lunedì 13 febbraio 2017

A Trento il Festival europeo della Green Economy - greenweek



Trento ospiterà da venerdì 3 a domenica 5 marzo la seconda edizione del Festival della Green Economy concludendo la manifestazione Green Week.
Il tema della manifestazione italiana Green Week è “Vivere sostenibile, abitare sostenibile” e protagoniste, a partire dal 28 febbraio saranno diverse città da Udine fino ad arrivare a Trento, dove l'iniziativa si concluderà con la seconda edizione del Festival della Green Economy.
Tre giorni di incontri e confronti per parlare di sharing economy, di riduzione degli sprechi alimentari ed energetici, di sviluppo sostenibile nei più diversi settori: dall’edilizia alla produzione energetica, dall’acqua ai trasporti fino ai grandi temi della geopolitica energetica o alle semplici abitudini che derivano dai nostri regimi alimentari.
Ad aprire il Festival a Trento, presso il Dipartimento di Sociologia il 3 marzo alle ore 11, il dialogo sul vivere ed abitare sostenibile tra il giornalista del Corriere della Sera Stefano Bucci e l’architetto Mario Cucinella.
L'evento realizzato in collaborazione con la Commissione europea vede la partecipazione anche di Fabrizio Spada, direttore Rappresentanza Regionale a Milano.
Tutti gli incontri sono ad ingresso libero.

Il primo EU Industry Day a Bruxelles


Una giornata dedicata all'industria europea, ai suoi punti di forza e alle sfide del futuro. Questo il senso dell'evento faro che l'Unione europea sta organizzando a Bruxelles il prossimo 28 febbraio. L'evento, a cui parteciperà il presidente della Commissione europea Juncker, farà incontrare grandi imprese e start-up, innovatori ed esperti digitali.
I partecipanti rifletteranno su come la natura delle attività industriali e imprenditoriali in Europa stia cambiando, guidata da rapidi cambiamenti tecnologici. Quest'evoluzione è dettata dalla necessità di rispondere alle sfide della digitalizzazione, delle tecnologie pulite, dell'economia circolare e da una maggiore richiesta di servizi innovativi.
Proprio per facilitare questa transizione, le politiche dell'UE puntano a rendere le industrie e imprese europee più competitive e a promuovere la creazione di posti di lavoro e la crescita economica, mediante un contesto favorevole alle imprese, in particolare piccole e medie, e al settore manifatturiero. Di fronte alla globalizzazione e all'intensificarsi della concorrenza dei Paesi emergenti, la prosperità economica a lungo termine dell'Europa dipenderà dalla forza della sua base industriale.
Oltre a politiche per incoraggiare la crescita, la Commissione ha lanciato un piano di investimenti, noto come piano Juncker, che sbloccherà almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati nel periodo 2015-2017. Il piano prevede inoltre di sfrondare e semplificare le norme giuridiche in Europa e fare un uso più intelligente delle risorse finanziarie esistenti.
Le iscrizioni sono aperte fino al 21 febbraio.

#EUIndustryDay #InvestEU

1 miliardo per massimizzare gli investimenti privati nell'infrastruttura europea dei trasporti


La Commissione europea inaugura un modo nuovo e innovativo per finanziare progetti di infrastrutture di trasporto in Europa. Qualche giorno fa è stato pubblicato un nuovo invito a presentare proposte per combinare il "Meccanismo per collegare l'Europa" con altre fonti di finanziamento fra le quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). L'invito a presentare proposte mira a combinare sovvenzioni per 1 miliardo di euro (Meccanismo per collegare l'Europa - Trasporti) e finanziamenti erogati da istituti finanziari pubblici, dal settore privato e, per la prima volta, dal Fondo europeo per gli investimenti strategici.
Questa nuova combinazione di fondi dovrebbe contribuire a raggiungere il duplice obiettivo di rilanciare gli investimenti per finanziare il potenziamento dell'infrastruttura di trasporto in modo innovativo e sostenibile e di agevolare la creazione dei posti di lavoro necessari per realizzare tale infrastruttura. 
L'invito a presentare proposte contribuisce all'attuazione della strategia della Commissione per una mobilità a basse emissioni nel quadro dell'Unione dell'energia e sostiene gli investimenti nel "trasporto sostenibile" in vista delle prossime iniziative per la mobilità stradale che saranno avviate quest'anno.
Per la prima volta l'invito a presentare proposte del meccanismo per collegare l'Europa richiederà la combinazione di sovvenzioni e finanziamenti del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), della Banca europea per gli investimenti, di banche di promozione nazionali o investitori del settore privato. Per ricevere il sostegno del meccanismo per collegare l'Europa, i candidati dovranno provare che i loro progetti sono finanziariamente idonei ad ottenere fondi complementari da istituti finanziari pubblici o privati.
I progetti selezionati devono contribuire alla crescita sostenibile, innovativa e omogenea lungo la rete transeuropea dei trasporti. L'accento sarà posto in particolare sui progetti intesi ad eliminare le strozzature, a sostenere i collegamenti transfrontalieri e ad accelerare la digitalizzazione dei trasporti, in particolare in aree con un elevato potenziale e lacune di mercato, come nei paesi beneficiari del Fondo di coesione; l'accento sarà ugualmente posto sui sistemi di trasporto sostenibili ed efficienti e sul rafforzamento dell'intermodalità e dell'interoperabilità della rete di trasporto, anche grazie a nuove tecnologie e sistemi di gestione del traffico, come il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, i sistemi di trasporto stradale intelligenti o il programma SESAR (programma di ricerca per la gestione del traffico aereo nell'ambito del cielo unico europeo).
Il sostegno sarà concesso su base concorrenziale, a seguito di un'approfondita procedura di valutazione e selezione. Nell'invito saranno previsti due termini per la presentazione delle proposte, il 14 luglio 2017 e il 30 novembre 2017.
Contesto
Nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa saranno resi disponibili 24,05 miliardi di euro dal bilancio UE 2014-2020 per il cofinanziamento di progetti TEN-T d'interesse comune negli Stati membri dell'UE. Di questi, 19,3 miliardi sono stati finora giuridicamente impegnati. Per ottenere informazioni sui progetti che hanno già ottenuto il sostegno dell'UE si può usare lo strumento EU Results.
Il piano di investimenti mira ad aumentare gli investimenti europei in modo da promuovere la crescita e creare posti di lavoro attraverso un uso più intelligente delle risorse finanziarie, sia esistenti sia nuove, la rimozione degli ostacoli agli investimenti, una maggiore visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento. Il piano di investimenti sta già producendo risultati. Si prevede che i progetti e gli accordi per cui finora è stato approvato il finanziamento del FEIS mobiliteranno investimenti per un totale di oltre 168 miliardi di euro nei 28 Stati membri a sostegno di più di 387 000 PMI. Il 14 settembre 2016 la Commissione europea ha proposto di estendere il FEIS potenziandolo e aumentandone la durata, nonché rafforzando i suoi punti di forza. Dati aggiornati sul FEIS per settore e per paese sono disponibili qui. Per ulteriori informazioni, cfr. le domande più frequenti (FAQ).
Trovare modi per creare sinergie e integrare il sostegno del FEIS con altri fondi dell'Unione è un elemento fondamentale della strategia. Simili combinazioni possono contribuire a sbloccare ulteriori progetti di investimento nell'UE, in particolare nei paesi che sinora hanno tratto meno benefici dal FEIS.
Per ulteriori informazioni
L'Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti (INEA) organizzerà una giornata informativa sul blending dei trasporti nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa lunedì 27 febbraio 2017 a Bruxelles.
Scheda informativa: L'UE si impegna a colmare la carenza di investimenti nei trasporti e a rilanciare l'economia europea

Previsioni economiche: si naviga in acque turbolente

simbolo euro
Secondo la Commissione europea, dopo aver dato prova di saper reagire alle sfide globali lo scorso anno, la ripresa economica europea dovrebbe continuare quest’anno e l’anno prossimo. Per la prima volta in quasi dieci anni, vi sono segnali circa una probabile crescita delle economie di tutti gli Stati membri dell’UE durante tutto il periodo di previsione (2016, 2017 e 2018). 
Tuttavia le prospettive sono avvolte da un'incertezza più fitta del solito.
Il PIL reale della zona euro è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l’occupazione aumenta a ritmo sostenuto e la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli pre-crisi. I consumi privati sono ancora il motore della ripresa e la crescita degli investimenti continua, pur restando modesta.
Le previsioni d’inverno pubblicate oggi dalla Commissione europea indicano per la zona euro una crescita del PIL pari all'1,6% nel 2017 e all'1,8% nel 2018, leggermente rivista al rialzo rispetto alle previsioni d'autunno (1,5% per il 2017 e 1,7% per il 2018) in virtù di risultati migliori del previsto nella seconda metà del 2016 e di un avvio del 2017 piuttosto vigoroso. La crescita del PIL nell'intera UE dovrebbe seguire una tendenza analoga, attestandosi all'1,8% quest'anno e il prossimo anno (a fronte delle previsioni d'autunno che prospettavano l'1,6% nel 2017 e l'1,8% nel 2018).
I rischi che gravano su tali proiezioni sono eccezionalmente ampi e, benché siano aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso, il bilancio complessivo punta verso il basso.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e incaricato della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: "La ripresa economica in Europa continua per il quinto anno consecutivo. In tempi di incertezza, è tuttavia importante che le economie europee restino competitive e in grado di adeguarsi al mutare delle circostanze, il che richiede continui sforzi di riforma strutturale. Dobbiamo anche puntare sulla crescita inclusiva, in modo che la ripresa sia percepita da tutti. Con l’inflazione che, partita da livelli bassi, sta salendo, non possiamo sperare che lo stimolo monetario attuale duri per sempre. Pertanto, i paesi con elevati livelli di deficit e di debito devono persistere nello sforzo di ridurli per diventare più resilienti agli shock economici."
Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "L’economia europea si è dimostrata capace di resistere ai numerosi shock che ha subito l’anno scorso. La crescita sta tenendo e la disoccupazione e i disavanzi stanno calando, ma, con un'incertezza a livelli così elevati, è più importante che mai utilizzare tutti gli strumenti offerti dalle politiche di sostegno alla crescita. Soprattutto, però, dobbiamo garantire che i benefici siano percepiti in tutte le regioni della zona euro e in tutti i segmenti della società." 
Le previsioni annunciano uno slancio della ripresa mondiale
Le prospettive di crescita per le economie avanzate non appartenenti all'UE sono migliorate negli ultimi mesi, in gran parte grazie alle aspettative di incentivi di bilancio negli Stati Uniti che hanno generato tassi di interesse a lungo termine più alti e un apprezzamento del dollaro statunitense. Anche la crescita nelle economie di mercato emergenti è destinata a consolidarsi fino al 2018, benché in misura diversa a seconda dei paesi e delle regioni. Nel complesso, questo scenario potrebbe rilanciare le esportazioni europee di beni e servizi dopo un 2016 fiacco.
L’inflazione sale
Ultimamente l’inflazione nella zona euro ha ripreso a salire, poiché il calo dei prezzi dell'energia registrato in passato ha recentemente ceduto il passo ad un aumento. Molto bassa negli ultimi due anni, l’inflazione dovrebbe raggiungere valori più alti quest’anno e l’anno prossimo, pur non arrivando ancora all'obiettivo di "livelli inferiori, ma prossimi al 2% a medio termine" che corrisponde alla definizione di stabilità dei prezzi. L'inflazione di fondo, che non tiene conto della volatilità dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, dovrebbe aumentare solo gradualmente. Nel complesso, l'inflazione nella zona euro dovrebbe crescere, passando dallo 0,2% nel 2016 all'1,7% nel 2017 e all'1,4% nel 2018. Nell'UE l'inflazione dovrebbe salire dallo 0,3% del 2016 all'1,8% nel 2017 e all'1,7% nel 2018.
La domanda interna rimane la spina dorsale della crescita economica
I consumi privati dovrebbero rimanere il principale motore della crescita, sostenuti da un miglioramento duraturo dell'occupazione e da un aumento della crescita nominale dei salari. Tuttavia, con un’inflazione in crescita che limita l’aumento del potere di acquisto delle famiglie quest’anno e l’anno prossimo, si prevede comunque un rallentamento della crescita dei consumi privati.
Gli investimenti continueranno ad aumentare, ma solo moderatamente, sostenuti da una serie di fattori quali costi di finanziamento molto bassi e un potenziamento dell’attività a livello mondiale. I progetti finanziati nell’ambito del piano di investimenti per l’Europa dovrebbero sostenere in maniera crescente gli investimenti pubblici e privati nel passaggio dalla fase di approvazione a quella di attuazione. Nel complesso, si prevede che gli investimenti della zona euro cresceranno del 2,9% quest’anno e del 3,4% nel 2018 (2,9% e 3,1% nell'UE), pari ad un aumento dell'8,2% ad oggi dall'avvio della ripresa all'inizio del 2013. Tuttavia la quota di investimenti in rapporto al PIL resta al di sotto del valore registrato all’inizio del secolo (pari al 20% nel 2016 rispetto al 22% nel periodo 2000-2005). La persistente debolezza degli investimenti mette in dubbio la sostenibilità della ripresa e la crescita potenziale dell’economia.
L'ulteriore aumento dell’occupazione contribuisce a ridurre la disoccupazione
La ripresa economica continua ad avere forti effetti positivi sui mercati del lavoro, a seguito di ampie riforme strutturali in diversi Stati membri. La crescita dell'occupazione dovrebbe rimanere relativamente sostenuta, seppure un po' meno dinamica nel 2017 e nel 2018 rispetto allo scorso anno. Nella zona euro è previsto un ulteriore calo del tasso di disoccupazione, dal 10,0% nel 2016 al 9,6% quest'anno, al 9,1% nel 2018. Per l'UE nel suo insieme, la disoccupazione dovrebbe scendere dall'8,5% del 2016 all'8,1% quest'anno e al 7,8% nel 2018. Pur restando al di sopra dei livelli pre-crisi, questi sono i tassi di disoccupazione più bassi dal 2009.
Riduzione dei disavanzi pubblici e del debito sovrano
Il disavanzo pubblico aggregato della zona euro e il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbero diminuire ulteriormente nel 2017 e nel 2018. Il disavanzo pubblico della zona euro dovrebbe scendere dall'1,7% del PIL dello scorso anno all'1,4% nel 2017 e nel 2018, il che riflette la minore spesa per interessi dovuta a tassi di interesse eccezionalmente bassi, ma anche altri miglioramenti nel mercato del lavoro: aumentano le persone che versano tasse e contributi e diminuiscono quelle che ricevono trasferimenti sociali. Si prevede una graduale riduzione del rapporto debito/PIL dal 91,5% nel 2016 al 90,4% nel 2017, all'89,2% nel 2018.
Espansione delle economie di tutti gli Stati membri
Per la prima volta dal 2008 le previsioni della Commissione prospettano una crescita economica in tutti gli Stati membri dell’UE per tutto il periodo di previsione (2016, 2017, 2018). Anche gli Stati membri più colpiti durante la recessione dovrebbero aver ripreso il cammino della crescita lo scorso anno. L’impatto dell’apprezzamento del dollaro statunitense e tassi d’interesse a lungo termine più alti potrebbero però comportare maggiori differenze tra i tassi di crescita degli Stati membri.
Rischi eccezionali attorno alle previsioni d’inverno
Il grado di incertezza particolarmente elevato che avvolge queste previsioni d'inverno è dovuto alle intenzioni ancora poco chiare della nuova amministrazione statunitense in alcuni settori strategici fondamentali, come pure alle numerose elezioni che si terranno in Europa quest'anno e ai prossimi negoziati con il Regno Unito a norma dell’articolo 50.
La bilancia dei rischi continua a pendere verso il basso, anche se sono aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso. A breve termine, gli incentivi di bilancio negli Stati Uniti potrebbero avere un impatto più incisivo sulla crescita rispetto a quello previsto attualmente. A medio termine, i rischi per le prospettive di crescita derivano dagli strascichi delle crisi recenti, dal voto del Regno Unito per uscire dall’Unione europea, da potenziali perturbazioni degli scambi commerciali, da una stretta monetaria negli Stati Uniti che potrebbe avere ricadute negative sulle economie di mercato emergenti e dalle potenziali conseguenze di livelli di debito elevati e in aumento in Cina.
Contesto
Le previsioni si basano su una serie di ipotesi esterne relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 1° febbraio 2017. I dati utilizzati rispecchiano le aspettative del mercato desunte dai mercati dei derivati al momento di elaborare le previsioni. Per tutti gli altri dati, comprese le ipotesi relative alle politiche governative, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 1° febbraio 2017. Le proiezioni includono solo le politiche sufficientemente dettagliate e annunciate in modo credibile e presuppongono politiche invariate.

Risultati della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020

Volontaria con ragazza
La Commissione europea ha presentato la relazione sullo stato di avanzamento dell’attuazione della strategia europea sulla disabilità 2010-2020. I dati raccolti evidenziano progressi in tutti e otto gli ambiti della strategia: accessibilità, partecipazione, uguaglianza, occupazione, istruzione e formazione, protezione sociale, salute e azione esterna.
Iniziative come la direttiva sull’accessibilità del web, che renderà i siti web pubblici accessibili a tutti, e la proposta di Atto europeo sull’accessibilità sono passi importanti verso una migliore accessibilità. Il progetto di tessera europea d'invalidità è stato sperimentato in 8 Stati membri, compresa l'Italia, e agevolerà i viaggi delle persone con disabilità tra i paesi partecipanti. La tessera garantirà pari accesso a vantaggi specifici, soprattutto nel campo della cultura, del tempo libero, dello sport e dei trasporti, e sarà riconosciuta reciprocamente dai paesi dell'UE che partecipano al sistema, su base volontaria.
Nonostante questi risultati positivi, restano tuttavia questioni da risolvere. Con l'invecchiamento della popolazione dell’UE, il numero di Europei con disabilità sta aumentando notevolmente e il loro tasso di occupazione resta molto più basso di quello delle persone non disabili (48,7% rispetto a 72,5%). Inoltre, nell'UE il 30% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o esclusione sociale, rispetto al 21,5% delle persone senza disabilità.
La Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, ha commentato: "La relazione sullo stato di avanzamento dell'attuazione della strategia indica che i suoi obiettivi decennali continuano ad essere pienamente pertinenti. Entro il 2020 circa 120 milioni di Europei avranno una disabilità. L’azione dell’UE ha avuto un impatto rilevante negli ultimi anni, ma non può avere successo senza l’aiuto degli Stati membri. Dobbiamo proseguire con gli sforzi a tutti i livelli per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla società e ai mercati del lavoro. L’adozione imminente di un pilastro europeo dei diritti sociali contribuirà a sostenere il nostro impegno per un’Europa più sociale e inclusiva per tutti."
La strategia europea sulla disabilità è il principale strumento per sostenere l’attuazione da parte dell'UE della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD), che ha compiuto 10 anni a dicembre 2016.
X SAPERNE D+

Mercato unico digitale: i negoziatori dell'UE concordano nuove norme che consentono agli europei di poter utilizzare i servizi di contenuti online in un altro paese dell'UE


Le norme riflettono le nuove abitudini degli europei di fruizione online di contenuti culturali e di intrattenimento durante gli spostamenti nell'UE.In base all'accordo raggiunto tra i negoziatori del Parlamento europeo, gli Stati membri e la Commissione europea, gli europei avranno presto la possibilità di utilizzare appieno i loro abbonamenti online a libri, film, eventi sportivi, videogiochi o servizi musicali quando viaggiano all'interno dell'UE. Si tratta del primo accordo di ammodernamento della normativa sul diritto d'autore dell'UE proposto dalla Commissione nella strategia per il mercato unico digitale.
Le nuove norme sulla portabilità risponderanno alle nuove abitudini degli europei di fruizione di contenuti culturali e di intrattenimento. Nel 2016 il 64% degli europei ha utilizzato Internet per scaricare giochi, immagini, film o musica o per avere accesso agli stessi, utilizzando sempre più spesso i dispositivi mobili. Da un'indagine realizzata nel 2015 è emerso che un europeo su tre vuole la portabilità transfrontaliera, una possibilità ritenuta ancora più importante dai giovani. La metà delle persone di età compresa tra i 15 e i 39 anni ritiene cruciali la portabilità e l'accesso al servizio cui è abbonata quando si sposta in Europa.
Le nuove norme permetteranno ai consumatori di accedere ai servizi di contenuti online quando si spostano all'interno dell'UE nello stesso modo in cui vi accedono da casa. Ad esempio, se si abbona ai servizi online di Canal+ per guardare film e serie, il consumatore francese sarà in grado di accedere a film e serie disponibili in Francia se va in vacanza in Croazia o si sposta in Danimarca per un viaggio di lavoro.
I fornitori di servizi di contenuti online come Netflix, MyTF1 o Spotify verificheranno il paese di residenza dell'abbonato tramite strumenti quali i dati di pagamento, l'esistenza di un contratto Internet o l'indirizzo IP. Tutti i fornitori che offrono servizi di contenuti online a pagamento saranno tenuti a rispettare le nuove norme. Per i servizi gratuiti (come i servizi online delle televisioni pubbliche o delle radio) i fornitori potranno decidere se offrire la portabilità ai propri abbonati.
Prossime tappe
Il testo concordato deve ora essere formalmente confermato dal Consiglio dell'UE e dal Parlamento europeo. Una volta adottato, il regolamento sarà applicabile in tutti gli Stati membri dell'UE entro l'inizio del 2018 poiché il regolamento concede ai fornitori e ai titolari dei diritti un periodo di 9 mesi per prepararsi all'applicazione delle nuove norme.
Contesto
Nel dicembre 2015 la Commissione europea ha proposto un regolamento per ampliare l'accesso ai contenuti online per i viaggiatori nell'UE. È stata la prima proposta legislativa della strategia per il mercato unico digitale, completata nel settembre 2016 da norme moderne sul diritto d'autore nell'UE al fine di ampliare la diversità culturale in Europa e i contenuti disponibili online, introducendo nel contempo norme più chiare per tutti gli utenti online. Il regolamento verte su quei servizi di contenuti online per i quali l'applicazione delle norme sul diritto d'autore è della massima importanza, come le piattaforme di video on demand (Netflix, HBO Go, Amazon Prime, Mubi, Chili TV), i servizi di TV online (Viasat's Viaplay, Sky's Now TV, Voyo), i servizi di streaming musicale (Spotify, Deezer, Google Music) o i negozi online di giochi (Steam, Origin). La principale caratteristica di questi servizi è fornire accesso a contenuti protetti dal diritto d'autore e diritti connessi, come anche a servizi di media audiovisivi.
La possibilità di avere accesso a servizi di contenuti online quando si viaggia sarà ancora più importante a partire dal 15 giugno 2017 quando, con l'entrata in vigore delle nuove norme sul roaming, gli utenti che si spostano in un altro Stato membro pagheranno la tariffa nazionale per utilizzare, purché in modo ragionevole, la rete mobile, indipendentemente dallo Stato membro in cui si trovano (cfr. recente comunicato stampa).
Per maggiori informazioni

sabato 4 febbraio 2017

Ridurre le emissioni del trasporto aereo


Le emissioni di anidride carbonica prodotte dal trasporto aereo rappresentano il 2% delle emissioni globali. Negli ultimi 24 anni il traffico aereo è aumentato dell'80%, insieme alle emissioni di CO2 prodotte nello stesso periodo. E si prevede che queste emissioni aumenteranno di un altro 45% entro il 2035. I dati che si evincono dall'ultimo Rapporto ambientale sull'aviazione europea, non sono più sostenibili. Se le cose continuano così, forse la soluzione e ritornare ad essere cittadini "a chilometro zero".
L’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO) e la Commissione europea hanno stipulato, a Montreal, un accordo volto a stabilizzare le emissioni prodotte dal trasporto aereo internazionale. La Commissione ha iniziato quindi ad attivarsi per per garantire il raggiungimento di un accordo, a livello mondiale, rivolto a stabilizzare le emissioni del trasporto aereo internazionale. L'idea è quella di un sistema che imporrà alle compagnie aeree di monitorare e comunicare le loro emissioni annuali di CO2 sulle rotte internazionali, compensando quelle che superano i livelli fissati per il 2020. Ovviamente, questo accordo su scala mondiale impone anche di rivedere il sistema di scambio delle quote di emissione in ambito UE. 
Il Commissario Europeo per l’Azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete, ha dichiarato: "Con questa proposta facciamo in modo che anche il settore dell’aviazione contribuisca al conseguimento dei nostri obiettivi climatici. Invitiamo i paesi di tutto il mondo a partecipare al sistema globale da subito e ad aiutarci a mettere a punto e ad attuare criteri ambientali validi per ottenere un’effettiva riduzione delle emissioni nel settore dell’aviazione."
La Commissaria Europea per i Trasporti, Violeta Bulc, ha dichiarato: "A seguito dell’accordo storico dell'ICAO, l'Unione europea si sta adoperando per l'attuazione del sistema mondiale. Vogliamo davvero conseguire una crescita neutra in termini di emissioni di carbonio del settore del trasporto aereo e forniremo assistenza tecnica e finanziaria a tal fine. L'aviazione è un’attività di portata mondiale e nessun paese può essere lasciato indietro!"

BENESSERE DEGLI ANIMALI, LA COMMISSIONE CREA UN GRUPPO DI ESPERTI

Il gruppo di esperti è denominato «Piattaforma sul benessere degli animali». I compiti della piattaforma sono, tra l'altro, quello di assistere la Commissione nell’attuazione, l'interpretazione, l’applicazione e la promozione della legislazione, internazionale e dell’Unione Europea in materia di benessere degli animali. e alla comprensione, all’interno e all’esterno dell’Unione, della legislazione dell’Unione e delle norme internazionali in materia di benessere degli animali. La "piattaforma" avrá anche il compito fondamentale di incoraggiare il dialogo tra le autorità competenti, le imprese, la società civile, le università, i ricercatori e le organizzazioni intergovernative internazionali sulle questioni in materia di benessere degli animali per le quali l’Unione ha competenza facilitando, in particolare, lo sviluppo e l’uso di impegni volontari rivolti a migliorare il benessere degli animali da parte delle imprese. La Commissione Europea potrà, inoltre, consultare la piattaforma su qualsiasi questione legata al benessere degli animali per cui l’Unione ha competenza.
 

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E GIOVANI LEADERS

venerdì 3 febbraio 2017

La Commissione europea avvia una consultazione pubblica sul futuro della politica agricola comune

La Politica Agricola Comune (PAC), la longeva nonnina delle politiche dell'Unione europea, deve necessariamente affrontare un'incisiva operazione di restyling e non solo. Da ammodernare e semplificare, dovrebbe essere posta nelle condizioni di rispondere adeguatamente alle impegnative sfide sociali, politiche, economiche e ambientali in Epoca di globalizzazione e di crisi.
A tale scopo, la Commissione europea ha avviato da qualche giorno una prima fase di consultazione pubblica che resterà aperta per 12 settimane, consentendo agli agricoltori, ai cittadini, alle organizzazioni e alle altre parti interessate di esprimersi sul futuro della politica agricola comune. I contributi ricevuti  aiuteranno le istituzioni europee a definire le future priorità di una tra le principali politiche europee che, come è noto, assorbe una parte importante del Bilancio UE.
Annunciando il processo di consultazione, Phil Hogan, Commissario per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: "Oggi iniziamo a muovere i prossimi passi verso la modernizzazione e la semplificazione della politica agricola comune per il XXI secolo. Con l'avvio di questa consultazione pubblica chiediamo a tutte le parti in causa e a coloro che sono interessati al futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura in Europa di partecipare alla definizione di una politica per tutti i cittadini europei. 
La Commissione si avvarrà dei contributi forniti dalla consultazione per redigere una comunicazione, prevista per la fine del 2017, contenente un bilancio dell'attuale funzionamento della politica agricola comune e possibili opzioni politiche per il futuro fondate su prove affidabili.
I risultati della consultazione pubblica saranno pubblicati online e presentati dal Commissario Hogan nell'ambito di una conferenza prevista a Bruxelles nel luglio 2017.
Contesto
Varata nel 1962, la politica agricola comune è una delle politiche di più lunga tradizione dell'UE e si è evoluta negli anni per rispondere alle mutevoli sfide dei mercati agricoli. Benché le riforme più recenti risalgano al 2013, vari importanti sviluppi registrati successivamente, tra cui l'aumento dell'incertezza sui mercati, il calo dei prezzi e i nuovi impegni internazionali in materia di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, richiedono dalla politica agricola comune una risposta più efficace.
Queste e altre sfide rendono essenziale che la politica agricola comune sia modernizzata, semplificata per ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi e resa ancora più coerente con le altre politiche dell'UE al fine di massimizzare il suo contributo alle 10 priorità politiche della Commissione, agli obiettivi di sviluppo sostenibile e all'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Per ulteriori informazioni

mercoledì 1 febbraio 2017

Finanziamento di progetti per la mobilità degli apprendisti e l' integrazione dei giovani nel mercato del lavoro

Il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale EaSI ha pubblicato l'invito a presentare proposte: “Quadro europeo per la mobilità degli apprendisti: sviluppare la cittadinanza europea e le competenze attraverso l’integrazione dei giovani nel mercato del lavoro”.  L’obiettivo dei progetti che verranno finanziati deve essere quello di permettere ai giovani apprendisti di sviluppare le proprie competenze e prospettive di occupazione e di rafforzare il proprio senso di cittadinanza europea attraverso periodi di mobilità transnazionale compresi tra 6 e 12 mesi.
Le candidature vanno presentate entro il:  29 marzo 2017.
I progetti devono comprendere queste azioni:
  1. Valutare l’esistenza e la portata della domanda relativa allo sviluppo di schemi di mobilità transnazionale di lungo periodo tra gli stakeholder rilevanti;
  2. Identificare gli ostacoli legali, pratici, istituzionali, accademici che disincentivano gli apprendisti dal fare domanda per mobilità di lungo periodo all’estero;
  3. Identificare e disseminare buone pratiche e fattori di successo per il collocamento lavorativo di lungo periodo destinato agli apprendisti.
Le attività che è possibile svolgere nel quadro dei progetti sono le seguenti:
  1. individuare i candidati apprendisti e assicurare un incontro efficace tra i loro profili e le necessità professionali delle imprese ospitanti. Questo include una conoscenza adeguata della lingua del Paese ospitante o la possibilità di ricevere formazione linguistica prima e durante la mobilità;
  2. organizzare sessioni di introduzione, formazione pre-mobilità e corsi di lingua se necessario;
  3. stilare learning agreements dettagliati con chiari contenuti e risultati di apprendimento, specificando il relativo riconoscimento formale e i diritti e doveri delle parti in causa;
  4. provvedere all’organizzazione di viaggio e alloggio per gli apprendisti coprendone i costi, inclusi quelli di sussistenza;
  5. disporre attività per facilitare l’integrazione dei giovani nel luogo ospitante promuovendo il senso di cittadinanza europea;
  6. garantire che le imprese ospitanti siano in grado di formare l’apprendista per l’intera durata della mobilità, idealmente mettendo a disposizione un mentor personale;
  7. svolgere un’adeguata valutazione a diversi stadi della mobilità, individuando fattori di successo e ostacolanti al fine di: garantire la partecipazione di imprese (soprattutto PMI) a schemi di mobilità di questo tipo; integrare le esperienze di mobilità transnazionale di lungo periodo nei curricula di apprendistato nazionali; garantire validazione e riconoscimento dei risultati di apprendimento conseguiti; superare gli impedimenti esistenti per questo tipo di mobilità;
  8. svolgere una valutazione regolare di tutti gli aspetti della mobilità e prevedere meccanismi di feedback alla Commissione;
  9. individuare diversi tipi di supporto pubblico alla mobilità transnazionale degli apprendisti e suggerire canali di ottimizzazione di questo sostegno;
  10. implementare un piano di comunicazione e sensibilizzazione sui benefici di un apprendistato di lungo periodo all’estero.
La durata di ciascun progetto è di circa 18 mesi.
Il finanziamento per ciascun progetto varia tra 300.000 e 500.000 €. Il cofinanziamento coprirà l’85% dei costi eleggibili.
Possono candidarsi tutte le organizzazioni pubbliche o private attive nel settore della formazione e istruzione professionale.
I progetti vanno necessariamente presentati attraverso un partenariato composto da almeno 2 organizzazioni (una di invio e una di ricezione) con sede in 2 diversi paesi membri dell' UE.

sabato 28 gennaio 2017

Conclusioni del Consiglio dei Ministri dell'economia e delle finanze


  • Conclusioni concernenti la relazione 2017 sul meccanismo di allerta

  • Conclusioni relative agli orientamenti macroeconomici e di bilancio rivolti agli Stati membri (analisi annuale della crescita)

Conclusioni concernenti la relazione 2017 sul meccanismo di allerta 

Bruxelles, 27.1.2017

Il Consiglio ECOFIN:
1. ACCOGLIE CON FAVORE la sesta relazione della Commissione sul meccanismo di allerta, che segna l'inizio del ciclo annuale della procedura per gli squilibri macroeconomici (PSM) nel contesto del semestre europeo 2017.
2. CONDIVIDE AMPIAMENTE l'analisi orizzontale della Commissione relativa all'aggiustamento degli squilibri macroeconomici nell'UE e nella zona euro. SI COMPIACE degli ulteriori progressi compiuti dagli Stati membri nella correzione dei loro squilibri, contribuendo così al riequilibrio nell'UE e nella zona euro. PRENDE ATTO della ripresa costante ma ancora moderata e della bassa inflazione che continuano a pesare sulla riduzione degli squilibri e sui rischi macroeconomici. SOTTOLINEA che, malgrado i miglioramenti, le sfide e i rischi restano ampiamente immutati e che sono necessari ulteriori progressi quanto alle azioni strategiche per correggere gli squilibri, in particolare gli elevati livelli di indebitamento, in un contesto di prodotto potenziale e di crescita della produttività in declino e di tassi di disoccupazione storicamente elevati. Al tempo stesso permangono avanzi molto consistenti delle partite correnti in alcuni Stati membri della zona euro con esigenze di riduzione dell'indebitamento relativamente basse; in determinate circostanze tali avanzi potrebbero indicare la presenza di forti squilibri tra risparmi e investimenti che necessitano di progressi quanto alle azioni strategiche. RILEVA che il riequilibrio dei disavanzi verso posizioni in attivo in molti paesi della zona euro, associato a eccedenze forti e persistenti in altri paesi, ha comportato un aggiustamento asimmetrico che ha condotto a una posizione in attivo ampia e crescente della zona euro nel suo insieme le cui conseguenze meritano ulteriore attenzione. Nel complesso, CONCORDA sulla necessità di compiere ulteriori e decisivi sforzi di riforma volti a promuovere gli investimenti e sbloccare il potenziale di crescita.
3. PRENDE ATTO dello screening economico di base presentato dalla Commissione nella relazione sul meccanismo di allerta. RICONOSCE la necessità di un ulteriore esame approfondito degli sviluppi recenti nei 13 Stati membri in cui sono stati già individuati squilibri lo scorso anno per valutare se tali squilibri si stiano attenuando, siano persistenti o si stiano aggravando, tenendo conto dell'attuazione delle pertinenti misure volte a superare gli squilibri, incluse quelle raccomandate precedentemente nel contesto del semestre europeo. RILEVA che restano vulnerabilità in alcuni Stati membri in cui, in questa fase, non si ritiene giustificato procedere a detto esame e che gli sviluppi dovranno essere monitorati.
4. ACCOGLIE CON FAVORE l'intenzione della Commissione di pubblicare, a febbraio, gli esami approfonditi integrati nelle relazioni per paese, le quali tengono anche conto dell'ulteriore analisi della Commissione su altre questioni strutturali rilevanti per il semestre europeo. SOTTOLINEA la necessità di concentrarsi sulle sfide principali quali l'elevato indebitamento privato ed estero, le modeste competitività e crescita potenziale, i rischi connessi all'aumento dei prezzi immobiliari, gli avanzi e disavanzi delle partite correnti, i problemi di aggiustamento rispecchiati in un alto tasso di disoccupazione, effettuando una chiara distinzione tra le sfide cui sono confrontati gli Stati membri in termini di fonti e di gravità dei rischi al fine di definire priorità chiare e garantire un'azione rapida. SOTTOLINEA che la procedura per gli squilibri macroeconomici debba essere sfruttata appieno, applicandone il braccio correttivo ove opportuno.
5. ACCOGLIE CON FAVORE la pubblicazione della Commissione di un compendio della procedura per gli squilibri macroeconomici, che presenta una panoramica del modo in cui il quadro di tale procedura funziona e del modo in cui la sua applicazione si è evoluta nel tempo. SOTTOLINEA che la trasparenza e la prevedibilità della procedura per gli squilibri macroeconomici, in particolare il mantenimento delle attuali categorie di squilibri, sono essenziali per assicurare la titolarità della procedura da parte degli Stati membri, a sua volta fondamentale per l'efficacia del PSM. METTE IN RISALTO l'esigenza di proseguire i lavori tecnici al fine di valutare l'adeguatezza del quadro di valutazione e di sviluppare e migliorare ulteriormente gli strumenti e i quadri analitici finalizzati a valutare gli sviluppi e i fattori responsabili della creazione e della correzione degli squilibri e dei relativi effetti di ricaduta, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente l'analisi e i risultati sottostanti.
6. RITIENE che il monitoraggio specifico del PSM contribuisca a promuovere un'efficace attuazione delle misure volte a correggere gli squilibri macroeconomici. PRENDE ATTO dell'estensione del monitoraggio specifico a tutti gli Stati membri interessati dalla sorveglianza della procedura per gli squilibri macroeconomici e ACCOGLIE CON FAVORE lo snellimento della procedura. SOTTOLINEA l'importanza di mantenere pratiche stabili e trasparenti in relazione all'attuazione del monitoraggio specifico.
7. CONCORDA in generale con la valutazione fornita dalla Commissione nelle relazioni di monitoraggio specifico riguardanti l'azione svolta dagli Stati membri con squilibri nel contesto del PSM e le restanti lacune politiche. RILEVA che la vasta maggioranza delle relazioni di monitoraggio specifico sono state già discusse nei comitati del Consiglio e che le restanti relazioni di monitoraggio specifico di Spagna, Portogallo e Irlanda saranno discusse all'inizio del 2017 nel contesto delle rispettive relazioni di sorveglianza post programma.
8. INVITA la Commissione a dar seguito ai risultati del monitoraggio specifico in modo coerente ed efficace per quanto riguarda l'attuazione della procedura per gli squilibri macroeconomici, e INVITA gli Stati membri ad affrontare in modo ambizioso e concreto le lacune politiche individuate nel contesto del monitoraggio specifico al fine di correggere gli squilibri dannosi.

 

Conclusioni del Consiglio relative agli orientamenti macroeconomici e di bilancio rivolti agli Stati membri (analisi annuale della crescita)

Bruxelles, 27.1.2017

Il Consiglio ECOFIN:
I. SEMESTRE EUROPEO 2017
1. SI COMPIACE dell'analisi annuale della crescita 2017 della Commissione, che individua le principali priorità strategiche per l'occupazione e la crescita nell'UE e negli Stati membri e segna l'inizio del semestre europeo 2017.
2. CONDIVIDE AMPIAMENTE l'analisi della Commissione relativa alla situazione economica e alle sfide strategiche all'interno dell'UE. Occorre che le politiche strutturali e di bilancio contribuiscano a consolidare la ripresa e sfruttino la situazione attuale per affrontare gli squilibri macroeconomici, nonché per attuare riforme ambiziose e perseguire politiche di bilancio responsabili. Nonostante i recenti miglioramenti, le prospettive economiche a livello mondiale si annunciano sempre più incerte; i risultati economici, e l'attuazione delle riforme, rimangono disomogenei all'interno dell'UE. Sebbene sia prevista una crescita dell'occupazione, molte economie si trovano tuttora di fronte a sfide strutturali di ampia portata, anche nel mercato del lavoro. Per quanto in diminuzione, il livello ancora alto del debito pubblico e privato contribuisce a frenare gli investimenti. Come confermato dalla relazione della Commissione sul meccanismo di allerta, la crescita e l'occupazione sono limitate anche dal rischio di vari squilibri macroeconomici.
3. In tale contesto, APPROVA gli ambiti strategici prioritari di massima stabiliti dalla Commissione su cui occorre concentrare gli sforzi a livello nazionale e dell'UE nel 2017, ossia la promozione degli investimenti nonché la prosecuzione delle riforme strutturali e di politiche di bilancio responsabili. Tali priorità dovrebbero essere attuate in modo integrato, al fine di affrontare efficacemente le sfide a livello sia dell'UE sia degli Stati membri per garantire una crescita inclusiva e uno sviluppo economico sostenibile. SOTTOLINEA che nell'analisi annuale della crescita non si è posto sufficientemente l'accento sulla necessità di riforme del mercato dei prodotti, alle quali dovrebbe essere conferita priorità dal momento che favoriscono in maniera più diretta la produttività e la produzione, indipendentemente dalle condizioni economiche. CONCORDA sull'importanza delle riforme per migliorare l'offerta di manodopera e promuovere le pari opportunità nel mercato del lavoro, come l'aumento della partecipazione della forza lavoro femminile e l'integrazione dei gruppi svantaggiati quali modalità per incrementare il potenziale di crescita e favorire il progresso sociale. RICONOSCE la necessità di un approccio globale per integrare i migranti e il recente afflusso di rifugiati nonché per agevolare il loro accesso al mercato del lavoro.
4. CONCORDA con l'analisi della Commissione che evidenzia la necessità di migliorare il conseguimento di risultati nell'attuazione delle riforme e SOTTOLINEA l'importanza del monitoraggio dei risultati e dell'attuazione delle politiche, comprese le raccomandazioni specifiche per paese, durante l'intero anno. INVITA il comitato economico e finanziario e il comitato di politica economica a impegnarsi attivamente in tali lavori sulla base del contributo della Commissione. ATTENDE CON INTERESSE il dibattito sostanziale, che si terrà in occasione del Consiglio di marzo 2017, circa l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese sulla base della valutazione approfondita della Commissione.
5. INCORAGGIA a proseguire un dialogo efficiente ed aperto nelle capitali, tra gli Stati membri e la Commissione, nonché un maggiore coinvolgimento dei soggetti nazionali interessati.
II. ORIENTAMENTI DI POLITICA MACROECONOMICA E DI BILANCIO
Rilanciare gli investimenti
6. RICONOSCE che in un contesto in cui tassi d'interesse sono bassi, i volumi di liquidità sui mercati finanziari elevati e l'indebitamento dei soggetti pubblici e privati in via di ridimensionamento, i livelli di investimento rimangono bassi. Vi è un'urgente necessità di rilanciare gli investimenti migliorando il clima generale degli stessi per rafforzare la ripresa economica dell'UE e aumentare la produttività e il potenziale di crescita. RICORDA le conclusioni del Consiglio ECOFIN, del dicembre 2016, sull'eliminazione delle strozzature agli investimenti individuate nell'ambito del terzo pilastro del piano di investimenti, che sottolineano altresì lo stretto legame tra investimenti e riforme strutturali. Si esortano gli Stati membri ad affrontare gli ostacoli – nazionali e transfrontalieri – agli investimenti per rafforzare il mercato unico e il contesto degli investimenti nell'UE nel suo insieme.
7. Sebbene le condizioni di erogazione di prestiti registrino un miglioramento, le società continuano a dover affrontare condizioni di finanziamento differenti a seconda del luogo in cui sono ubicate. Molti Stati membri si trovano a far fronte alla sfida costituita dall'eccessivo indebitamento privato e dai prestiti deteriorati, che ostacola il funzionamento dell'intermediazione finanziaria e frena le decisioni di investimento. CONDIVIDE l'analisi della Commissione secondo cui quadri normativi ben funzionanti in materia di insolvenza sono fondamentali per le decisioni di investimento.
8. CONDIVIDE l'opinione secondo cui occorre migliorare ulteriormente l'efficienza dei quadri normativi nazionali in materia di insolvenza al fine di contribuire ad affrontare l'alto livello di prestiti deteriorati e CONVIENE sull'elaborazione e l'attuazione di una strategia efficace, a livello sia degli Stati membri sia dell'UE, volta a integrare interventi di vigilanza prudenziale per affrontare i rischi legati all'efficienza economica nel settore bancario in taluni Stati membri, anche per quanto riguarda il livello elevato di prestiti deteriorati, modelli di business inefficienti e sovracapacità. SOTTOLINEA che tali interventi dovrebbero essere in linea con il quadro normativo esistente, in particolare la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche.
9. RIBADISCE che un maggiore sviluppo e una maggiore integrazione dei mercati dei capitali potrebbero rilanciare gli investimenti per le imprese e i progetti infrastrutturali, attrarre investimenti stranieri a lungo termine e contribuire alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. A tal fine SOSTIENE i progressi compiuti nella creazione di una vera Unione dei mercati dei capitali, nell'eliminazione degli ostacoli che si frappongono agli investimenti transfrontalieri e nella diversificazione delle fonti di finanziamento, favorendo così in particolare il finanziamento delle infrastrutture e delle PMI e determinando, con l'adozione ove opportuno di misure sul versante fiscale, una struttura di finanziamento più equilibrata tra capitale proprio e debito delle imprese dell'UE nonché un'ulteriore ripartizione dei rischi a livello transfrontaliero sul mercato privato.
Proseguire le riforme strutturali per modernizzare le nostre economie
10. CONDIVIDE AMPIAMENTE il parere della Commissione, secondo cui gli Stati membri devono investire di più per creare condizioni favorevoli a una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e ad attività di formazione e riqualificazione efficaci. SOTTOLINEA l'importanza delle riforme del mercato dei prodotti nonché dell'apertura dei mercati nell'ottica di incrementare il potenziale di crescita, la produttività e l'efficienza - aspetti che possono favorire anche il successo delle riforme del mercato del lavoro. Inoltre, le riforme del mercato dei prodotti possono migliorare la capacità di adattamento in caso di shock, concorrere a un riequilibrio, diminuire gli effetti collaterali negativi della globalizzazione e della riduzione dell'indebitamento rafforzandone al contempo gli effetti positivi, e contribuire a prevenire gli squilibri macroeconomici. PONE IN EVIDENZA che il mercato unico europeo rimane il più potente motore della crescita e che il completamento del mercato unico dei beni e dei servizi, unitamente al proseguimento dei lavori in materia di mercato unico del digitale, Unione dei mercati dei capitali e Unione dell'energia, dovrebbe costituire una priorità.
11. ENFATIZZA il fatto che i sistemi di protezione sociale dovrebbero essere sostenibili sul piano finanziario. La maggior parte degli Stati membri ha riformato i sistemi pensionistici per renderli più sostenibili, efficienti e adeguati, ma servono misure supplementari per consolidare tali riforme. CONCORDA con l'analisi della Commissione, secondo cui l'efficacia di dette riforme è agevolata da politiche di accompagnamento volte ad aumentare il reddito pensionistico mediante l'allungamento della vita lavorativa e il sostegno ad altri redditi pensionistici complementari.
Politiche di bilancio responsabili
12. ACCOGLIE CON SODDISFAZIONE i progressi compiuti in materia di risanamento di bilancio, RICONOSCE tuttavia che il quadro d'insieme nasconde differenze marcate fra gli Stati membri e che permangono sfide sul piano delle finanze pubbliche. RICORDA che per la zona euro è essenziale un forte coordinamento delle politiche nazionali di bilancio, basato su norme comuni, per giungere a un adeguato orientamento aggregato della politica di bilancio e per il corretto funzionamento dell'Unione monetaria. PRENDE ATTO della comunicazione e dell'analisi della Commissione relative all'orientamento della politica di bilancio , in cui si sollecita un orientamento positivo della politica di bilancio per l'intera zona euro. RICORDA che a luglio l'Eurogruppo ha concluso, sulla base dell'analisi della Commissione, che l'orientamento aggregato della politica di bilancio sostanzialmente neutro nel 2017 rappresenta un equilibrio appropriato. RICONOSCE l'importanza, nella congiuntura attuale, di mirare a un giusto equilibrio tra l'esigenza di assicurare la sostenibilità e la necessità di sostenere gli investimenti per rafforzare la ripresa, contribuendo in tal modo a un adeguato orientamento aggregato della politica di bilancio e a una combinazione più equilibrata delle politiche.
13. CONCORDA sul fatto che, per gli Stati membri, è tuttora essenziale continuare ad attuare riforme strutturali nell'ottica di aumentare il potenziale di crescita e che le politiche di bilancio degli Stati membri dovrebbero sostenere la crescita garantendo al contempo la sostenibilità del debito a più lungo termine, anche rivolgendo maggiore attenzione alla qualità e alla composizione dei bilanci a favore degli investimenti e di altre categorie di spesa e di entrate atte a incrementare il potenziale di crescita economica. RIBADISCE che le politiche di bilancio dovrebbero essere perseguite nel pieno rispetto del patto di stabilità e crescita. CONDIVIDE il parere della Commissione secondo cui in diversi paesi con un debito pubblico elevato permangono problemi di sostenibilità di bilancio che potrebbero renderli vulnerabili agli shock negativi, SOTTOLINEA pertanto la necessità di assicurare un controllo a lungo termine sui livelli di disavanzo e di indebitamento onde sviluppare capacità di resilienza mediante politiche di bilancio prudenti in detti Stati membri con un debito pubblico elevato, anche attraverso il rispetto della regola del debito. CONVIENE che taluni Stati membri hanno ottenuto risultati migliori rispetto ai loro obiettivi a medio termine e potrebbero sfruttare la situazione di bilancio favorevole in cui si trovano per rafforzare ulteriormente la domanda interna e il potenziale di crescita, in funzione delle circostanze specifiche del paese e nel rispetto dell'obiettivo a medio termine, delle prerogative nazionali di bilancio e dei requisiti nazionali.
14. RAMMENTA che il patto di stabilità e crescita consente il funzionamento degli stabilizzatori automatici in linea con il percorso convenuto dell'adeguamento strutturale e offre una notevole flessibilità per adeguare le politiche di bilancio agli sviluppi negli Stati membri, senza compromettere l'obiettivo generale di promuovere finanze pubbliche sane e sostenibili. SOTTOLINEA l'importanza di garantire che la Commissione esamini in maniera coerente le richieste di flessibilità avanzate dagli Stati membri nel quadro del patto di stabilità e crescita, anche per quanto riguarda una spesa straordinaria che si verifica a causa di eventi inconsueti non soggetti al controllo dei governi.

venerdì 27 gennaio 2017

IN BREVE DALL'UE

BREXIT, 138 PAROLE PER USCIRE DALL'UNIONE EUROPA: il governo della premier britannica Theresa May ha presentato il progetto di legge che sottoporrà al voto del Parlamento per ottenere l'autorizzazione a far scattare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, avviando i negoziati per l'uscita dall'Unione Europea. Il progetto di legge consta di138 parole (circa 10 righe) e sarà presentato alla Camera dei Comuni e alla Camera dei Lord prima di ottenere l'assenso reale (ovvero la promulgazione formale) entro la data limite del 31 marzo.

CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA PAC: la consultazione pubblica sulla Politica Agricola Comune (PAC) dopo il 2020, aperta a tutti i cittadini e le cittadine dell'UE, comincerà il 2 febbraio e durerà tre mesi. Lo ha detto il Commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan nel corso del recente Consiglio dei ministri dell'agricoltura. La consultazione culminerá in una grande conferenza a Bruxelles - in maggio o giugno - che coinvolgerà tutte le parti interessate, preparando il terreno per la Comunicazione della Commissione europea sul futuro della Pac che arriverà prima della fine dell'anno. Intanto, il 6 marzo prossimo, la riforma della PAC verrà discussa dai ministri dell'agricoltura degli stati membri in seno al Consiglio dei Ministri.

LA RIVISTA SULL' EUROPA RURALE ORA ANCHE IN ITALIANO: il numero 23 di Rural Connections, la rivista della Rete Europea per lo Sviluppo Rurale (RESR) è ora disponibile anche in italiano. In questo numero: risultati del Forum rurale di Amsterdam; Cooperazione transnazionale; il primo hub rurale d e l l’ Ir l a n da; il parlamento rurale svedese; la “teoria u” applicata a leader; Cork 2.0 e il futuro dello Sviluppo Rurale in Europa.

ERASMUS+, CIFRE DA CAPOGIRO – NUOVA GUIDA AL PROGRAMMA: il Rapporto 2015 relativo al Programma evidenzia un investimento di 2,1 milliardi di euro che hanno interessato oltre 19.600 progetti, coinvolgendo oltre 69.000 organizazioni. Francia, Germania e Spagna sono i paesi da cui principalmente provengono i soggetti beneficiari di Erasmus+, mentre Spagna Germania e Regno Unito risultano i paesi che ricevono più giovani. Novità in arrivo in relazione ad una possibile estensione delle tematiche relative al Programma; si tratta di affrontare sfide come "le crescenti disuguaglianze e la persistente disoccupazione in Europa", di lotta alla "radicalizzazione" e di un possibile contributo di Erasmus+ per "affrontare le sfide poste dall’attuale crisi dei rifugiati costruendo società più aperte e coese". Il Parlamento Europeo, tuttavia, mette in guardia la Commissione UE: “Erasmus potrebbe essere vittima del suo stesso successo”. Intanto è stata pubblicata la versione aggiornata della Guida al programma Erasmus+ per il 2017.

MALTA, I MINISTRI DELL'INTERNO DELL'UNIONE EUROPEA DISCUTONO SUI FLUSSI MIGRATORI: è in corso in queste ore a Malta un importante vertice dove si discute un tema particolarmente importante per l'Italia ma anche per il Governo della piccola isola che, dal primo gennaio 2017 e per i prossimi 6 mesi, ha la Presidenza di turno dell'Unione Europea. Il vertice giunge il giorno dopo la presentazione da parte della Commissione Europea delle possibili azioni a breve e medio termine per affrontare l'emergenza flussi in arrivo e in partenza dall'Africa settentrionale. La discussione concerne principalmente la gestione della sicurezza dei confini marittimi di Libia, Tunisia, Egitto e Algeria, principale tema di confronto del prossimo Consiglio Europeo straordinario sull'immigrazione che si terrá, sempre a la Valletta, il prossimo 3 febbraio.

PUBBLICATA LA RELAZIONE SULLA CITTADINANZA EUROPEA: La Commissione europea ha pubblicato la terza relazione sulla cittadinanza dell'Unione. Si valutano i progressi registrati dal 2014 e si descrivono le azioni volte a garantire che i cittadini possano godere pienamente dei loro diritti  lavorando, viaggiando, studiando o partecipando alle elezioni in tutta l'UE. Secondo la Commissione europea: “gli europei sono più consapevoli che mai del loro status di cittadini dell'Unione e la proporzione degli europei che vogliono essere informati meglio sui loro diritti è in costante aumento.

LA CITTÀ TEDESCA DI ESSEN È CAPITALE VERDE EUROPEA PER IL 2017: il Titolo premia gli sforzi e l’impegno per il miglioramento dell’ambiente urbano e la promozione della consapevolezza sulla necessità di un cambiamento ambientale delle città. La Capitale premiata nel 2016 era Lubiana.

CONSIGLIO D’EUROPA: “GRAVI MINACCE ALLA LIBERTÀ DEI MEDIA”: In una Risoluzione adottata recentemente, il Consiglio d’Europa* esprime la sua preoccupazione in merito ai numerosi casi di gravi minacce alla libertà dei media in Europa, recensiti dalla propria "Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti" creata nel 2015. La Risoluzione evidenzia che, dal gennaio 2015, sono deceduti 16 giornalisti a seguito di atti di violenza commessi negli Stati membri.


*Il Consiglio d'Europa è un'Organizzazione Internazionale diversa dall'Unione europea e non va confusa con organi di quest'ultima, quali il Consiglio dell'Unione europea o il Consiglio europeo. Il Consiglio d'Europa (CdE) ha sede a Strasburgo (F) e persegue l'obiettivo principale di promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Fu fondato il 5 maggio del 1949 con il Trattato di Londra e conta oggi 47 stati membri.

"Economia circolare": La Commissione offre orientamenti sul recupero di energia dai rifiuti e lavora con la BEI per stimolare gli investimenti


Un anno dopo l'adozione del pacchetto sull'"economia circolare" la Commissione ha riferito ieri  sull'avanzamento e sui risultati delle principali iniziative prese.
La Commissione ha inoltre:
  • adottato ulteriori misure per istituire, di concerto con la Banca europea per gli investimenti, una piattaforma per il sostegno finanziario all'economia circolare che riunirà investitori e innovatori;
  • pubblicato orientamenti per gli Stati membri su come convertire i rifiuti in energia;
  • proposto un miglioramento mirato della legislazione relativa a determinate sostanze pericolose presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Sfruttando lo slancio del piano di investimenti per l'Europa che, a fine 2016, avrebbe già permesso di mobilitare investimenti per 164 miliardi di EUR, la piattaforma per il finanziamento dell'economia circolare dovrebbe permettere  di rafforzare il collegamento tra gli strumenti esistenti, quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI) e l'iniziativa InnovFin - Finanziamento dell'UE per l'innovazione finanziata da Orizzonte 2020 ed eventualmente mettere a punto nuovi strumenti finanziari per progetti nell'ambito dell'economia circolare. La piattaforma riunirà la Commissione, la BEI, le banche nazionali di promozione, gli investitori istituzionali e altri portatori di interessi, farà conoscere le opportunità di investimento nell'economia circolare e diffonderà le migliori pratiche presso possibili promotori, analizzandone i progetti e le esigenze finanziarie e fornendo consulenze sulla strutturazione e le possibilità di finanziamento.
La comunicazione della Commissione sul ruolo dei processi "dai rifiuti all'energia" nell'economia circolare, presentata ieri, permetterà di massimizzare i benefici di questa piccola ma innovativa componente del mix energetico nazionale. Essa fornisce agli Stati membri orientamenti per trovare il giusto equilibrio nelle capacità di termovalorizzazione, mettendo in luce il ruolo della gerarchia dei rifiuti che classifica le opzioni di gestione dei rifiuti in funzione della loro sostenibilità e assegna assoluta priorità alla prevenzione e al riciclaggio. Essa contribuisce a ottimizzare il loro contributo all'Unione dell'energia e a valorizzare le opportunità di partenariati transfrontalieri, laddove ciò sia appropriato e in linea con i nostri obiettivi in campo ambientale.
Il pacchetto adottato ieri dalla Commissione contiene inoltre una proposta per aggiornare la legislazione che limita l'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (la direttiva RoHS). La proposta intende favorire la sostituzione dei materiali pericolosi al fine di rendere più conveniente il riciclaggio dei componenti. I cambiamenti proposti faciliteranno ulteriormente le operazioni sul mercato dell'usato (ad es., la rivendita) e la riparazione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Si stima che tali misure ci consentiranno di evitare la produzione di più di 3000 tonnellate di rifiuti pericolosi per anno nell'UE e di risparmiare energia e materie prime. Soltanto nel settore della sanità il risparmio sui costi è quantificabile in 170 milioni di EUR.
Infine, nella sua relazione sui progressi conseguiti nell'ultimo anno, la Commissione elenca le misure principali adottate in ambiti quali i rifiuti, la progettazione ecocompatibile, i rifiuti alimentari, i fertilizzanti organici, le garanzie per i beni di consumo, l'innovazione e gli investimenti. I principi dell'economia circolare sono stati gradualmente integrati nelle migliori pratiche dell'industria, negli appalti verdi, nell'uso dei fondi della politica di coesione e, mediante nuove iniziative, nei settori idrico e della costruzione. Per attuare sul terreno la transizione verso l'economia circolare, la Commissione invita inoltre il Parlamento europeo e il Consiglio a procedere all'adozione delle proposte in materia di legislazione sui rifiuti in linea con la Dichiarazione comune sulle priorità legislative dell'UE per il 2017. Per il prossimo anno la Commissione si impegna a conseguire ulteriori risultati sulla base del piano d'azione per l'economia circolare, mediante, tra l'altro, una strategia sulle materie plastiche, un quadro di monitoraggio per l'economia circolare e una proposta per promuovere il riutilizzo dell'acqua.
Contesto
Il 2 dicembre 2015 la Commissione ha adottato un ambizioso pacchetto sull'economia circolare composto da un piano d'azione dell'UE con misure relative all'intero ciclo di vita dei prodotti: dalla progettazione, all'approvvigionamento, alla produzione e al consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. A detta della Commissione UE, il passaggio a un'economia più circolare dovrebbe essere foriero di grandi opportunità per l'Europa e i suoi cittadini, rappresentando una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l'economia europea, orientandola verso una direzione più sostenibile. L'economia circolare offrirebbe alle imprese la possibilità di realizzare vantaggi economici considerevoli e di diventare più competitive. Consentirebbe di realizzare significativi risparmi di energia e benefici per l'ambiente, di creare posti di lavoro a livello locale e offrirebbe opportunità di integrazione sociale, essendo  correlata alle priorità dell'UE in materia di posti di lavoro, crescita, investimenti, agenda sociale e innovazione industriale.
Per illustrare i principali risultati fin qui ottenuti e discutere con i portatori di interessi degli obiettivi futuri, la Commissione e il Comitato economico e sociale europeo organizzano una conferenza sull'economia circolare che si terrà il 9-10 marzo 2017. In tale occasione sarà annunciata la creazione di una piattaforma dei portatori di interessi dell'economia circolare.

Per ulteriori informazioni
MEMO: Domande e risposte