mercoledì 20 dicembre 2017

Nuovo strumento per aiutare le autorità che gestiscono i Fondi europei

La Commissione europea sta aiutando gli Stati membri e le regioni a migliorare la loro capacità di gestire gli investimenti dei fondi UE per ottenere migliori risultati attraverso il rafforzamento delle loro competenze professionali e operative. Oggi è disponibile un nuovo strumento per tutte le istituzioni pubbliche coinvolte nella gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione (ovvero gli organismi nazionali di coordinamento, le autorità di gestione, di audit e di certificazione, i segretariati comuni e gli organismi intermedi), al fine di individuare e affrontare le lacune nelle competenze e adattare le proprie strategie formative.
Lo strumento, progettato dalla Direzione generale Politica regionale e urbana della Commissione (DG REGIO), prevede:

  • un quadro delle competenze dell'UE che raccoglie le competenze che le amministrazioni e i funzionari devono possedere;
  • uno strumento di autovalutazione basato sul web che consente al dipendente di valutare il proprio livello per ogni competenza richiesta per il suo specifico profilo di lavoro. Ciò contribuirà a definire i futuri obiettivi di sviluppo.
Una caratteristica importante, in particolare per i manager pubblici, è la possibilità di aggregare i dati delle autovalutazioni di tutti i dipendenti, tracciando così una panoramica dell'amministrazione nel suo insieme. I risultati possono di conseguenza servire come base per sviluppare piani di apprendimento e di sviluppo in grado di colmare le lacune.
Questo strumento, di facile uso e flessibile, copre una gamma completa di competenze e può essere applicato a tutti i tipi di amministrazioni, indipendentemente dalle loro dimensioni o dal fatto che gestiscano un programma operativo settoriale o regionale. Il suo impatto va ben oltre la gestione dei fondi: può anche contribuire a un maggior orientamento e a un approccio strategico verso lo sviluppo di competenze a lungo termine, migliorando in ultimo il funzionamento dell'intera amministrazione e la qualità dei servizi che essa fornisce a cittadini e imprese.
Aiutare gli Stati membri e le regioni dell’UE a gestire e a investire i fondi dell’UE in modo migliore è una delle priorità del Commissario per la politica regionale Corina Creţu. Secondo la settima relazione sulla coesione, per intensificare l'impatto degli investimenti della politica di coesione, gli Stati membri e le regioni devono appoggiarsi a istituzioni di alta qualità. I funzionari pubblici devono possedere competenze operative, professionali e manageriali più sofisticate, non solo nel settore dei fondi UE, ma anche in altri ambiti della politica, come gli appalti pubblici, gli aiuti di stato, ecc.  
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AUMENTA LA VENDITA DI ARMI NEL MONDO


Attendendo l'importante svolta che segnerà gli anni a venire a seguito dei progressi del nascituro Fondo europeo della difesa, grazie al quale saranno stanziati ogni anno 1 miliardo di euro per l’acquisto di "capacità operative" (nuove armi e come impiegarle) e 500 milioni per il finanziamento di progetti di ricerca comuni (ricerca e sviluppo su nuovi strumenti di morte sempre più sofisticati), secondo i dati raccolti e elaborati dall'International Peace Research Institute (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace - SIPRI) di Stoccolma, la spesa militare mondiale del 2016 è stimata a 1.676 miliardi di dollari, equivalente al 2,2% del PIL mondiale o a 227 dollari per persona. La spesa totale in termini reali è superiore dello 0,4% rispetto al 2015. Il volume dei trasferimenti internazionali di sistemi d’arma è aumentato dell’8,4% tra i quinquenni 2007-11 e 2012-16. I cinque maggiori fornitori nel periodo 2012-16 – USA, Russia, Cina, Francia e Germania – rappresentano il 74% del volume totale delle esportazioni.
Le tensioni e i conflitti in corso nel 2016 in svariate regioni del mondo hanno spesso avuto collegamenti con l’acquisizione di armi dall’estero. In alcuni casi, le armi usate in questi conflitti sono state fornite come aiuto. In altri casi, questo tipo di supporto è collegato in minor misura alle tensioni e ai conflitti esistenti, essendo piuttosto utilizzato come espediente per migliorare più ampie relazioni politiche o per ottenere l’appoggio politico di paesi esteri. Il volume totale dei trasferimenti di armi è diminuito, ma rimane uno strumento politico importantissimo per alcuni dei maggiori fornitori.
Nel 2016 il numero di conflitti armati attivi si è ridotto da 52 a 49 nel 2016. Allo stesso
tempo però, il 2016 conferma la presenza di un numero maggiore di conflitti negli ultimi tre anni rispetto al periodo 2007-13.

Accordo provvisorio sulle nuove norme UE in materia di rifiuti


Il Consiglio dei Ministri dell'UE, guidato dalla presidenza Estone,  ha raggiunto un accordo provvisorio con i rappresentanti del Parlamento europeo sulle quattro proposte legislative del pacchetto "rifiuti". Il 20 dicembre gli ambasciatori dell'UE saranno informati sui relativi risultati, ma l'analisi finale e l'approvazione a nome del Consiglio sono previste per il primo trimestre del prossimo anno. Le proposte legislative sui rifiuti concordate fissano obiettivi vincolanti in materia di riduzione dei rifiuti e norme aggiornate per ridurre la produzione di rifiuti, garantire un miglior controllo della gestione dei rifiuti, incoraggiare il riutilizzo dei prodotti e migliorare il riciclaggio in tutti i paesi dell'UE.

Questi nuovi obiettivi e norme promuoveranno un'economia più circolare. Inoltre, stimoleranno la crescita e l'occupazione, tuteleranno l'ambiente, incoraggeranno la sostenibilità e miglioreranno la salute e il benessere delle persone.
Nell'UE quasi un terzo dei rifiuti urbani è collocato in discarica, mentre solo una quantità limitata dei rifiuti totali è riciclata. Con questo accordo gli Stati membri si impegnano a favore di obiettivi UE chiari in materia di riutilizzo, riciclaggio e collocamento in discarica e di norme volte a migliorare la gestione dei diversi flussi di rifiuti, contribuendo così ad accelerare la transizione verso un'economia circolare e a ridurre al minimo il nostro impatto sul pianeta. Desidero rivolgere sinceri ringraziamenti alle precedenti presidenze del Consiglio, al Parlamento e alla Commissione per il loro impegno a favore di questo fascicolo. Spero che gli Stati membri possano ora approvare questo compromesso equilibrato, frutto di approfonditi negoziati.
L'accordo provvisorio giunge al termine di negoziati lunghi e difficili, condotti con il Parlamento dal maggio 2017, e modifica i sei atti legislativi seguenti:
  • direttiva quadro sui rifiuti (considerata l'atto legislativo quadro del pacchetto)
  • direttiva sui rifiuti di imballaggio
  • direttiva sulle discariche
  • direttive sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, sui veicoli fuori uso e sulle pile e gli accumulatori e i rifiuti di pile e accumulatori
Gli elementi chiave del testo concordato comprendono:
  • definizioni più chiare dei concetti fondamentali in materia di rifiuti
  • nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione dei rifiuti, da conseguire a livello dell'UE entro il 2025, il 2030 e il 2035. Questi obiettivi riguardano la quota di riciclaggio dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio (con obiettivi specifici per i vari materiali di imballaggio) e anche un obiettivo per i rifiuti urbani collocati in discarica entro il 2035
  • metodi e norme più severi per calcolare i progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi
  • requisiti più rigorosi per la raccolta differenziata dei rifiuti e attuazione potenziata della gerarchia dei rifiuti attraverso strumenti economici e misure supplementari affinché gli Stati membri prevengano la produzione di rifiuti
  • requisiti minimi applicabili ai regimi di responsabilità estesa del produttore. I produttori che rientrano nei regimi di responsabilità estesa sono responsabili della raccolta di beni usati, della cernita e del trattamento finalizzato al riciclaggio. I produttori saranno tenuti a versare un contributo finanziario a tal fine, calcolato in base ai costi di trattamento

Cronistoria e prossime tappe

Il 3 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato un pacchetto riveduto sull'economia circolare composto da quattro proposte legislative sui rifiuti (pacchetto "rifiuti") e da un piano d'azione sotto forma di comunicazione della Commissione.
Il piano d'azione è stato discusso durante il Consiglio "Competitività" del 29 febbraio 2016 e il Consiglio "Ambiente" del 4 marzo 2016. Tenendo conto delle discussioni sul piano sia economico che ambientale, il Consiglio ha adottato conclusioni al riguardo nella sessione del Consiglio "Ambiente" del 20 giugno 2016.
Il 19 maggio 2017, a seguito di intensi lavori e con il coinvolgimento di tre presidenze del Consiglio (Paesi Bassi, Slovacchia e Malta), gli ambasciatori dell'UE hanno approvato un mandato sul pacchetto "rifiuti" che apriva la strada a negoziati informali con il Parlamento europeo. Il colegislatore aveva già adottato la sua posizione il 14 marzo.
Il primo trilogo si è svolto il 30 maggio e da allora si sono tenuti cinque ulteriori cicli di negoziato.
Il 20 dicembre gli ambasciatori dell'UE saranno informati sui risultati dell'ultimo trilogo. L'analisi finale del testo avrà luogo nel corso della presidenza bulgara entrante al fine di confermare l'accordo.
Dopo l'approvazione formale, il nuovo atto legislativo sarà sottoposto al Parlamento europeo per una votazione in prima lettura e al Consiglio per l'adozione definitiva.

Raccomandazione del PE su riciclaggio, elusione e evasione fiscale

In seguito all'inchiesta sul riciclaggio di denaro, l'elusione e l'evasione fiscale in Europa, il Parlamento europeo ha adottato una Raccomandazione con cui condanna fortemente l'uso improprio di trust, fiduciarie e istituti giuridici analoghi, come mezzi attraverso i quali riciclare denaro. Il PE chiede norme chiare che consentano di facilitare l'identificazione dei titolari effettivi, incluso l'obbligo di stipulare dei trust in forma scritta e registrarli nello Stato membro in cui sono stati creati, amministrati o gestiti.

Ecco le priorità legislative dell'UE per il 2018-2019


Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha firmato oggi la nuova dichiarazione comune sulle priorità legislative dell'UE per il 2018-2019, assieme al Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e al titolare della Presidenza di turno del Consiglio e primo ministro dell'Estonia, Jüri Ratas.
La dichiarazione contiene un elenco di 31 nuove proposte legislative presentate dalla Commissione che saranno trattate in via prioritaria dal Parlamento e dal Consiglio affinché vengano adottate - o affinché vengano registrati progressi significativi in vista della loro adozione - prima delle elezioni del Parlamento europeo del 2019.
Firmando la dichiarazione comune, i presidenti delle tre istituzioni dell'UE hanno convenuto di mettere a punto un programma positivo per un'Unione più inclusiva e più unita e un nuovo quadro finanziario per il periodo successivo al 2020, al fine di garantire il giusto equilibrio tra le politiche dell'UE, nell'interesse dei cittadini.

La dichiarazione comune si articola in sette settori prioritari:

  1. tutelare meglio la sicurezza dei nostri cittadini;
  2. riformare e sviluppare la nostra politica migratoria in uno spirito di responsabilità e solidarietà;
  3. dare nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti;
  4. dedicarsi alla dimensione sociale dell'Unione europea;
  5. concretizzare il nostro impegno a realizzare un mercato unico digitale connesso;
  6. tener fede al nostro obiettivo di realizzare un'Unione dell'energia ambiziosa e di adottare politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici e
  7. sviluppare ulteriormente la legittimità democratica a livello dell'UE.
Inoltre, i tre presidenti hanno ribadito il proprio impegno a favore dei valori comuni europei, della democrazia e dello Stato di diritto; di una politica commerciale vigorosa, aperta ed equa; della lotta contro la frode, l'evasione e l'elusione fiscale; della protezione sociale e dei diritti sociali previsti dal pilastro europeo dei diritti sociali; della stabilità, della sicurezza e della pace e di un livello elevato di protezione dei dati, di rispetto dei diritti digitali e di norme etiche nei settori dell'intelligenza artificiale e della robotica.
Infine, i presidenti delle tre istituzioni hanno deciso di continuare a impegnarsi su tutte le proposte non ancora realizzate della dichiarazione comune del 2017 e di trattare le proposte legislative contenute nel programma di lavoro 2018 della Commissione.

Informazioni generali

Il 15 marzo 2016, le tre istituzioni europee hanno adottato l'accordo interistituzionale (AII) "Legiferare meglio", basato su una proposta della Commissione europea presentata nel maggio 2015 nel quadro dell'agenda "Legiferare meglio". Tale accordo interistituzionale ha introdotto alcune modifiche relative all'intero ciclo di elaborazione delle politiche, dalle consultazioni e dalle valutazioni d'impatto fino all'adozione, all'attuazione e alla valutazione della legislazione dell'UE. In base all'accordo interistituzionale, le istituzioni devono accordarsi sui principali temi che i legislatori tratteranno in via prioritaria, ivi comprese le procedure di semplificazione delle normative vigenti.
Ogni anno il Consiglio, il Parlamento e la Commissione discutono le priorità legislative dell'UE e scelgono insieme le principali priorità per l'anno successivo, che vengono inserite e illustrate nella dichiarazione comune annuale. In questo modo essi possono cooperare più strettamente per affrontare le grandi sfide che ci attendono.
La prima dichiarazione comune è stata firmata nel dicembre 2016.

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venerdì 15 dicembre 2017

Fondi strutturali e di investimento europei: 278 miliardi di euro nell'economia reale?





Una relazione pubblicata oggi mette in luce i risultati conseguiti dai cinque fondi dell'UE dall'inizio del periodo di finanziamento ora che l'attuazione dei programmi 2014-2020 ha raggiunto il pieno regime.
Entro ottobre 2017 quasi la metà della dotazione di bilancio 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) era stata impegnata in progetti concreti. Entro la fine del 2016 avevano ricevuto il sostegno dei fondi quasi 793 500 imprese, creando circa 154 000 nuovi posti di lavoro.
Hanno già beneficiato di assistenza alla ricerca di occupazione e allo sviluppo di competenze 7,8 milioni di persone, mentre è stata migliorata la biodiversità di 23,5 milioni di ettari di terreni agricoli. Nel complesso, entro la fine del 2016 erano stati selezionati 2 milioni di progetti finanziati dall'UE, vale a dire 1 milione in più rispetto all'anno precedente.
Oltre ai progetti nel settore digitale, dell'inclusione sociale e dell'ambiente che vedono ora la luce grazie ai finanziamenti dell'UE, emerge dalla relazione che le novità introdotte nel periodo di finanziamento 2014-2020 hanno davvero prodotto risultati.
I nuovi prerequisiti hanno contribuito a creare un contesto più favorevole agli investimenti
A marzo 2017, una prima valutazione delle nuove condizioni preliminari volte a rafforzare gli investimenti ("condizionalità ex ante") ha mostrato la loro capacità di incentivare le riforme in svariati settori: rispetto delle normative sull'efficienza energetica o sugli appalti pubblici, pianificazione degli investimenti per l'innovazione, trasporti o tecnologie digitali.
Nel periodo di finanziamento post 2020 si prevede di rafforzare ulteriormente il legame tra i fondi UE e il sostegno alle riforme strutturali negli Stati membri, come annunciato nel documento di riflessione sul futuro delle finanze dell'UE della Commissione e nelle sue proposte per approfondire l'Unione economica e monetaria europea, presentate la scorsa settimana.
Meno burocrazia per i beneficiari dei fondi
La relazione rileva che gli Stati membri hanno fatto sempre più ricorso alle possibilità di semplificazione offerte nel quadro della politica di coesione 2014-2020, ossia le procedure online per la gestione dei fondi ("coesione elettronica"), le procedure semplificate per la presentazione delle domande da parte delle imprese ("sportelli unici") e le modalità semplificate per i beneficiari di chiedere rimborsi all'UE.
La semplificazione è inoltre al centro della riflessione sull'architettura della futura politica di coesione, grazie anche al prezioso contributo del gruppo ad alto livello sulla semplificazione istituito dalla Commissione.
L'uso più intelligente delle risorse disponibili ha portato a una maggiore mobilitazione di finanziamenti privati
In linea con l'obiettivo del Piano di investimenti di attivare più investimenti, il quadro 2014-2020 è stato istituito per diffondere l'uso degli strumenti finanziari. Entro la fine del 2016, nell'ambito dei programmi dei fondi SIE sono stati impegnati in questi strumenti - per lo più a sostegno delle PMI, della ricerca e dell'innovazione e di un'economia a basse emissioni di carbonio - 13,3 miliardi di euro, vale a dire già 1,8 miliardi di euro in più rispetto ai finanziamenti SIE investiti attraverso strumenti finanziari nell'intero periodo 2007-2013.
Gli strumenti finanziari dei fondi SIE sostengono ad oggi più di 76 000 imprese. I progetti a sostegno delle PMI selezionati fino ad ora nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) hanno mobilitato finanziamenti privati per un importo di 11,5 miliardi di euro, a fronte di un obiettivo di 42 miliardi di euro. 
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mercoledì 13 dicembre 2017

Prorogato il bando di gara per progetti "standard" nel quadro di ENI CBC Med

 
Il Programma sostiene progetti di cooperazione transfrontaliera tra le regioni che si affacciano su entrambi i lati del Mediterraneo. ENI è finalizzato a promuovere lo sviluppo economico, sociale e territoriale giusto, equo e sostenibile, favorevole all'integrazione transfrontaliera e che valorizzi i territori e i valori dei paesi partecipanti.
Per evitare confusione precisiamo che, per errore, nel sito web ufficiale del Programma continuano a chiamarlo ENPI, il nome che il programma aveva nella precedente programmazione 2007-2013. La denominazione attuale del Programma è invece ENI (European Neighbourhood Instrument), CBC (Cross-Border Cooperation), MED (relativo al Bacino del Mediterraneo).