Il supporto dell’Unione Europea alle imprese dei settori culturali e creativi, attraverso la CCS Guarantee Facility gestita dal FEI, è attivo da oggi per la prima volta in Italia grazie ad una nuova iniziativa lanciata in collaborazione con CDP nella sua qualità di Istituto Nazionale di Promozione. L’intervento svilupperà un portafoglio di contro-garanzie in favore del Fondo PMI per un valore di €200 milioni, incrementandone fortemente la capacità operativa. Le PMI attive nei settori culturali e creativi otterranno in questo modo finanziamenti fino a €300 milioni.
Quella avviata oggi è l’operazione più rilevante in termini di accesso al credito mai realizzata all’interno del programma europeo “Europa Creativa”.
L’accesso al credito delle imprese operanti nei settori culturali e creativi può essere difficoltoso, principalmente in ragione della natura immateriale dei loro asset e delle loro garanzie, della ridotta dimensione del mercato, dell’instabilità della domanda, e della mancanza di esperienza da parte dei finanziatori nel saper soddisfare le specifiche esigenze di tali controparti.
Quest’accordo si inserisce nel perimetro della “Piattaforma di
risk-sharing per le PMI” strutturata da CDP in cooperazione con il FEI, nell’ambito delle iniziative sviluppate attraverso il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici del
Piano Juncker.
Come accedere ai benefici
Le PMI operanti nei settori culturali e creativi che intendono ricorrere alla garanzia del Fondo PMI per finanziare nuovi investimenti o per esigenze di capitale circolante, possono rivolgersi alla propria banca o al proprio Confidi. Sarà la banca o il Confidi a richiedere l’intervento del Fondo PMI, il cui esito viene fornito mediamente entro una settimana lavorativa. Per maggiori informazioni, consultare:
www.fondidigaranzia.it (link is external) ****
Il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI)
Il FEI è un’istituzione finanziaria parte del Gruppo Banca Europea per gli Investimenti (BEI). La sua missione principale è quella di supportare le micro, piccole e medie imprese (PMI) europee, sostenendo le loro possibilità di accesso al credito. Il FEI definisce e sviluppa strumenti di equity, garanzie e microcredito che si adattano alle esigenze di questa categoria di imprese. In questo ruolo, il FEI persegue gli obiettivi dell’UE a supporto dell’innovazione, di ricerca e sviluppo, dell’imprenditoria, della crescita e dell’impiego.
La Cultural and Creative Sectors (CCS) Guarantee Facility e il Programma “Europa Creativa”
Europa Creativa è un programma della durata di 7 anni (2014-2020) finalizzato a supportare i settori culturali e creativi, con un
budget complessivo di €1,46 miliardi. Il progetto è costituito dai
sotto-programmi MEDIA (sviluppo e distribuzione delle produzioni audio-visive europee) e
Cultura (supporto alle iniziative culturali promuovendo, ad esempio, cooperazione transfrontaliera o piattaforme per artisti emergenti). L’obiettivo di Europa Creativa è quello di promuovere la diversità culturale, incoraggiare la circolazione della cultura e della creatività europea e di rafforzare la competitività di tali settori.
Il Piano di Investimenti per l’Europa
Il
Piano di Investimenti per l’Europa intende aumentare gli investimenti rimuovendo gli ostacoli e fornendo visibilità e assistenza tecnica ai progetti, assicurando al contempo un uso più efficiente delle risorse finanziarie esistenti e future. Con la garanzia dell’EFSI, la BEI e il FEI sono in grado di assumere una maggiore quota di rischio, incoraggiando gli investitori privati a partecipare ai progetti. Il Parlamento Europeo e gli Stati Membri hanno
convenuto a dicembre 2017 di estendere la durata dell’EFSI e aumentare la sua dotazione finanziaria.
La Cassa depositi e prestiti (CDP)
CDP è l’Istituto Nazionale di Promozione che sostiene l’economia italiana dal 1850. Finanzia gli investimenti pubblici e lo sviluppo delle infrastrutture del Paese, supporta le imprese italiane, favorendone la competitività, l’innovazione e la crescita e promuovendo l’export e l’internazionalizzazione. Sostiene la cooperazione internazionale ed è catalizzatore delle risorse del Piano Juncker nel Paese. Contribuisce allo sviluppo del mercato immobiliare italiano come principale operatore del
social and affordable housing. Per maggiori informazioni, consultare
www.cdp.it (link is external).
Il Fondo di garanzia per le PMI (Fondo PMI)
Il Fondo PMI, gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero dello Sviluppo Economico, è il più importante strumento agevolativo nazionale a supporto delle imprese, ed è finalizzato a favorire l’accesso al credito delle PMI attraverso la concessione di garanzie in forma diretta o per il tramite dei Confidi. La garanzia può coprire fino all’80% dell'importo finanziato e consente a banche e Confidi di applicare alle PMI beneficiarie condizioni di vantaggio (ad esempio, in termini di ammontare finanziato, minori garanzie richieste, riduzione dei costi del credito).
Operativo dal 2000, il Fondo PMI ha progressivamente incrementato la propria attività, con un’importante accelerazione negli ultimi anni. Nel solo 2017 sono state accolte circa 120 mila operazioni a fronte delle quali oltre 78 mila imprese hanno potuto beneficiare di garanzie “a prima richiesta” su finanziamenti per €17,5 miliardi. Al 31 luglio 2018, dall’avvio della sua operatività, sono state accolte oltre 828 mila operazioni a fronte delle quali sono state garantite circa 400 mila imprese, per un totale di garanzie rilasciate pari a €78,8 miliardi.
La Corte dei Conti Europea he recentemente pubblicato due importanti relazioni. Una sull'impatto dei fondi strutturali e l'altro sui risultati delle azioni europee contro l'inquinamento. DA NON PERDERE!! 1) Special report della Corte dei Conti Europea no 17/2018: La Commissione e gli Stati membri,con le azioni degli ultimi anni dei programmi del 2007-2013, hanno affrontato il problema del basso tasso di assorbimento dei fondi, senza però prestare sufficiente attenzione ai risultati.
Secondo la Corte dei conti europea, utilizzare i fondi per la Coesione non dovrebbe divenire un fine in sé. Stando a una nuova relazione della Corte dei conti europea, la Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero fare un uso più efficace dei finanziamenti destinanti alla coesione. La Corte avverte che i ritardi nell’adozione del quadro normativo e la lenta attuazione dei piani di spesa spingono le amministrazioni nazionali a utilizzare rapidamente i fondi, talvolta a scapito della performance. La Commissione ha affrontato in ritardo le difficoltà incontrate in alcuni programmi nell’utilizzare i fondi; ciononostante, i suoi interventi e quelli degli Stati membri hanno avuto un impatto positivo sull’assorbimento. I fondi a favore della coesione sono assegnati anticipatamente agli Stati membri per un periodo di spesa settennale e messi a disposizione di questi ultimi tramite stanziamenti di bilancio annualiche devono essere utilizzati entro un determinato arco di tempo. Gli auditor della Corte hanno esaminato le spese sostenute nel periodo2007-2013 e le azioni intraprese dagli Stati membri, con il sostegno della Commissione, per incrementare l’assorbimento dei fondi laddove erano stati individuati problemi. Nel corso di detto periodo, il finanziamento complessivo per i 28 Stati membri dell’UE è ammontato a 346 miliardi di euro. Hanno inoltre comparato l’andamento della spesa rispetto ai periodi 2000-2006 e 2014-2020. Sono state effettuate visite di audit in quattroStati membri: Repubblica ceca, Ungheria, Italia e Romania. È emerso che, per entrambi i periodi 2007-2013 e 2014-2020, l’adozione tardiva del quadro normativo ha comportato ritardi anche nei programmi operativi. Per il periodo 2007-2013, la maggior parte dei PO è stata approvata solo un anno dopo l’inizio del periodo di programmazione, determinando, inevitabilmente, un effetto a catena sull’impiego dei fondi. L’attuazione è iniziata lentamente nel periodo 2007-2013, ma ancor più lentamente nel 2014-2020. Inoltre, data la sovrapposizione dei dueperiodi di programmazione, gli Stati membri stavano ancora spendendo i fondi del periodo precedente quando era già cominciato il periodo di programmazione successivo.
2) Special Report: Inquinamento atmosferico: la nostra salute non è ancora sufficientemente protetta.
Secondo quanto affermato dalla Corte dei conti europea in una relazione appena pubblicata, le azioni dell’UE volte a proteggere la salute umana dall’inquinamento atmosferico non hanno prodotto l’impatto atteso. Ogni anno, l’inquinamento atmosferico provoca nell’UE circa 400 000 decessi prematuri e comporta diseconomie legate alla salute per centinaia di miliardi di euro. Tuttavia, avverte la Corte, questi considerevoli costi umani ed economici non si sono ancora tradotti in un intervento adeguato nell’intera UE.