domenica 23 aprile 2017

QUANTO È COMPETITIVA LA NOSTRA REGIONE?



L'Indice di Competitività Regionale (RCI) è un indicatore statistico predisposto dalla Commissione europea nel 2010 in base all'approccio dell'indice di competitività globale del Forum Economico Mondiale. Si tratta della prima misurazione in grado di fornire una prospettiva europea sulla competitività delle regioni dell'UE. Viene pubblicato ogni tre anni e dovrebbe consentire alle regioni di monitorare e valutare nel tempo - anche rispetto ad altre regioni d'Europa - il proprio livello di competitività e di sviluppo regionale,  intesi come la capacità di una regione di offrire un ambiente attraente e sostenibile per le imprese e per i cittadini che vi vivono e vi lavorano.
L'edizione 2016, recenteme pubblicata, è dotata anche di uno strumento web interattivo che consente un raffronto e un'analisi più dettagliati di ciascuna regione, sia rispetto alle sue omologhe in termini di PIL pro capite sia rispetto a tutte le regioni dell'UE.Gli utenti possono così individuare più facilmente la posizione in graduatoria della loro regione quanto a innovazione, governance, trasporti, infrastrutture digitali, salute o capitale umano. Lo strumento web è inoltre progettato per aiutare le regioni a individuare i loro punti di forza, le loro debolezze e le priorità di investimento ai fini della definizione delle loro strategie di sviluppo.
L'RCI si compone di 11 pilastri che descrivono i diversi aspetti della competitività e permettono anche di valutare i punti di forza e le debolezze a livello regionale.
Questi sono classificati in tre gruppi: "pilastri di base", "pilastri dell'efficienza" e "pilastri dell'innovazione". I pilastri di base comprendono: 1) istituzioni; 2) stabilità macroeconomica; 3) infrastrutture; 4) salute; 5) istruzione di base. Si tratta dei fattori trainanti essenziali per ogni tipo di economia.
Man mano che un'economia regionale si sviluppa e accresce la propria competitività, entrano in gioco fattori correlati a una forza lavoro più qualificata e a un mercato del lavoro più efficiente, che rientrano nel gruppo dei pilastri dell'efficienza. Questi comprendono: 6) istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente; 7) efficienza del mercato del lavoro; 8) dimensioni del mercato. Allo stadio più avanzato di sviluppo di un'economia regionale, i fattori di miglioramento rientrano tra i pilastri dell'innovazione: 9) maturità tecnologica; 10) sofisticazione delle imprese; 11) innovazione.

Ecco i dati RCI relativi all'anno 2016 in relazione ad una Regione italiana a caso,la Sardegna.

Per ulteriori informazioni

mercoledì 19 aprile 2017

L'UE e lo Sport


Lo sport e l'attività fisica sono una parte essenziale della vita di milioni di europei. L'agenda politica dell'UE comprende il nuovo programma Erasmus+, che promuove la cooperazione, il dialogo e la partecipazione

Spirito di squadra, solidarietà e fair play

Lo sport è importante perché:
  • promuove il benessere fisico e mentale
  • ha una funzione educativa e promuove valori sociali fondamentali 
  • ravvicina le comunità 
  • è un grande settore economico in rapida espansione
  • contribuisce alla crescita e all'occupazione.
Tuttavia, occorre affrontare problemi quali il doping, le partite truccate e la violenza.
L'UE sostiene la cooperazione fra i responsabili politici e il dialogo con le organizzazioni sportive per promuovere i valori positivi associati allo sport e affrontare le sfide del futuro.

Sport ed Erasmus+

Il programma Erasmus+ (2014-2020) si concentra sullo sport di base. Può cofinanziare iniziative con l'obiettivo di sviluppare, condividere e mettere in pratica idee e attività innovative in tutta l'UE, a livello nazionale, regionale e locale.
Il programma Erasmus+ Sport aiuterà a sviluppare la dimensione europea dello sport migliorando la cooperazione fra organizzazioni sportive, amministrazioni pubbliche e altri soggetti interessati. Il programma si concentra sui seguenti settori.

Attività fisica a vantaggio della salute

L'UE promuove l'attività fisica condividendo e favorendo le buone pratiche fra i suoi paesi membri e gli altri soggetti interessati. Gli orientamenti dell'UE in materia di attività fisica del 2008 mostrano come le politiche nazionali in diversi settori possono incoraggiare i cittadini a fare più attività fisica. La raccomandazione del Consiglio del 2013 sulla promozione trasversale nei settori dell'attività fisica salutare:
  • incoraggerà politiche più efficaci in questo settore
  • contribuirà a seguire l'evoluzione e le tendenze dei livelli di attività fisica e delle relative politiche.
L'attività fisica è promossa anche tramite la politica dell'UE per la salute. La piattaforma d'azione europea per l'alimentazione, l'attività fisica e la salute offre un forum per affrontare le tendenze negative.

Lotta al doping

Il doping sviluppa la concorrenza sleale, scoraggia la partecipazione e l'interesse per lo sport e rappresenta un rischio concreto per la salute. L'UE coopera in questo settore con:
I paesi dell'UE discutono regolarmente a livello europeo delle questioni connesse all'antidoping prima di partecipare a dibattiti internazionali più allargati. A livello di UE collaborano su temi riguardanti i diritti degli atleti, il doping nello sport amatoriale e la prevenzione di questo fenomeno. Erasmus+ Sport finanzia progetti per la prevenzione del doping. Le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati si avvalgono del dialogo sociale dell'UE per affrontare diverse questioni, fra cui la lotta al doping.

Inclusione sociale, integrazione e pari opportunità

Lo sport può aiutare a superare le barriere sociali, mette in evidenza le capacità delle persone con disabilità e offre a donne e ragazze l'opportunità di sviluppare capacità di leadership. I paesi dell'UE che richiedono finanziamenti dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale sono incoraggiati a includere progetti che promuovono l'inclusione sociale attraverso lo sport. Anche progetti transnazionali ed eventi internazionali hanno ricevuto finanziamenti.

Combattere il razzismo e la violenza

L'UE incoraggia i servizi di pubblica sicurezza e le autorità sportive a scambiarsi informazioni sui tifosi che rappresentano un rischio potenziale e a organizzare iniziative preventive. La Commissione ha sostenuto la creazione della rete &quot - Calcio contro il razzismo in Europa e di altri progetti correlati.

Buona gestione nello sport

Se da un lato l'UE rispetta l'autonomia delle organizzazioni sportive, dall'altro promuove l'osservanza dei seguenti principi:
  • democrazia
  • trasparenza
  • responsabilità nei processi decisionali
  • rappresentanza di tutte le parti interessate.
La Commissione incoraggia i datori di lavoro, gli atleti e i professionisti dello sport a ricorrere al dialogo sociale europeo per strutturare le relazioni professionali in questo ambito. Esistono comitati per il dialogo sociale per il calcio professionale e per le attività ricreative.

Duplice carriera degli atleti

L'UE favorisce l'istruzione e la formazione professionale dei giovani talenti dello sport in parallelo con i loro allenamenti intensivi per prepararli a una duplice carriera. Gli orientamenti dell'UE per la duplice carriera degli atleti del 2012 mostrano come le politiche nazionali e dell'UE possono promuovere questi obiettivi. Diversi progetti hanno beneficiato del sostengo dell'UE.
Redazione aggiornata ad novembre 2014
Questa pubblicazione fa parte della serie "Le politiche dell'UE"

martedì 18 aprile 2017

Disoccupazione giovanile: le politiche dell’UE hanno migliorato la situazione?

Una interessante Relazione speciale della Corte dei Conti dell'Unione Europea.

La relazione esamina i progressi compiuti dalla Garanzia dell’UE per i giovani nel far sì che i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un'offerta di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall'uscita dal sistema d'istruzione formale o dall'inizio della disoccupazione. Valuta inoltre l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, che ha aumentato il sostegno finanziario per i più colpiti dalla disoccupazione. La Corte ha constatato che i progressi compiuti sono limitati e che i risultati sono al di sotto delle aspettative per quanto attiene alla proposta di un’offerta qualitativamente valida a tutti i NEET (coloro che non svolgono attività lavorative e non seguono studi o formazioni). Formula quindi una serie di raccomandazioni dirette agli Stati membri e alla Commissione per migliorare le iniziative presenti e future in materia di occupazione.
Intanto,  il 10 maggio prossimo la Corte organizza a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, una Conferenza su OCCUPAZIONE GIOVANILE: AFFRONTARE LE SFIDE E TROVARE SOLUZIONI.



BREXIT: DOMANDE E RISPOSTE

“Esprimiamo rammarico per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ma siamo pronti per la procedura che dovremo seguire.”
"Ho scelto di credere nella Gran Bretagna e che i nostri giorni migliori devono ancora arrivare...   faremo tutto il possibile per aiutare l’Unione europea a prosperare e avere successo.".

29/03/2017: il Primo Ministro britannico, Theresa May, ha notificato l'intenzione del Regno Unito di uscire dall'Unione europea, avviando la procedura prevista dall'Art.50 del Trattato sull'Unione Europea. Ma come funziona questa procedura?



Che cos'è l’articolo 50?
L’articolo 50 del trattato sull’Unione europea stabilisce la procedura applicabile nei confronti dello Stato membro che desidera recedere dall’Unione europea. È stato introdotto dal trattato di Lisbona nel 2007.
Come si attiva la procedura dell’articolo 50?
Lo Stato membro che intende recedere dall'Unione deve notificarne l’intenzione al Consiglio europeo. Non è prevista una forma particolare di notifica.
Che cosa succede dopo l'attivazione dell’articolo 50?
Dev'essere negoziato l'accordo di recesso conformemente all'articolo 218, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Prima tappa
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk indice una riunione straordinaria del Consiglio europeo, la cui data è fissata al 29 aprile.
Il Consiglio europeo adotta per consenso gli orientamenti sul recesso ordinato del Regno Unito dall’Unione europea. Gli orientamenti stabiliscono i principi generali che guideranno l’UE nei negoziati, in base all’interesse comune dell’Unione europea e dei suoi Stati membri.

Seconda tappa
Dopo l'adozione degli orientamenti la Commissione presenta in tempi rapidissimi al Consiglio una raccomandazione sull'avvio dei negoziati, che il Collegio dei commissari adotta 4 giorni dopo la riunione del Consiglio europeo.

Terza tappa
Il Consiglio deve poi autorizzare l’avvio dei negoziati adottando le direttive di negoziato, per le quali è necessaria una maggioranza qualificata "forte" (72% dei 27 Stati membri, ossia 20 Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’UE a 27).
Dopo l'adozione di tali direttive il negoziatore dell’Unione, nominato dal Consiglio, riceve l'incarico di aprire i negoziati con lo Stato membro che desidera recedere.

Come si arriva alla conclusione dell’accordo di recesso?
I negoziati sul recesso ordinato devono concludersi entro un periodo di due anni a partire dal momento in cui è attivato l’articolo 50. Se alla scadenza del termine non è stato raggiunto un accordo, i trattati cessano di applicarsi allo Stato membro che recede.
Al termine del periodo fissato per i negoziati, il negoziatore dell’Unione presenta al Consiglio e al Parlamento europeo una proposta di accordo, tenendo conto del quadro delle future relazioni fra il Regno Unito e l'Unione.
L'accordo è subordinato all'approvazione del Parlamento europeo, che si esprime con votazione a maggioranza semplice cui partecipano anche gli eurodeputati del Regno Unito.
Il Consiglio conclude l’accordo con votazione a maggioranza qualificata "forte".
Il Regno Unito deve anch'esso ratificare l’accordo, conformemente alle proprie norme costituzionali.

Di quanto tempo si dispone quindi per i negoziati veri e propri?
I negoziati veri e propri dureranno circa 18 mesi (da inizio giugno 2017 a ottobre/novembre 2018).

Chi negozia per l’Unione europea?
I capi di Stato o di governo dell’UE a 27 hanno chiesto al Consiglio di designare come negoziatore dell’Unione la Commissione europea e hanno accolto con favore la decisione di questa di nominare capo negoziatore Michel Barnier.
La Commissione europea, in quanto negoziatore dell'Unione, e Michel Barnier, in quanto capo negoziatore della Commissione, riferiranno sistematicamente sull'andamento dei negoziati al Consiglio europeo, al Consiglio e ai relativi organi preparatori.
Per tutta la durata dei negoziati Michel Barnier terrà il Parlamento europeo strettamente e regolarmente informato.
Ovviamente gli Stati membri parteciperanno da vicino alla preparazione dei negoziati impartendo indirizzi al negoziatore dell’Unione e valutando l'evoluzione dei lavori. A tal fine sarà creato nell’ambito del Consiglio un gruppo specifico con un presidente permanente, incaricato di accertare che la condotta dei negoziati rispetti gli orientamenti impartiti dal Consiglio europeo e le direttive di negoziato adottate dal Consiglio.
Il Consiglio europeo continuerà a occuparsi permanentemente della questione, aggiornando secondo necessità gli orientamenti nel corso dei negoziati.
Come si svolgeranno concretamente i negoziati? In che lingua? A che frequenza s'incontreranno le parti?
Gli aspetti pratici, come ad esempio il regime linguistico e la struttura dei negoziati, saranno concordati dai negoziatori dell’UE e del Regno Unito.
Dove si terranno i negoziati?
I negoziati si svolgeranno a Bruxelles.

Quando cessa il Regno Unito di essere membro dell’Unione europea?
I trattati UE cessano di essere applicabili al Regno Unito a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica. Il Consiglio europeo può decidere all'unanimità di prorogare tale termine.
Fino al recesso il Regno Unito resta membro dell’Unione europea e nei suoi confronti valgono tutti i diritti e gli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE, incluso il principio di leale cooperazione in base al quale l’Unione e tutti i suoi Stati membri si prestano reciproca assistenza nell’esecuzione del trattato.

Che cosa succede se non si arriva ad un accordo?
I trattati UE cessano semplicemente di applicarsi al Regno Unito due anni dopo la notifica.

Una volta uscito dall'UE, può uno Stato membro ricandidarsi all'adesione?
Qualsiasi paese uscito dall’Unione può chiedere di aderirvi nuovamente. In tal caso dovrà seguire la normale procedura di adesione.

Si può revocare l’attivazione dell'articolo 50 una volta trasmessa la notifica?
Attivare l'articolo 50 è una decisione che spetta al Regno Unito. Una volta attivata la procedura, però, non è più possibile decidere unilateralmente di tornare indietro. La notifica è un punto di non ritorno: l’articolo 50 non prevede la revoca unilaterale della notifica.

*Articolo 50 del trattato sull'Unione europea (TUE)
1. Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione.
2. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Esso è concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.
3. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il Consiglio europeo, d'intesa con lo Stato membro interessato, decida all'unanimità di prorogare tale termine.
4. Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano. Per maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo 238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
 5. Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale richiesta è oggetto della procedura di cui all'articolo 49.

venerdì 14 aprile 2017

Parlamento Europeo, Plenaria di aprile, ecco l'Ordine del Giorno

Clicca per l'immagine interattiva

Tra i punti salienti all'Ordine del Giorno della prossima Plenaria che si terrà a Bruxelles il 26 e 27 aprile:

  • Programma dell'Unione volto a rafforzare il coinvolgimento dei consumatori nella definizione delle politiche nel campo dei servizi finanziari
  • Proposta di istituire un Anno europeo del patrimonio culturale
  • Situazione della concentrazione agricola nell'UE: come agevolare l'accesso degli agricoltori alla terra
  • Situazione in Ungheria, in Venezuela e in Turchia, con particolare riferimento al referendum costituzionale
  • Decisione adottata in merito al pilastro europeo dei diritti sociali e all'iniziativa sulla conciliazione tra lavoro e vita privata
  • Programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020. 
  • Iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento.
Progetto definitivo di ordine del giorno Mercoledì 26 aprile 2017

Progetto definitivo di ordine del giorno Giovedì 27 aprile 2017

PMI?

La categoria delle microimprese, delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. 

In un mercato unico senza frontiere interne, è essenziale che le misure a favore delle PMI siano basate su una definizione comune per migliorare la loro coerenza ed efficacia e limitare le distorsioni della concorrenza. Ciò è tanto più necessario se si considera l’ampia interazione esistente tra le misure nazionali e quelle comunitarie destinate ad assistere le PMI in aree quali lo sviluppo regionale e il finanziamento della ricerca. Nel 1996 è stata adottata dalla Commissione una raccomandazione (Raccomandazione della Commissione 96/280/CE, del 3 aprile 1996) che stabiliva una prima definizione di PMI. Questa definizione è stata estensivamente applicata in tutta l’Unione europea. Il 6 maggio 2003, la Commissione ha adottato una nuova raccomandazione (Raccomandazione della Commissione 2003/361/CE, del 6 maggio 2003) al fine di tenere conto degli sviluppi economici realizzati sin dal 1996. La nuova definizione, invece, è entrata in vigore il primo gennaio 2005 e si applicherà a tutte le politiche, programmi e misure posti in essere dalla Commissione per le PMI.
Nuova Definizione di PMI
Nella ” Guida dell’utente PMI”figurano i dati ufficiali per  individuare le dimensioni d’impresa. In questa guida si riflettono i cambi introdotti dalla nuova definizione e i loro motivi. La guida spiega quindi, seguendo un approccio graduale, come determinare se un’impresa può essere considerata una PMI. Il documento contiene anche un modello di dichiarazione che le singole imprese possono completare al fine di determinare la loro condizione di PMI nel momento in cui presentano una domanda nel quadro di un programma di assistenza alle PMI.
Si ricorda che l’unico riferimento autentico per determinare le condizioni relative alla qualifica di PMI è la raccomandazione della Commissione 2003/361/CE pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 124 del 20 maggio 2003, pag. 36.

LA TUA EUROPA: IL SITO CHE TI APRE LA PORTA DEI FINANZIAMENTI EUROPEI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE


Questo Sito del Portale Europeo per le Piccole e Medie Imprese è un efficace strumento per aiutare a richiedere prestiti e capitale di rischio che beneficiano del sostegno dell'Unione europea. Cliccate sulla vostra regione per individuare le banche o i fondi di capitale di rischio che offrono finanziamenti con il sostegno dell'UE.

COME FUNZIONA

La decisione di erogare finanziamenti dell'UE è presa dagli istituti finanziari locali quali le banche, i fondi di venture capital o investitori. Grazie al sostegno dell'UE, gli istituti finanziari locali sono in grado di erogare finanziamenti aggiuntivi alle imprese.

I dettagli sulle condizioni di finanziamento — importo, durata, tassi di interesse e commissioni — sono determinati da tali istituti finanziari. Contatta uno degli oltre 1 000 istituti finanziari per saperne di più.

Quali soggetti sono ammessi a beneficiare dei finanziamenti dell'UE?

Sono disponibili finanziamenti per le start-up, gli imprenditori e le imprese di qualsiasi dimensione e settore. È disponibile un'ampia varietà di finanziamenti: prestiti, garanzie, microprestiti e capitale di rischio. Ogni anno l'UE supporta più di 200 000 imprese.

Il tuo diritto ad ottenere un riscontro

Hai il diritto di ottenere un riscontro da parte degli istituti finanziari in merito alla loro decisione se concederti o meno il prestito. Ciò può aiutarti a capire meglio la tua posizione finanziaria e ad incrementare le tue possibilità di ottenere finanziamenti in futuro. Puoi rivendicare il tuo diritto e far riferimento all'articolo 431 del regolamento UE sui requisiti patrimoniali.

STRUMENTI FINANZIARI A DISPOSIZIONE

Programma COSME

  • Garanzie alle piccole e medie imprese su prestiti principalmente fino a 150 000 EUR
  • Capitale di rischio (fase di crescita e di espansione)

Programma Innovfin(Orizzonte 2020)

  • Prestiti e garanzie per le imprese innovative
  • Finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo
  • Capitale di rischio (fase iniziale e di start-up)

Strumento per le PMI 

Offre finanziamenti e azioni di sostegno alle PMI innovative (Fase 1: progettazione & fattibilità. Fase 2: dimostrazioni, applicazione commerciale e R&S, Fase 3: commercializzazione).

 Europa Creativa

  • Prestiti alle piccole e medie imprese nei settori culturali e creativi

Programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI)

  • Microprestiti fino a 25 000 EUR alle microimprese e alle persone vulnerabili che intendono creare o sviluppare una microimpresa
  • Investimenti fino a 500 000 EUR per le imprese sociali

Fondi strutturali e di investimento europei(fondi ESIF)

  • Prestiti, garanzie, finanziamenti di capitale di rischio o sovvenzioni alle imprese.
Il sostegno è fornito dai programmi pluriennali cofinanziati dall'UE.

Banca Europea per gli Investimenti - Fondo Europeo per gli Investimenti

  • Prestiti, garanzie, microprestiti, finanziamenti in capitale di rischio.


L'UE fornisce anche sovvenzioni destinate a specifici obiettivi strategici come la ricerca o l'istruzione, alcuni dei quali possono essere pertinenti per le imprese. Tutte le sovvenzioni sono accessibili mediante inviti a presentare proposte.
https://euyou.blogspot.it/2017/04/pmi.html