lunedì 3 aprile 2017

Tutela degli stock ittici del Mediterraneo

 
Dopo mesi di negoziati,  la Commissione europea ha ottenuto un impegno per i prossimi dieci anni a tutela degli stock ittici del Mediterraneo e della prosperità ecologica ed economica della regione.

La dichiarazione MedFish4Ever di Malta, un esempio concreto della riuscita della politica di vicinato dell'UE, stabilisce un programma di lavoro dettagliato per i prossimi dieci anni basato su obiettivi ambiziosi ma realistici. I posti di lavoro diretti sui pescherecci operanti nel Mediterraneo sono oltre 300 000, ma quelli indiretti generati dal settore sono molti di più. La dichiarazione è stata firmata da rappresentanti ministeriali sia della costa settentrionale che di quella meridionale del Mediterraneo ed è il risultato di un processo avviato dalla Commissione europea a Catania nel febbraio 2016. La firma conferisce titolarità politica a una questione che fino a questo momento era stata gestita a livello tecnico.
I firmatari si sono impegnati a:
- garantire un'adeguata raccolta dei dati e una valutazione scientifica periodica per tutti i principali stock del Mediterraneo entro il 2020. In particolare, i piccoli pescatori dovranno svolgere un ruolo più attivo nella raccolta dei dati necessari per approfondire le conoscenze scientifiche;
- elaborare piani di gestione pluriennali per le principali attività di pesca. Da parte sua, la Commissione ha già avviato questo processo con la proposta relativa a un piano di pesca pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel Mare Adriatico;
- eradicare la pesca illegale entro il 2020, garantendo che tutti gli Stati membri dispongano del quadro giuridico e delle capacità umane e tecniche necessarie per adempiere alle loro responsabilità di controllo e di ispezione. La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) guiderà l'istituzione di sistemi nazionali di controllo e di sanzionamento;
- aiutare le piccole attività di pesca e acquacoltura sostenibili semplificando i meccanismi di finanziamento dei progetti locali finalizzati all'ammodernamento della flotta, grazie a tecniche e attrezzi da pesca a basso impatto, all'inclusione sociale e alla partecipazione dei pescatori alla tutela dell'ambiente.
Per un'attuazione efficace della dichiarazione sarà necessaria la partecipazione di tutte le parti coinvolte: pescatori, sia uomini che donne, comunità costiere, società civile, attività di pesca industriale, su piccola scala, artigianale e ricreativa, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite e la CGPM. La dichiarazione firmata oggi si aggiunge agli impegni internazionali assunti dall'UE nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile (obiettivo 14: "Conservare e sfruttare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile").

Contesto
Il Mediterraneo è un bacino marittimo unico, caratterizzato da un litorale esteso e da un settore della pesca che impiega oltre 300 000 persone. L'80% della flotta della regione appartiene ai piccoli pescatori (con imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 10 metri), autori di un quarto delle catture complessive. Questi posti di lavoro sono a rischio, perché gli stock ittici del Mediterraneo si stanno progressivamente riducendo: circa il 90% degli stock valutati è sovrasfruttato. La sicurezza alimentare, la sussistenza, la stabilità e sicurezza della regione sono minacciate.
La dichiarazione di oggi è il risultato del cosiddetto processo di Catania avviato dal commissario Vella nel febbraio dello scorso anno, che ha permesso di instaurare una fruttuosa cooperazione con le parti interessate, il segretariato della CGPM, gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi. Le tappe principali di questo processo sono state: una prima conferenza ministeriale tra i Ministri della pesca del Mediterraneo ad aprile 2016, la riunione annuale della CGPM a giugno 2016 e la riunione intersessione della CGPM a settembre 2016.
Alla conferenza ministeriale MedFish4Ever di Malta hanno partecipato: la Commissione europea, otto Stati membri (Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Grecia, Cipro), sette paesi terzi (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Montenegro), la FAO, la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo, il Parlamento europeo e il Consiglio consultivo dell'UE per il Mediterraneo.

domenica 2 aprile 2017

Fondi Europei e Open-data: un processo aperto di diffusione dei dati e di valutazione pubblica

L'Unione Europea finanzia in Italia 75 programmi nazionali e regionali attraverso i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (ESIF). Si tratta di circa 42,7 miliardi di euro (ovvero, facendo i "conti della serva", una media di circa 702 euro per abitante) per il periodo 2014-2020. 
La Sardegna, che rientra insieme ad Abruzzo, Molise e Basilicata tra le regioni dette "in transizione", con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media comunitaria (mentre, magia del PIL, regioni meno sviluppate della Sardegna, oltre alla Calabria, sarebbero: la Sicilia, la Puglia e la Campania), riceve nel periodo dal 2014 al 2020 oltre 4 miliardi di € ripartiti all'incirca in questo modo:

930.979.082 dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) attraverso il Programma Operativo Regionale gestito dalla Regione Sardegna;

444.800.000 dal Fondo Sociale Europeo (FSE) attraverso il Programma Operativo Regionale gestito sempre dalla Regione Sardegna;

1.308.406.250 attraverso il Programma di Sviluppo Rurale, gestito anche questo direttamente dalla Regione Sardegna;

199.649.897 dal Programma di cooperazione Interreg Italia-Francia Marittimo, gestito dalla Regione Toscana;

36.000.000 dal Programma finanziato nel quadro del FEAMP, il fondo per la politica marittima e della pesca dell'UE, gestito dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali;

200,000.000 nel quadro del Programma Operativo Nazionale (PON) “Istruzione”, gestito dal competente Ministero italiano;

Nel quadro del PON “Reti e Mobilità”, gestito dal Governo italiano, in Sardegna si prevede: il rafforzamento del sistema ferroviario (variante Campomela-Sassari - con 166,68 milioni di euro -; Bonorva Terralba - 71 milioni di euro -; il potenziamento del Porto Canale di Cagliari, con 100 milioni di euro; il completamento della “maglia viaria fondamentale”, cioè la SS131, con 120 milioni di euro, e la SS125, con 50 milioni di euro.

Per quanto riguarda sia il PON “Ricerca e competitività” (13.415.000 euro) che il PON SICUREZZA PER LO SVILUPPO (484 milioni di euro), i fondi spettanti alle singole regioni non sono stati ancora definiti.

In merito al PON “Governance e Assistenza Tecnica”, di competenza del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, le risorse destinate alla Sardegna ammontano a circa 25 milioni di euro.

Tale programmazione non comprende, ovviamente, le risorse nazionali che giungono in Sardegna attraverso la Programmazione Operativa Nazionale prevista dalle varie Delibere CIPE.

Rimanendo in tema di risorse europee, in Epoca di “crisi” e mentre si assiste all'assottigliarsi delle risorse, diventa unproblema urgente capire e valutare se e come i quattrini europei (che sono anche i nostri) vengono spesi e se i progetti che sono stati finanziati funzionano davvero ed hanno un effettivo impatto sul miglioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro.
È nostro estremo interesse, infatti, verificare che l’importante ammontare di denaro pubblico(che, ripeto, è anche nostro) assegnato da Bruxelles alle nostre regioni e città, contribuisca effetivamenteagli obiettivi di creazione di occupazione, di inclusione sociale, di istruzione, di salvaguardia dell'ambiente, di dotazione di infrastrutture, etc...
Purtroppo siamo in tanti a guardarci intorno ed a chiederci: “ma dove sono finiti tutti quei soldi?”.
Credo che questa domanda non possa trovare una risposta solo nell’analisi di “dati aggregati” o nel ricorso a “modelli econometrici”. Occorre piuttosto un efficace e diretto coinvolgimento dei beneficiari”*, delle comunità e degli “attori” locali, dei “portatori di interessi”, della stampa, degli analisti, dei decisori pubblici, etc.., inun ambito che, spesso, viene volutamente reso “complesso” al fine di tenere alla larga sguardi “indiscreti”: si tratta della disponibilità dei dati relativi agli investimenti effettuati ed ai risultati ottenuti nella gestione dei programmi co-finanziati dalla Politica di Coesione Europea e gestiti dalle regioni o dagli stati membri dell'UE. 
In questo ambito è importante sapere che la Commissione europea pone a disposizione uno strumento estremamente importante, che consente a chiunque di tenere sotto controllo la situazione relativa all'attuazione ed alla spesa dei fondi europei.Si tratta della Piattaforma di dati aperti (Open Data). Lo strumento mette a disposizione visualizzazioni sulla progettazione, sulla realizzazione degli investimenti e sui risultati raggiunti a livello nazionale e regione per regione.
La conoscenza ed il buon uso di questo strumento**, oltre ad assicurare la trasparenza del sistema, costituisce un passo avanti importante in un processo di cambiamento che in molti abbiamo sempre auspicato. Cambiamento verso una gestione sempre più partecipativa ed in grado di coinvolgere effetivamente ibeneficiari” del sostegno finanziario europeo,in unprocesso aperto di diffusione dei dati e di valutazione pubblica dei programmi e degli interventi.
La diffusionedella Piattaforma Open Data e l'organizzazione “dal basso”di eventi e occasioni di incontro per la valutazione dei dati in essa contenuti, può essere un valido contributo a cambiare un sistema che, altrimenti, nel 2022, chiusa questa programmazione, ci troverà a riproporci la solita domanda: “ma dove sono finiti tutti quei soldi?”.

In merito all'uso concreto della Piattaforma, ecco alcuni dati relativi alla situazione dei programmi di una Regione italiana a caso: la Sardegna:



* Il termine «beneficiari» comprende un’ampia gamma di soggetti interessati, dalle piccole e medie imprese (PMI) alle grandi aziende, dagli enti pubblici alle organizzazioni non governative e della società civile. Nella definizione di beneficiari rientrano anche università, studenti, ricercatori, agricoltori o pescatori....
** Peraltro, l’Articolo 115 del Regolamento UE n. 1303/2013 dispone che gli Stati membri e, quindi, le regioni, siano responsabili di garantire la creazione di un sito web unico o di un portale web unico che fornisca informazioni su tutti i Programmi Operativi (PO) di uno Stato membro e sull’accesso agli stessi, di informare i potenziali beneficiari in merito alle opportunità di finanziamento e di pubblicizzare presso i cittadini dell’Unione il ruolo e le realizzazioni della politica di coesione e dei Fondi. Vengono inoltre prescritte indicazioni dettagliate sulle modalità di pubblicazione delle informazioni relative alla gestione dei Fondi, e imposti nuovi obblighi sul formato con cui rendere disponibili tali informazioni.





mercoledì 22 marzo 2017

Risultati del Consiglio dei ministri dell' “Economia e finanza” del 21.3.2017

Un minuto di silenzio per commemorare gli attentati di Bruxelles

Principali risultati

Politica economica e di bilancio

Il Consiglio ha discusso dell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese nell'ambito del "semestre europeo", ponendo l'accento sulle esperienze in materia di riforme in questo settore all'interno degli Stati membri. Ne è nato uno scambio di opinioni sul modo in cui tali esperienze hanno influito sul contesto imprenditoriale.
"I paesi possono superare la "perdita di slancio delle riforme" in un'unica maniera: ricevendo un feedback dagli altri Stati membri su come sono riusciti a intraprendere riforme in modo più positivo", ha affermato Edward Scicluna, ministro delle finanze di Malta, paese che detiene attualmente la presidenza del Consiglio. "Le presentazioni che hanno avuto luogo oggi in sede di Consiglio hanno realizzato questo obiettivo".

Riunione del G20

Dopo essere stati informati dalla presidenza maltese, dalla Commissione e dalla Germania, paese che ha ospitato i ministri delle finanze del G20, i ministri hanno discusso dei risultati di una riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 tenutasi a Baden-Baden il 17 e 18 marzo 2017.
La riunione si è incentrata sulle discussioni concernenti l'economia globale, un patto con l'Africa, le istituzioni finanziarie internazionali, la tassazione, la regolamentazione del settore finanziario, le rimesse e l'antiriciclaggio.
Si è trattato della prima di due riunioni di questo tipo, in vista del vertice del G20 che si terrà ad Amburgo a luglio.

Imposta sul valore aggiunto

Il Consiglio ha discusso una proposta intesa ad autorizzare l'applicazione di aliquote IVA non ordinarie alle pubblicazioni elettroniche e una proposta intesa a consentire un'inversione di responsabilità generalizzata ma temporanea quale mezzo per prevenire le frodi IVA.
La prima proposta prevede la possibilità di allineare le norme relative alle pubblicazioni elettroniche - attualmente assoggettate all'aliquota IVA normale - a quelle concernenti le pubblicazioni "su supporto fisico" - che beneficiano di varie aliquote ridotte - come parte di uno sforzo più ampio volto a modernizzare l'IVA nell'ambito del piano dell'UE sul "mercato unico digitale".
La seconda proposta risponde a una richiesta degli Stati membri particolarmente colpiti dalle frodi IVA. Il "meccanismo generalizzato di inversione contabile" comporterebbe un trasferimento della responsabilità dei pagamenti dell'IVA dal fornitore al cliente per le cessioni nazionali al di sopra di una determinata soglia.
I lavori proseguiranno alla luce delle osservazioni dei ministri allo scopo di raggiungere un accordo su entrambe le proposte.



A chi è servito il “bazooka” di Draghi?

Di 
Il quantitative easing ha aiutato i capitalisti italiani a guadagnare redditi da capitale. Ma ha avuto effetti limitati sul credito nel nostro paese. E chi avrebbe avuto bisogno di credito a buon mercato è rimasto deluso.
I mercati sono inquieti. Sebbene i sondaggi diano Marine Le Pen a oltre 20 punti di distanza dall’ex socialista Macron, a Parigi e Francoforte non si dormono sonni tranquilli, visti il precedente di Donald Trump, capace di scalare montagne simili e arrivare alla Casa Bianca. Ma i populismi di destra sono in crescita un po’ ovunque nei paesi “centrali” dell’eurozona e anche le elezioni olandesi tengono svegli gli investitori. 
Non si dorme tra due guanciali neppure a Milano ............

martedì 21 marzo 2017

In diretta da Bruxelles: il Parlamento Europeo dà la parola a noi cittadini

Il Trattato di Roma, firmato sessant’anni fa, ha dato il via all'integrazione economica e a una pace duratura a un continente che conta oggi una popolazione di oltre 500 milioni di cittadini. Il Parlamento europeo ha riflettuto sui progressi compiuti finora e sul futuro dell’Europa. La parola passa oggi a noi cittadini che prenderemo il posto dei deputati per esprimere la nostra visione sull’Europa.

Il Parlamento Europeo ci accoglie a Bruxelles oggi, 21 marzo, per dare la nostra opinione di cittadini su cosa funziona nell'Unione Europea e su cosa va cambiato e come l'UE dovrebbe evolversi per rispondere meglio alle sfide attuali e future. Tra i principali argomenti di dibattito: disoccupazione giovanile,  globalizzazione, sicurezza,  cambiamento climatico e il volto dell'UE post Brexit.
Parte di un dialogo più grande
“Il Parlamento dei cittadini” è soltanto uno degli eventi politici in programma per riflettere su ciò che l'Europa unita ha raggiunto nei 60 anni dalla firma del Trattato di Roma e su come dovrebbe cambiare in futuro. 
I deputati europei hanno già dato il loro al dibattito, adottando le tre relazioni sul futuro dell'Europa nella plenaria di Febbraio. Ai primi di Marzo inoltre, il Parlamento ha discusso il Libro bianco della Commissione sui cinque possibili scenari futuri per l'UE. Alla fine della settimana, i capi di Stato si riuniranno a Roma per celebrare il 60 ° anniversario del Trattato e discutere del futuro dell’Unione.

Per ulteriori informazioni
 

domenica 19 marzo 2017

La plenaria di marzo del Parlamento Europeo: prodotti alimentari sicuri, minerali insanguinati, armi da fuoco e..antichi pregiudizi

Minacce moderne e antichi pregiudizi hanno caratterizzato la sessione plenaria di marzo. La necessità di garantire che ciò che mangiamo sia sicuro, ma anche la questione dello scioglimento dei ghiacci polari, sono stati oggetto di discussione. I deputati hanno anche discusso della diseguaglianza sul posto di lavoro, dei "Minerali Insanguinati", delle malsane condizioni in cui vengono allevati i conigli e di controllo delle armi da fuoco. Il Presidente del Parlamento ha ritenuto necessario ammonire un membro dell'assemblea per aver proferito affermazioni sessiste.
 
  • Tre quarti dei rifiuti dovranno essere riciclati entro il 2030. Così ha stabilito il Parlamento Ue, insistendo sulla limitazione dello smaltimento in discarica e dell'incenerimento dei rifiuti al fine di ridurre il più possibile l'impatto ambientale dell’immondizia.La quota di rifiuti da riciclare dovrebbe aumentare del 70% entro il 2030, dall'incirca la metà odierna. Il PE vuole anche ridurre della metà i rifiuti alimentari. 
  • Minerali Insanguinati: alcuni gruppi armati e abusi dei diritti umani sono finanziati dal commercio dei minerali nelle aree di conflitto, soprattutto in Africa. Per fermare tutto ciò, il PE voterà per imporre controlli delle buone pratiche sui principali importatori di stagno, tungsteno, tantalio e oro.
  • C’è ancora molta strada da fare in Europa affinché la parità di genere diventi una realtà.Questa l'opinione degli eurodeputati che hanno sottolineato il persistere di differenze salariali tra uomini e donne.Sanzionato dal Parlamento  Il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke per i commenti sprezzanti nei confronti delle donne espressi nel corso della precedente sessione plenaria. 
  • Una vasta maggioranza di membri del PE, 646, ha votato a favore della tutela dei diritti degli azionisti nelle aziende, perché possano esprimere la loro opinione sugli stipendi dei dirigenti. Più diritti per gli azionisti significa maggiore impegno per gli interessi di un'azienda a lungo termine.
  •  I paesi della UE hanno 30 mesi per applicare la revisione di una legge sulle armi che tiene traccia delle armi possedute dai singoli per prevenire meglio gli attacchi terroristici. 
  • 5G ovunque. Questo dovrebbe essere l'obiettivo degli Stati membri entro il 2020. Occorrerà anche liberare la banda radiofonica per la connessione degli oggetti e cellulari. 
  • Il 98% dei conigli di allevamento nella UE è allevato in batteria. Il Parlamento europeo richiede alternative più sane e sostenibili. 
  • Dalla fattoria alla forchetta: il nostro cibo è veramente ciò che pensiamo che sia? Il PE adotterà misure atte a migliorare la tracciabilità degli alimenti, combattere le frodi e ripristinare la fiducia dei consumatori nella catena alimentare. 

giovedì 16 marzo 2017

L’e-democracy e l’Ue: sfide e occasioni

https://www.europarltv.europa.eu/it/programme/society/online-democracy-how-governments-are-going-digital
Democrazia online: come i governi stanno passando al digitale
Nel 2016 il 79% dei cittadini Ue ha avuto accesso a internet almeno una volta a settimana. Navigare on line è ormai a tutti gli effetti parte integrante della società contemporanea. Oltre a leggere notizie o comunicare con il resto del mondo attraverso i social media è anche tempo di promuovere gli strumenti della partecipazione democratica? L’uso di Internet può riavvicinare i giovani alle istituzioni? E come difendersi dagli hacker?
Molti e importanti gli appuntamenti elettorali che l’Europa si trova ad affrontare nel 2017. Per la prima volta questioni come la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso internet e i brogli elettorali al voto on line sono diventati argomenti al centro delle agende politiche nazionali e di quella comunitaria.
Intimorito dal rischio di brogli, il Governo olandese ha annunciato che il voto sarà soltanto cartaceo e lo scrutinio sarà manuale. I Paesi Bassi hanno introdotto postazioni per il voto elettronico già nel 2007. Sin da subito, però, è emerso come le manipolazioni fossero estremamente semplici e di conseguenza il voto elettronico è stato vietato in tutto il Paese.
In Francia il voto elettronico è stato autorizzato dal 2012 salvo essere stato sospeso per l’elezione presidenziale del 2017. Alla base della decisione i timori per il rischio di attacchi cibernetici.
Un esempio positivo di voto elettronico arriva, invece, dall’Estonia dove questo è obbligatorio per le elezioni nazionali, amministrative ed europee. Dal 2005  ad oggi il Paese ha scelto i propri rappresentanti attraverso il voto elettronico già 8 volte.  Al momento non è ancora stato segnalato nessun incidente o attacco hacker.
Prendendo esempio dal caso estone, il Parlamento Ue cita afferma nel proprio rapporto dedicato all’E-democracy che per rendere il voto elettronico efficace c’è prima bisogno di garantire il pieno accesso ad esso della popolazione. Al tempo stesso si deve lavorare all’implementazione di connessioni internet veloci, ma anche alla messa in sicurezza delle identità elettroniche.
Nella bozza del rapporto l’e-democracy e l’e-governance sono definite nel mondo seguente:
  • e-democracy, termine con il quale ci si riferisce all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazione per permettere la partecipazione e la consultazione dei cittadini
  • e-governance, termine con il quale ci si riferisce all’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione creano canali di comunicazione in grado di mettere in contatto specifici stakeholder con il mondo politico e istituzionale in modo da poter influenzare il processo decisionale.
  • e-government, termine con il quale ci si riferisce all’uso delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione nel settore pubblico. In modo particolare si riferiesce alla possibilità di offrire alle persone servizi pubblici elettronici.
Esempi europei
L’iniziativa per i cittadini europei  è stata introdotta dal Trattato di Lisbona nel 2012. Si tratta di uno strumento in grado di garantire la partecipazione democratica dei cittadini al processo decisionale comunitario. Attraverso di essa, infatti, i cittadini europei sono in grado per la prima volta nella storia comunitaria di chiedere all’Ue di legiferare su uno specifico tema. Per poter essere considerata accettabile un’iniziativa dei cittadini deve poter raccogliere almeno un milione di firme.
I cittadini europei hanno anche il diritto di presentare petizioni al Parlamento Ue. Le petizioni devono essere connesse con le competenze comunitarie e sono trattate dall’apposita commissione parlamentare (Peti). Per inoltrare la propria petizione si deve accedere alla pagina web specifica.
Il rapport del deputato  Ramón Jáuregui Atondo's sulla e-democracy sarà discusso mercoledì sera. E’ possibile seguirlo in diretta attraverso il sito del Parlamento.  

Controlli più severi sulla qualità alimentare


Nuove misure per inasprire i controlli sulla catena di produzione alimentare sono state approvate mercoledì scorso dal Parlamento Europeo. La nuova direttiva, frutto di un accordo informale fra deputati e ministri UE, mira a migliorare la tracciabilità del cibo, combattere le frodi e ristabilire la fiducia nell’integrità della filiera alimentare.
La normativa garantirà un sistema di controllo completo, integrato e più efficiente nel campo delle regole di sicurezza del cibo e delle sementi, dei requisiti di sanità per piante e animali, di produzione organica e di denominazione di origine controllata.
“Dopo lo scandalo della carne di cavallo, i consumatori hanno seri dubbi sulla tracciabilità degli alimenti e sull'integrità della filiera della carne. Il Parlamento europeo si è sforzato per affrontare queste preoccupazioni e per redigere un testo che consenta alle autorità competenti di combattere efficacemente le frodi", ha detto la relatrice Karin Kadenbach (S&D, AT).
"Sono anche orgogliosa che il Parlamento sia riuscito a rafforzare il capitolo sulle misure d’esecuzione, in particolare per quanto riguarda le sanzioni da applicare in caso di violazione intenzionale delle regole. Confido che sanzioni davvero dissuasive saranno uno strumento chiave per combattere la frode in tutti i settori", ha aggiunto.
L’accordo raggiunto tra i deputati e il Consiglio dei ministri include:
  • un approccio globale, coprente tutte la filiera agroalimentare: controlli su cibo, sementi, sanità della piante, pesticidi, benessere degli animali, indicazioni geografiche, agricoltura biologica; 
  • controlli a sorpresa basati sul rischio in tutti i settori; 
  • maggior impegno contro pratiche fraudolente o ingannevoli; 
  • accordi d’importazione su animali e prodotti importati da Paesi terzi;
  • controlli da parte della Commissione europea negli Stati membri e nei Paesi terzi.
Contesto

I recenti scandali di frodi alimentari, come lo scandalo della carne di cavallo, hanno mostrato la necessità di controlli più efficienti da parte delle autorità per proteggere sia i consumatori sia i produttori onesti dai rischi che potrebbero crearsi in caso di violazione delle regole lungo la filiera alimentare.
Le nuove regole seguiranno un approccio basato sul rischio, rendendo dunque possibile alle autorità competenti di focalizzare le proprie risorse sui problemi più gravi (considerando tutti i rischi e non solo i rischi per la salute).
Per poter stabilire una struttura generale coerente, la proposta di regolamentazione contiene, in un singolo testo regolamentare, i controlli ufficiali su tutti i settori della filiera agro-alimentare (attualmente divisi in circa 16 diverse regolamentazioni o direttive). La proposta prevede una revisione approfondita delle disposizioni esistenti, con l'obiettivo di eliminare sovrapposizioni di regolamentazione, tenendo un approccio proporzionato e flessibile, in modo da essere in grado di reagire più prontamente alle situazioni di emergenza, per, ad esempio, definire procedure più rapide per l'accreditamento dei laboratori ufficiali.

sabato 11 marzo 2017

Quanto è digitale il tuo paese? Qualche progresso ma il divario digitale rimane

 DESI

La Commissione europea ha pubblicato i risultati dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) del 2017, uno strumento che illustra le prestazioni dei 28 Stati membri in una varietà di settori che vanno dalla connettività e le competenze digitali sino alla digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. Dai risultati del lavoro si evince che l'UE registra dei progressi ma il divario tra i paesi all'avanguardia nel digitale e i paesi che registrano le prestazioni meno soddisfacenti è ancora troppo ampio. Sono dunque necessari sforzi e investimenti aggiuntivi per sfruttare al meglio il mercato unico digitale. 

Male l'Italia, al 25esimo posto della classifica

Solo grazie agli immani sforzi delle sue imprese, e di qualche volenteroso ente locale, l'Italia si avvicina alla media europea nell'utilizzo delle tecnologie digitali e nell'erogazione di servizi pubblici online. Tuttavia, nonostante qualche progresso in materia di connettività,  gli scarsi risultati circa le competenze digitali costituiscono un gravissimo freno allo sviluppo ed alla diffusione del sistema di economia e società digitali in Italia.
Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: "Gradualmente l'Europa si sta digitalizzando, ma molti paesi devono intensificare i propri sforzi. Tutti gli Stati membri dovrebbero investire di più al fine di trarre pieno vantaggio dal mercato unico digitale. Non vogliamo un'Europa digitale a due velocità. Dobbiamo lavorare insieme per fare dell'UE un leader del mondo digitale
Nel complesso l'UE ha compiuto progressi e migliorato la sua prestazione digitale di 3 punti percentuali rispetto all'anno scorso[1]), ma i progressi potrebbero essere più rapidi e la situazione varia da uno Stato membro all'altro (il divario digitale tra il primo e l'ultimo classificato è 37 punti percentuali, rispetto a 36 p.p. nel 2014). Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi rimangono in testa alla classifica del DESI di quest'anno, seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Austria. I 3 paesi più digitalizzati dell'UE sono anche in testa alla classifica mondiale, superando la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti. La Slovacchia e la Slovenia sono i paesi dell'UE che hanno registrato i maggiori progressi. Nonostante alcuni miglioramenti, vari Stati membri, tra cui Polonia, Croazia, Italia, Grecia, Bulgaria e Romania, sono ancora in ritardo in termini di sviluppo digitale rispetto alla media dell'Unione. I profili per paese sono disponibili online.
La Commissione ha già presentato tutte le principali iniziative della sua strategia per il mercato unico digitale. Il Parlamento europeo e gli Stati membri sono incoraggiati ad adottare queste proposte al più presto, in modo che l'Europa possa sfruttare al massimo le opportunità del digitale.
Tenendo conto di quanto emerso dal DESI, la Commissione pubblicherà in maggio il suo esame intermedio della Strategia per il mercato unico digitale al fine di individuare gli ambiti in cui potrebbero essere necessari ulteriori sforzi o proposte legislative per affrontare le sfide del futuro.
La connettività è migliorata, ma è ancora insufficiente per far fronte al fabbisogno futuro.
  • Il 76% delle famiglie europee ha accesso alla banda larga ad alta velocità (almeno 30 Mbit/s) e in alcuni Stati membri una percentuale significativa di tali famiglie ha già accesso a reti che offrono una velocità di 100 Mbit/s o più. Oltre il 25% delle famiglie ha sottoscritto un abbonamento alla banda larga veloce.
  • Gli abbonamenti ai dati mobili sono in aumento, passando da 58 abbonati ogni 100 abitanti nel 2013 a 84 nel 2016.
  • I servizi mobili 4G coprono l'84% della popolazione dell'UE.
Tuttavia, questi progressi non sono sufficienti per affrontare le crescenti esigenze future di rapidità, qualità e affidabilità dei collegamenti. Il traffico Internet cresce del 20% l'anno, e di oltre il 40% l'anno sulle reti mobili. Il Parlamento europeo e il Consiglio stanno attualmente discutendo le proposte della Commissione relative alla revisione delle norme UE in materia di telecomunicazioni e all'incentivazione degli investimenti nelle reti ad altissima capacità per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini europei, parallelamente agli obiettivi strategici della società del gigabit all'orizzonte 2025. Gli Stati membri dovrebbero inoltre intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi in termini di assegnazione dello spettro armonizzato, che ora comprende la banda a 700 MHz, in modo che la prossima generazione di reti di comunicazione (5G) possa essere ampiamente utilizzata a partire dal 2020. Il coordinamento dello spettro radio nell'UE è essenziale per assicurare la copertura senza fili e nuovi servizi transfrontalieri. Inoltre, i comuni di tutta Europa avranno presto la possibilità di richiedere un finanziamento per installare il Wi-Fi gratuito nei loro spazi pubblici nell'ambito dell'iniziativa WiFi4EU della Commissione.
L'UE può contare su un numero maggiore di esperti digitali rispetto al passato, ma permangono divari di competenze.
  • L'UE vanta un maggior numero di laureati in discipline scientifiche, tecnologiche, in ingegneria e in matematica rispetto agli anni precedenti (19 laureati per 1000 giovani sui 20 anni).
  • Più specialisti trovano un impiego nelle TIC rispetto al passato (3,5% nel 2015 rispetto al 3,2% nel 2012).
  • Quasi la metà dei cittadini europei (44%) continua a non possedere competenze digitali di base, che consenta loro, ad esempio, di utilizzare la posta elettronica o strumenti di editing o di installare nuovi dispositivi.
La Coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, avviata nel dicembre 2016 nel quadro della Nuova agenda per le competenze per l'Europa sta lavorando assieme agli Stati membri, l‘industria e i partner sociali per sviluppare un ampio bacino di talenti digitali e garantire che i singoli individui e la forza lavoro in Europa possiedano adeguate competenze digitali. 
I cittadini europei vantano sempre maggiori competenze digitali.
  • Il 79% dei cittadini europei si connette a Internet almeno una volta alla settimana, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2016;
il 78% degli utenti della rete utilizza Internet per giocare o per scaricare musica, film, foto o giochi;
il 70% degli internauti europei legge giornali online (64% nel 2013);
il 63% utilizza le reti sociali (57% nel 2013);
il 66% fa acquisti online (61% nel 2013);
il 59% utilizza i servizi bancari online (56% nel 2013);
il 39% utilizza Internet per fare telefonate (33% nel 2013).
Nell'ambito della strategia per il mercato unico digitale, la Commissione si sta adoperando per rafforzare la fiducia nei confronti dell'ambiente online. Le nuove norme dell'UE sulla protezione dei dati entreranno in vigore nel maggio 2018, e saranno accompagnate da nuove norme sulla tutela della privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche. La Commissione si sta adoperando per aumentare i contenuti disponibili su Internet a livello transfrontaliero. Già all'inizio del 2018 i cittadini europei potranno utilizzare i loro abbonamenti online a film, musica, videogiochi e e-book quando viaggeranno nell'UE. La Commissione ha inoltre proposto di agevolare per le emittenti la messa a disposizione online di programmi in altri Stati membri dell'UE.
Le imprese sono più digitali e il commercio elettronico progredisce se pur lentamente.
  • Nel complesso le imprese europee utilizzano in misura sempre maggiore le tecnologie digitali, come i software professionali per la condivisione elettronica di informazioni (dal 26% nel 2013 al 36% nel 2015) o per l'invio di fatture elettroniche (dal 10% nel 2013 al 18% nel 2016).
  • Anche il commercio elettronico da parte delle PMI è aumentato lievemente (dal 14% delle PMI nel 2013 al 17% nel 2016). Tuttavia, meno della metà di tali imprese vende in un altro Stato membro dell'UE.
Nel 2016 la Commissione ha proposto nuove regole per promuovere il commercio elettronico, contrastando la pratica del blocco geografico, rendendo la consegna transfrontaliera dei pacchi meno costosa e più efficiente e promuovendo la fiducia dei consumatori grazie a una migliore protezione e applicazione delle norme. Ha proposto altresì di semplificare l'imposta sul valore aggiunto per le imprese che operano nel settore del commercio elettronico nell'UE. Queste iniziative, una volta adottate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, agevoleranno per privati e imprese le vendite e gli acquisti oltre frontiera.
Gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online.
  • Il 34% degli utenti di Internet trasmette moduli compilati online alla pubblica amministrazione, invece di consegnarli a mano su carta (in aumento rispetto al 27% del 2013).
Online sono disponibili un numero crescente di servizi sempre più sofisticati, ad esempio servizi che consentono ai cittadini di utilizzare internet per notificare alle autorità un cambiamento di residenza, una nascita o altri avvenimenti importanti. Nell'ambito del piano d'azione per l'eGovernment, la Commissione intende istituire uno sportello digitale unico che garantisca un agevole accesso online a informazioni sul mercato unico e avviare un'iniziativa per digitalizzare ulteriormente la governance e il diritto societario nonché aggiornare il quadro europeo di interoperabilità.
Contesto
Il DESI è un indice composito che consente di misurare i progressi compiuti dagli Stati membri dell'UE verso un'economia e una società digitali. Riunisce una serie di indicatori pertinenti in relazione all'attuale mix di indirizzi programmatici del digitale in Europa. Il DESI mira ad aiutare i paesi dell'UE a identificare i settori che richiedono investimenti e interventi in via prioritaria, al fine di creare un autentico mercato unico digitale - una delle massime priorità della Commissione.
Basandosi sui risultati del DESI e ad integrazione del Semestre europeo, la relazione sui progressi del settore digitale della Commissione, nel maggio 2017, conterrà una valutazione approfondita del modo in cui l'UE e gli Stati membri stanno compiendo progressi nel loro sviluppo digitale e individuerà le misure potenzialmente atte a contribuire a migliorare le prestazioni digitali nazionali.
Per maggiori informazioni
#DESIEU
[1] Il DESI 2016 è stato ricalcolato per tutti i paesi al fine di tener conto di alcuni miglioramenti nella metodologia. Pertanto, i punteggi e le posizioni in classifica dei paesi potrebbero essere cambiati rispetto alla pubblicazione precedente. Per maggiori informazioni, fare riferimento alle Q&A e alla nota metodologica del DESI.

Risultati del Consiglio europeo del 9-10 marzo 2017

I "leader" dell'UE hanno esaminato alcune delle questioni più urgenti, tra cui l'economia, la sicurezza, la migrazione e la situazione nei Balcani occidentali.
Venerdì, i 27 leader si sono incontrati informalmente per preparare il 60º anniversario dei trattati di Roma.

Elezione del presidente

Il Consiglio europeo ha rieletto presidente Donald Tusk per un secondo mandato di due anni e mezzo, dal 1º giugno 2017 al 30 novembre 2019, il quale è stato inoltre rinominato presidente del Vertice euro per lo stesso periodo.
"Vi ringrazio per la fiducia che mi accordate e per il vostro grande sostegno in queste circostanze insolite. (...) Lavorerò con tutti voi, senza eccezioni, perché credo sinceramente nell'Europa unita."
Donald Tusk nel discorso di accettazione dopo la rielezione
Il Consiglio europeo ha deciso di tornare, nel corso di quest'anno, sul processo, i criteri e gli equilibri necessari per quanto riguarda le nomine ad alto livello per il prossimo ciclo istituzionale.

Occupazione, crescita e competitività

Situazione economica

I leader hanno valutato la situazione economica dell'UE e della zona euro, concludendo che le riforme attuate dagli Stati membri dal 2008 stanno dando frutti:
  • la ripresa economica prosegue, registrando una crescita positiva in tutti gli Stati membri e le prospettive sono incoraggianti
  • il livello di disoccupazione è ai minimi dal 2009
  • lo stato delle finanze pubbliche sta migliorando e gli investimenti stanno aumentando
Per garantire la sostenibilità della ripresa economica, i leader hanno chiesto riforme strutturali, il rafforzamento delle finanze pubbliche e la promozione degli investimenti, anche tramite la rapida proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici.

Progredire nelle strategie per il mercato unico

L'attuazione delle varie strategie per il mercato unico entro il 2018 rimane l'obiettivo condiviso dell'UE. Il Consiglio europeo si aspetta pertanto un'effettiva attuazione delle decisioni già prese e chiede rapidi progressi sulle attuali proposte legislative.
Il Consiglio europeo esaminerà i progressi nel giugno 2017.

Commercio

I leader si sono compiaciuti del voto favorevole espresso dal Parlamento europeo sull'accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l'UE e il Canada e ne attendono con interesse l'imminente applicazione provvisoria."L'UE rimane fermamente impegnata a favore di una politica commerciale incisiva e un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole, in cui l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) abbia un ruolo centrale" hanno concluso i leader.
Al tempo stesso hanno chiesto la rapida adozione di proposte legislative che doterebbero l'UE di strumenti compatibili con le norme dell'OMC al fine di contrastare le pratiche commerciali sleali e le distorsioni del mercato. I leader hanno inoltre confermato che l'UE progredirà con decisione su tutti i negoziati in corso per gli accordi di libero scambio, anche con il Mercosur e il Messico, e che i negoziati con il Giappone sono vicini alla conclusione.Le relazioni commerciali con la Cina dovrebbero essere rafforzate sulla base di una comprensione condivisa dei vantaggi mutui e reciproci.
"L'Europa resta il leader di un commercio aperto, disciplinato da regole (...) Al tempo stesso non esiteremo a difenderci, ove necessario, contro pratiche commerciali sleali. Desideriamo definire la norma globale per un commercio libero ed equo."
Donald Tusk alla conferenza stampa del Consiglio europeo 

Unione bancaria

I leader hanno ribadito la necessità di completare l'Unione bancaria in termini di riduzione e condivisione dei rischi nel settore finanziario. Hanno sottolineato l'importanza della cooperazione internazionale nella concezione di norme prudenziali e di vigilanza comuni per i servizi finanziari.

Semestre europeo

Nell'ambito del Semestre europeo - il processo annuale di coordinamento delle politiche economiche dell'UE - i leader hanno approvato le priorità strategiche per il 2017, illustrate nell'analisi annuale della crescita di quest'anno, e il progetto di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro per il 2017. Si prevede che gli Stati membri tengano conto di tali priorità nelle rispettive politiche nazionali.
Per quanto riguarda la dimensione sociale della crescita economica, i leader attendono con interesse il vertice sociale per l'occupazione equa e la crescita che si terrà a Gothenburg il 17 novembre 2017.

Sicurezza e difesa

I capi di Stato e di governo hanno valutato l'attuazione delle conclusioni di dicembre 2016 sulla sicurezza esterna e la difesa. I leader hanno accolto con favore i progressi compiuti, come sottolineato nella sessione del Consiglio "Affari esteri" del 6 marzo e hanno chiesto azioni e risorse supplementari. Hanno ricordato l'importanza di attuare le proposte illustrate nella dichiarazione comune per una cooperazione rafforzata con la NATO.
I leader dell'UE hanno inoltre discusso di sicurezza interna e di lotta contro il terrorismo. Hanno invitato i co-legislatori a:

Migrazione

Il primo ministro Muscat ha riferito sui progressi relativi all'attuazione delle misure operative concordate alla riunione informare di Malta il 3 febbraio 2017 per quanto concerne la rotta del Mediterraneo centrale.
I leader hanno ribadito la propria determinazione a concretizzare tutti gli elementi della dichiarazione di Malta. Hanno dichiarato di appoggiare le azioni intraprese dai singoli Stati membri per sostenere le autorità libiche e i loro vicini nordafricani e meridionali.
Hanno invitato il Consiglio a esaminare rapidamente la comunicazione della Commissione su un piano d'azione rinnovato sul rimpatrio, e a proseguire i lavori sugli accordi di riammissione dell'UE con i paesi terzi.
I capi di Stato o di governo hanno ribadito la loro determinazione a concretizzare tutti gli aspetti della politica dell'UE in materia di migrazione e a raggiungere un consenso sulla riforma della politica dell'UE in materia di asilo nel corso della presidenza maltese.

Balcani occidentali

I capi di Stato o di governo hanno discusso della situazione nei Balcani occidentali. Hanno ribadito il proprio sostegno alla prospettiva europea della regione e all'impegno dell'UE a tutti i livelli per portare avanti riforme e progetti orientati all'UE. I leader hanno sottolineato la necessità di continuare sulla strada delle riforme e di proseguire le relazioni di buon vicinato e le iniziative di cooperazione regionale inclusiva.
"Ai paesi della regione, il nostro messaggio sarà chiaro: l'Unione europea resta fedele alla promessa di Salonicco e pienamente impegnata alla stabilità e alla prosperità della regione."
Donald Tusk alla conferenza stampa del Consiglio europeo

Procura europea

I leader hanno inoltre preso atto dell'impossibilità di raggiungere un consenso sulla creazione di una Procura europea (EPPO). Questo prepara il terreno all'istituzione di una cooperazione rafforzata tra un gruppo di almeno nove Stati membri.

giovedì 9 marzo 2017

Futuro della PAC. Risultati del Consiglio dei ministri di “Agricoltura e pesca”

Principali risultati

Futuro della PAC

Il Consiglio ha tenuto uno scambio di opinioni sul futuro della politica agricola comune (PAC).
In particolare i ministri hanno condiviso le loro idee su come poter conseguire le priorità della futura PAC individuate nel documento della presidenza e sull'eventuale necessità di riequilibrio del sostegno diretto e dello sviluppo rurale.
In generale la semplificazione è stata indicata come una priorità globale per le future politiche, al fine di liberare appieno il potenziale economico delle attività agricole e delle zone rurali dell'UE. Le altre questioni indicate come priorità sono: rafforzare la resilienza, rispondere alle sfide ambientali, investire nella vivibilità e vitalità delle zone rurali, assicurare il ricambio generazionale, mantenere un orientamento al mercato e rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare.
Alcune delegazioni si sono dette favorevoli a dare maggiore risalto, in futuro, allo sviluppo rurale per investire nella vivibilità e vitalità delle zone rurali, mentre altre hanno messo in guardia contro una riduzione del sostegno diretto agli agricoltori. "Il settore agricolo dell'UE ha grandi sfide davanti a sé. Nel nostro ruolo di politici abbiamo l'occasione di definire una visione per il futuro. Occorre migliorare costantemente le nostre politiche, di modo che l'agricoltura e le zone rurali dell'UE possano continuare a prosperare e generare crescita, occupazione e benessere", ha dichiarato Roderick Galdes, segretario parlamentare maltese per l'agricoltura e presidente del Consiglio.

 "La PAC dopo il 2020" - Documento orientativo preparato dalla presidenza maltese

Piano pluriennale per le specie demersali nel mare Adriatico

La Commissione ha presentato al Consiglio la sua proposta che istituisce un piano pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel mare Adriatico, il primo piano pluriennale per il Mediterraneo.
Il piano mira a ricostituire gli stock di specie come la sardina, l'acciuga, lo sgombro e il sugarello, a contribuire al loro sfruttamento sostenibile nonché a garantire un quadro di gestione più semplifice e completo.
In generale gli Stati membri hanno accolto con favore la discussione ma hanno sottolineato alcune preoccupazioni circa il potenziale impatto socioeconomico del piano sulle attività di pesca artigianale e i potenziali problemi di ordine pratico vista la situazione complessa della pesca nel Mediterraneo. Hanno inoltre sollecitato misure e controlli proporzionati che non ostacolino il settore della pesca nella zona.

Altri punti all'ordine del giorno

I ministri hanno ricevuto informazioni sulle seguenti questioni: l'istituzione della piattaforma dell'UE sul benessere degli animali, la situazione attuale relativamente alle conseguenze della dermatite nodulare contagiosa, la questione delle differenze di qualità nei prodotti alimentari, le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, il funzionamento del Corpo di solidarietà dell'UE, la difficile situazione di mercato nel settore della frutta polacco e il sostegno accoppiato facoltativo.
Il Consiglio, inoltre, ha ricevuto informazioni in merito a vari eventi recenti e futuri quali la conferenza dei ministri dell'agricoltura del G20 (Berlino, gennaio 2017), il forum sul settore del riso dell'UE (Milano, 20 febbraio 2017), l'edizione 2017 della conferenza "Our Ocean" (Malta, ottobre 2017).

+ Informazioni sulla sessione


Parlamento Europeo: Anteprima della sessione del 13-16 marzo 2017 a Strasburgo