lunedì 31 marzo 2014

Dodici miliardi per migliorare la rete di trasporti europea

La Commissione europea ha recentemente deciso di rendere disponibile una prima tranche di finanziamenti per i progetti delle Reti transeuropee di trasporto. Il budget messo a disposizione permetterà di avviare progetti chiave, legati alla costruzione dei nove corridoi della rete centrale.
Il meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility) è una delle principali iniziative della Commissione nell'ambito di una serie di misure proposte per conseguire una crescita e un'occupazione sostenibili all'interno della UE prevede un finanziamento complessivo di 50 miliardi di euro, per il periodo 2014-2020, da ripartire tra progetti legati all'energia, alle reti digitali e ai trasporti. Un progetto di vitale importanza per diminuire sempre di più il divario tra Europa occidentale e orientale Il finanziamento a questo progetto sarà ripartito sulla base di priorità stabilite dalle linee guida dell'Unione e attinenti alle prime Reti transeuropee. Al riguardo, il Vicepresidente Siim Kallas, Commissario per la Mobilità e i Trasporti, ha dichiarato: "Sono convinto che questa importante spinta finanziaria porterà i benefici attesi per migliorare i collegamenti di trasporto e che il valore aggiunto investendo in infrastrutture europee risulterà chiaramente visibile per gli investitori, per gli utenti dei trasporti e per tutti i cittadini".
Le priorità di finanziamento per questi programmi includono:
- La chiusura dei collegamenti mancanti nei punti di frontiera tra gli Stati membri e l'eliminazione delle principali strozzature, in particolare lungo i nove corridoi della rete centrale
- La promozione dell'interoperabilità, di modo da superare le barriere tecnologiche alle frontiere nazionali, in particolare nel settore ferroviario
- Il rafforzamento delle multimodalità, al fine di agevolare le catene di trasporto senza soluzione di continuità per passeggeri e merci, nonché la piena integrazione dei nodi urbani nella rete, in particolare neio corridoi all'interno della catena centrale
- L'impulso agli approcci innovativi, in linea con le future tendenze tecnologiche(che coprono anche la comunicazione indispensabile tra infrastrutture e veicoli, tra hardware e software)
- La forte enfatizzazione della politica europea dei trasporti e della legislazione, in settori quali la politica ferroviaria e marittima, "l'energia pulita per il trasporto", mobilità urbana, applicazioni di sicurezza e applicazioni telematiche per ogni tipo di trasporto
- L'apertura di possibilità di finanziamento per Stati terzi, in particolare per i progetti e la partecipazione a progetti comuni europei come il SESAR, i Servizi di trasporto intelligenti, i Servizi di informazione fluviale o le autostrade transfrontaliere del mare
Sulla base di questi programmi di lavoro verranno presentate proposte di progetti entro il 1° settembre 2014.

I MENO RAPPRESENTATI IN EUROPA


martedì 25 marzo 2014

IL SITO DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE PROSSIME ELEZIONI

 
Ecco il sito internet che il PE dedica interamente alle prossime elezioni europee. Simpatico il moto che lo accompagna: AGIRE, REAGIRE, DECIDERE.Mi ricorda un po' il vecchio: CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE...
Lasciando perdere sterili polemiche, attiro la vostra attenzione sul fatto che nel sito si spiega anche COME SI VOTA IN ITALIA
Ovviamente, non una parola sul fatto che oltre un milione e mezzo di europei non possono votare come gli altri.... Ma questo e' solo un dettaglio....

Sardi e sarde UNITEVI....

per votare chi vi diciamo noi!!! 
 

L’euro, una moneta che funzionerebbe solo se fosse …

.... la lira!
L’euro, una moneta che funzionerebbe solo se fosse … la lira

L'ISOLA CHE NON C'E'...IN EUROPA. PRIMA PUNTATA


Ecco il testo della mail che ho inviato qualche giorno fa a Renzi e, per conoscenza, a Martin Shulz, Presidente del Parlamento Europeo. 

Alla C.A. Del Segretario del

Partito Democratico e

Presidente del Consiglio dei Ministri

Sig.Matteo Renzi

segretario@partitodemocratico.it

C.p.c.

Al Presidente del Parlamento Europeo

Sig. Martin Shulz

Stimato Presidente,
ho seguito con interesse ed ho apprezzato il suo discorso al Senato del 24 febbraio scorso, oltre alle interessanti riflessioni da lei svolte a Roma in occasione del Congresso del Partito Socialista Europeo. Ho gradito soprattutto le sue considerazioni circa il ruolo dell'Italia in Europa, particolarmente significative in vista sia dell'importante impegno italiano nel prossimo semestre di Presidenza del Consiglio dell'UE, che delle imminenti elezioni Europee.
Ho stimato assai la sua visione di un semestre europeo in cui ”..raccontare, spiegare, pensare che tipo di Europa immaginiamo nella cornice internazionale che sta mutando”. Le sue parole mi hanno spinto, con questa mia, a portare umilmente alla sua attenzione quella che considero una grave ingiustizia che rischia di vanificare cio' che in tanti, qui nell'Isola di Sardegna, immagginiamo nel momento in cui ci poniamo la domanda: “quale' il modello di Europa a cui aspiriamo?”; dove la risposta, per molti di noi e': “L'Europa dei Popoli!”.
Ebbene, Signor Presidente, la invito a riflettere su come si possa, anche solo lontanamente, pensare a un “Europa dei Popoli”, laddove oltre un milione di cittadini europei vengono privati della possibilita' di eleggere democraticamente i propri rappresentanti in seno alla massima Assemblea Europea. Poiche' e' proprio questo che accade qui da noi mentre, ad esempio, Malta (416 mila abitanti), Lussemburgo (524 mila abitanti) e Cipro (900 mila abitanti) eleggono ciascuno 6 europarlamentari. La legge n. 18 del 24 gennaio 1979, che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”, costringe infatti la Sardegna in un collegio unico “delle Isole” con la Sicilia. Come lei ben sa, questa Regione ha circa 5 milioni di abitanti, mentre la nostra Isola ne conta poco più di 1 milione e 600 mila. Il che significa che la Sardegna non e' in grado di esprimere un proprio euro-parlamentare se non, ogni tanto, grazie ad eventuali accordi politici interni ai partiti italiani e nel caso in cui uno dei 6 euro-parlamentari eletti in Sicilia abbia altro incarico incompatibile con la carica europea. Solo in questo caso il sardo o la sarda che ha avuto piu' voti nell'Isola prendera' il suo posto. E' accaduto, ad esempio, nel settembre del 2008 per Maddalena Calia (Forza Italia) che rilevo' il seggio di Giuseppe Castiglione (PPE/DE, IT), eletto Presidente della Provincia di Catania. Nella legislatura ancora in corso sino a maggio di quest'anno e' stato il turno di Francesca Barracciu (oggi Sottosegretaria del suo Governo), subentrata a Rosario Crocetta (eletto Presidente della Regione Siciliana) a fine aprile 2013. Un'altro sardo, Giommaria Uggias (IdV), e' stato inviato a Strasburgo grazie alla rinuncia di Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando.
Mi preme dunque sottolineare la profonda iniquità di una legge che discrimina una Regione Autonoma, come la Sardegna, che ha dato tanto e ancora tanto ha da dare per il futuro dell'Unione Europea. Basta solo pensare a due nostri “veri” euro-parlamentari: Mario Melis e Andrea Raggio. E' anche grazie al loro intenso lavoro a Strasburgo che oggi le regioni e le autonomie europee hanno una voce nell'UE attraverso il Comitato delle Regioni. La Sardegna e' la Regione che gestisce un Programma europeo (denominato ENPI), fondamentale per il processo di costruzione di un'area di pace e benessere nel Mediterraneo in cui, peraltro, la nostra Isola ha una posizione strategicamente importante per gli interessi di tutta l'Europa... Questi ed altri elementi fanno della Sardegna un crocevia importante da cui partiranno nuove strade di benessere per tutte le altre regioni del Sud d'Europa e del nostro Mediterraneo.
Concludo con un'altra considerazione circa il preoccupante crollo dell'affluenza alle urne, sia nelle scorse elezioni europee del 2009 che nelle elezioni regionali recentemente celebrate in Sardegna. Sono certo che lei converra' con me che per contrastare tale preoccupante tendenza occorra dare precise risposte agli elettori e non di certo escluderli , di fatto, da una consultazione elettorale.
La prego dunque, Signor Presidente, di voler valutare l'esigenza di un suo impegno concreto per modificare la Legge n. 18 del 24 gennaio 1979 che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell'Italia per il Parlamento europeo”.
Mi rendo conto che da oggi al mese di maggio prossimo il tempo e poco ma ritengo che la Sardegna e l'Europa meritino tale urgente attenzione. Per questo mi permetto di inviare questa mia anche all'attenzione del Sig. Shulz, Presidente del Parlamento Europeo.
Puo' senz'altro contare sulla collaborazione mia e di tanti sardi e sarde che credono nell'Europa dei Popoli.
Nel restare a disposizione per ogni eventuale chiarimento, la ringrazio in anticipo per l'attenzione e la prego di gradire il mio saluto piu' cordiale.
Cagliari, 13 marzo 2014
Avv. Sergio Diana

martedì 11 marzo 2014

L'EUROPEO QUALUNQUE

Se anche avessi avuto una minima ambizione di candidarmi alle prossime elezioni europee questa, come mi aspettavo, sarebbe stata in ogni caso troncata sul nascere e senza appello! 

1) perche' l'attuale legge elettorale, come denuncio da oltre 7 anni, non ci da la possibilita' di eleggere democraticamente i nostri rappresentanti al PE; 

2) Perche', figuriamoci  se un "europeo qualunque" come me, fuori dal giro delle lobby politiche locali, italiane e "europee", puo' avere qualche chance di competere con con oltre 4 milioni di siciliani o con coloro che, come nel caso che vi propongo, vengono sponsorizzate dall'ultimo politico alla moda, il giovane greco Tsipras.

Non ho nulla contro Elena Ledda, che considero una brava cantante, e non conosco Simona Lobina. 

Dunque posso solo scendere nel merito della loro candidatura, fatta da un giovane greco che, attualmente, e' entrato nelle grazie del PD e delle altre lobby partitiche della "gauche caviar" italiana e europea che lo favoreggiano.

Per quanto mi riguarda, qui si tratta semplicemente del fatto che si impongono delle candidature ad un Popolo, privato al contempo della possibilita' di eleggere i propri rappresentanti. 

Se e' questo il buon esempio di "altra Europa"...Beh..come inizio non c'e' male! 

Ho letto il "PIANO IN 10 PUNTI CONTRO LA CRISI, PER LA CRESCITA CON GIUSTIZIA SOCIALE E IMPIEGO PER TUTTI". La ricetta di "altra europa" che propone Tsipras e' sempre quella. Di "altro" non ha nulla se non i soliti slogan ma in salsa sostenibile, farciti di new deal, conditi con qualche pizzico di "giustizia sociale" e serviti nella mensa aziendale del "processo partecipato". 

Il tutto perfettamente in linea con il principio-guida delle lobby che lo sostengono, ossia: "cambiare tutto per non cambiare nulla"! 

Mi occupo di queste cose da quasi trent'anni e vi assicuro che di "proposte" nuove come quella ne ho visto tante, troppe. 

All'inizio della mia carriera di giovane lobbysta rampante a Bruxelles, le accoglievo con entusiasmo perche' erano fondamentali per il mio lavoro. Piu' cantanti, piu' attori, piu' atleti, scrittori, giornalisti e politichetti da strapazzo arrivavano a Strasburgo e a Bruxelles e meglio era per noi. Ce li pappavamo in un sol bocconcino. 

Poi ho cambiato idea e nel tempo mi sono dissociato da quella Europa che, per loro, era sempre "altra". 

Da quasi 10 anni, attraverso il mio umile blog, denuncio e propongo. 

L'unico risultato che ho ottenuto sinora e' stato che mi hanno copiato l'acronimo "euyou"!!!

Beh! Per un "europeo qualunque" e' gia' qualcosa.

Auguro buone elezioni europee a tutti.

Per quanto mi concerne, per l'ennesima volta, non andro' a votare. 

Non intendo legittimare ne questa ne, tantomeno, l'"altra" Europa di Tsipras e delle lobby che lo sostengono.

 

 ******

 

Ledda e Lobina nelle liste Tsipras (ANSA) - CAGLIARI, 5 MAR - Due le candidature sarde nella lista Tsipras alle Europee, e sono 'rosa'. Maria Elena Ledda e Simona Lobina sono nel collegio Isole per "L'altra Europa per Tsipras", capeggiata dal leader della sinistra europea e n.1 del del partito greco Syriza. Maria Elena Ledda è una cantante molto conosciuta, proprio domani sarà premiata dal sindaco di Cagliari come donna sarda 2014. Simona Lobina, insegnante precaria di lingue e militante di Prc, è da sempre in prima linea nelle battaglie sociali.

sabato 1 marzo 2014


A PROPOSTITO DELLE ELEZIONI IN SARDEGNA

Varie persone mi hanno chiesto come mai non ho commentato i risultati delle elezioni regionali appena celebrate in Sardegna. Il motivo e' semplice: NON HO ANCORA AVUTO I RISULTATI CERTI E DEFINITIVI DI QUESTE ELEZIONI. Questi si avranno solo quando verranno alla luce e puniti i vergognosi BROGLI ELETTORALI (peraltro abbondantemente annunciati) che hanno caratterizzato queste consultazioni. Il che significa che quei risultati non li avro' mai. Infatti, per garantirli, a mio parere si sarebbe dovuto attivare per tempo il monitoraggio elettorale internazionale, la cui gestione è generalmente affidata all'ODIHR (L'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dll'OCSE). L'ODIHR ci avrebbe fornito l'opportuna assistenza tecnica nell'organizzazione delle elezioni e avrebbe verificato, al momento del voto, il rispetto delle procedure elettorali e degli standards internazionali in materia, cos¡ come avvenuto, ad esempio, in Bosnia nel 2000 ed in Kossovo nel 2000 e 2001.

A proposito.....:
Corruzione, mancanza di "idonei sistemi di controllo interno" nella pubblica amministrazione regionale e negli enti locali dell'isola, ma anche inosservanza delle regole dettate a garanzia del corretto esercizio pubblico. In particolare la diffusione delle società partecipate dal pubblico che sono "dichiaratamente costituite allo scopo di ridurre la spesa e migliorare i servizi" ma che "spesso perseguono il solo fine di eludere vincoli e divieti con aggravio di oneri a carico delle pubbliche finanze". E' quanto emerge dall'intervento del procuratore regionale della Corte dei Conti, Donata Cabras, in occasione dell'apertura dell'Anno giudiziario 2014. I fatti corruttivi sono stati riscontrati soprattutto nei lavori pubblici, con una "grave patologia delle opere incompiute o inutilizzate, o progettate ma non appaltate o non completate, se non inutilizzabili per scorretta esecuzione".

 E se 2+2=4.....:

domenica 2 febbraio 2014

Un Parlamento Sardo....

Sardegna Possibile, Progres, Gentes, Comunidades…Sono tanti gli amici e le amiche candidate/i: Valentina Sanna, Roberto Spano, Miali Muntoni, Alberto Musa, Frantziscu Sanna, Cristina Stocchino, Gianluca Argiolas, Rina Pinna, Alessandro Mongili, Michele Atzori (Dottor Drer), Antonio Muscas, e tanti/e altri/e che conosco, apprezzo e di cui non ricordo il nome. Sono tanti gli amici e le amiche che in questi anni mi hanno accompagnato e sostenuto nel mio impegno sociale contro il GALSI , per un'altra Europa, quella dei popoli, e verso un diverso modello di Società' che aspira al benessere ed alla felicità delle persone e non all'aumento del PIL, alla crescita ed allo sviluppo ormai non più sostenibile. Molti amici e amiche, oggi, in questa difficile campagna elettorale, hanno deciso di prendere strade diverse o appartengono ad altre "parrocchie". Claudia Zuncheddu, Gavino Sale, Cristiano Sabino,Franciscu Sedda, Giovanni Dore, Enrico Lobina e tanti altri che apprezzo e seguo per la loro capacità e onestà. Guide e maestri che hanno contribuito a diffondere e concretizzare il “verbo” dell'indipendenza e del buon governo, nel rispetto della nostra Terra meravigliosa. Li voterei tutti/e perché sono convinto che vogliono il bene della Sardegna e di chi ci vive. Non posso farlo ma mi auguro che un giorno, non lontano, tutti insieme avremo una Casa comune dove le idee e le aspirazioni di tutti troveranno ascolto e voce per il bene comune. Un Parlamento Sardo, anche solo virtuale, dove discutere democraticamente e prendere le decisioni cruciali per il nostro futuro. Ritengo che, a prescindere dall'esito di queste elezioni, sia fondamentale assicurare alla Sardegna un luogo di incontro per tutte le diverse anime indipendentiste e progressiste dove, democraticamente, vengano prese decisioni di impegno e di lotta per il bene comune. Forse è solo un sogno o una delle tante utopie che rendono possibile un'altra Sardegna. Io credo in quel sogno e, forse, questa è l'ultima possibilità che ho per vederlo diventare realtà.

+ info
 

martedì 21 gennaio 2014

CAMBIAMO QUELLA LEGGE!!!

La legge n. 18 del 24 gennaio 1979 che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”, impedisce ai sardi di eleggere democraticamente i propri rappresentanti in seno alla massima Assemblea europea*.
E' dal 1994 che a rappresentarci in quella sede e a tutelare interessi fondamentali per la nostra Isola sono i parlamentari siciliani**. Ogni tanto, grazie ai giocchetti politici interni ai partiti italiani, qualche europarlamentare siciliano trova una sistemazione migliore in Italia e in questo caso il sardo o la sarda che ha avuto piu' voti nell'Isola prende il suo posto. E' accaduto, ad esempio, nel settembre del 2008 per Maddalena Calia (Forza Italia) che rilevo' il seggio di Giuseppe Castiglione (PPE/DE, IT), eletto Presidente della Provincia di Catania. La permanenza di Calia (la prima donna sarda europarlamentare) nel PE duro' ben poco, considerato che nel 2009 ci furono nuove elezioni e lei, ricandidatasi, non venne rieletta. Praticamente una gita tra Strasburgo e Bruxelles, durante la quale vi lascio immaginare come e quanto siano stati seguiti gli interessi della Sardegna in Europa! Nella legislatura successiva ancora in corso sino a maggio di quest'anno, e' stato il turno di Francesca Barracciu, subentrata a Rosario Crocetta (eletto Presidente della Regione Siciliana) a fine aprile 2013. Le ben note vicisitudini della Barracciu lasciano intendere a chiunque quanto spazio abbia avuto il Parlamento Europeo nella sua agenda. Infine, e' attraverso una singolare operazione elettorale che un'altro sardo, Giommaria Uggias dell'Italia dei Valori, vola a Strasburgo grazie alla rinuncia di Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando.
Se non si reagisce il rischio è che anche nelle prossime elezioni del maggio 2014 la Sardegna  non potrà essere democraticamente rappresentata dinanzi al Parlamento Europeo.
Al di la delle considerazioni tecnico-giuridiche, più volte espresse in varie sedi, mi preme sottolineare la profonda iniquità di una legge che colpisce una Regione, come la nostra, che ha dato tanto e ancora tanto ha da dare per il futuro dell'Unione Europea. Basta solo pensare a due nostri (veri)europarlamentari: Mario Melis e Andrea Raggio. E' anche grazie al loro intenso lavoro a Starsburgo che oggi, benche' senza grande incisivita', le regioni e le autonomie  hanno una voce in Europa attraverso il Comitato delle Regioni. Siamo la Regione che gestisce un programma comunitario (denominato ENPI), fondamentale per il processo di costruzione di un'area di pace e benessere nel Mediterraneo in cui, peraltro, la nostra Isola ha una posizione strategicamente importante per gli interessi di tutta l'Europa. Questi ed altri elementi, sinora inespressi a causa della colpevole latitanza della nostra "classe politica" e della mancanza di una seria e efficace "lobby" sarda a Bruxelles, fanno della Sardegna un crocevia importante da cui partiranno nuove strade di benessere per tutte le altre regioni del Sud d'Europa. E' dunque profondamente ingiusto e iniquo negare alla Sardegna la possibilità di avere i propri rappresentanti all'interno della massima istituzione politica dell'Unione Europea.
Cambiamo dunque quella legge! 
Se ne parla da troppo tempo e sempre durante le campagne elettorali, in cui TUTTI i candidati si riempiono la bocca di EUROPA. 
Parliamone, dunque! Ma soprattutto agiamo, iniziando a sollecitare l'impegno in tal senso di TUTTE le forze politiche sane dell'Isola, al fine di risolvere definitivamente una situazione di ingiustizia che colpisce tutti.
CAMBIAMO LA LEGGE N°18!!


* La legge costringe la Sardegna in un collegio unico “delle Isole” con la Sicilia. La Sicilia ha circa 5 milioni di abitanti, la Sardegna poco più di 1 milione e 600 mila....Fate un po' i conti!
**  La legge dispone che la scelta sia proporzionale al numero dei cittadini; considerando che gli italiani sono 60 milioni, la Sardegna dovrebbe aver diritto a 2 parlamentari. Malta (400 mila abitanti) e Cipro (900 mila abitanti), hanno diritto a 6 europarlamentari.

lunedì 20 gennaio 2014

Potrebbe essere un italiano a fare a pezzi un fondamentale accordo per salvare il pianeta

Abbiamo solo pochi giorni per evitare un ennesimo disastro causato dalla assurda politica italiana.
La Commissione Europea sta mettendo proprio ora nero su bianco gli obiettivi per tutta l’UE  sulle emissioni di CO2 e sulle energie rinnovabili fino al 2030! E’ un accordo dall'impatto enorme, poiché delle regole forti a livello europeo avrebbero un effetto domino su Cina, USA e altri paesi, al fine di raggiungere un accordo globale sul clima il prossimo anno. Un accordo al ribasso non solo renderebbe inevitabile il fallimento del vertice di Parigi, ma sarebbe anche una enorme opportunità persa per l’Europa di diventare un leader mondiale nel settore della green economy.
In questo momento il commissario europeo Antonio Tajani è uno dei personaggi chiave che si oppongono all’accordo. Ma il suo mandato si esaurirà tra qualche mese, e volendo tornare a fare politica in Italia, guarda con grande attenzione l’opinione pubblica in Italia.
I negoziati sono in corso proprio in questo momento a Bruxelles e abbiamo solo pochi giorni per convincerlo. Sommergiamolo di messaggi per mostrargli con quanta forza i cittadini chiedono che venga trovato questo accordo per salvare il pianeta:
http://www.avaaz.org/it/save_eu_climate_legacy_it_sam/?bddApcb&v=34526
Si tratta di un negoziato complesso e la Commissione Europea ha un ruolo cruciale, che poi si dovrà confrontare con i governi. In molti stanno facendo pressione per spingere Bruxelles a fare una proposta iniziale che sia così poco ambiziosa, da lasciar tranquillamente friggere il pianeta.
Ufficialmente l’Italia si è unita a Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Olanda nel sostenere l’obiettivo minimo di un taglio del 40%. Gli scienziati dicono che abbiamo bisogno di un taglio delle emissioni del 50% entro il 2050. Tutto questo significa che per evitare uno scontro politico, la Commissione farà partire i negoziati partendo da un compromesso di basso livello che consenta di raggiungere un accordo velocemente. Ma possiamo cambiare la situazione se mostreremo che c’è questa debolezza avrà delle ripercussioni di immagine pubblica.
Tajani sostiene che un taglio ambizioso delle emissioni di CO2 danneggerà l’industria dell’UE. Ma molti esperti dicono l’opposto e cioè che, questo accordo è fondamentale per sbloccare decine di migliaia di investimenti per le industrie a basso impatto ecologico, che usa l’innovazione per spingere l’occupazione e la crescita economica.
Non abbiamo molto tempo. La commissione prenderà la decisione finale tra pochi giorni. Clicca sotto per mandare ora un messaggio al Commissario Europeo Tajani:
http://www.avaaz.org/it/save_eu_climate_legacy_it_sam/?bddApcb&v=34526
Non riusciremo a evitare gli effetti più drammatici del cambiamento climatico se lasceremo che i nostri leader la passino liscia nel fissare degli obiettivi che semplicemente non sono utili. La nostra comunità ha giocato un ruolo fondamentale nel far cambiare la politica sul clima in paesi chiave come Brasile, Germania e Giappone. Ora abbiamo una grande battaglia in Europa, facciamo il possibile per vincerla!
Con speranza e determinazione,
Meredith, Luca, Lisa, Iain, Julien, Ricken, Alice e tutto il team di Avaaz

ULTERIORI INFORMAZIONI
Europa, la battaglia delle emissioni. Sul tavolo il taglio del 40 per cento (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/economia/14_gennaio_14/europa-battaglia-emissioni-tavolo-taglio-40-cento-b436b932-7d08-11e3-851f-140d47c8eb74.shtml

S'infiamma il settore energetico europeo. A Bruxelles la battaglia sulle rinnovabili (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/economia/2014/01/15/news/incentivi_rinnovabili_piano_europeo_2030_gas_serra-75977647/

Europa, energia batte clima. Nuovo regalo al nucleare (Linkiesta)
http://www.linkiesta.it/ue-guerra-del-clima-regalo-nucleare

Obiettivo emissioni 2030. Commissione divisa (Italia Oggi)
http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201401151011051244&chkAgenzie=OGGIEUROPA&sez=newsPP&titolo=Obiettivo%20emissioni%202030:%20Commissione%20divisa

mercoledì 15 gennaio 2014

MICHELA MURGIA IN CATALOGNA E LA PROMOZIONE DELLA SARDEGNA NEL MONDO

Investimenti, non speculazioni!
Il viaggio di Michela in Catalogna e' stato da piu' parti salutato come una tappa del "percorso internazionale" di Sardegna Possibile, rivolto anche a sviluppare le possibilità di scambi commerciali per la Sardegna. La prima tappa di questo percorso si tenne a Londra, presso la London School of Economics, dove Michela Murgia incontrò i parlamentari scozzesi. La parte piu' significativa della tappa Catalana di Sardegna Possibile era rivolta al confronto con l'ERC (Esquerra Republicana de Catalunya - Sinistra Repubblicana di Catalogna), il partito politico catalano (di sinistra e republicano) che sostiene lindipendenza dei paesi catalani (Països Catalans). Durante l’incontro si e’ discusso, tra l’altro, del possibile ingresso della Sardegna nell’ Alleanza Libera Europea (ALE), il Partito Democratico dei Popoli Europei che, in seno al Parlamento Europeo,  raggruppa diversi movimenti che sostengono sia l'indipendentismo che varie forme di federalismo e di autogoverno per le cosiddette nazioni senza Stato. Prima di lasciare la Catalogna, Michela Murgia ha incontrato, presso l’associazione dei sardi a Barcellona, la comunita' sarda presente in quel Paese.
Dunque: buone relazioni con le nuove nazioni che si affaciano sulla scena internazionale. Massima considerazione per i sardi e le sarde che hanno scelto di vivere all’estero.
Questo e’ stato il viaggio di Michela in Catalogna che, per me rappresenta un segnale forte che qualcosa puo’ davvero cambiare.
Infatti, dopo tanti, troppi anni, ero stanco di assistere alle lussuose gite fuoriporta - perche’ in tal modo possono essere qualificate – di chi ci ha “amministrato” sino ad oggi. Penso alle mitiche “missioni all’estero” di comuni, provincie, assessorati  e vari enti regionali...Come all’ultima missione di 10 giorni in Qatar di Cappellacci & C...O al bilancio di “Sardegna Promozione” ...Penso alle tante “azioni”, ai progetti, ai programmi ed agli interventi rivolti a: “Attrarre Investimenti “in Sardegna che, sin dagli anni 80 hanno divorato risorse pubbliche. I risultati? Per attenerci ai giorni nostri e lasciando da parte l’export di prodotti petroliferi (SARAS), nei primi mesi del 2009 mentre si assiste a un calo nazionale del 24,2% su base annua, l’export delle imprese sarde è diminuito del 46% rispetto al primo semestre 2008. Al Sud il calo è stato del 28,8%. La Sardegna ha visto addirittura dimezzare in un anno i flussi verso l’estero con un secco -50,8%, a fronte di un -43% della Sicilia. In merito agli investimenti (non speculazioni) stranieri nell’Isola, evito le ciffre e rimando alle tabelle elaborate dall’ICE sugli IDE (Investimenti Diretti Esteri)....Un panorama desolante!
Occorre dunque un nuovo approccio che, partendo dall’avvio di salde relazioni internazionali, utilizzi l’immenso patrimonio che la Sardegna possiede all’estero. Donne e uomini che non aspettano altro se non di porre al servizio della Sardegna la loro esperienza di vita e di lavoro all’estero.
Lancio un’idea:
Con poche risorse, opportuni interventi formativi e  attraverso i tanti giovani sardi a spasso per il mondo, si possono trasformare i nostri “circoli” all’estero in autentiche “ambasciate”  e vetrine per la promozione della nostra Isola all’estero.