sabato 4 marzo 2017

Dibattito sul futuro dell'Europa: Europa a due velocità, Merkel sotto i fuochi incrociati



(di Sarantis Michalopoulos | EurActiv.com, traduzione di Barbara Pianese)
L'Europa, secondo i diversi partiti di sinistra europei, ha bisogno di lasciarsi alle spalle le politiche di austerità e l'Unione a più velocità suggerita dal cancelliere tedesco Angela Merkel
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sdoganato recentemente nel corso di un vertice l'idea di un'Europa a diverse velocità. Ma le sue dichiarazioni hanno innescato la dura reazione dei politici di centro-sinistra, che hanno accusato il leader tedesco di dividere l'Europa in un Sud più povero e un Nord ricco. I socialisti sono andati oltre, sostenendo che una tale proposta potrebbe essere pericolosa quanto un futuro ad appannaggio di nazionalisti e forze anti-europee.
Pittella: contro un’Europa a due velocità
Gianni Pittella, presidente dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo, ha ammesso che siamo già in un’Europea a due o più velocità, con la zona euro e Schengen che rappresentano esempi perfetti di questa tendenza.
"Il fatto è che oggi, durante la campagna elettorale tedesca, Merkel metta in luce questo non-notizia, dovrebbe suonare come un campanello d'allarme. Soprattutto perché, come giustamente sottolineato da Romano Prodi (ex presidente della Commissione europea, ndr), questo rilancio dell'Europa a due velocità non arriva alla fine di un ampio e profondo dibattito europeo", ha osservato Pittella.
Ma non è tutto perché i socialisti europei rifiutano l'idea di istituire una sorta di "club di lusso" composto dai paesi del Nord Europa dalle prestazioni economiche più elevate, in cui l'approccio dell'austerità e dei falchi come Schäuble (ministro delle Finanze tedesco, ndr) svolgano il ruolo dell'ago della bilancia contro i paesi meno abbienti dal Sud Europa".
I socialdemocratici non rifiutano l’idea di una maggiore integrazione attraverso la cooperazione rafforzata, ovvero una procedura che consente ad almeno nove paesi dell'Unione europea di stabilire un'integrazione più stretta in una determinata area senza il coinvolgimento di tutti gli altri membri. Ma questa dovrebbe sempre basarsi su una politica comune orientata alla crescita fiscale e all'istituzione di un " vero e proprio ministro delle finanze europeo, un’agenda sociale comune o politiche comuni in materia di difesa, sicurezza e migrazione. Non possiamo invece accettare una divisione a livello europeo tra il Nord contro i peccatori del Sud”.
Una procedura d’infrazione per la Germania
Pittella ha quindi ribadito la sua opposizione alle regole dello "stupido" Patto di stabilità suggerendo di applicare le stesse in modo più politico, piuttosto che alla lettera. "Questo significa che abbiamo bisogno di una governance politica in grado di valutare la situazione economica, fiscale e politica di un paese. Gli enormi errori commessi con la Grecia non possono essere ripetuti per l'ottusità di una persona. Se dovessimo applicare le regole in modo letterale, l'Ue dovrebbe aprire una procedura di infrazione contro la Germania per surplus commerciale. Questo è quello che dicono le regole. Non vogliamo questo, vogliamo cambiare le regole".
Zimmer contro i "ricatti" di Merkel
Gabriele Zimmer, presidente del gruppo di sinistra GUE/NGL al Parlamento europeo, ha attaccato il Cancelliere tedesco, così come Schäuble, chiedendo di smettere di ricattare i paesi del Sud Europa come la Grecia e di abusare dei partner europei a proprio beneficio nel corso dell’attuale campagna elettorale in Germania.
“È solo ipocrisia chiedere diverse velocità nell'Ue visto che è stata la stessa politica di Merkel&Co a causare un aumento della disuguaglianza sociale ed economica tra il centro e la periferia d’Europa", ha spiegato il politico tedesco. Lo stesso ha poi aggiunto che le politiche di esportazione aggressive di paesi come la Germania hanno significativamente contribuito a questo divario crescente tra gli Stati membri dell'Ue.
"Invece di velocità diverse, abbiamo bisogno di invertire le attuali politiche e spingere per una nuova politica dell’uguaglianza, come la limitazione delle eccedenze commerciali per mettere in piedi un'unione sociale al fine di consentire una maggiore convergenza”, ha suggerito il politico della Die Linke.
I Verdi: no ad un'Europa à la carte
In una risposta congiunta,i co-presidenti Monica Frassoni e Reinhard Bütikoferl del partito europeo dei Verdi  hanno affermato che la loro contrarietà ad un'Europa à la carte in cui "ognuno sceglie cosa fare e in cui il Parlamento e la Commissione sarebbe chiaramente messi da parte".
"Noi diciamo no ad una 'kern Europa' basata su un euro forte e austerità". I Verdi sono favorevoli ad un dialogo ampio e aperto, in cui saranno esposte le diverse volontà politiche.
"Questo dibattito chiarirà chi vuole un'unione politica fondata sullo stato di diritto, sulla volontà di innovare e trasformare l'economia europea in modo sostenibile e sulla necessità di rendere più trasparenti ed efficienti le istituzioni comuni", hanno sottolineato i leader verdi. "Possiamo certamente iniziare con una cooperazione rafforzata su questioni come il trasferimento dei rifugiati, le tasse, ma alla fine dovremo gestire le nostre differenze o sarà la nostra fine"

venerdì 3 marzo 2017

Ecco il Libro Bianco sul futuro dell'Europa: "le strade per l'unità nell'UE a 27"

Il Libro Bianco  

Rappresenta il contributo della Commissione Europea al vertice di Roma del 25 marzo prossimo. Il documento, che delinea le principali sfide e opportunità per l'Europa nei prossimi dieci anni. Il Libro bianco esamina il modo in cui l'Europa potrebbe cambiare nel prossimo decennio (dall'impatto delle nuove tecnologie sulla società e l'occupazione ai dubbi sulla globalizzazione, le preoccupazioni per la sicurezza e l'ascesa del populismo) e le scelte che si troverà a fare: subire passivamente queste tendenze o guidarle e cogliere le nuove opportunità che offrono. Mentre altre parti del mondo si espandono, la popolazione e il peso economico dell'Europa diminuiscono. Entro il 2060 nemmeno uno degli Stati membri raggiungerà l'1% della popolazione mondiale, ragione pressante per restare uniti e ottenere maggiori risultati. La prosperità dell'Europa, forza globale positiva, continuerà a dipendere dalla sua apertura e dai forti legami con i partner.
Ciascuno dei cinque scenari illustrati nel documento fornisce uno spaccato di quello che potrebbe essere lo stato dell'Unione da qui al 2025, a seconda delle scelte che l'Europa effettuerà (cfr. allegato). 
Gli scenari, che contemplano una serie di possibilità e hanno carattere illustrativo, non si escludono a vicenda né hanno pretese di esaustività.
  • Scenario 1: Avanti così - Nello scenario che prevede di proseguire sul percorso già tracciato, l'UE a 27 si concentra sull'attuazione del suo programma positivo di riforme, in linea con lo spirito degli orientamenti della Commissione Un nuovo inizio per l'Europa del 2014 e della dichiarazione di Bratislava concordata da tutti i 27 Stati membri nel 2016. In base a questo scenario, entro il 2025:
    • gli europei guideranno automobili automatizzate e connesse, ma potranno incontrare problemi all'attraversamento delle frontiere a causa del persistere di ostacoli giuridici e tecnici;
    • nella maggior parte dei casi gli europei attraverseranno le frontiere senza essere sottoposti a controlli; a causa del rafforzamento dei controlli di sicurezza sarà necessario recarsi all'aeroporto o alla stazione ferroviaria con largo anticipo sull'orario di partenza.
  • Scenario 2: Solo il mercato unico – L'UE a 27 si rifocalizza progressivamente sul mercato unico poiché i 27 Stati membri non riescono a trovare un terreno comune in un numero crescente di settori. In base a questo scenario, entro il 2025:
    • i controlli periodici complicheranno l'attraversamento delle frontiere per motivi di lavoro o per turismo; sarà più difficile trovare lavoro all'estero e il trasferimento dei diritti pensionistici verso un altro Stato non sarà garantito; chi si ammalerà all'estero sarà costretto a pagare fatture mediche elevate;
    • gli europei sono restii a utilizzare automobili connesse a causa dell'assenza di norme e di standard tecnici a livello dell'UE.
  • Scenario 3: Chi vuole di più fa di più – L'UE a 27 continua secondo la linea attuale, ma consente agli Stati membri che lo desiderano di fare di più assieme in ambiti specifici come la difesa, la sicurezza interna o le questioni sociali. Emergeranno una o più "coalizioni di volenterosi". In base a questo scenario, entro il 2025:
    • 15 Stati membri istituiranno un corpo di polizia e un corpo di magistrati per contrastare le attività criminali transfrontaliere; le informazioni sulla sicurezza saranno scambiate in tempo reale e le banche dati nazionali saranno completamente interconnesse;
    • le auto connesse sono di uso diffuso nei 12 Stati membri che hanno concordato di armonizzare le norme sulla responsabilità civile e gli standard tecnici.
  • Scenario 4: Fare meno in modo più efficiente - L'UE a 27 si concentra sul produrre risultati maggiori in tempi più rapidi in determinate aree politiche, intervenendo meno nei settori per i quali non se ne percepisce un valore aggiunto. L'attenzione e le risorse limitate sono concentrate su un numero ristretto di settori. In base a questo scenario, entro il 2025:
    • un'Autorità europea per le telecomunicazioni sarà abilitata a liberare frequenze per i servizi di comunicazione transfrontalieri, come quelli utilizzati dalle automobili connesse. Essa inoltre tutelerà i diritti degli utenti di telefonia mobile e di internet, ovunque si trovino nell'UE;
    • una nuova Agenzia europea per la lotta contro il terrorismo contribuirà a scoraggiare e prevenire gravi attentati grazie al monitoraggio e alla segnalazione sistematiche dei sospetti.
  • Scenario 5: Fare molto di più insieme – Gli Stati membri decidono di condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti. Le decisioni di livello europeo vengono concordate più velocemente e applicate rapidamente. In base a questo scenario, entro il 2025:
    • gli europei che desidereranno reclamare contro una proposta relativa a un progetto di turbina eolica finanziato dall'UE nella loro zona faticheranno a mettersi in contatto con l'autorità responsabile poiché saranno indirizzati alle competenti autorità europee;
    • le automobili connesse circoleranno senza problemi in tutta Europa grazie a norme chiare applicabili in tutta l'UE; i conducenti possono rivolgersi a un'agenzia dell'UE responsabile di far rispettare le regole.

Prossime tappe

Il Libro bianco è il contributo della Commissione europea al vertice di Roma, in occasione del quale l'UE discuterà dei risultati ottenuti negli ultimi 60 anni ma anche del futuro nell'Unione a 27. Il Libro bianco segna l'inizio di un processo in cui l'UE a 27 deciderà il futuro dell'Unione. Per incoraggiare il dibattito, la Commissione europea, insieme al Parlamento europeo e agli Stati membri interessati, ospiterà una serie di dibattiti sul futuro dell'Europa che avranno luogo nelle città e nelle regioni del continente.
La Commissione europea contribuirà al dibattito nei prossimi mesi con una serie di documenti di riflessione:
  • sullo sviluppo della dimensione sociale dell'Europa;
  • sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria sulla base della relazione dei cinque presidenti del giugno 2015;
  • sulla gestione della globalizzazione;
  • sul futuro della difesa europea;
  • sul futuro delle finanze dell'UE.
Alla stregua del Libro bianco, i documenti di riflessione esporranno idee, proposte, opzioni e scenari diversi per l'Europa nel 2025, senza presentare, a questo stadio, decisioni definitive.

Contesto

Sessant'anni fa, mossi dal sogno di un futuro pacifico e condiviso, i membri fondatori dell'UE hanno intrapreso un viaggio ambizioso di integrazione europea con la firma dei trattati di Roma. Hanno deciso di comune accordo di risolvere i conflitti attorno a un tavolo anziché sui campi di battaglia. Dopo la dolorosa esperienza di un passato travagliato, quindi, l'Europa ha conosciuto sette decenni di pace e si è trasformata in un'Unione di 500 milioni di cittadini che godono di libertà e opportunità in una delle economie più prospere del mondo.
Il 60° anniversario dei trattati di Roma, il 25 marzo 2017, sarà un'occasione importante per i leader dell'UE a 27 per riflettere sullo stato di avanzamento del nostro progetto europeo, valutandone i successi e i punti di forza come pure gli aspetti da migliorare, e dimostrare la volontà comune di plasmare insieme un futuro più solido.
Come annunciato dal Presidente Juncker nel discorso sullo stato dell'Unione del 14 settembre 2016, accolto con favore dai leader dell'UE a 27 al vertice di Bratislava del 16 settembre 2016, la Commissione ha presentato oggi il Libro bianco sul futuro dell'Europa per avviare il dibattito in vista del vertice di Roma.
Il Libro bianco servirà ad orientare il dibattito tra i 27 capi di Stato o di governo e contribuirà a strutturare la discussione in occasione del vertice di Roma e ben oltre. Sarà inoltre utilizzato dalla Commissione come punto di partenza di un più ampio dibattito pubblico sul futuro del nostro continente.

Per ulteriori informazioni

sabato 25 febbraio 2017

Sostegno ai Festival di film e di programmi audiovisivi europei

Il Programma "Europa Creativa" della Commissione Europea, rivolto a promuovere e salvaguardare la diversità lingusitica e culturale europea ed a rafforzare la competività del settore culturale e creativo, ha un apposito Sottoprogramma, denominato MEDIA, rivolto principalmente a promuove lo sviluppo e la diffusione dell'audiovisivo e dei film europei, nonchè la loro circolazione in Europa, soprattutto attraverso il sostegno ai Festival europei dell’audiovisivo. Per poter beneficiare di tale sostegno finanziario, le organizzazioni che intendono realizzare festival di film e di programmi audiovisivi di creazione europei (fiction, documentari, animazione, cortometraggi e lungometraggi) possono candidarsi nel quadro dell'INVITO A PRESENTARE PROPOSTE pubblicato dalla Commissione europea.

Per potersi candidare, i festival devono programmare almeno il 70% di opere europee OPPURE almeno 100 lungometraggi (o 400 cortometraggi). Inoltre:
  • Almeno il 50% dei film deve essere non nazionale;
  • Devono essere rappresentati almeno 15 Paesi partecipanti al Programma.
Il contributo finanziario dell'UE assumerà la forma di una somma forfettaria, calcolata in base al numero di film europei nella programmazione, di importo compreso fra i 19.000 e i 75.000 euro.
Le candidatura vanno presentate entro il: 27/04/2017 ( i progetti dovranno iniziare tra il 01/11/2017 e il 30/04/2018).

Ricordate: il 31 marzo scade il Bando Urbact per Buone Pratiche!!

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Sappiamo tutti che in questi tempi difficili le città affrontano sempre più sfide a livello urbano legate al cambiamento demografico e climatico, ad obiettivi climatici ed  ambientali, alla disoccupazione e alla povertà urbana per citarne solo alcune. Come professionisti di tematiche urbane, stiamo tutti cercando pratiche ed esperienze rilevanti per superare queste criticità.  Tali pratiche, sono disponibili in tutte le forme e dimensioni, su tutti i temi ed argomenti. E quando diciamo 'buona pratica'* non intendiamo necessariamente qualcosa di grande, innovativo e dimostrativo di eccellenza. URBACT considera che anche la tua città possiede buone pratiche “nascoste” che possono interessare altre città europee e non hanno bisogno di inventarne una. Inoltre, la possibilità di imparare da colleghi e di adattare e riutilizzare le pratiche sperimentate senza reinventarle da zero è un'opportunità attrattiva in un momento storico in cui la scarsità di risorse è oggetto di una discussione quotidiana.

 Perchè candidarsi?

Il bando invita la vostra città a presentarsi con buone pratiche in materia di sviluppo urbano integrato sostenibile:
- Essere parte del gruppo pionieristico di buone pratiche di URBACT per essere ampiamente promossi a livello europeo e internazionale;
- Essere in grado di condividere la buona pratica nel quadro di un Network di trasferimento (il bando sarà pubblicato a settembre 2017);
Tutte le città selezionate con buone pratiche saranno premiate con il titolo di URBACT Good Practice City.  Il logo fornirà alla tua città il riconoscimento e la visibilità che merita per i risultati raggiunti.
Inoltre, verrà sviluppato un mix appositamente concepito di comunicazione e attività promozionali per promuovere il marchio, la pratica della vostra città e la storia che sta dietro di essa. Prima di tutto, sarà organizzato nel mese di settembre 2017  un Festival delle Buone Pratiche, al quale tutte le città con buone pratiche prenderanno parte e avranno l'opportunità di porsi in rete con i responsabili delle politiche urbane a livello europeo. Altri materiali quali pubblicazioni, presentazioni, video e infografiche saranno prodotti e condivisi con i professionisti urbani provenienti da tutta Europa, facendo in modo che la vostra storia sia resa nota e visibile.
 Diventando una città “Buona Pratica di URBACT” avrete la possibilità di promuovere lo sviluppo urbano sostenibile e integrato in occasione di eventi URBACT e attività di capacity building (workshop e conferenze a livello di programma e di progetto) comprese le attività relative al contributo per l'Agenda urbana per l'UE.
Ultimo ma non per questo meno importante, il “marchio” permetterà anche di condividere la vostra esperienza nell’ambito di un network di trasferimento. Ciò non solo permetterà di condurre e guidare il processo di comprensione e di riutilizzo della vostra pratica, ma anche di affinarlo e migliorarlo utilizzando una metodologia di peer-review meglio approfondita.

Come Candidare il vostro progetto?

Prima di tutto, per facilitare la vostra candidatura abbiamo abbozzato un documento: “easy to read” Terms of References  che fornirà le informazioni rilevanti che riguardano il bando Buone Pratiche.
Per presentare la vostra proposta progettuale, dovete seguire una procedura a due step:
Step 1
Il processo di applicazione facilitato usando un modulo online “easy to use” accessibile Qui.
Come applicant è necessario inserire i dati e rispondere a 13 domande qualitative che forniranno il panel di valutazione con le informazioni necessarie sulla tua buona pratica.

Step 2
Ci puoi inviare un’email a - goodpracticecall@urbact.eu,  il ‘pacchetto di supporto” con i seguenti elementi:
OBBLIGATORIO
-           Sintesi di buona pratica con non più di 5000 caratteri
-           2 foto che presentano la propria buona pratica
OPZIONALE
Materiali – brevi documenti, infografiche, video, etc. - che potete considerare rilevanti per supportare le informazioni fornite nel modulo di applicazione (in inglese o con la sintesi in inglese).
Prima di iniziare, leggere attentamente i termini di riferimento del bando di buona pratica.

Nel caso di ulteriori incertezze non esitate a contattarci via e-mail - goodpracticecall@urbact.eu dopo aver consultato le nostre FAQ nella sezione dedicata del presente bando.

*Se desideri più informazioni sulla definizione di buona pratica, leggi qui.
Per questa ragione, URBACT ha lanciato un bando per sostenere e promuovere le Buone Pratiche.

Ulteriori letture e materiali


giovedì 23 febbraio 2017

Principali risultati del Consiglio dei Ministri dell'Economia e delle Finanze (ECOFIN) del 21 febbraio 2017 a Bruxelles

Elusione dell'imposta sulle società — Disallineamenti da ibridi

Il Consiglio ha approvato la sua posizione sulle norme volte a eliminare i "disallineamenti da ibridi" con i regimi di imposizione dei paesi terzi. Il progetto di direttiva è l'ultima di una serie di misure volte a prevenire l'elusione fiscale da parte delle grandi società. Essa impedirà a queste ultime di sfruttare le differenze tra due o più giurisdizioni fiscali per ridurre le imposte complessive dovute.Contribuirà inoltre ad attuare le raccomandazioni dell'OCSE del 2015 per rispondere all’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS). "L'UE è in prima fila nella lotta contro l'elusione fiscale", ha dichiarato Edward Scicluna, ministro delle finanze di Malta, che detiene attualmente la presidenza del Consiglio. "Vogliamo garantire un'attuazione coerente nel diritto dell'UE del piano d'azione dell'OCSE sul BEPS." La proposta affronta i disallineamenti da ibridi riguardanti i paesi non UE (mentre le disparità all'interno dell'UE sono disciplinate dalla "direttiva anti-elusione" adottata nel luglio 2016).

Lista UE delle giurisdizioni non cooperative

Il Consiglio ha fatto il punto dei lavori su una lista UE delle giurisdizioni di paesi terzi non cooperative in materia di tassazione. Questa iniziativa fa seguito alla strategia esterna dell'UE in materia di imposizione e contribuirà agli sforzi in atto volti a prevenire la frode fiscale. "L'obiettivo della creazione di una lista UE è di promuovere le buone norme che sono già applicabili nell'UE", ha dichiarato Edward Scicluna. "Le giurisdizioni, saranno sottoposte ad un vaglio e inserite nella lista qualora si accerti che le loro politiche fiscali non sono conformi alle nostre norme minime." Il Consiglio prevede di finalizzare la lista delle giurisdizioni non cooperative entro la fine del 2017. I lavori sono stati condotti in parallelo con il forum globale dell'OCSE sulla trasparenza e lo scambio d'informazioni a fini fiscali.

Bilancio dell'UE

Il Consiglio ha fissato le priorità per il bilancio UE il 2018, richiamando l'attenzione sulla necessità di un bilancio realistico che consenta di trovare il giusto equilibrio tra risanamento di bilancio e nuovi investimenti favorevoli alla crescita e all'occupazione.I ministri hanno inoltre chiesto che il bilancio 2018 preveda risorse adeguate per continuare a sostenere le priorità tradizionali e quelle in evoluzione all'interno dell'UE, in particolare per favorire la ripresa dell'economia, affrontare le sfide umanitarie e di sicurezza e tener fede agli impegni già assunti. Il Consiglio ha inoltre raccomandato che il Parlamento europeo conceda il discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio UE 2015.


Ancora gravi squilibri nell'attuazione delle priorità economiche e sociali dell'UE. Finlandia virtuosa. Ancora disastrosa la situazione del debito in Italia. L'Austria falsa i dati sul suo debito pubblico e viene multata.




La Commissione europea ha pubblicato la sua analisi della situazione economica e sociale negli Stati membri, che comprende anche una valutazione degli squilibri rimanenti. La Commissione pubblica inoltre una relazione sull'attuazione del patto di bilancio, una relazione che analizza la situazione del debito in Italia e una relazione su un caso di errata rappresentazione delle statistiche in Austria, unitamente a una proposta al Consiglio relativa all'imposizione di un'ammenda a questo paese.
Gli Stati membri stanno progredendo nell'attuazione degli orientamenti strategici individuali  in relazione al "triangolo virtuoso" che consiste nel rilanciare gli investimenti, portare avanti le riforme strutturali e garantire politiche di bilancio responsabili. Questa valutazione dei progressi degli Stati membri fa parte del ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche a livello di UE ed è nota come "pacchetto d'inverno del semestre europeo". 
 Il pacchetto fa seguito alle previsioni economiche pubblicate la settimana scorsa.
Le 27 relazioni per paese pubblicate oggi (per tutti gli Stati membri tranne la Grecia, attualmente oggetto di un programma specifico di sostegno alla stabilità) contengono un'analisi della situazione delle economie degli Stati membri effettuata dai servizi della Commissione e comprendente, ove pertinente, una valutazione degli squilibri macroeconomici. Dopo la pubblicazione, a novembre, dell'analisi annuale della crescita 2017 e delle raccomandazioni per la zona euro, in cui erano indicate le priorità per l'anno successivo a livello europeo, il pacchetto odierno sposta l'attenzione verso la dimensione nazionale del semestre europeo, in previsione delle raccomandazioni specifiche per paese che saranno presentate in primavera.
La pubblicazione anticipata delle relazioni per paese, che precede la presentazione dei programmi nazionali e l'aggiornamento delle raccomandazioni specifiche per paese, rientra negli sforzi compiuti dalla Commissione Juncker per razionalizzare e rafforzare il semestre europeo. Il suo scopo è consentire un dialogo con gli Stati membri sulle priorità europee e nazionali e rispecchiare la maggiore attenzione riservata agli aspetti occupazionali e sociali.
L'analisi dimostra che, nella maggior parte degli Stati membri, la ripresa economica ha contribuito a ridurre i tassi di disoccupazione, sebbene questi superino ancora i livelli pre-crisi. Gli esami approfonditi contenuti in alcune delle relazioni indicano che i forti disavanzi delle partite correnti sono stati corretti e che l'elevato stock di debito privato, pubblico ed esterno sta diminuendo in proporzione del prodotto interno lordo. Permangono tuttavia diversi rischi: i forti disavanzi delle partite correnti vengono aggiustati solo in misura limitata, mentre in alcuni Stati membri il settore finanziario risente dell'elevato stock di crediti deteriorati.
Nel novembre scorso la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 13 Stati membri per accertare l'eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l'entità. Si è riscontrato che tutti i 13 Stati membri per i quali quest'anno è stato effettuato un esame approfondito presentavano squilibri o squilibri eccessivi l'anno scorso. I risultati degli esami sono riportati nelle corrispondenti relazioni per paese.
La Commissione ha concluso che la Finlandia non presenta squilibri ai sensi della procedura per gli squilibri macroeconomici (MIP). Gli altri 12 Stati membri presentano squilibri (6) o squilibri eccessivi (6). Questi 12 paesi continueranno a essere oggetto di un monitoraggio specifico modulato in funzione dell'entità e della natura dei loro squilibri. Il monitoraggio analizzerà le misure adottate dai singoli Stati attraverso un dialogo intensificato con le autorità nazionali, missioni di esperti e relazioni sui progressi compiuti. I risultati degli esami approfonditi possono essere riassunti come segue:
  • Bulgaria, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Cipro presentano squilibri economici eccessivi.
  • Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia presentano squilibri economici.
  • La Finlandia non presenta squilibri economici.

Relazione sul recepimento del patto di bilancio

Oggi il Collegio ha adottato anche una comunicazione e una relazione sul recepimento del patto di bilancio nel diritto nazionale. Il patto di bilancio è un elemento centrale del trattato intergovernativo sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (TSCG). Il patto vincola 22 Stati membri (la zona euro più Bulgaria, Danimarca e Romania) ai principi della disciplina di bilancio rafforzata e della regola del pareggio di bilancio, con un meccanismo di correzione. Il patto di bilancio è stato concepito come parte della risposta politica dell'UE alla crisi economica e finanziaria. Alcuni suoi elementi sono stati successivamente integrati nel diritto dell'Unione. Dalla relazione emerge che tutti gli Stati membri firmatari del patto di bilancio ne hanno integrato la sostanza nei quadri di bilancio nazionali. Gli assetti nazionali variano, ma questo è una conseguenza naturale del quadro istituito dal trattato, che stabilisce solo principi e requisiti di portata relativamente generale. Al momento di sottoscrivere il patto di bilancio si è optato per un trattato intergovernativo in quanto non era possibile concludere il trattato nell'ordinamento giuridico dell'UE. Sono tuttavia previste diverse fasi per l'integrazione del TSCG nel diritto dell'Unione in modo da rafforzare la responsabilità e la legittimità democratiche in tutto il suo territorio.

Relazione sulla situazione del debito in Italia

La Commissione ha inoltre adottato una relazione sull'Italia a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) in cui esamina la conformità del paese con il criterio del debito stabilito dal patto di stabilità e crescita e i tempi previsti per il percorso di riduzione del debito.
La relazione conclude che, a meno che le misure strutturali aggiuntive pari almeno allo 0,2% del PIL che il governo si è impegnato ad adottare al più tardi nell'aprile 2017 siano attuate in modo credibile entro quella data per ridurre il divario e garantire la conformità al braccio preventivo nel 2017 (e quindi nel 2016), il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (CE) n. 1467/1997 dovrebbe essere considerato non soddisfatto.
Tuttavia, la decisione di raccomandare o meno l'avvio di una procedura per i disavanzi eccessivi sarà presa solo in base alle previsioni di primavera 2017 della Commissione, tenendo conto dei dati sui risultati di bilancio per il 2016 e dell'attuazione degli impegni di bilancio assunti dalle autorità italiane nel febbraio 2017*.

Relazione su un caso di errata rappresentazione di dati statistici e proposta di decisione del Consiglio relativa all'imposizione di un'ammenda all'Austria

La Commissione ha anche adottato anche una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che impone all'Austria un'ammenda di 29,8 milioni di EUR per errata rappresentazione di alcuni dati sul debito pubblico. A seguito di un'indagine e di contatti con le autorità austriache, la Commissione ha riscontrato che una grave negligenza da parte di soggetti governativi del Land Salzburg aveva determinato un'errata rappresentazione dei dati statistici del 2012 e del 2013 relativi al disavanzo e al debito dell'Austria comunicati a Eurostat per il periodo 2008-2012. I dati relativi al debito e al disavanzo dell'Austria sono stati corretti nell'aprile 2014 e successivamente pubblicati senza riserve da Eurostat.

Prossime fasi nell'ambito del semestre europeo

Le relazioni per paese della Commissione e i risultati degli esami approfonditi saranno discussi in sede dei Consiglio. Successivamente la Commissione terrà incontri bilaterali con gli Stati membri per discutere le singole relazioni. I vicepresidenti e i commissari si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e parlamento, le parti sociali e le altre parti interessate. Queste discussioni, frutto del maggior coinvolgimento degli Stati membri prima della pubblicazione delle relazioni per paese, dovrebbero proseguire nel periodo che precede la preparazione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità o di convergenza.
La Commissione propone che gli Stati membri coinvolgano strettamente i parlamenti nazionali e le parti sociali e che garantiscano la titolarità del processo di riforma da parte di un maggior numero di soggetti interessati. In particolare, gli Stati membri saranno invitati a spiegare in che modo le autorità regionali e locali sono associate alla preparazione del programma, visto che il successo dell'attuazione dipende anche dai vari livelli di governo.
In primavera la Commissione proporrà una nuova serie di raccomandazioni specifiche per paese.

Contesto

La pubblicazione anticipata delle relazioni per paese rientra negli sforzi compiuti dalla Commissione Juncker per razionalizzare e rafforzare il semestre europeo, in linea con relazione dei cinque presidenti e con le tappe annunciate dalla Commissione per il completamento dell'Unione economica e monetaria dell'Europa. Le modifiche sono state introdotte per consentire fin dall'inizio del semestre europeo un vero dialogo sulle priorità europee, comprese le sfide per la zona euro, e da avere più tempo per discutere con gli Stati membri e le parti interessate a tutti i livelli. Le relazioni odierne rispecchiano inoltre la maggiore attenzione che la Commissione riserva agli aspetti legati all'occupazione e alla sfera sociale nel quadro del semestre europeo.
L'anno scorso, inoltre, la Commissione ha reso più chiara e trasparente la procedura per gli squilibri macroeconomici riducendo il numero di categorie di squilibri da sei a quattro: nessuno squilibrio, squilibri, squilibri eccessivi e squilibri eccessivi con azione correttiva (procedura per gli squilibri eccessivi). Questo era stato annunciato ad ottobre 2015 nella comunicazione sulle tappe verso il completamento dell'Unione economica e monetaria.

Altre informazioni:

mercoledì 22 febbraio 2017

Volete essere informati sugli appalti pubblici banditi nell'UE? Ecco a voi TED!!

La Banca Dati TED (Tenders Electronic Daily) è la versione online del supplemento alla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea dedicato agli appalti pubblici europei. TED pubblica 460 000 bandi di gara all'anno, per un valore di circa 420 miliardi di euro. TED permette di consultare gratuitamente le opportunità offerte alle imprese nell'Unione europea, nello Spazio economico europeo e altrove.

Ogni giorno, dal martedì al sabato, 1.700 nuovi avvisi di appalti pubblici vengono pubblicati sul sito.

È possibile sfogliare, cercare e organizzare i bandi di gara per paese, regione, settore di attività e altri criteri. Le informazioni su ogni documento di gara sono pubblicate nelle 24 lingue ufficiali dell'UE. Tutti gli avvisi delle istituzioni dell'UE sono pubblicati in versione integrale in queste lingue.

martedì 21 febbraio 2017

IL SISTEMA DEI FINANZIAMENTI EUROPEI


L'UE fornisce finanziamenti per un'ampia gamma di progetti e programmi nei settori più diversi, tra questi:

La gestione dei fondi

I fondi sono gestiti seguendo norme rigorose per assicurare che il loro utilizzo sia sottoposto a uno stretto controllo e che siano spesi in modo trasparente e responsabile.
In ultima istanza, la responsabilità politica per il corretto utilizzo dei finanziamenti dell'UE ricade sul collegio dei commissari europei. Tuttavia, poiché la maggior parte dei finanziamenti è gestita nei paesi beneficiari, spetta ai governi nazionali effettuare controlli e audit annuali.
Oltre il 76% del bilancio dell'UE è gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali con un sistema di "gestione concorrente", essenzialmente mediante cinque grandi fondi - i Fondi strutturali e d'investimento. Complessivamente, contribuiscono a mettere in atto la strategia Europa 2020.
Altri fondi sono gestiti direttamente dall’Unione europea. Questi finanziamenti sono erogati sotto forma di:
  • sovvenzioni destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell'UE, di solito a seguito di un "invito a presentare proposte". Una parte dei finanziamenti proviene dall'UE, un'altra da fonti diverse, attraverso il vincolo del co-finanziamento, attraverso cui chi presenta il progetto vi interviene anche con una propria quota.
  • appalti conclusi dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere necessari per le loro attività, per es. studi, corsi di formazione, organizzazione di conferenze o attrezzature informatiche. Gli appalti sono aggiudicati mediante bandi di gara.

Chi può presentare una domanda di finanziamento?

Finanziamenti UE per le piccole e medie imprese

Possono ottenere finanziamenti mediante sovvenzioni, prestiti e garanzie. Le sovvenzioni forniscono un sostegno diretto, mentre gli altri finanziamenti sono disponibili attraverso programmi gestiti a livello nazionale o regionale (Programmi Operativi Regionali - POR) sostenuti mediante i Fondi strutturali e d'investimento.

Organizzazioni non governative e della società civile

Possono ottenere finanziamenti, a condizione che operino nei settori di attività dell'UE senza fini di lucro.

Giovani

Due tipi principali di finanziamenti:
  • Istruzione e formazione - opportunità di studio con il programma Erasmus+ assistenza per gli allievi dell'ultimo anno delle superiori e formazione professionale in un altro paese 
  • Gioventù - cofinanziamento di progetti per incoraggiare la partecipazione dei cittadini, il volontariato e un clima più multiculturale. 

Ricercatori

Fra il 2014 e il 2020 l'UE fornirà finanziamenti per quasi 80 miliardi di euro a favore della ricerca, principalmente attraverso il programma faro di ricerca Orizzonte 2020. Generalmente i fondi sono erogati sotto forma di sovvenzioni per cofinanziare molti tipi diversi di progetti di ricerca

Agricoltori e imprese rurali

Quasi tutti gli agricoltori dell’UE hanno diritto a pagamenti diretti di sostegno al reddito. Circa un terzo di questi finanziamenti sono erogati in cambio di pratiche agricole ecologiche (conservazione dei prati permanenti, diversificazione delle colture, ecc.).
Gli agricoltori ricevono inoltre denaro in base alla superficie di terreno detenuto, anche in questo caso in contropartita per l’impiego di metodi agricoli rispettosi dell’ambiente che preservano la biodiversità, la qualità dell’acqua e del suolo e limitano le emissioni.
Il sostegno finanziario dell’UE aiuta altresì a formare gli agricoltori in nuove tecniche e ad ammodernare o riorganizzare le loro aziende e, più in generale, è utilizzato per migliorare il tenore di vita nelle aree rurali creando posti di lavoro e fornendo servizi di base.
Inoltre, nell'ambito dello sviluppo rurale i giovani agricoltori possono beneficiare di sostegno specifico per avviare un'impresa e di un sostegno più elevato per gli investimenti effettuati nelle loro imprese.
Vedi anche:

sabato 18 febbraio 2017

Piano di investimenti per l'Europa: 3,5 miliardi a 55 000 PMI italiane

Grafico che indica crescita economica

Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e il Fondo di Garanzia per le PMI italiano hanno firmato un secondo accordo per mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del paese 3,5 miliardi di euro di finanziamenti nell'ambito del programma COSME della Commissione europea. L'operazione si avvale del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), fulcro del piano di investimenti per l'Europa.
L'accordo è stato concluso dalla Banca del Mezzogiorno - Mediocredito Centrale, che gestisce il Fondo di Garanzia per le PMI per conto del ministero dello Sviluppo economico italiano. Il FEI rilascia una controgaranzia che consentirà al Fondo di Garanzia per le PMI di concedere 3,5 miliardi di euro di finanziamenti alle PMI italiane nei prossimi due anni. Di questi finanziamenti, a cui altrimenti non avrebbero accesso, dovrebbero usufruire 55 000 PMI italiane.
Contesto:
Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) fa parte del Gruppo Banca europea per gli investimenti. La sua missione fondamentale è sostenere le microimprese e le PMI europee, facilitandone l'accesso ai finanziamenti. Il FEI elabora e sviluppa strumenti di capitale di rischio e di capitale di crescita, strumenti di garanzia e di microfinanza destinati specificamente a questo segmento di mercato. In questo ruolo il FEI promuove gli obiettivi dell'UE nei campi dell'innovazione, della ricerca e dello sviluppo, dell'imprenditorialità, della crescita e dell'occupazione. Maggiori informazioni sull'attività del FEI nell'ambito del FEIS sono disponibili qui.
Il Piano di investimenti per l'Europa mira ad aumentare gli investimenti europei per promuovere la crescita e creare posti di lavoro mediante un uso più intelligente delle risorse finanziarie sia esistenti sia nuove, la rimozione degli ostacoli agli investimenti, una maggiore visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento. Il Piano di investimenti sta già producendo risultati. Si prevede che i progetti e gli accordi per cui finora è stato approvato il finanziamento del FEIS mobiliteranno investimenti per un totale di oltre 168 miliardi di EUR in 28 Stati membri a sostegno di più di 387 000 PMI. Il 14 settembre 2016 la Commissione europea ha proposto di estendere il FEIS potenziandolo, aumentandone la durata e consolidandone i punti di forza. 
Dati aggiornati sul FEIS per settore e per paese sono disponibili qui
Per ulteriori informazioni, consultare le domande frequenti.

Al via “RegioStars Awards” 2017, dedicato ai migliori progetti sostenuti dalla Politica Regionale europea




La Direzione Generale "Politica Regionale e Urbana"  della Commissione Europea ha dato il via all'edizione 2017 del concorso  “RegioStars Awards”, dedicato ai migliori progetti sostenuti dalla Politica Regionale europea attraverso i Fondi Strutturali
Già da diversi anni, RegioStars Awards, individua e premia le buone pratiche di sviluppo regionale ed i progetti ritenuti innovativi e originali, in grado  di coinvolgere e ispirare le altre regioni o i soggetti e le istituzioni che gestiscono progetti sostenuti nel quadro della Politica Regionale.

Per il 2017, i progetti ammissibili a partecipare devono rientrare nelle seguenti categorie:

  1. Specializzazione intelligente per l'innovazione delle PMI;
  2. Unione dell'energia: Azione per il clima;
  3. Emancipazione femminile e partecipazione attiva;
  4. Istruzione e formazione;
  5. CityStars: Città in transizione digitale.
I finalisti verranno premiati con una medaglia ed un attestato nel corso di una Cerimonia che si terrà il 10 ottobre 2017, durante la Settimana europea delle regioni e delle città 2017. I progetti finalisti verranno anche inseriti in un Opuscolo pubblicato dalla Commissione europea nonchè nelle banche dati attraverso cui la Commissione diffonde le buone prassi.

La scadenza per la presentazione delle domande è il 10 aprile 2017.


    venerdì 17 febbraio 2017

    Futuro dell’UE: ecco le proposte del Parlamento europeo

    Ecco le proposte che mirano a chiarire la posizione del Parlamento Europeo sul futuro dell'UE. Ciò in vista delle manifestazioni previste per il 60° anniversario del Trattato di Roma. 
    Questi sono i messaggi chiave che il PE ha accolto, attraverso l'approvazione di tre risoluzioni che esplorerebbero il futuro dell'Unione europea, mirando ad attuare un processo di riforma che si definisce "profondo". Tuttavia, secondo molti europeisti - tra cui il sottoscritto -, siamo ben lungi da una riforma profonda. Al contrario, tutte le risoluzioni approvate non vanno aldilà di modifiche di facciata e non forniscono risposte efficaci e concrete alle preoccupazioni degli europei, in un periodo di decadenza e di crisi, ormai non più solo economica ma di valori.

    Valorizzare il Trattato di Lisbona
    La prima risoluzione, redatta da Mercedes Bresso (S&D, IT) e da Elmar Brok (PPE, DE) si concentra sulla valorizzazione del Trattato di Lisbona esistente. Nel documento si chiede, tra l’altro che:
    • il Consiglio dei ministri sia trasformato in una vera seconda camera e le sue configurazioni in organi preparatori, sulla falsariga del funzionamento delle commissioni del Parlamento europeo,
    • ogni Stato membro indichi per la nomina a commissario europeo almeno tre candidati di entrambi i sessi,
    • il Consiglio passi veramente al voto a maggioranza qualificata, ove possibile conformemente ai trattati, al fine di evitare il blocco di importanti progetti legislativi e accelerare il processo legislativo, e
    • un Consiglio dei ministri della Difesa permanente sia istituito, allo scopo di coordinare le politiche di difesa degli Stati membri.
    La relatrice Bresso ha detto: "L'Unione europea non ha bisogno di una rivoluzione populista. Ha bisogno di pace e di adattarsi alle necessità del nostro tempo. Ciò significa affrontare le sfide democratiche, fornendo ai cittadini protezione sociale, fiscale e ambientale, difendendo il loro diritto alla sicurezza in un contesto internazionale molto degradato e mantenendo i nostri obblighi morali verso i nostri vicini."
    Il relatore Brok ha dichiarato: "I cittadini si aspettano soluzioni dall’Europa e sono arrabbiati perché non vedono risposte. Ciò è evidente in un momento che presenta molte sfide, ma molti dei problemi possono essere risolti solo insieme. Il Trattato di Lisbona offre numerose possibilità per rendere l'Unione europea più efficiente, responsabile e trasparente che non sono ancora state sfruttate."
    La risoluzione è stata approvata con 329 voti a 223 e 83 astensioni.

    Riforma ambiziosa dei trattati
    La seconda risoluzione, redatta da Guy Verhofstadt (ALDE, BE), valuta la possibilità di muoversi al di fuori degli strumenti attualmente a disposizione e suggerisce varie riforme del Trattato di Lisbona nei settori della governance economica, della politica estera, dei diritti fondamentali e della trasparenza.
    Tra le varie proposte, si suggerisce:
    • la creazione di un ministro delle Finanze della zona euro e di fornire alla Commissione europea il potere di formulare e attuare una politica comune economica dell'UE, sostenuta da un bilancio della zona euro,
    • che il Parlamento europeo abbia una sola sede,
    • la riduzione sostanziale del Collegio dei Commissari UE, compresa la riduzione del numero dei vicepresidenti a due
    • di consentire ai cittadini europei di ogni Stato membro di votare direttamente i candidati dei partiti politici europei per il Presidente della Commissione, attraverso una lista europea.
    Il relatore Verhofstadt ha detto: "Queste relazioni forniscono il modello al quale l’Unione dovrebbe avvicinarsi per essere più perfetta. Non propongono l'integrazione europea per il gusto di farlo. Una volta che queste relazioni saranno approvate, la domanda è: qual è la via da seguire? So che possiamo avere un’Unione forte, potente e rispettata e, allo stesso tempo, fiorenti democrazie locali e nazionali. In realtà, credo che una cosa non sia possibile senza l'altra."
    La risoluzione è stata approvata con 283 voti a 269 e 83 astensioni.

    Rafforzare la zona euro
    La terza risoluzione, redatta da Reimer Böge (PPE, DE) e da Pervenche Berès (S&D, FR), propone di ravvicinare le economie della zona euro e renderle più resistenti agli shock esterni. Si delinea una strategia di convergenza finanziata da uno specifico bilancio della zona euro finanziato dai suoi Stati membri.
    Le principali proposte includono:
    • una capacità fiscale costituita dal Meccanismo europeo di stabilità (ESM) e una specifica capacità di bilancio supplementare per la zona euro, finanziato dai suoi membri, come parte del bilancio UE,
    • un Fondo monetario europeo (che dovrebbe svilupparsi gradualmente al di fuori dell’ESM), con capacità di prestito adeguate e con un mandato ben definito per assorbire gli shock economici,
    • un codice di convergenza: cinque anni per soddisfare i criteri di convergenza in materia di fiscalità, mercato del lavoro, investimenti, produttività e coesione sociale, e
    •  migliorare la governance: un ruolo più importante per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali, unificare le funzioni di Presidente dell'Eurogruppo e di Commissario per gli affari economici e monetari, oltre a un ministro delle Finanze e del Tesoro all'interno della Commissione europea.
    Il relatore Böge ha detto: "Stabilizzare la zona euro sarebbe nell'interesse dell'Unione europea nel suo insieme. Le nostre proposte vogliono porre le basi per ulteriori negoziati con le altre istituzioni europee. Gli esperti del Fondo monetario internazionale hanno risposto positivamente, mostrando grande interesse per le nostre idee." La relatrice Berès ha detto: "Sessanta anni dopo la firma del Trattato di Roma, si deve ravviare lo spirito dei padri fondatori dell'Unione europea. Creare un bilancio per la zona euro sarebbe un grande passo verso questo obiettivo, in un momento in cui la necessità di preservare l’integrità dell'euro non è mai stata così urgente. Garantire solidarietà agli Stati membri che affrontano una crisi eccezionale per assorbire gli shock macroeconomici che possono influenzare la zona euro nel suo complesso e promuiovere la convergenza verso l'alto: tale strumento aiuterebbe a trarre il massimo dalla moneta unica, e contribuirebbe nel contempo a raggiungere la piena occupazione nell'Unione.”
    La risoluzione è stata approvata con 304 voti a 255 e 68 astensioni.




    giovedì 16 febbraio 2017

    CETA: il Parlamento europeo approva l’accordo commerciale UE-Canada


     
    L'accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA), che vorrebbe "aumentare il commercio in beni e servizi e gli investimenti", è stato ratificato mercoledì dal Parlamento europeo. Sarà applicato in via provvisoria già dall’aprile 2017. L’accordo è stato approvato con 408 voti in favore, 254 voti contrari e 33 astensioni. L'accordo CETA potrebbe applicarsi provvisoriamente dal primo giorno del mese successivo alla data cui entrambe le parti si sono reciprocamente notificate il completamento di tutte le procedure interne necessarie. Per i deputati tale data dovrebbe essere non prima del 1° aprile 2017. Poiché il CETA è stato definito un accordo misto dalla Commissione europea nel luglio 2016, dovrà ora essere anche ratificato dai Parlamenti nazionali e regionali.
    Per tentare di fugare le preoccupazioni dei cittadini sul fatto che l'accordo da troppo potere alle multinazionali e che i governi non possano legiferare per tutelare la salute, la sicurezza o l’ambiente, l'UE e il Canada hanno entrambi confermato esplicitamente, sia nel preambolo dell’accordo sia nella dichiarazione comune allegata, il diritto degli Stati a rifarsi al diritto nazionale.
    Secondo la OnG GreenPeace: "Il Parlamento Ue" approvando il Ceta, si è messo "dalla parte sbagliata della storia". "Nonostante il voto odierno", si legge in una nota della Ong, "la ratifica del Ceta da parte di tutti i Parlamenti nazionali e regionali degli Stati membri resta alquanto improbabile, la richiesta al Parlamento italiano è di votare un chiaro no a questo pericoloso accordo".

    Dibattito
    Cliccare sui nomi per accede alla registrazione video degli interventi fatti durante il dibattito prima del voto:
    Artis Pabriks, Relatore (PPE, LV)
    Charles Tannock (ECR, UK)
    Charles Tannock (AFET) (ECR, UK)
    Georgi Pirinski (EMPL) (S&D, BG)
    Bart Staes (ENVI) (Verdi/ALE, BE)
    Cecilia Malmstrom, Commissario UE responsabile per il commercio internazionale
    Manfred Weber (PPE, DE)
    Gianni Pittella (S&D, IT)
    Syed Kamall (ECR, UK)
    Marietje Schaake (ALDE, NL)
    Anne-Marie Mineur (GUE/NGL, NL)
    Yannick Jadot (Verdi/ALE, FR)
    Tiziana Beghin (EFDD, IT)
    Marine Le Pen (ENF, FR)

    Contesto
    I negoziati CETA sono stati lanciati nel maggio 2009 e conclusi nel settembre 2014. L'Unione europea e il Canada hanno firmato l'accordo il 30 ottobre 2016. Nel 2015 sono state importate merci dal Canada per un valore di 28,3 miliardi di euro e esportate dall’UE al Canada 35,2 miliardi di euro, una cifra che si prevede sarà aumentata di oltre il 20% una volta l’accordo sarà pienamente operativo.

    Per maggiori informazioni: Q&A della Commissione europea (in inglese).

    lunedì 13 febbraio 2017

    A Trento il Festival europeo della Green Economy - greenweek



    Trento ospiterà da venerdì 3 a domenica 5 marzo la seconda edizione del Festival della Green Economy concludendo la manifestazione Green Week.
    Il tema della manifestazione italiana Green Week è “Vivere sostenibile, abitare sostenibile” e protagoniste, a partire dal 28 febbraio saranno diverse città da Udine fino ad arrivare a Trento, dove l'iniziativa si concluderà con la seconda edizione del Festival della Green Economy.
    Tre giorni di incontri e confronti per parlare di sharing economy, di riduzione degli sprechi alimentari ed energetici, di sviluppo sostenibile nei più diversi settori: dall’edilizia alla produzione energetica, dall’acqua ai trasporti fino ai grandi temi della geopolitica energetica o alle semplici abitudini che derivano dai nostri regimi alimentari.
    Ad aprire il Festival a Trento, presso il Dipartimento di Sociologia il 3 marzo alle ore 11, il dialogo sul vivere ed abitare sostenibile tra il giornalista del Corriere della Sera Stefano Bucci e l’architetto Mario Cucinella.
    L'evento realizzato in collaborazione con la Commissione europea vede la partecipazione anche di Fabrizio Spada, direttore Rappresentanza Regionale a Milano.
    Tutti gli incontri sono ad ingresso libero.

    Il primo EU Industry Day a Bruxelles


    Una giornata dedicata all'industria europea, ai suoi punti di forza e alle sfide del futuro. Questo il senso dell'evento faro che l'Unione europea sta organizzando a Bruxelles il prossimo 28 febbraio. L'evento, a cui parteciperà il presidente della Commissione europea Juncker, farà incontrare grandi imprese e start-up, innovatori ed esperti digitali.
    I partecipanti rifletteranno su come la natura delle attività industriali e imprenditoriali in Europa stia cambiando, guidata da rapidi cambiamenti tecnologici. Quest'evoluzione è dettata dalla necessità di rispondere alle sfide della digitalizzazione, delle tecnologie pulite, dell'economia circolare e da una maggiore richiesta di servizi innovativi.
    Proprio per facilitare questa transizione, le politiche dell'UE puntano a rendere le industrie e imprese europee più competitive e a promuovere la creazione di posti di lavoro e la crescita economica, mediante un contesto favorevole alle imprese, in particolare piccole e medie, e al settore manifatturiero. Di fronte alla globalizzazione e all'intensificarsi della concorrenza dei Paesi emergenti, la prosperità economica a lungo termine dell'Europa dipenderà dalla forza della sua base industriale.
    Oltre a politiche per incoraggiare la crescita, la Commissione ha lanciato un piano di investimenti, noto come piano Juncker, che sbloccherà almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati nel periodo 2015-2017. Il piano prevede inoltre di sfrondare e semplificare le norme giuridiche in Europa e fare un uso più intelligente delle risorse finanziarie esistenti.
    Le iscrizioni sono aperte fino al 21 febbraio.

    #EUIndustryDay #InvestEU

    1 miliardo per massimizzare gli investimenti privati nell'infrastruttura europea dei trasporti


    La Commissione europea inaugura un modo nuovo e innovativo per finanziare progetti di infrastrutture di trasporto in Europa. Qualche giorno fa è stato pubblicato un nuovo invito a presentare proposte per combinare il "Meccanismo per collegare l'Europa" con altre fonti di finanziamento fra le quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). L'invito a presentare proposte mira a combinare sovvenzioni per 1 miliardo di euro (Meccanismo per collegare l'Europa - Trasporti) e finanziamenti erogati da istituti finanziari pubblici, dal settore privato e, per la prima volta, dal Fondo europeo per gli investimenti strategici.
    Questa nuova combinazione di fondi dovrebbe contribuire a raggiungere il duplice obiettivo di rilanciare gli investimenti per finanziare il potenziamento dell'infrastruttura di trasporto in modo innovativo e sostenibile e di agevolare la creazione dei posti di lavoro necessari per realizzare tale infrastruttura. 
    L'invito a presentare proposte contribuisce all'attuazione della strategia della Commissione per una mobilità a basse emissioni nel quadro dell'Unione dell'energia e sostiene gli investimenti nel "trasporto sostenibile" in vista delle prossime iniziative per la mobilità stradale che saranno avviate quest'anno.
    Per la prima volta l'invito a presentare proposte del meccanismo per collegare l'Europa richiederà la combinazione di sovvenzioni e finanziamenti del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), della Banca europea per gli investimenti, di banche di promozione nazionali o investitori del settore privato. Per ricevere il sostegno del meccanismo per collegare l'Europa, i candidati dovranno provare che i loro progetti sono finanziariamente idonei ad ottenere fondi complementari da istituti finanziari pubblici o privati.
    I progetti selezionati devono contribuire alla crescita sostenibile, innovativa e omogenea lungo la rete transeuropea dei trasporti. L'accento sarà posto in particolare sui progetti intesi ad eliminare le strozzature, a sostenere i collegamenti transfrontalieri e ad accelerare la digitalizzazione dei trasporti, in particolare in aree con un elevato potenziale e lacune di mercato, come nei paesi beneficiari del Fondo di coesione; l'accento sarà ugualmente posto sui sistemi di trasporto sostenibili ed efficienti e sul rafforzamento dell'intermodalità e dell'interoperabilità della rete di trasporto, anche grazie a nuove tecnologie e sistemi di gestione del traffico, come il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, i sistemi di trasporto stradale intelligenti o il programma SESAR (programma di ricerca per la gestione del traffico aereo nell'ambito del cielo unico europeo).
    Il sostegno sarà concesso su base concorrenziale, a seguito di un'approfondita procedura di valutazione e selezione. Nell'invito saranno previsti due termini per la presentazione delle proposte, il 14 luglio 2017 e il 30 novembre 2017.
    Contesto
    Nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa saranno resi disponibili 24,05 miliardi di euro dal bilancio UE 2014-2020 per il cofinanziamento di progetti TEN-T d'interesse comune negli Stati membri dell'UE. Di questi, 19,3 miliardi sono stati finora giuridicamente impegnati. Per ottenere informazioni sui progetti che hanno già ottenuto il sostegno dell'UE si può usare lo strumento EU Results.
    Il piano di investimenti mira ad aumentare gli investimenti europei in modo da promuovere la crescita e creare posti di lavoro attraverso un uso più intelligente delle risorse finanziarie, sia esistenti sia nuove, la rimozione degli ostacoli agli investimenti, una maggiore visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento. Il piano di investimenti sta già producendo risultati. Si prevede che i progetti e gli accordi per cui finora è stato approvato il finanziamento del FEIS mobiliteranno investimenti per un totale di oltre 168 miliardi di euro nei 28 Stati membri a sostegno di più di 387 000 PMI. Il 14 settembre 2016 la Commissione europea ha proposto di estendere il FEIS potenziandolo e aumentandone la durata, nonché rafforzando i suoi punti di forza. Dati aggiornati sul FEIS per settore e per paese sono disponibili qui. Per ulteriori informazioni, cfr. le domande più frequenti (FAQ).
    Trovare modi per creare sinergie e integrare il sostegno del FEIS con altri fondi dell'Unione è un elemento fondamentale della strategia. Simili combinazioni possono contribuire a sbloccare ulteriori progetti di investimento nell'UE, in particolare nei paesi che sinora hanno tratto meno benefici dal FEIS.
    Per ulteriori informazioni
    L'Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti (INEA) organizzerà una giornata informativa sul blending dei trasporti nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa lunedì 27 febbraio 2017 a Bruxelles.
    Scheda informativa: L'UE si impegna a colmare la carenza di investimenti nei trasporti e a rilanciare l'economia europea