacità delle persone con disabilità e offre a donne e ragazze l'opportunità di sviluppare capacità di leadership. I paesi dell'UE che richiedono finanziamenti dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale sono incoraggiati a includere progetti che promuovono l'inclusione sociale attraverso lo sport. Anche progetti transnazionali ed eventi internazionali hanno ricevuto finanziamenti.

Combattere il razzismo e la violenza

L'UE incoraggia i servizi di pubblica sicurezza e le autorità sportive a scambiarsi informazioni sui tifosi che rappresentano un rischio potenziale e a organizzare iniziative preventive. La Commissione ha sostenuto la creazione della rete &quot - Calcio contro il razzismo in Europa e di altri progetti correlati.

Buona gestione nello sport

Se da un lato l'UE rispetta l'autonomia delle organizzazioni sportive, dall'altro promuove l'osservanza dei seguenti principi:
  • democrazia
  • trasparenza
  • responsabilità nei processi decisionali
  • rappresentanza di tutte le parti interessate.
La Commissione incoraggia i datori di lavoro, gli atleti e i professionisti dello sport a ricorrere al dialogo sociale europeo per strutturare le relazioni professionali in questo ambito. Esistono comitati per il dialogo sociale per il calcio professionale e per le attività ricreative.

Duplice carriera degli atleti

L'UE favorisce l'istruzione e la formazione professionale dei giovani talenti dello sport in parallelo con i loro allenamenti intensivi per prepararli a una duplice carriera. Gli orientamenti dell'UE per la duplice carriera degli atleti del 2012 mostrano come le politiche nazionali e dell'UE possono promuovere questi obiettivi. Diversi progetti hanno beneficiato del sostengo dell'UE.
Redazione aggiornata ad novembre 2014
Questa pubblicazione fa parte della serie "Le politiche dell'UE"